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Autore: ifyourheartdoesntwork    31/03/2013    3 recensioni
In Italiano, "Dimentichiamo i nostri piaceri,ricordiamo i nostri dolori" (Cicerone, Pro Murena). Una fanfiction che vede come protagonista Hermione, incentrata sulla crescita e sul ricordo, e su come la mancanza di esso possa sconvolgere una vita.
Non posso dirvi niente di più, spero che leggerete la storia per scoprire che cosa voglio dire ;) Un saluto a tutti e vi prego, siate clementi... è la mia prima fanfiction!
In breve...
[-Scusate, qualcuno di voi si ricorda chi è Draco Malfoy?-]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sinistra.
Il corridoio era deserto, probabilmente per l’ora; anche i malati di un ospedale avevano la decenza di dormire il quel lasso di tempo che ci si chiede se definire notte o mattina.
Destra.
Ancora nessuno. I piedi della donna battevano sul pavimento in linoleum a ritmo costante; in quel silenzio i suoi passi parevano assordanti come cannonate.
Di nuovo destra.
Di nuovo nessuno.
Hermione si chiese se avrebbe continuato a vagare in quel modo per molto o se prima o poi avrebbe smesso di fuggire, tanto quella stanza era ormai lontana.
Era strano parlare di tradimento dopo tutto quello che Ron le aveva nascosto, eppure non riusciva a non pensare al fatto che era la prima volta da ancor prima che si sposasse che baciava un altro uomo. Non si sentiva affatto colpevole, date le circostanze, eppure provava una sensazione bizzarra.
Da un lato piacevole, certo. Aveva sentito il cuore battere all’impazzata e i suoi sensi amplificarsi come un’adolescente alle prime armi; c’era stato qualcosa in quel bacio che le aveva sussurrato all’orecchio che era così che ci si sentiva quando si era davvero innamorati,che quel senso di smarrimento non era mai riuscito a farglielo provare nessuno, nemmeno... Ron. Dal quale aveva avuto due figli: Rose e Hugo.
Rose e Hugo.
Come doveva comportarsi se metà del suo cuore voleva correre dai suoi bambini e l’altra metà desiderava restare per sempre in quella stanza con Draco?
Da quando era diventata madre non aveva mai preso una sola decisione che andasse contro il bene dei suoi figli, e di certo non voleva farlo ora; non avrebbe mai permesso che Rose e Hugo la vedessero soffrire, si preoccupassero per lei, che sentissero il bisogno di proteggerla... non era così che doveva funzionare un rapporto genitori-figli. Lei doveva essere la persona adulta che facesse loro da scudo contro le avversità della vita, cercando di evitare il più possibile che soffrissero; non poteva permettersi di mettere al primo posto qualcun altro.
Eppure lo voleva.
Desiderava con tutta sé stessa salvare il fossile umano che l’aveva baciata poco prima, non solo perché sentiva una cavità nel mezzo del petto da quando aveva ricordato di averlo perso, ma perché l’idea che lui fosse ridotto in quella condizione le faceva venire voglia di vomitare.
Dolore e rabbia erano due sentimenti che mischiati nel cuore di Hermione producevano una determinazione inarrestabile. Quando Ronald Weasley si trovò per sua malaugurata sorte sulla sua strada e andò a sbatterle addosso, poté chiaramente leggere nel suo sguardo il dualismo che muoveva il suo animo.
-Hermione!-
La donna gli rivolse un sorriso glaciale.
-Ronald! Anche tu a zonzo per questi corridoi? Come è piccolo il mondo!- disse con un sarcasmo manifesto.
-Ascolta...- provò a dire lui.
Lei lo schiaffeggiò.
-No. Non ho alcuna intenzione di ascoltare le stronzate che vuoi rifilarmi. Le vostre spiegazioni del cazzo le ho già sentite, le ho capite e mi ci pulisco il culo. Non c’è assolutamente niente che tu possa dirmi che mi faccia dimenticare quello che hai fatto. A meno che tu non voglia usare di nuovo un incantesimo di memoria, tanto ormai è la quotidianità.-
Quando gli occhi di Ron iniziarono a diventare lucidi Hermione scoppiò in una risata beffarda.
-Oh, per favore! Risparmiami questa scena pietosa.-
Ron deglutì e senza aprire bocca si allontanò piano; dopo qualche passo, tuttavia, si fermò e parlò senza voltarsi.
-Ora vado a casa. Mia madre è da noi per controllare i bambini e mi dispiace tenerla sveglia per così tanto tempo, e poi dopotutto dovremmo essere noi a occuparci di loro.-
Detto questo se ne andò, forse sapendo di aver giocato l’unica carta che avrebbe potuto far breccia nel cuore di sua moglie.
Hermione si smaterializzò all’istante.
La stanza in cui si trovava adesso era debolmente illuminata dalla luce della luna che filtrava attraverso le imposte chiuse. I corpi dei suoi figli, rannicchiati sotto le coperte, erano mossi su e giù a ritmo regolare dai loro respiri. Hugo russava leggermente.
Posò un leggero bacio sulla fronte di Rose e poi si sdraiò accanto a Hugo, che a differenza della sorella non dormiva con gli arti spalancati, lasciandole quindi un po’ di spazio dove mettersi; Hermione inspirò profondamente immergendo il naso tra i capelli del figlio per sentirne il profumo: shampoo all’albicocca e borotalco; tenerezza e innocenza. C’era davvero altro di cui aveva bisogno oltre che sentir battere quei due piccoli cuoricini contro il suo petto?
Avrebbe potuto alzarsi, fare una doccia, andare a letto; dormire accanto a suo marito per poi svegliarsi la mattina e stampargli un bacio sulle labbra per augurargli il buon giorno. Avrebbe sceso le scale e preparato la colazione per i suoi marmocchi prima di mandarli alla scuola babbana, immaginando come sarebbe stato una volta che, raggiunta l’età giusta, sarebbero partiti per Hogwarts. Avrebbe potuto abbracciare Ron e dirgli che capiva le ragioni per cui le aveva cancellato la memoria e lui le avrebbe detto che avrebbero superato la cosa insieme; lei gli avrebbe sorriso, fiduciosa.
Non sarebbe mai più andata a trovare quell’uomo sventurato in quel triste ospedale; ripensandoci avrebbe sospirato in modo malinconico, ma nulla di più. Avrebbe continuato la sua vita accanto ai suoi amati figli senza più curarsi di Draco Malfoy, mentre lui trascorreva il resto dei suoi giorni a marcire in una stanza che sarebbe diventata sempre più soffocante.
Hermione si alzò di scatto.
Non poteva assolutamente abbandonarlo. Non soltanto per lui o per sé stessa, ma anche per i suoi bambini. Come avrebbe potuto essere una buona madre se non era prima di tutto una brava persona?  
Lei era combattiva, empatica, coraggiosa, non rientrava nei suoi principi abbandonare una persona che aveva bisogno di lei. Non avrebbe dato un esempio del genere a Hugo e Rose.
 
 
Nota: scusatemi come al solito per l’attesa e per la (non) lunghezza del capitolo, ma ormai avete capito che non so fare altrimenti...
Vorrei sfruttare l’occasione per due piccole comunicazioni:
1. Ci tenevo a consigliarvi due fanfiction, entrambe sulla new generation.
 La prima si chiama “In fondo, che cos’è un nome?” ed è di fiammablade3466.
 La seconda si chiama “Famous last words” ed è di thenightsonfire.
Mi piacciono entrambe molto quindi ho pensato di condividerle con voi... se volete leggerle le trovate tra le mie storie seguite!
2. Ho iniziato una nuova storia, riguardante anche questa la new generation, nello specifico James S. Potter e una ragazza da me inventata. Se vi andasse di darle un’occhiata mi farebbe molto piacere!  
  
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