Film > Le 5 Leggende
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Autore: virgily    01/04/2013    6 recensioni
-Aspetta!- aveva perfino allungato la mano, sporgendosi al di fuori della sua finestra. E quando si accorse di essere riuscita nel suo intento, spingendolo a ritornare da lei avvicinandosi ulteriormente, si portò le braccia al petto, osservando fugacemente il giovane, che agile e aggraziato volò verso di lei, fluttuando nel vuoto
-Qu-Qual è il tuo nome?- sussurrò appena, bofonchiando in preda alla timidezza, fissandosi i piedi scalzi e pallidi. I suoi capelli, come una soffice barriera color nocciola, si era parata innanzi il suo ovale candido e teso, impedendole di poterlo guardare in viso quando le rispose dolcemente:
-Jack Frost…- con un groppone in gola, Hannabelle Pierce sollevò di scatto lo sguardo. Le labbra rosse dischiuse, quasi spalancate, gli occhi sgranati. Il suo verde malinconico affondò in quell'azzurro chiarissimo portandosi via anche tutto il suo fiato, tutte le sue energie. Era lui… lì, alla sua finestra.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 5 "Every breath, every hour has come to this..."



Con la venuta del mattino, quando i tre fratelli si svegliarono, meraviglia e stupore si mescolarono assieme, lasciando il cuore della piccola Pierce immerso in una intrepida ballata. I suoi fratelli avevano visto Jack, o almeno così le avevano detto. E con sua sorpresa, non si erano degnati neanche di porle una domanda. Si aspettava i classici “come?”, “quando?” e “perché?”. Tuttavia, i due gemelli sapevano che Hannabelle aveva sempre creduto in lui che aveva sempre avuto ragione sulla sua esistenza, e non gli serviva da sapere altro.
-Portaci da lui Hannabelle!- esclamò d’un tratto il piccolo Zachary, seguito a ruota dal fratello, e facendole gli occhioni dolci la scongiurò:
-Si, ti prego! Giochiamo tutti insieme!- agguantandosi alla sua vita, i due pargoli si erano stretti a lei con prese così salde e forti da farle mancare il respiro. Che doveva fare? Sarebbe stato giusto accontentarli? Poi, improvvisamente, le parole di Jack tornarono alla sua mente assieme a quel dolce ricordo che aveva del loro incontro sulle rive del lago ghiacciato:
“Nessuno crede in me”
Aveva gli occhi cupi, tristi quando aveva pronunciato quelle amare parole. “No…” pensò Hannabelle “Non più”. Carezzò amorevolmente le ricciolute chiome dei suoi fratellini, e sollevando i loro sguardi i piccoli scrutarono il soffice sorriso dipinto sulle sue labbra:
-Vestitevi. Andiamo a giocare…- immediatamente, neanche fosse stato il giorno di natale, i gemelli Pierce vennero pervasi da una gioia quasi infinita. Sgambettarono agili come due gazzelle fuori dal giaciglio della loro sorella maggiore, correndo nelle loro stanze per andarsi a preparare. Quel giorno, se lo sentivano, sarebbe stato memorabile.

***

Quella stessa mattina, Jack Frost restava immerso nella stessa nuvola lattiginosa che aveva cullato il suo corpo stretto al corpo della piccola Hannabelle la notte passata, cercando affannosamente anche un misero segno che portasse il ricordo di quella magica notte. Tuttavia le sue ricerche, risultarono ben presto vane. Doveva accontentarsi dei suoi ricordi, di quelle piacevoli visioni che non riusciva a fermare nella sua testa. Sospirò piano, trattenendo il fiato, sperando che assieme ad esso sarebbe riuscito anche a fermare i suoi pensieri, focalizzandosi in quel microsecondi in cui tutto si trovava in un perfetto equilibrio: stesi l’una sull’altro, avvolta dalle sue braccia come la cosa più preziosa che possedesse. Poi, gli sguardi increduli dei suoi fratellini. Credevano in lui. Grazie a lei, Jack stava imparando a non sentirsi più solo… Invisibile. Sentì delle voci inconfondibili farsi largo nel suo tenero rimembrare. Si affacciò dalla morbida nuvola, osservando il villaggio sottostante, e come un falco immediatamente i suoi occhi puntarono una gracile figura dalla mantella rosso porpora, e due bambini seguirla a ruota. Si avviavano mano per mano all’interno del bosco ancora innevato, soli… quasi alla ricerca di un posto appartato dove stare in santa pace senza che occhi indiscreti gli dessero fastidio. E quella visione, per il giovane spiritello, fu come un dolce invito. Strinse il bastone ricurvo tra le mani, e immediatamente si lanciò a capofitto nel vuoto, lasciandosi guidare dalla brezza. I fratelli erano ormai giunti in un modesto spiazzo nel centro del bosco, e immergendo le mani tra la candida neve, i più piccini avevano cominciato a costruire un piccolo pupazzo di neve, mentre gli occhi di Hannabelle li osservava. Come suo solito, era rimasta a guardarli mentre giocavano allegramente, restandone in disparte. S’inginocchio piano, immergendosi nella soffice distesa bianca che la circondava. Con dolcezza, afferrò con ambo le mani una piccola porzione di quella chiara bellezza, quasi cullandola. La neve, chissà per quale motivo, era diventata improvvisamente una delle meraviglie che il mondo celava all’occhio dell’uomo. Improvvisamente, la neve era diventata un simbolo di speranza anche per lei. La neve portava Jack, e Jack era la sua gioia. Con lo sguardo fisso sulle sue mani che lentamente si arrosavano, tramutando i piccoli fiocchi perlacei in acqua, due mani pallide sbucarono dalle sue spalle, posandosi con una morbida carezza sulle sue, quasi accogliendole amorevolmente. Tornando con i piedi sulla terra ferma, Hannabelle si accorse di ritrovarsi nuovamente avvolta dalle braccia del guardiano, la schiena che aderiva contro il suo petto. Ebbe un brivido, e non era dovuto dal freddo. Voltò appena il capo, e con la coda dell’occhio scorse il viso dello spirito ad una distanza spaventosamente ravvicinata al suo. I suoi occhi limpidi brillavano. Uno sfrigolio improvviso tra le sue mani catturò poi la sua attenzione, e sbarrando gli occhi, Hannabelle osservò con le labbra spalancate in una grande “O” come , per incanto, la neve oramai quasi totalmente disciolta si stava tramutando in una piccola scultura di ghiaccio: la corolla dischiusa di una rosa. Hannabelle sollevò gli angoli delle labbra, lasciandone fuoriuscire un sussulto per la sorpresa, poi tornò a guardare Jack dritto negli occhi, annegando nelle sue iridi cristalline
-J-Jack…- sussurrò, sognante. Scostandosi appena, il giovane le sistemò  una ciocca bruna dietro l’orecchio, scoprendole il viso. Le gote erano tinte di un caldo rosa, i suoi occhi verdi erano lucidi. Senza dire una parola, il ragazzo dalla chioma argentea si chinò sull’ovale morbido della giovane, accorciando sempre di più la distanza che separava le loro labbra dal fondersi assieme. E mano a mano che si avvicinava, il battito cardiaco della fanciulla rallentò drasticamente. Hannabelle socchiuse gli occhi, ascoltando il suono del suo fiato gelido che le raffreddò le guance accaldate. Erano lì, ad un passo dal diventare una cosa sola, e già pregustavano l’uno il sapore della bocca dell’altra. Malauguratamente, cogliendoli di sorpresa, qualcosa li fermò: una palla di neve, spiaccicatasi dritta in testa al guardiano. Immediatamente i due si voltarono a fissare i gemelli, che sghignazzando preparavano tra le mani piccole a affusolate altre munizioni. Jack sospirò, facendo roteare gli occhi al cielo. Ci era quasi riuscito, si stava lasciando andare. Dal canto suo, Hannabelle ridacchiò appena all’espressione buffa che il viso del suo bel guardiano aveva assunto:
-Okay piccole pesti questa me la pagate!- e sollevandosi di scatto, Jack Frost si scagliò contro di loro, ingaggiando una vera e propria battaglia.
La giovane Pierce osservò i tre giocare per tutto il resto della mattinata, sentendosi un calore così amorevole e rassicurante nel petto, da farle credere che niente sarebbe più andato storto.
Ma si sbagliava, perché l’ingenua non poteva sapere che occhi viscidi e stagnanti la stavano osservando, nascosto tra le fronde di un cespuglio. Preso da un insolito attacco di timidezza, Angus Miller aveva seguito la giovane che ossessionava la sua mente sino a quello spiazzo, spiandola. E aveva visto tutto, fremendo quando “per magia” tra le mani della bella figlia del pastore si era plasmata una piccola scultura di lucente giaccio. Era disarmato, rabbrividito. Cominciò quasi ad avere paura. Nella sua testa, un unico pensiero: “ Strega!”      


*Angolino di Virgy*
Perdonatemi! T_T oltre che essere moooooolto in ritardo, il capitolo è anche mooooolto corto. 
Spero solo che la sua lunghezza non influisca sulla qualità! purtroppo sta passando un periodaccio, e per scrivere un po' in santa pace
devo fare letteralmente a botte con il mio cervello fuso :S
Grazie comunque per starmi vicino, continuando a leggere questa storia che per me significa molto.
Spero che vi piaccia
Un bacio a tutti
-V- 
  
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