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Autore: TeddySoyaMonkey    31/03/2013    4 recensioni
Cato, Clove, l'Arena e tutto quello che vi successe all'interno.
Una raccolta di mie interpretazioni di quelli che secondo me possono essere i momenti da ricordare della loro travagliata storia negli Hunger Games.
***
Sono consapevole del fatto che il fandom è pieno di Clato e che nessuno si filerà questa povera raccolta, ma se volete fare un tentativo ne sarei felice e, come si dice, possa la buona sorte essere sempre a favore dell'autrice.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il non lasciarmi
 

-Mi ami, Cato?- Chiese Clove. Non sapeva il perchè di quelle parole, non conosceva l'anfratto tenebroso della sua mente da cui erano venute, ma ora che le aveva pronunciate non poteva rimangiarsele e poi era troppo debole per farlo.
Cato la fissò con occhi sgranati, per fortuna aveva smesso di sussurrarle continuamente di restare con lui e per Clove fu meglio così; lo sbigottimento del suo compagno la spiazzava, in fondo lei era umana ed era un tributo degli Hunger Games ed anche se non se lo sarebbe mai aspettato, poteva morire e in questo non c'era nulla di strano. Era triste, frustrante, rabbioso, ma non strano.
Clove raggiunse la consapevolezza di questo con le sue ultime forze.
-Mi...mi ami?- Ripetè perchè solo quando i bordi del suo campo visivo iniziarono a sfumare capì di volere una risposta.
Poi Cato versò un' unica lacrima solitaria, la prima e l'ultima che Clove avrebbe visto sul suo volto.
-Non ti amo, Clove.- Si affrettò a rispondere per evitare che la ragazza, debole com'era, ripetesse quella domanda un'altra volta, affaticandosi.
Non era vero che non la amava, o forse non del tutto, ma confessarle il suo amore, se davvero lo provava, non sarebbe stato... giusto. Nè per lui, che avrebbe dovuto convivere per il resto dei giochi con quella consapevolezza, nè per lei, che invece in quel modo ci sarebbe morta.
Clove volle provare a sorridere, ci provò, ma era tutto così pesante che non ci riuscì. Trovò invece la forza di esalare l'ultimo suo respiro sotto forma di due fievoli parole:-Meglio così.-
Poi cessò di essere e la sua mano restò inerme tra quelle di Cato.
Dalle labbra del ragazzo sfuggì un breve singhiozzo e non potè evitare di afferrare le spalle di quella che era stata Clove per stringerla in un abbraccio così forte da sentire il profilo dei coltelli che teneva sotto la giacca contro le costole. Un altro verso strozzato gli salì alla gola, scuotendolo, non pianse però.
Per un attimo ebbe la fugace visione di se stesso che affondava uno di quei coltelli nella propria carne e per il secondo successivo prese in considerazione l'idea, prima di spaventarsene a tal punto da lasciar andare di scatto il corpo di Clove, che ricadde inerte sul terreno in posizione scomposta.
Se c'era una cosa che in quel momento non gli era permesso fare era morire.
Con mani insensatamente tremanti ricompose gli arti di Clove: prima le gambe, che pose dritte sull'erba, poi le braccia, lungo i fianchi e sull'attenti come gli avevano insegnato in Accademia ed infine la testa, che tenne ben diritta verso il cielo. Poi le chiuse gli occhi e quella distesa blu venne sottratta alle pupille vacue.
Infine Cato raggiunse la cerniera della giacca che quel corpo senza vita indossava, scelse con cura uno dei coltelli dell'arsenale che vi era al di sotto, riconoscendovi quello che aveva visto più volte in mano a Clove, prendendolo in mano e soppesandolo. Quindi si inchinò sul corpo dell'alleata, i gomiti ai lati della sua testa e la fronte contro quella bagnata ed ancora calda di lei mentre tra le mani stringeva forte il metallo freddo.
"Lo ucciderò con questo." Pensò. "Per te."
Quindi si alzò, voltò le spalle a quella scena e si incamminò verso il Regno di Tresh per uccidere il re, prenderne la corona e offrirla ad una ragazza morta.

 

Angolo di Ted:

Questo capitolo è diabete allo stato puro, malgrado questo non mi sembra di essere caduta nell'OOC, non del tutto almeno.
Ma, indovinate un po', non mi convince.
-Teddy

 

  
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