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Autore: SusanTheGentle    30/03/2013    15 recensioni
Un amore improvviso, due cuori che si incontrano ma che non riescono mai a toccarsi davvero come vorrebbero...almeno fino all'ultimo giorno. Nessuno sa. Forse nessuno saprà mai. Solo Narnia, unica testimone di quell'unico attimo di felicità.
Caspian e Susan sono i protagonisti di questa nuova versione de "Il Viaggio del Veliero". Avventura, amore e amicizia si fondono nel meraviglioso mondo di Narnia...con un finale a sorpresa.
"Se vogliamo conoscere la verità, dobbiamo seguire la rotta senza esitazione, o non sapremo mai cos'è successo ai sette Lord e dove sono finite le Sette Spade"
Il compito affidatogli questa volta era diverso da qualsiasi altra avventura intrapresa prima. C'era un oceano davanti a loro, vasto, inesplorato; c'erano terre sconosciute alla Fine del Mondo; una maledizione di cui nessuno sapeva niente. Non era facile ammetterlo, ma era probabile che nessuno di loro sarebbe mai tornato. Stava a lui riportarli indietro.
Caspian si voltò a guardare Susan, la quale gli rimandò uno sguardo dolce e fiero, e all'improvviso capì che qualsiasi cosa fosse accaduta, finché c'era lei al suo fianco, avrebbe sempre trovato la forza per andare avanti"

STORIA IN REVISIONE
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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22. Lotta fra gli incubi
 

 
Gli occhi di tutti erano puntati su Lucy.
La Strega Bianca, Jadis, la nemica numero uno di Narnia, nemesi di Aslan, era a bordo del Veliero dell’Alba.
“Ne sei sicura?” chiese subito Peter, mettendo le mani sulla spalle della sorella e guardandola attentamente negli occhi.
Lucy gli rimandò uno sguardo serio, terrorizzato, annuendo a labbra strette.
Peter non chiese altro e abbassò le mani lungo i fianchi.
Lucy non mentiva, lo capì dalla sua espressione. Non mentiva mai, men che meno su qualcosa che riguardava Narnia.
“Ma non può essere!” esclamò Caspian incredulo. “La Strega Bianca è morta! L’ho vista sparire davanti ai miei occhi quel giorno, alla Casa di Aslan!”
“Se è per questo” disse Susan, “anche lo stesso Aslan la sconfisse nella battaglia di Beruna, nel nostro primo viaggio a Narnia”.
Guardò i fratelli. Peter e Lucy annuirono. Edmund si limitò ad abbassare la testa e non dire nulla, ma Susan sapeva che tutti e tre ricordavano molto bene i fatti avvenuti tempo fa. Impossibile dimenticarli.
“Quando ti è apparsa in quella lastra di ghiaccio” continuò la Dolce rivolta a Caspian, “era già morta da più di mille anni, eppure trovò il modo di tornare…bè, quasi”
Quelle parole rammentarono all’istante a Caspian gli insegnamenti del dottor Cornelius sulle leggende di Narnia. Anche i Pevensie glielo avevano raccontato.
“Ricordi questo pomeriggio?” disse Susan rivolta di nuovo al Re. “Quando stavamo parlando sul ponte? Ti ho detto che mi sembrava di aver sentito qualcosa…bè era la sua voce. Era Jadis”
“Susan, anche tu…” mormorò Edmund facendo sentire finalmente la sua voce.
La sorella lo fissò sbalordita. “Ed, cosa…?”
“Anch’io l’ho sentita. E’ stato dopo che abbiamo litigato per…bè, per la mappa, appunto”.
“Quindi era già sulla nave?” chiese Caspian.
“E tu lo sapevi?” sbottò Peter contro il fratello.
Edmund strinse i pugni e si sforzò per non cominciare ad urlargli in faccia.
“Se stai insinuando che sapevo che Jadis era sul veliero e non ve l’ho detto, non è così. L’ho solo sentita, non l’ho vista. Ma non mi sono reso conto che era lei. Non mi ha parlato nel vero senso della parola. E’ stato più un…”
“Un ronzio dentro la testa” concluse Lucy per lui. “Ed, anch’io l’ho sentita. Sull’Isola delle Voci, prima di pronunciare l’incantesimo che mi ha trasformata in te, Susan. Ora mi rendo conto che era la Strega Bianca, lei mi ha spinto a farlo. E io ci sono cascata in pieno”
“Mio Dio!” proruppe Caspian. “Ma da quanto ci sta seguendo, allora?”
“Probabilmente dall’inizio” continuò Edmund.
“M-m-ma, avete appena detto che è morta” tartagliò Eustace, tremando come una foglia. “Q-quindi, q-quello che abbiamo visto è il s-s-uo f-f-fa-fan…”
“Fantasma, Eustace” lo aiutò Susan paziente. “Sì, una sorta”
“Oh mammina bella…e come si ferma un fantasma? Cosa facciamo adesso?”
“Ottima osservazione” commentò Emeth.
Per un minuto interminabile, nessuno parlò.
Nuove grida provennero dall’esterno della cabina, spezzando il silenzio inframezzato solo dal rumore della pioggia. Rumore di passi, qualcuno chiamava il Re, altri sbattevano porte.
“Andiamo” disse Caspian, guidandoli tutti fuori della cabina.
Mentre attraversavano i corridoi diretti nuovamente agli alloggi dell’equipaggio, una fila interminabile di persone li seguiva, chiedendo cosa si doveva fare.
Tutti avevano lo sguardo puntato su Re Caspian, in attesa.
“Dobbiamo avvertire tutti di quanto è accaduto” iniziò il Liberatore. “Forse semineremo del panico, ma altri, oltre a noi, hanno visto la Strega Bianca, ed è inutile tenerlo nascosto.”
“Pensate che ci attaccherà, Sire?” chiese qualcuno.
“Non lo so. Ma è molto probabile”
“Permettetemi di aiutarvi, Maestà” intervenne Emeth, facendo un passo avanti. “Non so bene come si affronta una Strega, conosco ben poco di magia e non vi ho mai creduto molto, ma mi sento in dovere di sdebitarmi con le Loro Maestà per la benignità dimostratami.”
“Ma Emeth, tu…” intervenne Lucy, pensando alla sua ferita.
“Sto bene, ormai” la rassicurò il soldato.
“Va bene, Emeth. Ti ringrazio per la tua disponibilità” acconsentì Caspian.
Era giusto che, se lo desideravano, tutti facessero la loro parte.
“Io non credo che le armi ci saranno utili, Vostre Maestà” intervenne Miriel con aria grave.
“E allora come ci difendiamo, scusa?” chiese Eustace allargando le braccia.
“Tu non difendi proprio nessuno” disse Peter, puntando un dito ammonitore contro il cugino. “Ne hai combinate abbastanza, stasera”
“E allora che faccio? Reggo il moccolo?”
Peter lo ignorò. “Lo stesso vale per te, Ed”
“Non puoi tagliarmi fuori!” scattò immediatamente quest’ultimo.
“Io invece, credo che Re Edmund dovrebbe intervenire più di chiunque altro in questa nuova prova ” disse ancora la Driade, alzando un poco la voce e lasciando Edmund sorpreso.
“Lo so” fece lui, un poco irritato. “Lo so che devo risolverla io questa cosa. Io ho portato qui la Strega Bianca e io devo toglierla di mezzo”
“Non è solo per questo” continuò Miriel. “Tu possiedi la prima delle Sette Spade, Edmund te ne sei forse scordato?”
“La Spada di Bern?”
“No, quella di mio nonno!”
“Eustace, taci per piacere!” esclamò Peter a denti stretti, dandogli una botta sulla nuca.
Miriel proseguì. “Credo sia venuto il momento di cominciare a testare la forza delle armi degli Amici di Narnia”
“E come?” chiese subito Edmund, lo sguardo che cadeva sulla lama lucente che ancora teneva in mano da prima. “Non è che abbia manifestato chissà quali grandi poteri, finora”
Miriel fece un sorriso incoraggiante.
 “La prima volta che l’hai presa in mano, hai detto di aver capito che era tua, vero? Non di Caspian, non di Peter. Tua. Hai sentito un legame con lei”
Edmund aprì la bocca ma non ne uscì un suono. Annuì.
“Sfrutta quel legame, Re Giusto di Narnia. Affidati a lei: la Spada di Bern non è un’arma qualunque. In essa- in tutte e sette- è racchiusa una grande forza che deriva direttamente dalla Grande Magia, creata da Aslan e dall’Imperatore d’Oltremare. Una magia che libererà Narnia dai suoi nemici una volta per tutte. Dovete imparare ad usare tale potere.”
Edmund deglutì. Davvero aveva tra le mani un’arma così potente? Era davvero in grado di aiutarlo?
 “Non so…” disse incerto.
Guardò gli altri, ma nessuno disse nulla.
Edmund sapeva che erano rimasti in silenzio non perché non volessero aiutarlo, bensì perché la scelta spettava solo a lui.
In pochi minuti, la situazione si era ribaltata. Aveva creduto di essere messo di nuovo da parte, e invece, adesso si ritrovava protagonista dell’intera faccenda.
Raddrizzò le spalle e annuì con convinzione.
“D’accordo. Ci proverò”
 

Dopo che ebbe lasciato la piccola Lucy e quell’altro ragazzo tremanti di paura, la Strega Bianca tornò ad assumere la sua forma di nebbia, volando fin nel punto più nascosto della nave.
Non avrebbe voluto rivelarsi così e subito, ma la tentazione era stata troppo forte.
Aveva percepito la tensione, l’astio creatosi per svariate ragioni e discussioni, la vulnerabilità del momento che colpiva soprattutto i cinque Sovrani.
L’occasione non poteva essere sprecata così.
In quei momenti di rabbia e sconforto, gli esseri umani erano più fragili, emotivi, malleabili e influenzabili, inclini a commettere sciocchezze, magari presi dal panico e dalla frustrazione.
Lei avrebbe sfruttato tutto questo a suo favore, per far cadere qualcun altro nelle sue trappole d’incubo.
Comunemente, dei ragazzi di quell’età sarebbero fuggiti all’istante, ma non loro. Jadis sapeva di non avere a che fare con persone comuni, o Aslan non gli avrebbe mai scelti per essere Re e Regine di Narnia.
La forza d’animo di Caspian, il coraggio di Lucy, il buon cuore di Susan, il senso di giustizia di Edmund e la determinazione di Peter.
Ognuno di loro aveva qualità differenti, era animato da sentimenti diversi, ma tutti quanti avevano qualcosa che li univa: Narnia e l'amore che proavavno per quella terra.
Questi sentimenti avrebbero permesso loro di non mollare e salvare il regno da qualsiasi minaccia, continuando sempre più risoluti per arrivare sino alla fine di quel viaggio…o almeno, la fine che lei aveva pensato per loro.
Dovevano diventare forti, ancor più di quanto erano già. Le spade si animavano grazie a quella forza che- Aslan diceva- arrivava dal cuore.
Non sarebbe stato facile con il Leone sempre pronto ad aiutarli, ma nemmeno così difficile. Bastava toccare le corde giuste.
Chi era il più forte spiritualmente? Chi il più debole? Voleva scoprirlo, per poi cominciare a colpirli subdolamente, sempre rimanendo nell'ombra fino al giorno in cui sarebbe stata di nuovo forte.
Aveva già messo alla prova Lucy, credendo che la sua giovane età l’avesse spinta a fare una sciocchezza.
Così era effettivamente accaduto, ma la Valorosa, come sempre, si era dimostrata la più devota ad Aslan. Pentita sinceramente, aveva invocato subito il suo aiuto ed egli era accorso, cancellando troppo presto l’incantesimo del libro del mago.
Senza colpe precedenti, con l’animo puro e limpido come uno specchio, era lei la più forte, perché quella con più fede.
A Edmund aveva dato solo un assaggio, ma non era ancora il suo momento. Il caro Edmund voleva affrontarlo faccia a faccia, in carne e ossa. Era molto combattuta su di lui: farne un suo schiavo, ucciderlo, o frane un alleato?
Peter…Peter poteva essere il prossimo, sarebbe stato facile aprirsi un varco nel suo cuore ed insinuarvi sentimenti negativi, che avrebbero alimentato l’astio nei confronti di Caspian e all’interno dell’intero gruppo.
Infine, rimaneva Susan.
Susan era la più fragile insieme a Edmund ma, a differenza di lui, nel passato la Regina Dolce si era dimostrata priva di punti deboli. Il suo cuore così buono e privo di malizia era stato un ostacolo notevole alle tentazioni di Jadis. Almeno finora…
Di punti deboli, adesso, Susan ne aveva molti e uno in particolare. L’essersene andata da Narnia, soprattutto dopo il suo ultimo viaggio in cui aveva incontrato Re Caspian, aveva indebolito oltremodo l’animo della ragazza, già insicura per natura.
Chi per il momento non la interessava, era proprio il Liberatore. Non lo conosceva ancora bene, non sapeva dove colpire. Le sarebbe servito del tempo in più per studiare a fondo la sua personalità.
C’erano poi i nuovi amici: Eustace, cugino dei Pevensie, la Driade e il ragazzo del sud. Neanche loro rientravano nei suoi interessi, per il momento. Non erano ancora così pericolosi.
Non sarebbe rimasta a bordo della nave per molto, no. La sua attuale forma e forza fisica non glielo permetteva. Doveva tornare sulla sua Isola, nascondersi, al sicuro nelle tenebre, dove poteva contare sull’assistenza di alcuni validi alleati finché non fosse tornata la vecchia Jadis.
Nel frattempo però, visto che Edmund e suo cugino erano stati così gentili da invitarla lì, richiamandola attraverso uno degli incantesimi che tramite Coriakin aveva predisposto come trappola per loro, perché non cominciare a divertirsi subito?
 
 
Purtroppo, nessuno sapeva quando e come la Strega Bianca avrebbe attaccato.
Nessuno però voleva dormire, anche se era del tutto inutile stare svegli ad aspettare che accadesse qualcosa.
Alcuni marinai borbottavano tra loro: che si fosse trattato di un’allucinazione, che non c’era nessuna Strega. Ma alla luce delle lanterne che Caspian aveva ordinato di accendere, talvolta gli sembrava di scorgere qualcosa o qualcuno muoversi guardingo negli angoli in ombra, dove il lume delle lampade non arrivava.
Tutto si era tinto dei colori del verde e del nero, il temporale continuava, le vele frusciarono, le cime stridevano, il legno scricchiolò. Se un’altra imbarcazione fosse passata loro accanto in quel momento, avrebbe senz’altro scambiato Veliero dell’Alba per una di nave fantasma.
L’attesa era esasperante.
Si erano organizzati turni di guardia con gruppi di cinque o sei persone. Nessuno voleva rimanere solo. Più si stava in compagnia, più ci si sentiva sicuri.
L’intero equipaggio aveva di nuovo preso in mano le armi in meno di quarantott’ore, ma esattamente come aveva pronosticato Miriel, non servirono a nulla.
Anche se cercavano di colpire i rivoletti di nebbia che di tanto in tanto apparivano qua e là, non c’era risultato. Era come fendere l’aria.
“Sire, non possiamo combattere contro qualcosa che non vediamo” protestò un marinaio.
Quando si erano scontrati con l’Occhio di Falco, sull’Isola delle Voci, era stato diverso. Il nemico era davanti a loro, vero, concreto, potevano osservarne i movimenti, capire come avrebbero dovuto rispondere ai loro attacchi. Ora, invece, non c'era niente.
Gli uomini cominciarono ad innervosirsi, tesi all’inverosimile, spaventati dalle voci che udivano nella testa.
Ben presto, tutti si resero conto che l’influenza della Strega aveva già cominciato a colpirli: senza preavviso, senza un attacco vero e proprio.
Ora come ora, Jadis era uno spirito, non aveva la possibilità di imbracciare una spada o la sua diabolica bacchetta magica. Ciò era una fortuna ma anche una sfortuna.
Il suo modo di agire sarebbe stato assai più infido di quello di qualsiasi altro nemico potessero incontrare.
“Sta giocando con le nostre menti” disse Edmund, in piedi contro la parete delle cabine dell’equipaggio, la Spada di Bern convulsamente stretta in pugno. “Lo so, la conosco bene”
Nessuno commentò. Erano sempre tutti a disagio quando Ed parlava del suo passato di traditore.
“Lei percepisce la nostra paura” disse Miriel tremante. “E’ arrivata sin qui perché l’ha sentita. Vuole indebolirci spiritualmente. E quando avrà ottenuto ciò che vuole se ne andrà”
“Sì, lo sento anch’io” disse Ripicì, muovendo il naso su e giù e fiutando l’aria.
In quanto creature fatate, la Driade e il topo sentivano maggiormente la presenza della Strega rispetto agli altri. Anche Fauni, Minotauri e Satiri sembravano molto inquieti.
“Che cos’è che vuole?” chiese Peter sedendosi accanto a Miriel sulla sua cuccetta, accostandola a sé e mettendole un braccio attorno alle spalle.
Lei si aggrappò a lui, scuotendo il capo.
“Non lo so. Ma uno di noi corre un grave pericolo”
Quelle parole non poterono far altro che suscitare maggiormente il panico nel cuore di tutti.
Si sentirono inermi vittime di un piano architettato ad arte.
ll fatto che Coriakin avesse la mappa, che fosse alleato con Calormen…
E la maledizione della nebbia verde mandata da Tash, che gettava chiunque ne venisse colpita in un sonno irreversibile…Tutto questo non era altro che opera di Jadis. Forse addirittura deciso già da prima che il Veliero dell’Alba lasciasse Cair Paravel.
I tasselli andavano tutti al loro posto: i nemici collaboravano tra loro e volevano fermarli a tutti i costi, impedendogli di arrivare a destinazione.
Forse la Strega Bianca sapeva anche delle Spade, del potere che racchiudevano, e le voleva per sé, per conquistare Narnia.
In quel momento, Caspian, Susan e Lucy rientrarono dal loro breve giro di ricognizione.
Il tempo passava, e di Jadis nessuna traccia.
“Ma che cosa sta aspettando!” urlò Edmund in preda all’esasperazione più competa. “Andiamo, dove sei?!”
“Ed, calmati” lo riprese Peter. “Abbiamo deciso che avremmo aspettato e aspetteremo. Dopotutto, non abbiamo un piano”
Lanciò un'occhiata a Caspian, il quale sostenne il suo sguardo facendo un passo verso di lui.
“Senti, te l’ho già detto, mi dispiace”
“Infatti questa l’ho già sentita” mormorò il Re Supremo girandosi dall’altra parte.
“Non so che cosa fare, Peter! Non ho idea se la Strega Bianca sia qui per tenderci un agguato, per gettare su di noi uno dei suoi malefici o altro. Io non la conosco! Non so come muovermi!”
Susan gli pose gentilmente una mano sul braccio.
“Nessuno di noi sa cos’ha in mente Jadis”
“Smettila di difenderlo, Sue!” sbottò Peter, tornado poi a rivolgersi a Caspian. “Sei completamente inutile come capo, lasciatelo dire”
Peter aveva ragione ovviamente: non stava dimostrando nessuna presenza di spirito. Ma Caspian non lo avrebbe mai ammesso.
“Cosa dovrei fare?” esplose il Liberatore, frustrato dalla situazione assurda in cui si trovavano.
Aveva mobilitato l’intera nave per nulla. La Strega sembrava sparita dalla circolazione. Eppure era lì, da qualche parte, glielo diceva il suo istinto.
Caspian osservò i suoi amici con espressione desolata.
“Mi dispiace, veramente. Il fatto è che non possiamo andare allo sbaraglio. Le armi non ci servono, questo l’abbiamo già ripetuto più volte”
“Forse, dopotutto, non succederà nulla di nulla” intervenne Eustace, interrompendo il litigio e cercando di convincere più che altro sé stesso.
“Può darsi che sia andata via. E magari non era neppure veramente lei. Sono un’immagine che poi è scomparsa…Puf!”
“Puf…” ripeté Ripicì scuotendo il capo. “Che pensiero profondo. Ragazzo mio, non ho più parole per definirti”
“Dai, provate a pensarci!” insisté Eustace, mettendo una mano sul muso di Ripicì e premendogli forte sulla bocca per zittirlo.
Il topo si divincolò, poi lo morse forte.
“In concreto non ci ha fatto nulla. Magari era solo un’illusone. Un incantesimo del mago posto sulla mappa per…AHIA!!!!!!”
Susan scattò improvvisamente in piedi, mentre suo cugino e Ripicì ingaggiavano un incontro di lotta libera rotolando sul pavimento degli alloggi dell’equipaggio.
“La mappa! Dov’è ora?”
Gli altri la guardarono perplessi.
“Dove l’abbiamo lasciata. Perché?” chiese Edmund.
“Perché mi è appena venuto in mente che se Jadis è arrivata sino a noi con quella, forse se la distruggiamo se ne andrà. Eustace ha ragione”
E qui si interruppe, perché un coro di voci incredule gridò: “Cosa???”
Lo stesso Eustace, e così Ripicì, si fermarono e la fissarono a bocca aperta.
“Ah, si?” fece il ragazzino stupito. Poi balzò in piedi, scaraventando di nuovo a terra il povero Rip.
“Ma insomma, vuoi trattarlo un po’ meglio?!” esclamò Lucy, aiutando il topo ad alzarsi. “Non è mica un giocattolo!”
“Uff, uff…ben detto, Maestà” disse Ripicì, massaggiandosi la testa e sistemandosi la piuma rossa.
Eustace li ignorò totalmente, troppo preso a vantarsi di sé.
“Certo che ho ragione, che scoperta! Tsk! Meno male che qualcuno se n‘è reso conto, finalmente! Mamma ha sempre detto che sono il più intelligente della mia classe”
Edmund gli assestò un bel calcio nel fondoschiena e Eustace saltò su gridando come un matto.
“Ma sei scemo?! Che fai?!”
“Piantala di fare l'idiota e prediamo la mappa, sbrigati!”
Si diressero in fondo alla grande camerata, verso la cuccetta di Eustace, accanto alla quale la pergamena era caduta.
Purtroppo ebbero un’amara sorpresa.
“Non c’è!” dissero in coro i due cugini.
“Che significa, 'non c’è' ?” fece Caspian avvicinandosi.
“Era qui. Giuro, non l’ho nascosta” si schermò subito Eustace.
“Perfetto! L’avete persa!”
“Peter, smettila di dare addosso a tutti” cercò di calmarlo Susan.
“Andiamo a cercarla, dai” disse Lucy, seguita subito da Emeth fuori dagli alloggi dell’equipaggio.
Ancora frastornato per la sua disavventura e per quanto stava accadendo quella notte, il giovane soldato non poteva fare a meno di provare già affetto per i suoi salvatori. Lucy gli stava sempre vicino per aiutarlo a non sentirsi in imbarazzo, cosa che invece sarebbe successa se mai si fosse trovato solo con qualcun altro. In poche ore, era stato accolto con una calorosità mai provata prima. Era già parte del gruppo.
“Lu! Aspetta, non andate soli!” chiamò la voce di Edmund.
Eustace lo seguiva. Quella sera era divenuto la sua ombra.
“Per distruggere la mappa, ho idea che ci servirà questa” disse il Giusto, sfoderando la Spada di Bern.
“Hai ragione. Scusa, non ci avevo pensato” affermò la ragazzina.
“Ehm…senti Lu, non è per fare il duro, o vantarmi di avere una delle armi dei Lord, però…”
Lucy lo fermò e gli sorrise.
“Lo so. Va bene. La Spada è tua d'altra parte, e spetta a te. Anzi, in teoria a tutti e due”
Guardò il cugino con un'occhiata eloquente. Eustace si gratò la nuca alzando gli occhi al soffitto e facendo finta di nulla.
“Ok. Sbrighiamoci” li incitò Edmund.
Caspian, Peter, Miriel, Susan e Ripicì li raggiunsero poco dopo.
Il Re di Narnia spiegò la nuova svolta ai suoi uomini, che furono ben felici di poter fare qualcosa di concreto setacciando la nave da cima a fondo in cerca del mappa incantata.
Sfortunatamente, le ricerche non ebbero esito. Sembrava che fosse sparita. Oppure…
“Che l’abbia presa lei ” suggerì Peter.
Era la possibilità più verosimile ma servì solo a gettarli tutti nello sconforto ancor di più.
I ragazzi e Ripicì si fermarono sul ponte di comando, vicino al timone dove Caspian si posizionò. Drinian si era preso un paio di minuti di riposo. Non c’era nessuno oltre a loro nove: i cinque Sovrani, Eustace, la Driade, il soldato e il topo.
Rifletterono a lungo, parlando a bassa voce nella notte, esposti alla pioggia leggera che annunciava la fine del temporale.
Che cosa aveva in mente Jadis? Perché aspettare di attaccarli se era lì per loro? E dov’era ora? Dietro di loro? Davanti?
Come in risposta, una risatina echeggiante raggelò l'atmosfera già di per sé inquietante. Poco dopo, dall’oscurità uscì una striscia di nebbia verdastra.
“Arriva”pensarono i ragazzi, guardandosi attorno, la tensione alle stelle.
Sfrecciò bassa sul ponte, aumentando la velocità della sua corsa man mano che si avvicinava, alzandosi, serpeggiando contro le paratie e i cavi di sicurezza, snodandosi in due e più parti, finchè non arrivò di fornte a loro.
Tutti quanti indietreggiarono automaticamente per non esserne nemmeno sfiorati. Non volevano scoprire cosa fosse accaduto se fosse successo. Ma non fu facile schivare tutte le altre volute di nebbia che presto si abbatterono sul ponte da ogni direzione, avvolgendo tutta la nave. La visibilità si azzerò. Un mormorio sinistro cominciò a propagarsi nel silenzio.
Poi, pian piano, una figura prese forma e una donna altissima apparve nella bruma.
Caspian, Peter, Edmund e Emeth sfoderarono le spade, Lucy li imitò. Susan scoccò la prima freccia, benché sapesse che era del tutto inutile. Il suo colpo andò comunque a segno, ma la figura venne trapassata da a parte senza battere ciglio.
Un’altra risata e la sagoma verde scomparve.
“Siamo qui, Jadis! Vieni, avanti!” esclamò Peter, Rhindon in pugno. “Non abbiamo paura!”
Una goccia di sudore freddo scese lentamente sul viso del Re Supremo. Peter deglutì e continuò a guardarsi attorno frenetico.
La pioggia appiccicava loro gli abiti indosso e i capelli al viso.
La nebbia ricominciò a vorticare sopra e attorno a loro, dapertutto, ma non potevano far nulla, solo osservare.
Poi, gradualmente, un suono riecheggiò alle loro orecchie. O forse era solo nella mente…
Crebbe piano piano, prima come il ronzio di un insetto piuttosto fastidioso, poi come un dolce suono ipnotizzante.
Lucy si portò le mani alle orecchie.
“Lo sentite?...Che cos’è?” mormorò, ma nessuno le rispose. Forse nessuno neppure la udì.
Ognuno di loro era troppo impegnato a cercare di ascoltare chi o cosa parlava e sussurrava attraverso quei suoni.
“Non ascoltatela!” gridò Miriel all’improvviso. “E’ solo un’illusione, non prestatele ascolto!”
“Aslan, aiutaci!” pregò Lucy serrando gli occhi e giungendo le mani.
“Sono qui, piccola mia...”
“Oh Aslan!”
Ma era tardi, ormai l’incantesimo diabolico della Strega Bianca aveva sortito il suo effetto. Dovevano ascoltare quella voce anche se sapevano di non doverlo fare.
“Sono solo un’illusione, Lucy?” disse la voce di Jadis vicinissima a loro, e poco dopo la donna apparve di nuovo.
Avrebbero voluto reagire, chiamare aiuto. Dov’erano i marinai? La nave sembrava essersi svuotata…
“Guardami, piccola. Sono io. Quella che ha pietrificato il tuo caro signor Tumnus. Quella che ha ucciso Aslan”
Lucy fece un rapido passo indietro, andando a sbattere contro Emeth, che le mise le mani sulle spalle e la tenne vicina.
Jadis guardò uno per uno i Pevensie dritto negli occhi.
“Ho aspettato tanto di rivedervi, miei cari. Ma il nostro momento non è ancora arrivato. Volevo solo lasciarvi un piccolo regalo, stasera. Per farvi capire che per quanto tentiate, non potrete mai sconfiggermi”
“Spostatevi” disse improvvisamente Edmund, estraendo la Spada di Bern dal fodero.
“No, no, non lo fare!” esclamò Eustace.
“Ed!” gridarono gli altri. Lui però non li ascoltò.
“Fidatevi! So quello che faccio! Per favore!”
Ora dava loro le spalle e non potevano vederlo in viso, ma rimasero ammirati dal tono della sua voce, pieno di coraggio e determinazione. Edmund non provava paura. Nemmeno un po’.
“Lasciatelo fare” disse Miriel.
Jadis volteggiò a mezz’aria.
“E’ questa che vuoi?” chiese, mostrando il rotolo di pergamena che era la mappa di Coriakin.
Inaspettatamente, un’altra freccia di Susan colpì la mappa esattamente nel centro, ed essa volò via dalle mani della Strega.
Jadis guardò la mappa cadere giù dal ponte di comando e srotolarsi su quello di sotto. Subito dopo spostò la sua attenzione sulla Regina Dolce, con un misto di stupore e di odio.
Susan e Lucy si precipitarono immediatamente a recuperare la mappa. La Strega Bianca non poté fermarle, perchè si ritrovò con quattro lame affilate puntate al petto, più una più piccola al viso.
Rhindon, Rhasador, la Spada di Bern, una scimitarra e uno spadino corto.
“Arrenditi!” gridò Eustace alzando il pungo. Poi si voltò sorridente verso Miriel, l’unica rimasta un poco più indietro vicino a lui. “Ho sempre sognato di dirlo!”
Gli occhi di Jadis erano ora puntati verso l’arma di Edmund. Una delle Sette Spade era lì a pochi centimetri da lei.
Quel che voleva era spaventati, così che ricominciassero a temerla come nel passato. Allo stesso tempo, la paura li avrebbe resi più forti. Dopotutto, la Strega Bianca voleva dei degni avversari, non delle pappe molli, o la vittoria non avrebbe avuto lo stesso sapore.
Ma la Spada era stato qualcosa di inaspettato. Quel particolare le era sfuggito: Edmund aveva la prima delle Sette.
Proprio lui…che strano gioco del destino…
E così ne avevano già trovata una….  
Doveva prenderla.
Jadis allungò una mano verso i quattro ragazzi e sprigionò una magia fortissima: un vento impetuoso che tolse loro il fiato e li sbalzò all’indietro, addosso al timone.
Poi afferrò Ripicì per una zampa, torcendogliela malamente.
Loro non poteavno toccarla, ma lei poteva toccare loro.
Lui cercò di reagire ma Jadis lo gettò lontano, facendolo precipitare al di là della ringhiera del ponte di comando. Il topo cadde di sotto e si accasciò a terra con un gemito.
“Rip!” strillò Lucy, accorrendo da lui insieme a Miriel e Eustace.
“Ehi!” lo chiamò il ragazzino, mentre la Driade lo sollevava con delicatezza. “Marmotta, mi senti? Rispondi!”
Lucy si portò le mani al volto, allarmata.
“Non ho il mio cordiale! L’ho lasciato in cabina, con immerso il Fiore del Fuoco! Devo correre subito a prenderlo!”
Ma Miriel la fermò.
“No, Regina, non puoi! Il Fiore non dev’essere rimosso dall’ampolla prima che la rigenerazione della pozione sia completa, o non avrà nessun effetto”
Lucy impallidì e guardò il corpicino di Ripicì riverso all’indietro.
“Oh, no…”
Mentre succedeva questo, la Strega Bianca aveva messo piede sul ponte di comando e camminava con passo deciso verso la Spada di Bern.
Ancora storditi dalla magia e dalla botta ricevuta, i Re di Narnia e Emeth non poterono impedirle di afferrarla.
“Lasciala!” urlò Edmund balzando rapido in piedi e allungandosi verso l’arma, il braccio teso.
Jadis fu più svelta.
Non appena sfiorata l’elsa, la Spada di Bern prese ad illuminarsi di una luce azzurrina. La mano della Strega riprese colore e consistenza e lei sorrise compiaciuta.
Allora era vero! Quegli oggetti le avrebbero ridonato la vita.
Ma il seguito di quanto accadde fu per tutti inatteso. La lama s’illuminò di nuovo, questa volta di un azzurro intenso e luminoso. La magia inondò l’aria con il suo chiarore improvviso, scagliando la Strega all’indietro, esattamente come lei stessa aveva fatto prima con i quattro ragazzi.
La figura di Jadis si scompose per un solo istante ma subito tornò integra, anche se sul volto non aveva più l’espressione sicura di prima. Evidentemente, la reazione della spada al suo tocco non era quella che si era aspettata.
Ma non era finita.
Di sotto, Susan, l’unica rimasta vicino alla mappa, vide che alla pergamena stava succedendo qualcosa di strano. Si sgretolava e si accartocciava come se stesse bruciando. E il fumo che saliva da essa non era niente altro che la stessa nebbia di cui era fatta anche Jadis.
“Ed!” gridò Susan, sollevando la mappa tra le mani per lanciarla verso il fratello. “Falla a pezzi!”
“No!” gridò Jadis, e con un ultimo grido di rabbia, usò le forze rimanenti per gettarsi sulla ragazza.
 “Attenta!” urlò Edmund, correndo giù dalla scaletta.
“Susan!!!” gridarono Caspian e Peter all’unisono.
Troppo tardi. La Strega Bianca era già partita all’attacco.
Susan cercò di nuovo di colpire la nemica, ma arco e faretra le caddero di mano quando l’ombra della Strega le passò attraverso. L’ultima cosa che vide furono i lampeggianti occhi neri di Jadis penetrare nei suoi.
La Regina Dolce cadde al suolo priva di sensi.
Edmund, che aveva preso la mappa al volo, la gettò a terra e la trapassò con la lama luminosa, distruggendola del tutto. Un ultimo filo di fumo si levò da essa, poi scomparve e tutto tornò immobile.
Dopodiché, Edmund e gli altri corsero vicino a Susan. La Strega Bianca era sparita assieme alla sua nebbia, che l’aveva trasportata chissà dove, lontano dal Veliero dell’Alba.
In quel momento, il celo si schiarì e l’alba spuntò.
 
 
Giaceva nell’oscurità, sola, al freddo.
Tentò di aprire gli occhi ma non ci riuscì.
“I tuoi occhi sono già aperti, tesoro mio. Solo che tu non vedi…” sibilò una voce vicino a lei.
Susan si voltò da tutte le parti, ma era buio.
Cominciò ad ansimare, il panico le faceva battere il cuore sempre più forte, le lacrime agli occhi.
Si rese conto che la voce aveva ragione. Capì di aver aperto gli occhi fin da subito, solo che non poteva scorgere nulla di quello che le stava introno. Forse perchè non c'era nulla da vedere. Era nel vuoto, nel silenzio, tutto era tenebra.
Assomiglia al mio sogno…pensò improvvisamente Susan.
Sì, era molto simile. Lo stesso luogo deserto, le stesse sensazioni angoscianti.
Aveva fatto quel sogno praticamente tutte le notti da quando aveva lasciato Caspian ed era tornata in Inghilterra. Lo rincorreva, lui si voltava ma lei non riusciva mai a raggiungerlo in tempo.
“Ma io l’ho raggiunto. Sono con lui! Sono a Narnia!” pensò.
“Tesoro mio…”
Ma di chi era quella voce? Sembrava zia Alberta. La chiamava sempre così…
No, non era lei. Forse la mamma?
Oh, mamma…pensò Susan, una lacrima che scendeva lungo il viso.
“Non capisci che sei ancora prigioniera di quel sogno?”
Prigioniera? No, era tutto il contrario.
“Susan, possibile che non capisci? Svegliati. Apri gli occhi sulla realtà”
D’un tratto, uno spiraglio di luce fendette le tenebre e Susan lo fissò, pensando che fosse una via d’uscita.
Allungò piano una mano verso di esso e quello subito sparì.
“Non puoi…”disse la voce.
“Perché?”
“Non ne vale la pena. Non ne vale la pena…Rimani qui. Qui non soffrirai, qui potrai sognare e vivere tuto quello che desideri. Le delusioni non esisteranno. La tua vita sarà perfetta, felice!”
“Io sono felice!”
“Puoi essere più felice qui”
“Questo posto è strano…non mi piace. Voglio andare via!”
“Oh…come vuoi”disse la voce tristemente.
Pian piano, l’oscurità si fece meno intensa, lasciando il posto a una vaga foschia, simile alla nebbiolina che avvolge il tutto poco prima dell’alba.
Susan cominciò a guardarsi intorno. Adesso vedeva. C’era un prato immenso che si estendeva in tutte le direzioni. Ovunque guardava, il verde prevaleva. Ma la luce non spuntò mai del tutto, rimanevano le ombre che non le permettevano di capire dove iniziava e finiva quel prato immenso.
“Non hai bisogno di saperlo”la rassicurò la voce.
Rispondeva a una sua domanda ancor prima che lei mettesse in parole i suoi pensieri.
Susan osservò a lungo il paesaggio. Somigliava a un luogo che aveva già visto…Dove poteva essere stato? Non ricordava, non ci riusciva.
Ma era così bello, così accogliente e rilassante...
Però non c’erano suoni. Né il cinguettio degli uccelli, né il frusciare delle foglie degli alberi. Com’era possibile?
“Non ha importanza” disse una nuova voce alle sue spalle. “Resta qui, Susan. Resta qui con me”
“Caspian!” esclamò la fanciulla voltandosi rapida.
Lui era lì, e proprio come nel sogno allargò le braccia per stringerla.
Susan si gettò nel suo abbraccio e chiuse gli occhi.
Caspian le accarezzò piano i capelli. Lo sentì sorridere.
“Caspian, cosa..?”
“Non c’è bisogno di spiegare niente” disse lui, stringendola di più. “Sei con me, Susan. Resterai per sempre con me. Qui sei al sicuro. Qui possiamo essere felici. Solo noi due”
La parole di lui erano simili a quelle pronunciate dalla voce.
Susan non parlò, cercò invece di riflettere e comprendere cosa non andasse.
Tutto era perfetto, o almeno avrebbe dovuto esserlo. Tuttavia, c’era qualcosa di strano in tutto ciò… Qualcosa che non le tornava.
Come c’era finita lì? Dove si trovava prima di arrivarci?
“Il mondo è così ingiusto” riprese Caspian, guardandola negli occhi, passandole una mano sul viso. “Così complicato…Non è la fuori che vuoi vivere, non è vero? Tu vuoi restare qui con me”
“Ma non possiamo restare!” esclamò lei, molto confusa.
L’espressione di lui divenne triste.
“Perché non vuoi restare con me? Perché vuoi andare via?”
“Io non voglio andar via, ma…Dobbiamo tornare indietro!”
“Dove?” sorrise Caspian, quasi non capisse di cosa stava parlando. “C’è forse qualcuno che ci sta aspettando, là fuori?”
“Io…” Susan si portò le mani al viso, poi scosse il capo, smarrita. “Io non ricordo più”.

 
 
Salve ragazzi, tutto bene?
Non avete idea di quanto mi ci sia voluto per venire a capo di questo capitolo. Non so perché ho fatto così fatica, ma l’ho riscritto tre volte e mi sono ridotta all’osso!!! Ormai è domenica, non più sabato, ma l’importante è che l’abbia postato!
Come vi sembra? Io non ne sono molto soddisfatta e perciò ci rimetterò mano di sicuro, cambiando forse qualcosina. Non preoccupatevi, non di molto, appena appena un’aggiustatina…
Purtroppo non ce l’ho fatta ad inserire Shanna, e ho rimandato ancora con Drinian, ma nel prossimo capito ci saranno tutti e due. Il fatto è che il pezzo finale di Susan non era previsto, è venuto per caso all’ultimo momento.
Ho aggiornato il blog con qualche fotina, chi ha voglia vada a vederlo ^^
Sto anche pensando alla colonna sonora. Faccio le cose in grande!!!

 
E a proposito di grandi…a voi che siete fantasmagoricamente mitici, porgo i doverosi e consueti ringraziamenti: (sentite come parlo bene, da vera Regina XD )
 

Per le preferite: ActuallyNPH, Anne_Potter, ArianneT, Babylady, catherineheatcliff, Charlotte Atherton, Fly_My world, FrancyNike93, HikariMoon, Jordan Jordan, KaMiChAmA_EllY_ , KingPetertheMagnificent, LittleWitch_ , loveaurora, Lules, piumetta, SrenaVdW, The Freedom Song e tinny
 
Per le ricordate: ActuallyNPH, Angie_V, dalmata91, Miss Hutcherson e postnubilaphoebus.
 
Per le seguite:
Allegory86, ArianneT, Arya512, Bellerinasullepunte, catherineheatcliff, Chanel483, cleme_b, FedeMalik97, Fellik92, FioreDiMeruna, Fly_My world, FrancyNike93, GossipGirl88, IwillN3v3rbEam3moRy, JLullaby, Jordan Jordan, LenShiro,  Luna23796, Mari_BubblyGirls, piccola_cullen, piumetta, Poska, Red_Dragonfly, SerenaVdW, Smurff_LT, SweetSmile, The Freedom Song, yondaime, Yukiiiiii e _Autumn
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: Babylady, Charlotte Atherton, cleme_b, Fellik92, FioreDiMeruna, Fly_My world, FrancyNike93, GossipGirl88, HikariMoon, IwillN3v3rbEam3moRy, KingPetertheMagnificent, piumetta, SerenaVdW, The Freedom Song, e tinny
 
Angolino delle anticipazioni:
Come accennato sopra, nel capitolo 23 darò spazio a Drinian che romperà un po’ le scatole (ma và?).
Conosceremo Shanna, in un contesto alquanto inaspettato.
Scopriremo cosa succederà a Susan e se riuscirà a uscire dal suo incubo.

 
Segnalazione:

Un paio di giorni fa, tinny mi ha segnalata un video su youtube che sono sicura farà piacere anche a voi vedere. Se digitate Saoirse Ronan e Skandar Keynes, il primo video che vi uscirà guardatelo. Non l’ho fatto io, ma sembra fatto apposta, perché Saoirse e Skandar sono Shanna e Edmund!!!

 
Devo dire qualcos’altro? Mmm, no non mi pare. Allora vi saluto gente e vi auguro buona Pasqua! ^^
Ricordate di mettere le lancette avanti di un’ora…purtroppo si dormirà meno…T______T
Un bacio enorme,
Susan<3
   
 
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