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Autore: floricienta    30/03/2013    4 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, vi ricordate ancora di me? xD
Scusate per l'enorme ritardo, ma (come vi ho già ripetuto fino allo sfinimento) non ho proprio tempo quest'anno per scrivere :(
Ma bando alle ciance ecco il quarto capitolo.
Grazie mille per tutti quelli che lo leggeranno :)

 

Capitolo 4

Entrarono nella nuova stanza.

Aveva le pareti beige e su ogni lato c’era una porta.

Adesso si spiega quello che c’era scritto sul teschio...

“Da che parte andiamo?” chiese Ib.

“Bella domanda...”

“Giochiamo! Ihih” stramazzò Amy e cominciò a correre avanti e indietro, fermandosi davanti a ogni porta e andando da una parte all’altra.

“Mi sta venendo mal di testa...” fece il ragazzo, chiudendo gli occhi e respirando profondamente.

“Ihih! Apriamo tutte le porte!”

“È vero!” esclamò anche Ib “Poi decidiamo da che parte andare”

“Non credo sia così semplice, però proviamoci”

Garry prese l’amica per mano e si incamminarono verso quella di sinistra.

Al loro passaggio comparvero delle scritte sui muri, come se avessero previsto le loro azioni.

Soltanto la decisione ultima aprirà la strada.

“Quindi non possiamo aprirle tutte?” domandò Garry.

“Non lo so, ihih” la bambola saltò nel taschino della camicetta della bambina.

“Bene, allora decidiamo da che parte andare”

Ib indicò con la sua piccola mano la porta di destra.

Insieme abbassarono la maniglia e entrarono nella stanza successiva.

Era identica alla prima, sia per il colore delle pareti che delle porte.

Entrambe senza mobilio, spoglie e anonime.

Questa volta aprirono la porta davanti a loro e si ritrovarono nell’ennesima stanza uguale alle altre.

Però c’era un dettaglio i più.

Sopra a ognuna delle porte c’era un quadro de The Lady In Red.

“Ecco, inizia già a non piacermi più questo posto...” disse Garry, terrorizzato.

Ib si aggrappò alla sua giacca, sperando che una di quelle non prendesse vita, o, ancor peggio, tutte e tre.

“Non aver paura Ib, ci sono io con te”

“E ANCHE IO, IHIH!” esclamò Amy, uscendo con la testa dalla camicia.

“Lo so che ci sei anche te Amy” le sorrise Ib, con fare innocente e l’accarezzò.

Questa si lasciò toccare come se fosse un cagnolino.

Garry rimase ripugnato dalla scena, ma decise di aprire la porta a nord.

Speriamo bene...

“Di qua Ib?” chiese conferma all’amica e lei annuì.

Girò il pomello e un ruggito lo fece sobbalzare.

No, no, NO!

Ib si voltò alla sua destra e vide il quadro caduto a terra con la donna che sporgeva al di fuori, cacciando così un urlo di terrore.

“Scappiamo!” urlò Garry e questo fu seguito dalla risata della bambola.

Prese la bambina per mano e corse nella stanza successiva, sempre uguale a tutte le altre.

“Sinistra!” sbraitò Ib e il ragazzo la scosse da quella parte.

Dietro di loro la donna in rosso li seguiva velocemente, facendo forza sulle braccia e continuando ad emettere orribili suoni spaventosi.

“Corri Ib! Corri!”

Amy uscì dal taschino e andò a posarsi sulla spalla della bambina, guardando divertita il dipinto dietro di loro e salutandolo con la mano.

Andarono per due volte dritti, non capendo se stessero girando intorno, dato che le stanze erano tutte identiche tra loro.

L’unica cosa della quale erano consapevoli era che la donna li stava inseguendo.

Per un istante fu proprio dietro di loro, aprirono la porta e si ritrovarono un altro quadro della donna in rosso proprio di fronte, voltato di spalle.

Questo si girò con un ghigno e il suo sorriso malefico si allargò.

Garry guardò dietro di sé, per vedere dove scappare e si rese conto di qualcosa di molto strano.

Al di là della porta c’erano loro tre, come riflessi e il quadro girato dalla parte opposta, che guardava a sua volta i tre in un’altra stanza.

“M-ma... Cosa sta succedendo?”

Anche Ib se ne accorse e si sentì ancora più impaurita.

“Garry!”

Il ragazzo si abbassò su di lei e la prese in braccio.

La bambina cinse il collo del compagno con le braccia e la schiena con le gambe, rimanendo stretta come un piccolo koala.

Garry svoltò a destra e poi a sinistra, sperando di non incrociare più la donna in rosso.

Questa però era dietro di loro, o meglio, fino alla stanza precedente, perché adesso se la ritrovarono alla loro sinistra.

“Non avere paura Ib” le baciò la chioma castana e curvò a destra.

Sul suo sguardo si poteva vedere la determinazione mista a un po’ di sgomento.

La sua andatura era sempre più veloce, anche se un po’ sgraziata a causa del peso della bambina che teneva in braccio.

L’ennesima porta aperta e l’ennesima stanza uguale.

Si rese conto però che c’era qualcosa di diverso rispetto alle altre: mancavano dei quadri appesi alle pareti e lo si poteva notare dal segno nero sull’intonaco della parete.

“Ci siamo persi! Ihih” fece la bambola, tornando nel taschino.

“E invece no!” inveì Garry.

“Invece sì, ihih” continuò Amy da dentro la camicia.

Ci siamo persi per davvero... Come faccio a proteggere Ib se non sono in grado neanche di trovare l’uscita?

Chiuse la porta dietro di sé con un calcio e decise di proseguire sempre dritto.

Stanza vuota.

Svoltò a sinistra.

Un’altra stanza vuota e neanche un grugnito di quel quadro assatanato di sangue.

Questa volta decise di andare verso sud.

Non poteva fare una scelta più sbagliata.

C’erano quattro quadri in vita, ognuno raffigurante una donna di colore diverso: gialla, rossa, blu e verde.

Stavano rosicchiando delle rose, magari appartenute ad altre persone intrappolate come loro e che non avevano avuto la stessa fortuna di rimanere in vita, o sfortuna.

Garry cercò di tornare indietro, riattraversando la stessa porta dalla quale era arrivato, ma si ritrovò nella stessa camera, solo dalla parte opposta.

Dannazione!

Ib era impietrita, non riusciva a trovare il coraggio che l’aveva spinta finora.

“G-Garry...”

“Non preoccuparti Ib, non preoccuparti” continuò a ripetere.

Proprio in quel momento tutti e quattro i quadri finirono il loro pasto e non rimase che occuparsi dei due ragazzi.

Garry posò Ib a terra, per tenere le mani libere per un eventuale combattimento.

Fece un lungo sospiro e indicò all’amica di provare a fare uno scatto verso destra.

Partirono insieme, evitando i quadri che si scagliarono contro di loro e, per loro grande dispiacere, si ritrovarono ancora una volta nella stessa stanza, sempre dalla parte opposta a quella da dove erano entrati.

Amy sbucò fuori e si avvicinò a un quadro, fu presa dalla donna in verde e scagliata contro una parete.

“Amy!” urlò la bambina e il quadro ringhiò contro di lei.

“Mi hai fatto male! Ihih” curvò la testa di novanta gradi e le pareti della stanza si dipinsero di un violastro quasi blu.

Garry prese Ib per le spalle e la trasse a sé.

“Stammi vicino”

Ib posò una mano sopra la sua e sperò con tutto il cuore che quella situazione finisse al più presto.

La bambola azzannò il braccio della donna in verde e questa urlò di dolore, un urlo neanche lontanamente umano.

Gli altri quadri non riuscivano a muoversi, come intrappolati in una ragnatela invisibile.

Amy continuò a mordere e tirare, affondando sempre di più i denti.

Garry coprì gli occhi a Ib, ma questa si ribellò, convinta di voler guardare.

“Ib! Non devi!” cercò di persuaderla il ragazzo, ma fu tutto inutile.

Con un morso deciso, il fantoccio strappò del tutto un braccio della donna in verde.

La bambina spalancò gli occhi e sentì un conato di vomito risalire per la sua gola.

Come se nulla fosse successo, la stanza tornò beige e la bambola si mise a ridere divertita, battendo le mani.

“Mi piace giocare! Mi piace giocare! Ihih”

I dipinti tornarono a muoversi e a ruggire, avvicinandosi pian piano ai due ragazzi.

Garry indietreggiò, ma finì contro la porta e non seppe cosa fare.

“Scusami Ib...”

La bambina si voltò di scatto verso di lui, con le lacrime agli occhi.

“Non volevo trascinarti in questi pericoli” continuò lui “Ma credo che adesso non si possa fare più niente...” abbassò il viso, sconsolato e amareggiato, facendo cadere una piccola lacrima dai suoi occhi.

“Non dire così Garry!” cercò di infondergli coraggio “Noi due usciremo da qui e andremo insieme a mangiare i macaron che mi avevi promesso!” le lacrime cominciarono a sgorgare anche per lei.

Gli strattonava la giacca blu e continuava a piangere.

“I macaron...” sussurrò Garry con un piccolo sorriso “Sono davvero buoni...” dicendo così, scansò la bambina e si mise davanti ai quadri, fissandoli attentamente con sguardo deciso “Non posso morire senza averti portata con me a mangiarli!”

Si voltò verso l’amica e le fece l’occhiolino.

Di risposta, Ib incrociò le mani sul suo petto e gli fece un sorriso sincero.

Garry tornò concentrato verso le quattro donne.

“Possibile che mi tocca sempre vedermela con delle signore?”

Vide arrancare verso di sé la donna in verde, senza un braccio, dal quale fluiva del liquido anch’esso verde, forse tempera ad olio o inchiostro o chissà che altro.

Lo guardava divertito, mentre Amy girava in tondo per la stanza, come se non facesse parte di quella scena.

Questa volta però non c’era niente con cui Garry potesse combattere, se non con la sua sola forza.

“Anche essere quattro contro uno non mi sembra leale...”

Improvvisamente la donna in blu fece un balzo e per poco Garry non rimase tra le sue grinfie, anzi, la prese per un braccio e la scaraventò a terra, il più lontano possibile.

Decise di buttarsi, senza pensare, e prese entrambe le mani della donna in giallo, stringendole tra le sue, cercando di romperle qualche ossa, sempre se ne aveva.

Il dipinto cercò di addentare il volto del ragazzo, ma prontamente lui si scansò all’indietro.

Era una gara di forza tra i due e nessuno cedeva per mandare a terra l’altro.

Però, le condizioni non erano certo favorevoli per Garry.

Infatti la donna in verde si era avvicinata alla sua gamba e l’aveva azzannata con grande energia.

Il ragazzo gridò dal dolore e gemette, mentre un petalo blu cadde dalla rosa.

“GARRY!” Ib era preoccupatissima.

Non posso starmene qua a far niente e a guardare Garry che viene ucciso dai quadri! Devo fare qualcosa!

Pensò questo e subito corse verso la gamba presa in ostaggio dal dipinto verde.

Tirò un calcio alla tela e questa sobbalzò.

“Ib! Cosa stai facendo! È pericoloso!” digrignò tra i denti, con la gamba destra che gli cedeva.

“Zitto Garry!” lo rimproverò la bambina.

Questo spalancò gli occhi, non capendo la reazione dell’amica, ma non poté far altro che lasciarle fare quello che si sentiva.

La donna in verde tornò a torturare la gamba di Garry, che perse un altro petalo e cominciava a sudare freddo.

“Non hai capito?” chiese Ib, ironicamente “Devi smetterla di fare del male a Garry!”

Strizzò gli occhi rossi e diede un ulteriore calcio alla tela, sfondandola da dietro.

Rimase per un attimo con il piede incastrato, ma si liberò subito.

La donna in verde ruggì dilaniata dal dolore.

Il liquido aveva smesso di sgorgare dal suo braccio e con la bocca aperta e gli occhi sbarrati, crollò sulla schiena, restando immobile.

“Bravissima Ib...” riuscì a dire Garry, che stava ancora lottando con la donna in giallo e, con uno sforzo immane, riuscì a ribaltarla.

Nel mentre si alzò la donna in blu, mentre quella in rosso stava inseguendo Amy per la stanza.

Garry si inginocchiò a tastò il suo polpaccio.

Erano incisi nella carne i denti aguzzi del quadro e usciva una copiosa quantità di sangue.

“Adesso mi gira anche la testa...” disse barcollando e rimettendosi in piedi.

“Lascia fare a me!” esclamò Ib.

Da dove aveva trovato tutto quel coraggio non lo sapeva.

L’unica cosa di cui era certa era che non poteva permettere che Garry morisse a causa sua.

E lo stesso era quello che pensava il ragazzo ogni volta che si trovavano di fronte a qualche pericolo e che lo spingeva a proteggere quella bambina a cui voleva un gran bene.

“Non posso farti fare tutto da sola” le sorrise e gli accarezzò una guancia “Basta distruggere la tela quindi? Perfetto...”

Si mise proprio di fronte al dipinto blu, aspettando che gli venisse contro.

La donna in blu prese la rincorsa e si lanciò su di loro.

Garry spinse Ib dalla parte opposta, facendola cadere a terra, saltellò fino alla porta e la varcò.

Si ritrovò così dall’altro lato della stanza e chiuse in fretta la porta.

Il quadro graffiava con le unghie il legno, cercando di raggiungere il ragazzo, inconsapevole del fatto che ce l’avesse alle spalle.

“Signora?” chiamò Garry e la donna in blu si girò, ruggendo.

Oltrepassò nuovamente la porta e si ritrovò a pochi centimetri dal quadro.

Lo prese per la cornice prima che se ne potesse accorgere e tirò una ginocchiata sulla tela, con la gamba sana, strappandola.

Arrivò a lacerare anche il busto della donna, che cadde a terra con un tonfo.

“Tutto bene Ib?” zoppicò da lei, ancora stesa a terra a guardare la scena.

“Mh...”

“Ne sono felice” le diede un piccolo bacio sulla fronte e l’aiutò ad alzarsi.

La donna in rosso stava ancora rincorrendo Amy, mentre quella in giallo non riusciva a rimettersi in piedi.

La bambola ad un certo punto smise di girare intorno, e facendo una frenata con le piccole gambe tozze e blu, ruotò il corpo e corse in braccio a Ib, che la prese al volo.

Il quadro rosso fece un sorriso agghiacciante e si affrettò ad andare in contro alla bambina.

Questa sobbalzò e Garry si frappose tra l’amica e la donna, tirando un pugno in faccia a quest’ultima.

La donna in rosso emise un mugugno e si ritrovò sballottata sul pavimento.

Amy le si avvicinò e morse un pezzo di cornice, rimanendo attaccata.

Il quadro si scosse per liberarsi della bambola, ma non ci riuscì, al contrario, mentre era distratta dal fantoccio, Ib le tirò un calcio e ruppe l’ennesima tela.

Anche questo dipinto si accasciò a terra.

Amy strappò via un pezzo di legno e andò in un angolino a mangiarselo, ridendo come una matta.

Adesso non restava che l’ultimo quadro, che non riusciva a rimettersi dritto.

“Non avvicinarti Ib” il ragazzo la prese per un braccio e la bloccò “Se ti prende ti farà male e potresti perdere i petali...”

“E come la uccidiamo?”

“Emh...”

Garry rimase un po’ sbalordito, non gli piaceva che uscisse una parola del genere dalla bocca di una bambina di soli nove anni.

Inoltre si rese conto che stava davvero ammazzando qualcuno, certo erano dei mostri terribili, ma stava pur sempre commettendo un omicidio.

Si immobilizzò per un istante, disgustato da quel pensiero, ma la voce della bambina lo risvegliò.

“Sei un po’ pallido Garry, ti fa male la gamba?”

“La gamba...” rispose un po’ disorientato.

Abbassò lo sguardo e vide il sangue che ancora non la smetteva di uscire e che aveva ormai imbrattato tutti i pantaloni.

Boccheggiò per qualche secondo, poggiando la schiena contro una delle pareti.

Il suo sguardo andò verso Amy, che stava leccando il suo sangue dalle chiazze a terra.

Ib strappò un pezzo di legno da uno dei quadri morti e lo lanciò dritto in faccia alla donna in giallo, colpendola agli occhi.

Questa si coprì il volto con le mani e continuò a emettere grida e ruggiti.

La bambina le si avvicinò, ma fu, ancora una volta, fermata dal ragazzo, che prese il quadro dimenante, lo voltò e tirò un forte pugno alla tela, stracciandola in più pezzi.

Adesso tutte e quattro le donne mostruose erano morte, immobili sul pavimento, con pezzi di tela e legno intorno ai loro corpi inermi.

Garry zoppicò per tutta la stanza, raccogliendo i gambi delle rose che erano state mangiate in precedenza dai quadri.

Ad un tratto saltò sopra la sua mano Amy, che lo guardava con fare sorridente.

“G-grazie per averci...aiutato prima...” sbiascicò il ragazzo, un po’ imbarazzato.

Non credeva che l’avrebbe mai fatto.

Ib gli strattonò la giacca con un grande sorriso.

“Finalmente siete diventati amici!” esclamò contenta.

“Ho degli amici? Ihih” chiese Amy, spalancando gli occhi insanguinati.

“Certo che sì!” rispose la bambina, inclinando la testa di lato “Me e Garry”

“Ihihih! Che bello!” scandì bene le parole e prese a girovagare per la camera, finché non saltò sulla faccia del ragazzo, aggrappandosi e abbracciandolo.

“No! Vattene via!” Garry entrò nel panico, scrollando la testa e Ib scoppiò a ridere “Non prenderti tutta questa confidenza!” la staccò da sé con la forza e la diede in braccio alla bambina, nonostante la bambola avesse gli arti protesi verso di lui.

Rabbrividì e si diede un contegno, aggiustandosi la giacca, ma fu colto da un dolore improvviso alla gamba.

Si inginocchiò a terra e tenne il punto leso.

“Che male...” disse con i denti stretti e strizzando gli occhi.

“Resisti Garry!” cercò di incoraggiarlo “Tra poco saremo fuori, me lo sento, e metterò la tua rosa in un vaso pieno d’acqua! Userò tutta l’acqua solo per te!” gli occhi erano leggermente velati di pianto.

Che dolce...

Le accarezzò la guancia.

E io che mi sono fatto proteggere da lei questa volta e dovrebbe essere il contrario... Non smetterà mai di stupirmi.

Con un piccolo sforzo si rimise in piedi e si resse appoggiandosi a Ib.

“Vuoi una mano? Ihih” squittì la bambola.

“No, grazie” fece lui, con una punta di durezza.

Ma Amy non l’ascoltò e si appigliò alla sua gamba, mordendola.

“Cosa fai?!” gridò Ib e cercò di separarla da lui, senza riuscirci.

Garry urlò, sentendosi quasi svenire.

Sapevo che non era buona...

Pensando questo crollò sul pavimento, privo di sensi, vedendo come ultima immagine gli occhi preoccupati di Ib.

 

“Svegliati Garry! Amy perché non si sveglia?” la bambina prese in braccio la bambola e la mise nel suo taschino.

“Non lo so, ihih” rimase fissa a guardarlo “Magari non si sveglierà più, ihih”

“Cosa?!”

“Non l’avevo mai fatto, ihih, forse è morto...” sorrise alzando lo sguardo, guardandola sottosopra.

“Avete finito di fare baccano?” Garry aprì gli occhi piano, portandosi una mano alla testa “Che è successo?”

“Sei vivo!” Ib gli saltò al collo e lo strinse con tutta la forza che aveva nel corpo.

Garry ricordò poco a poco della lotta con i quadri e della sua gamba che gli doleva, poi il vuoto.

Ricambiò l’abbraccio dell’amica e si mise seduto.

Guardò la propria gamba e notò che erano rimasti solo i fori causati dai denti della donna in verde e un po’ di sangue sul pantalone, inoltre stranamente non gli faceva più male.

“È stata Amy” lo anticipò la bambina “Ti ha succhiato via il sangue contaminato dai dipinti e ne ha generato altro usando un petalo della mia rosa”

“La tua rosa? Perché?” si preoccupò lui.

“Te avevi già perso due petali, quindi ho pensato che fosse stato meglio così”

“Ib, io ho molti più petali di te! Non dovevi e...” abbassò lo sguardo “Ti sei sacrificata per me...”

“Certo! Come potevo non farlo?” continuò a chiedere la minore, con il suo solito fare innocente.

“Grazie” rispose semplicemente e l’abbracciò “Grazie anche a te Amy, non pensavo che avessi dei poteri del genere”

“Ihih, non sono io che ho i poteri”

“E chi ce li ha?”

“Non lo so, ihih”

Garry e Ib si guardarono confusi.

Che fosse Guertena a far agire in quel modo la bambola? Che ci fosse un altro quadro malvagio, come Mary, che controlla tutto?

Non lo sapevano, ma speravano con tutto il cuore di non imbattersi in qualcuno di così potente.

 

Garry raccolse nuovamente i gambi di rosa da terra e li guardò con aria sicura e decisa.

“Come troviamo la via per andarcene?” chiese Ib.

“D’ora in poi contrassegniamo con un pezzetto di questi ogni porta che oltrepassiamo, così sappiamo se stiamo girando a vuoto e so stiamo andando avanti” rispose lui “E non si mangiano!” puntò il dito poi contro Amy, tornata nel taschino della bambina.

“No signore! Ihih”

Speriamo bene...

Si rimisero in cammino e Ib si prese l’impegno di posare una parte di gambo di fianco alle porte che passavano.

Fu comunque un giro che durò a lungo perché si ritrovavano sempre nelle stesse stanza.

A quanto pare c’era un unico percorso per poter raggiungere l’uscita.

“Quanto manca?” chiese la minore “Sono stanchissima...”

Camminava a testa bassa, tenendo per mano l’amico e sentendo in sottofondo lo scricchiolio delle sue scarpe.

“Non lo so Ib, ma non credo molto, ormai credo che siamo passati in tutte le stanze” accennò un piccolo sorriso.

Ancora qualche minuto e poi arrivarono nell’ennesima stanza beige, non c’erano quadri alle pareti e tutte le altre stanze avevano ai loro piedi un pezzetto di gambo.

Aprirono la porta e si ritrovarono in un corridoio buio, dalle pareti blu notte e il pavimento nero come la pece.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Garry e strinse di più la presa sulla mano della bambina e la trasse al suo fianco “Stammi vicina, non vorrei perderti”

“Certo che no” rise e ritrovò un po’ di spirito sapendo che erano finalmente usciti da quel labirinto di stanze.

Camminarono a piccoli passi per qualche centinaio di metri, tastando le pareti perché non vi era alcuna fonte di luce, ma fortunatamente il corridoio era tutto dritto.

Pian piano le pareti stavano sfumando verso un azzurro tenue e il pavimento di un bianco intenso.

Anche la luce tornò, propagata da quei colori freddi.

Proprio di fianco a una porta, l’unica che avevano trovato dopo tanto tempo, c’era il vaso ripieno d’acqua magica.

Ib lasciò la mano di Garry e corse verso la loro esclusiva finte di salvezza perché senza di essa sarebbero morti molto tempo addietro a causa della perdita di tutti i petali di rosa.

La bambina immerse la sua e questa riprese subito vigore come poi fece anche quella blu di Garry.

Senza fermarsi a riposare, entrarono nella camera successiva.

Erano una stanza enorme, dalle pareti di un azzurro cielo, ancora più bello di quello che c’era nel corridoio e il pavimento più lucente e bianco.

Nel mezzo vi era un’enorme statua che rappresentava un cuore, anch’esso azzurro, con una freccia conficcata proprio nel mezzo.

Amy sgattaiolò al di fuori della camicetta della bambina e sparì non si sa dove.

I due amici invece si avvicinarono all’opera e Garry lesse il titolo:

Heart Wounds

“Cuore ferito” ripeté traducendo.

“Beh, c’è una freccia...” rispose Ib.

“Guertena deve aver avuto una vita piuttosto infelice per fare opere del genere” Si guardò intorno e notò che non vi erano vie d’uscita “Dove andiamo?”

Ib fece spallucce e fece una leggera corsetta per tutta la stanza in cerca di qualcosa, ma quel posto era vuoto e faceva venire addirittura la nausea.

Garry era rimasto incantato da quella scultura, in un certo senso sentiva una stretta dentro di sé proprio uguale alla sensazione di una freccia nel cuore e non ne capiva il motivo.

“È sparita Amy!” disse Ib.

“E adesso dov’è andata?” fece di risposta lui, scacciando i pensieri di poco prima.

In realtà non gli interessava molto, l’unico suo volere era quello di uscire e tornare nel mondo reale o, quantomeno, andare avanti nella loro avventura sani e salvi.

Avvicinò il viso all’opera e si rese conto che era come se non fosse stata ultimata.

C’era uno squarcio davvero molto strano nel punto dove penetrava la freccia e decise di fare quello che non avrebbe mai pensato.

Ib tornò al suo fianco per vedere cosa stava succedendo.

Garry si aggrappò alla freccia per tirarla via, facendo leva con un piede sul ventricolo destro.

Riuscì a spostare di qualche millimetro la punta e vide gocciolare del liquido trasparente, forse acqua, al di fuori dell’organo.

Continuò così e anche Ib cercò di aiutarlo.

Quelle che prima erano poche gocce, adesso si erano trasformate in un piccolo laghetto ai loro piedi.

“Su... Manca poco...” disse il ragazzo tenendo i denti stretti dallo sforzo.

La freccia si sfilò completamente e i due furono spazzati via dall’enorme flusso d’acqua che fuoriuscì dal cuore.

La bambina era quasi priva di coscienza da un lato della stanza, mentre Garry era dalla parte opposta che non riusciva a stare in piedi dalla forza della corrente.

 

Fiiineeee :D

Ecco anche il quarto capitolo e ovviamente non c'è bisogno di dirvi che il quinto se va bene arriverà quest'estate! Ahahah povera me, anzi, poveri voi!!!
Spero che vi sia piaciuto come gli altri o anche di più non mi lamenterei eheh
Un grazie a tutti quelli che leggeranno, commenteranno, metteranno tra i preferiti e seguiti e grazie a quelli che l'hanno già fatto!
Un bacione a tutti
Flor :)

  
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