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Autore: anwilu    31/03/2013    2 recensioni
Seconda one shot della "My exboyfriend's friend - Untold stories" che sarà divisa in tre parti.
Cosa è successo prima che Kurt e Blaine diventassero padri?
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'My exboyfriend's friend - Untold stories'
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3.0

Regalino di Pasqua! Ecco l'ultima parte della storia sull'adozione dei piccoli Anderson-Hummel. 
Vi voglio ringraziare tutti ancora una volta per il supporto che mi fare sentire ad ogni traduzione che pubblico, grazie veramente :,)
Vi auguro una Buona Pasqua <3

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Erano passati sei mesi da quando erano stati approvati e stavano ancora aspettando che qualcuno li scegliesse come genitori del loro figlio. Continuavano a vivere le loro vite – le canzoni di Blaine entravano almeno nella top 100 per qualche settimana, e il negozio online di Kurt con i suoi disegni andava così bene che aveva avuto bisogno di assumere altri due sarti.

Quando ricevettero una chiamata dalla loro assistente sociale che gli chiedeva di raggiungerla all’agenzia riprogrammarono immediatamente i loro piani per la giornata successiva e si affrettarono lì come prima cosa il mattino seguente. Ma l’incontro non era affatto su quello che si erano aspettati.

“So che non siete stati ancora scelti da nessuno, non avete dei colloqui e a dire la verità in questo momento non abbiamo nessuna madre che vuole dare in adozione il proprio bambino al nostro sistema, quindi ci vorrà assolutamente del tempo prima che voi abbiate un bambino.” Gli disse l’assistente sociale non appena si sedettero. Kurt e Blaine si guardarono l’un l’altro, entrambi confusi.

“Allora non capisco perché siamo qui…” Sentenziò Blaine.

“Mi piacerebbe parlarvi di qualcosa. Voi volevate adottare un neonato, ma c’è la possibilità di adottare un altro bambino. In questo momento abbiamo undici bambini sotto i tre anni e penso che per voi potrebbe essere un mezzo di adozione più facile. Potrei fissarvi un appuntamento con un operatore sociale che ve li presenti. Magari potreste trovare lì il vostro bambino… Penso veramente che voi siate la coppia più preparata, e anche se voi non volete questo tipo di adozione vi ho chiamato per offrirvi questa possibilità.”

“La ringraziamo davvero tantissimo, ma ci atterremo al piano. Aspetteremo che qualcuno ci scelga per il proprio figlio e adotteremo un neonato. Se non c’è nient’altro di cui vorrebbe parlarci io andrei. Se me ne vado adesso potrei raggiungere i miei impiegati per parlare dei tessuti del negozio.” Kurt si alzò, non notando l’espressione sorpresa di Blaine.

“No non c’è nient’altro.”

“Fantastico. Grazie ancora per l’offerta, l’apprezzo davvero, ma la risposta è no.” Concluse e si sporse per baciare le labbra di Blaine.

“Ci vediamo a casa questa sera tesoro. Devo andare, ciao.” Ed uscì dalla porta.

“Possiamo chiamarla?” Chiese Blaine, non sapendo se la risposta di Kurt fosse definitiva.

“Si certo. In qualunque momento cambiate idea.”

“Grazie.”

 

Quella sera Kurt tornò a casa di ottimo umore. Aveva comprato tutto quello di cui aveva bisogno al negozio di tessuti e aveva persino ricevuto uno sconto, quindi aveva deciso di usare i soldi risparmiati per comprare un regalo a suo marito il giorno successivo. Mentre tornava a casa si era fermato da un fioraio e aveva preso un bouquet di tulipani dai colori differenti. Blaine lo avrebbe amato.

“Blaine? Sono a casa.” Urlò nell’appartamento mentre si levava le scarpe. Entrò nel soggiorno con un grande sorriso in viso e i fiori in mano. Blaine semplicemente lo fissava senza dire una parola. Kurt si sedette accanto a lui baciandogli una guancia e dandogli i tulipani.

“Questi sono per te. So quanto ti piacciono…”

“Fiori? Seriamente Kurt?” Blaine scosse la testa incredulo e poggiò il bouquet sul tavolino.

“C’è qualcosa che non va?” Chiese Kurt cautamente.

“Si! C’è qualcosa che non va! Mio marito ha declinato l’offerta che abbiamo ricevuto questa mattina senza prendere in considerazione la mia opinione! Cosa diavolo era Kurt?!”

“Io… mi dispiace ma no ne abbiamo mai parlato. Abbiamo sempre voluto un neonato…”

“Esattamente! No ne abbiamo mai parlato! Magari avremmo dovuto avere una conversazione al riguardo prima, non pensi?”

“Non so perché sei così arrabbiato. Noi NON  vogliamo adottare un bambino più grande. Adotteremo un neonato!” Anche Kurt aveva alzato il tono di voce.

“Perché TU hai deciso così?”

“No! Perché NOI eravamo d’accordo così!”

“Beh, magari ho cambiato idea.”

“Non cambi idea su questo!”

“Per adottare un neonato potrebbero volerci anni Kurt! In questo modo potremmo avere un bambino nel giro di un anno!”

“Potremmo avere anche un neonato nel giro di un anno!”

“Oppure potremmo aspettare altri cinque anni!”

“Allora? Vuol dire che aspetteremo! Aspetterei altri dieci anni se fosse quello che ci vuole per avere un neonato! Non cercherò altri bambino sotto o sopra i tre anni!”

“Almeno hai bisogno di me in tutto questo? O la mia opinione è irrilevante quando si tratta di NOSTRO figlio?” Blaine stava ancora urlando e le ultime due frasi per Kurt furono una pugnalata dritto al cuore.

“Come puoi pensare una cosa del genere?” Sussurrò con le lacrime agli occhi.

“Perché tu ti comporti in questo modo!” Blaine si voltò e andò verso la stanza della musica, lasciando Kurt seduto sul divano.

 

Kurt lasciò che Blaine si calmasse un po’ prima di unirsi a lui. Trovò suo marito seduto accanto al piano, non lo suonava, semplicemente guardava fuori dalla finestra. Kurt rimase alla porta, poggiando la schiena contro il muro.

“Possiamo parlarne?”

“Quindi adesso è il momento giusto per parlarne?” Chiese Blaine amaramente.

“Blaine, per favore…”

“Cosa dovrei dire? Cosa vuoi sentire?”

“Mi dispiace. Davvero. Pensavo fossimo sulla stessa lunghezza d’onda al riguardo, ma apparentemente non è così.”

“Sai, incontrare un operatore sociale e vedere qualche bambino non significa che dobbiamo adottarne uno. Non significa che dobbiamo lasciar stare il neonato. È solo un'altra opzione.”

“Non posso Blaine. Non posso andare lì e vedere quei bambini. Non sarei capace di sceglierne uno. C’è un motivo se voglio che siamo noi quelli ad essere scelti. So che se andassi lì mi innamorerei di tutti loro e non possiamo prenderci cura di undici bambini. È solo che non posso dire di volere questo bambino e non volere gli altri…”

“Perché non me lo hai detto?”

“Perché non ce n’è mai stata l’occasione… Abbiamo sempre parlato di essere in lista per le donne incinte che volevano rinunciare ai loro figli… Mi piacerebbe avere un bambino presto. Voglio dire… se ci fosse solo un bambino ci andrei e so che sarebbe subito nostro figlio, perché non sarei capace di lasciare ancora quel bambino senza genitori. Non mi importerebbe se fosse maschio o femmina, o se avesse pochi mesi o due anni. Ma undici? Come dovrei dire no a dieci bambini quando tutti loro hanno bisogno di genitori tanto quanto quello che sceglieremo noi?” Kurt si avvicinò a suo marito e gli prese la mano.

“Se tu vuoi andare, vai. Io non ti fermerò. Scegli uno di quei bambini come nostro e a me andrà bene. Non mi importa quale, davvero.” Disse Kurt disperato, senza realizzare veramente quello che stava suggerendo.

“Kurt, non sceglierei una pianta o un cucciolo senza di te e tu vuoi che scelga un bambino per noi? Se c’è qualcosa che dovremmo fare insieme è questa.” Blaine si alzò e camminò attorno al piano. “Vado a fare una passeggiata. Ho bisogno di un po’ d’aria fresca.”

“Torni questa notte?” La domanda di Kurt gli fece fare qualche passo indietro. Non era più arrabbiato con Kurt, era solo deluso dal fatto che non gli avesse detto una parola sulla questione. Baciò la guancia di suo marito e sussurrò: “Tornerò sempre da te.”

 

La mattina seguente Kurt si svegliò tra le braccia di Blaine. Non sapeva quando Blaine fosse tornato a casa, doveva essere stato tardi, ma Kurt era felice che Blaine lo avesse tenuto stretto mentre dormiva anche se lui non ricordava come fosse finito nell’abbraccio di Blaine. Si districò con attenzione da lui così da non interrompere il sonno di Blaine, e andò in cucina. Si sentiva davvero male per il comportamento che aveva avuto il giorno precedente e voleva parlarne un'altra volta, ma non a stomaco vuoto. Preparò un insalata di frutta e la pastella per i waffle quando Blaine apparse.

“Buon giorno.” Kurt voltò la testa a quella voce e guardò suo marito che stava accanto la porta, i suoi ricci erano selvaggi come sempre al mattino, e indossava solo i pantaloni del pigiama.

“Buon giorno. Per favore siediti, la colazione sarà pronta tra un minuto.” Segnò una sedia del tavolo della cucina e Blaine obbedì. Kurt portò una ciotola di insalata, che mise di fronte a Blaine e cercò di tornare indietro per fare i waffle, ma Blaine aveva un idea diversa. Afferrò Kurt per un polso e lo fece sedere sul suo grembo.

“Dove stai correndo?” Blaine strofinò il naso sul collo di Kurt.

“Stavo andando a fare i waffle.”

“Non ce n’è bisogno. Va bene solo la frutta.” E prese una fragola con una forchetta per offrirne un morso a Kurt.

“Mi dispiace per ieri.” Disse Kurt a bassa voce.

“Lo so piccolo.”

“Pensavo veramente che tu non volessi…”

“Lo so piccolo.” Ripeté Blaine dando un altro pezzo di frutta a Kurt.

“Dovremmo chiamare l’agenzia…” Suggerì Kurt.

“Perché?”

“Così che ci possano fissare l’appuntamento con un operatore sociale.” La mano di Blaine che teneva la forchetta si fermò in aria.

“Cosa?”

“Ieri dopo che te ne sei andato ho parlato con mio padre e poi con Luke e loro mi hanno detto quanto sia stato irragionevole e ovviamente stavo litigando con loro, ma ho avuto la possibilità di pensarci prima di addormentarmi e voglio provarci.”

“Kurt, ieri abbiamo litigato perché non siamo in grado di adottare undici bambini. Adesso mi stai dicendo che potresti sceglierne solo uno?”

“Praticamente…”

“Okay. Mi dici di cosa si tratta? Perché mi rifiuto di farti fare qualcosa che non ti sta bene.”

“Mi sta bene. Ci ho pensato seriamente e ho pensato a tutti i pro e i contro e voglio farlo. Lo giuro.” Kurt lo stava guardando con sguardo supplichevole, i suoi occhi erano pieni di sincerità e certezza.

“Cosa ti ha fatto cambiare idea? Voglio sentire delle motivazioni.” Domandò Blaine.

“Come ho detto,ho parlato con mio padre e Luke e mi hanno detto che i bambini più piccoli hanno maggiori possibilità di essere adottati, quindi non mi devo preoccupare per quelli che non sceglieremo, e poi ho cercato delle cose su internet. Sono entrato in dei forum e discussioni in cui persone, che hanno adottato i loro figli in questo modo, davano consigli e sostegno. Ognuno di loro diceva che tu semplicemente lo sai quando vedi il bambino che è giusto… Siamo pronti Blaine. Ho realizzato che possiamo aspettare anni per un neonato o cercare di farlo in un altro modo. Ho la persona più fantastica del mondo al mio fianco. Non potrei chiedere uomo migliore con cui essere padre. Rendiamo questo posto una casa per qualcuno i cui genitori non hanno potuto prendersi cura e facciamolo il più in fretta possibile.” Blaine guardò attentamente Kurt, ma non trovò né dubbio né paura in lui, solo determinazione e anche un po’ di speranza affinché Blaine capisse.

“Sei incredibile, lo sai?” Chiese alla fine Blaine dopo qualche momento di silenzio.

“È una cosa bella o brutta?”

“No ne sono sicuro in questo momento…” Si sporse in avanti e catturò le labbra di Kurt in un bacio lento. Il sapore di fragole che Blaine amava tanto gli fece approfondire immediatamente il bacio e Kurt si arrese circondando le spalle di Blaine con le sue braccia e lasciandosi stringere ancora di più.

“Hai fame?” Sussurrò Blaine nel suo orecchio, Kurt scosse la testa. Non gliene fregava niente della colazione quando era stretto tra le braccia di Blaine.

“Fantastico. Torniamo a letto…”

“E l’adozione?” Ci volle molta forza di volontà perché Blaine smettesse di succhiare il collo di Kurt e tornasse alla conversazione.

“È Venerdì. Possiamo chiamarli Lunedì. In questo modo avrai tre giorni per cambiare idea.”

“Ma io sono sicuro…” Cercò di obbiettare Kurt, ma Blaine lo interruppe.

“Allora sarai sicuro anche Lunedì.”

 

Kurt e Blaine guardarono le foto di undici bambini molte volte. Come Kurt aveva predetto erano tutti bellissimi e se avesse potuto li avrebbe portati tutti a casa in un istante. Ma ovviamente non era possibile.

“Volete vederne uno? O preferite incontrarne più di uno? È una vostra scelta. Prendetevi il vostro tempo, non c’è nessuna fretta. Sono in affidamento e la maggior parte di loro stanno davvero bene con i genitori affidatari, ma nessuno dei genitori sta considerando l’adozione quindi…” Disse un operatore sociale.

“Beh, penso che mi piacerebbe vedere i bambini di sei mesi. È solo che non riesco a decidere se prima voglio vedere la femminuccia o il maschietto.” Rispose Blaine cercando gli occhi di suo marito per cercare di capire quello che Kurt stava pensando.

“Si… Quei due sono assolutamente la mia prima scelta.” Concordò Kurt.

“Okay. Sono entrambi nella stessa famiglia, quindi posso chiamarli per fargli sapere che passeremo.”

 

Due giorni dopo stavano andando a vedere i bambini. Nessuno dei due aveva dormito quella notte. Erano nervosi e pieni di aspettative. Avevano qualche informazione su come i bambini fossero finiti in affidamento, ma non erano troppe. I padri erano sconosciuti. Le loro madri – entrambe appena diciottenni che avevano vissuto in famiglie affidatarie – erano morte per overdose. I loro figli erano stati trovati in una casa diroccata. Erano rimasti in ospedale per un po’ a causa di una malnutrizione; fortunatamente adesso i bambini stavano bene. Erano entrambi in salute e nessun segno della sindrome di astinenza neonatale faceva credere ai dottori che le loro madri non avessero fatto uso di droghe durante la gravidanza.

L’operatore sociale li stava aspettando davanti la grande casa quando arrivarono. Gli presentò un uomo che correntemente aveva in affidamento i bambini. A Kurt piacque immediatamente.

“Entrate, mia moglie sta dando da mangiare al maschietto proprio ora, la femminuccia sta dormendo.” Disse non appena entrarono in casa, Blaine realizzò che quella coppia viveva per i bambini. C’erano giocattoli ovunque. Beh, infatti c’erano bambini ovunque.

“Abbiamo già adottato sei bambini e ci piacerebbe adottare questi due, ma non possiamo farlo senza rinunciare ad essere genitori affidatari. Questa casa è grande, ma sfortunatamente non grande abbastanza…” Kurt gli sorrise. Capiva… All’improvviso qualcuno cominciò a piangere.

“Oh, Nellie si è svegliata.” Gli fece segno di continuare dentro una stanza alla fine del corridoio.

“Perché sta piangendo?” Chiese Kurt quando entrarono nella stanza che apparentemente apparteneva ai bambini per cui erano lì.

“Perché Nathan non è qui. Cerchiamo di non separarli spesso, ma a volte è necessario. Piangono sempre quando l’altro non è nella stessa stanza. Il dottore ci ha detto che probabilmente hanno sviluppato una specie di legame dato che sono stati insieme sin dalla nascita.”

“Quindi lei piange finché lui non torna?” Kurt era curioso.

Blaine camminò fino alla culla che la bambina stava occupando e si piegò.

“Ci piccola.” Disse con voce dolce. Il pianto si fermò. Kurt notò come l’uomo e l’operatore sociale si immobilizzarono.

“C’è qualcosa che non va?” L’uomo scosse semplicemente la testa alla domanda di Kurt.

“No. È solo che… Né io né mia moglie siamo in grado di calmarli così velocemente.” Blaine non capì niente di tutto ciò, continuava a sussurrare alla bambina facendola sorridere. C’erano ancora delle lacrime che brillavano nei suoi occhi, ma non cadevano più su quel bel visino.

“Vuole tenerla?” Blaine annuì senza staccare lo sguardo dalla piccola. Kurt era ipnotizzato. Aveva sempre saputo che Blaine fosse fantastico con i bambini, ma questo era diverso. Questo era suo marito con una bambina – che potenzialmente poteva essere la loro figlia – tra le braccia. Sembrava che Blaine fosse su un mondo diverso, come se ci fossero solo lui e la bambina. Quando finalmente alzò la testa per dire qualcosa a suo marito sperimentò la stessa cosa che Kurt aveva provato poco prima. Kurt era seduto su un divano con un bambino sul suo grembo. Il bambino lo stava osservando con occhi spalancati e Kurt gli sorrideva e gli parlava, lasciando che il piccolo gli stringesse il mignolo. Per Blaine era come se Kurt fosse nato per stringere quel piccolo tra le braccia.

“Cosa dici Nellie? Vuoi unirti a loro?” Blaine si voltò un po’ così che lei potesse vedere il bambino con Kurt e il suo sorriso divenne ancora più grande.

“Lo prendo come un si.” Le mormorò Blaine e andò a sedersi accanto Kurt. Passarono le due ore successive a giocare con Nellie e Nathan, ridendo e ammirandoli. Kurt considerava i bambini piccoli un po’ noiosi. Pensava che finché non avessero imparato almeno a gattonare non ci fossero molte cose divertenti da fare con loro. Adesso avrebbe felicemente ammesso quanto si era sbagliato mentre gli teneva i giocattoli e guardava le loro facce felici ogni volta che i giocattoli facevano qualcosa di inaspettato (come parlare con la voce di Blaine o nascondersi dietro la schiena di Kurt). Avrebbero amato restare ancora, ma Blaine doveva andare allo studio. Stava prolungando il suo soggiorno quanto più possibile, ma il tempo era inflessibile. Baciando i piccoli sulla fronte e lasciando un bacio veloce sulle labbra di Kurt con la promessa di essere a casa per cena uscì fuori dalla porta. Kurt scambiò qualche altra parola con i genitori affidatari e poi con l’operatore sociale, concordarono sul fatto che Kurt avrebbe parlato con Blaine e gli avrebbero fatto sapere se avessero voluto vedere di nuovo uno dei bambini. Kurt era sicuro che avrebbero amato vedere uno di loro di nuovo. La domanda era – quale dei due?

 

Kurt non riuscì a concentrarsi per tutto il giorno. Pensava ai bambini, si sentiva come Sophie quando aveva dovuto decidere per uno dei suoi figli. Come si suppone avesse dovuto dire che preferiva adottare Nathan o Nellie? Pensò che preparare la cena gli avrebbe alleggerito la mente mentre aspettava che Blaine tornasse a casa, ma era una battaglia persa, quindi ordinò una pizza e prese le scatole dall’armadio della stanza degli ospiti. Probabilmente avrebbero potuto dargli le copertine, vederli un'altra volta e andare da un altro bambino dato che probabilmente non sarebbero stati in grado di sceglierne solo uno. O…

“Kurt?” Il torrente furioso di pensieri di Kurt fu interrotto dalla voce tenera di Blaine. Guardò suo marito che aveva un sorrido dolce. Kurt seppe lì e in quel momento che Blaine stava pensando la stessa cosa che pensava Kurt.

“Li vogliamo, giusto?” Chiese per sicurezza. “Li vogliamo entrambi…”

“Si. Li vogliamo assolutamente entrambi.” Riuscì a confermare Blaine prima di avere le braccia piene di Kurt che gli catturò le labbra in un bacio bruciante.

“Ti amo tantissimo.” Kurt nascose il viso sulla spalla di Blaine che lo abbracciò stretto, ripetendo quanto lo amasse e sorridendo, perché Blaine gli aveva risposto che lo amava anche lui ogni singola volta.


  
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