Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: kresbiten    30/03/2013    3 recensioni
- Peter... com'è fare l'amore?- se era possibile, Charlotte arrossì ancora di più, ma osò fare questa domanda. Il ragazzo era a dir poco stupito, eppure, conosceva benissimo la risposta.
- Non lo so, Charlotte, non lo so. Io ho sempre fatto sesso, ma mai l'amore- le spostò una ciocca di capelli dalla fronte, sorridendo intenerito dalle sue guance rosse. La vide stringere le labbra e poi mordersele, sintomo che stesse per fare una delle sue domande-dalle-guance-rosse.
- Se... se lo facessi con me, cosa sarebbe, Peter?- il ragazzo si bloccò e rimase a bocca aperta per qualche secondo, per poi deglutire un paio di volte consecutivamente. Non si era mai posto questa domanda, ma si limitava a pensare che quel che faceva con quelle ragazze era solo per sfogare le sue ire represse, come le chiamava Charlotte. Era un modo per distrarsi, sfogare i suoi nervi e la sua astinenza. Solo sesso, niente affetto, amore o bene. Mentre Charlotte... si era limitato sempre a vederla come la sua piccolina, indifesa e preziosa migliore amica, che andava protetta; ma mai come una ragazza con cui fare altro.[...]
- Sarebbe amore, Charlotte. Io penso che sarebbe amore-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Suddenly - 9
Image and video hosting by TinyPic
Leggete le note in basso, mi raccomando.
Buona lettura <3




Il torpore caldo delle coperte l'accompagnò tutta la notte, così come l'accompagnò al risveglio. Si stiracchiò a occhi chiusi e sbadigliò un paio di volte, mentre sorrideva nel sonno senza saperne il motivo. Sentiva le tempie pulsare leggermente, ma nulla di insopportabile o frustante.

Infilò la testa sotto alle lenzuola per respirare l'aria calda che emanavano, rabbrividendo per quella sensazione di pace estesa in tutto il corpo.
Si senitiva come in... extasy. 
Come se fosse il giorno più felice della sua vita, come se dalla finestra spiccassero numerosi raggi di sole, anzicchè essere bagnati dalla pioggia incessante di quel tumultuoso temporale. Sorrideva senza motivo, mentre allungava le mani al suo lato.
Finchè... finchè non trovò il vuoto.
Sobbalzò e cacciò la testa fuori dalle coperte, girandosi a destra e a sinistra alla ricerca di lui. Le tende erano calate e la luce offuscata che penetrava dalle nuvole di Londra era pochissima, tanto che fu costretta ad allungare la mano e ad accendere la lampada sul suo comodino. Si rese conto, guardando la radio sveglia, che non era presto come lei immaginava; e sì, nemmeno tardi. Ma era tardissimo: le tre del pomeriggio. Rimase a bocca aperta per qualche secondo, incapace di come fosse potuta accadere una cosa del genere. Lei non dormiva mai, solo in caso di malattia passava le intere giornate in coma sotto alle coperte o, qualche domenica, che dichiarava la fine di una settimana fin troppo pesante, si svegliava alle dieci del mattino. Ma mai così tardi.
Sollevò le coperte, arrossendo mentre osservava le sue gambe nude; si morse il labbro e sorrise, chiudendo per un attimo gli occhi e tornando alla sera precedente.

Il bacio prese vita inconsapevolmente, senza che nessuno dei due si rendesse realmente conto di quel che stavano facendo. Erano troppo occupati a gustare quel sapore salato e dolce dell'altro, quel profumo soave della pelle e quella morbidezza sulle labbra.
Le mani di Charlotte erano ingrovigliate tra i capelli del ragazzo, mentre lui stringeva forte la presa sui suoi fianchi. Per un secondo, ma solo un secondo, preso da un attimo di lucidità, temette di scoprire troppo le gambe della ragazza mentre le sollevava il vestito.
Fermò quel bacio, mentre la moretta tremeva, ma non sapeva se di freddo, se di paura, se di ansia.
"Non.. non ti fermare, Peter. Non farlo" i suoi occhi lucidi, molto probabilmente, colpirono quelli verdi del ragazzo; le afferrò il volto in una presa ferrea e l'avvicinò nuovamente alle sue labbra.
Mordendola, accarezzandola, leccandola.
"Questo è un sì?" il suo mormorio si udì appena, interrotto dai baci e dai sospiri pesanti. Il mugolio di Peter sembrava essere una risposta affermativa, ma nella sua testa c'era tutt'altra intenzione.
Continuò a baciarla, a sfiorarla, a toccarle; ad aspirare il suo odore come se fosse una droga, ad accarezzare la sua schiena curvata e a rabbrividire per il calore delle sue labbra. Assaporò ogni singolo attimo con lei, ogni singola particella di Charlotte a sua completa disposizione. Era come avere una fonte d'acqua a sua completa disposizione dopo aver scalato la cima più ripida. Era come trovarsi tra il soffice cotone bianco delle nuvole e toccare letteralmente il cielo con un dito.
Con un solo bacio, pensò sorridendo ironicamente sulle labbra di lei.
"Perchè ridi?" scosse la testa e continuò a baciarla, avanzando di piccoli passi verso il parcheggio. Molto probabilmente Charlotte non se ne stava nemmeno rendendo conto, troppo occupata a fare quel che stava facendo Peter, ossia godere di ogni singolo attimo.
Sobbalzò quando toccò col basso schiena contro allo sportello di una macchina, ma subito le labbra di Peter furono di nuovo sulle sue per rassicurarla.
Si ritròvò sul sedile del passeggero, mentre quello che fino a poco fa era il suo migliore amico guidava diretto a casa sua.
L'aria era piena dei loro respiri affannati, di un'elettricità talmente palpabile da creare onde magnetiche tra i loro corpo distanti di pochi centimetri; erano come due calamite che si cercavano, si attiravano, ma erano trattenute da quel briciolo di lucidità che ancora regnava nella parte più profonda di esse.
Arrivare nel garage di casa sua fu come un soffio di vento caldo, che spazzò via quella minuscola briciola, lasciando finalmente che le calamite si attirassero e si scontrassero. Le loro labbra si divoravano, le loro mani si cercavano, i loro cuori battevano impazziti alla ricerca di trovare il sincrono con l'altro.
Ci misero un paio di secondi per scendere dall'auto e riunirsi, mentre ingordi salivano le scale. Le mani di Peter erano praticamente incollate ai fianchi di Charlotte, mentre il suo vestito saliva sempre più su e il ragazzo fremeva dalla voglia di sfilarglielo completamente.
I loro gesti eranno sempre gli stessi, i respiri erano sempre più accellerati e i cuori... i cuori sembravano volare come uccelli in piena primavera, tornati dal loro viaggio e felici di rivedere casa. Perchè era come tornare a casa, entrare dalla porta e vedere quel che ti appartiene, le cose con cui sei cresciuto, il profumo di buono a cui sei abituato, la comodità e la normalità che appartengono a quel luogo, la familiarità di quei colori, la felicità che quelle mura ti trasmettono.
Così si sentiva Peter mentre sfiorava e guardava la sua Charlotte, riconosceva in lei gli anni più belli della sua vita, i momenti più intensi, i colori più vivi nei suoi occhi scusi e accesi di desiderio, il profumo di buono della sua pelle candida, l'aria calda che fuoriusciva dalle sue labbra, il sapore dolce delle sue labbra. Come se non ci fosse cosa più normale al mondo, come se quella fosse il gesto più quotidiano e più totale di tutti.
"Stai tremando" sussurrò, mentre poggiava il vestito della sua ragazza ai piedi del letto. Dolcemente, nonostante la voglia irrefrenabile di averla, di toccarla, di assaporarla.
"Sei tu" confessò lei, arrossendo. La luce sul comodino era accesa e lui potè notare quelle chiazze rosee sulle sua guance e non potè che sentirsi ancora più a casa.
"Dimmi che sei mia, Charlotte. Dimmelo, ti prego. Solo per stanotte, dimmelo." si erano fermati entrambi, occhi negl'occhi, cuore contro cuore.
Lei sollevò la mano e gli carezzò teneramente la guancia col dorso e sorrise.
"Sono tua Peter, stanotte, ieri, domani" la mano salì e afferrò i capelli neri, stringendoli in una morsa. "E tu, Peter? Sei mio, almeno stanotte?"
Peter sentì il cuore pesante per qualche secondo, in colpa per quello che era successo nei giorni precedenti. E si stupì di quanto stupido fosse stato, ma soprattutto di quanto fosse stato cieco, stupido, ignorante, presuntuoso.
Lui era sempre stato suo, dal momento in cui era corso la prima volta da lei, abbandonando tutto e tutti, per proteggerla e sorreggerla. Non obbligatoriamente come ragazza, ma come amica. Era la sua migliore amica e gli apparteneva, si completavano, indistintamente dal come e dal quando.
"Sono tuo, mia piccola Charlotte"
Si è sempre parlato del dolore della prima volta, degli sbagli che si commettono, del ragazzo che si pensava fosse quello giusto ma che poi in realtà non lo è, della paura, del pentimento, dello sforzo, del momento sbagliato. Ma Charlotte sapeva, era cosciente, che non se ne sarebbe mai pentita.
Era quello il momento che, in fondo, dentro di sè, aveva sempre atteso.
Era lui il ragazzo giusto che aveva aspettato per questi anni.
Era quella la notte perfetta per unirsi per la prima volta ad una persona.
E non le interessava che ci fosse amore o meno, il momento era perfetto e sapeva che quella persona non le avrebbe mai fatto del male.
Sapeva che, probabilmente, sarebbe stato solo per una notte, ma non le interessava. Voleva godere appieno di tutto, di ogni singolo granello di polvere che ruotava luminoso intorno a loro, di ogni singolo gemito, respiro, battito, rumore, odore. 
Di tutto, completamente.
Perchè non si può vivere il presente col timore del futuro, perchè sarebbe sempre sbagliato. Sarebbe sbagliato anche il gesto più razionale, calcolato, programmato.
Le coprì il volto di baci, le sfiorò i capelli, la preparò dolcemente a quel momento che, entrambi sapevano, aveva atteso con tanta trepidazione.
"Sei tu, Charlotte? Sei sicura?" allungò la testa e premette le sue labbra contro di lui, schiacciando le mani alla base della sua schiena. E lui capì che quello era il momento perfetto, era un sì urlato in silenzio, più rumoroso di una qualsiasi parola, di un qualsiasi cenno.
E furono un unica cosa, un unico corpo. Fermi e immobili per pochissimi secondi, per assaporare quel momento, quel gesto così intimo da farli rabbrividire, da farli piangere quasi.
"E' tutto bene?" lei si morse le labbra e annuì. "Guardami, ti prego" insistette lui, mentre le afferrava il volto e incastrò i loro sguardi.
"Sto bene, te lo giuro. Continua Peter, ti prego..."
Il tempo si era come fermato, mentre loro continuavano ad amarsi, a baciarsi, sussurrarsi, assaporarsi. Non si stancavano mai, non perdevano mai il respiro, i loro cuori continuavano sempre a battere.
Come su un altro pianeta, come isolati nella loro perfetta imperfezione, nel loro momento di gioia maggiore, di godimento più puro, di oblio assoluto.
Il nome di uno sulle labbra dell'altro, e tutto questo in sincrono, in contemporanea ai battiti frenetici di quel muscolo così rumoroso in quel momento.
In quel momento di pace assoluta, di perfezione assurda.
Senza tempo, senza misure, senza assolutamente nulla.
Ma tutto... tutto
all'improvviso.


Ancora rabbrividiva se ripensava a quella notte; le sembrava tutto così assurdamente irreale e... strano.
Come era potuto succedere? Avevano smesso di parlarsi, di guardarsi, litigando furiosamente. E poi si erano trovato vicini, con una scarica elettrica incredibile, con un magnetismo totalitario, stupefacente, incredibile, incontenibile.
E aveva fatto l'amore con lui...
Sorrideva, sorrideva come una stupida, intrecciando le dita alle lenzuola. Notò distrattamente una macchia rossa sulle lenzuola arancioni, difficilmente distinguibili a causa della fantasia rossastra; arrossì, sperando per un secondo che Peter non se ne fosse accorto.
Che stupida!, vergognarsi di una cosa del genere quando lei si era donata a lui, quando l'aveva vista come nessuno l'aveva vista mai, quando l'aveva avuta, davvero.
Si lasciò cadere di nuovo tra i cuscini, chiudendo gli occhi e respirando a fondo. Quel profumo di casa, quell freschezza e quel calore che si contrastavano tra pelle e tessuto.
Tutto così strano, così nuovo...
"Charl?" scattò a sedere quando udì la voce del suo... migliore amico sulla porta; si coprì pudicamente il corpo col lenzuolo e sentì le guance andare a fuoco.
"Sì? Sono sveglia. Potevi svegliarmi anche un pò prima" si stava mordendo le labbra, le stava praticamente tormentando.
"Dormivi così profondamente che non ho voluto disturbarti" si avvicinò e si sedette sul letto, sorridendo imbarazzato.
Com'era possibile che ora l'aria fosse piena di imbarazzo e tensione, quando poche ore prima erano stati chiusi fuori dalla porta?
"Grazie allora..."
"Ti senti bene?" lei sorrise intenerita.
"Sì, sto bene, mai stata meglio" lui abbassò lo sguardo alle sue parole e chiuse gli occhi, serio. Prese un respiro profondo e riaprì gli occhi, ora diventati neri; deglutì un paio di volte e poi la guardò.
"Charlotte... dobbiamo parlare."








**********
Potrei chiedervi scusa un miliardo di volte, chiedere perdono e promettervi nuovi e veloci capitoli, ma sarei solo una bugiarda del cavolo.
Manco da due mesi e mezzo e vi giuro che questo aggiornamento non era per nulla programmato, tutt'altro. Ero in doccia (verso le 20:30) e puf, mi viene voglia di scrivere. E mi sono detta, perchè no?
Non so qui a dirvi i motivi per cui mi sono assentata e mi sono presa questa pausa, prima perchè non voglio annoiarvi e secondo perchè sono proprio io a non volerlo. Ho avuto dei problemi personali, sia di salute che di altro, e non ero nelle condizione psicologiche di  portare avanti un qualsiasi tipo di storie. Non mi sono ancora presa del tutto, ma si va avanti e spero di tornare ad aggiornare come un tempo.
Non vi prometto aggiornamenti veloci, anche perchè per tutto il mese sarò occupata a studiare e ad organizzare la mia festa di 18 anni (sì, mi avvicino al precipizio anch'io lol), ma non smettete di sperare.
E' il mio regalo di Pasqua per voi, augurandovi di passarla con le persone che amate, di divertirvi, ridere e mangiare tante tante schifezze (soprattutto uova kindere che sono le più buone *-*) e poi tutte a dieta! lol

Ah beh, sì. Naturalmente spero che questo capitolo vi sia piaciuto....
Ehm, scappo. Fatemi sapere se devo portarla avanti questa storia o no, se vi farebbe piacere e se questo capitolo vi è piaciuto.
Ci tengo, almeno voi.
Love you,
Mary xx
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: kresbiten