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Autore: Paddy_Potter    01/04/2013    1 recensioni
Questa storia è nata in un mio momento un po' confuso, spero possiate capirmi...
Non è nulla di eccezionale ma ho voluto esprimere come mi sento e come spesso mi paragono ad una goccia di pioggia.
Dalla storia:
"E io sono a casa a chiedermi cosa hanno capito quelli di me al terzo anno che mi conoscono. Nessuno nota come mi trasformo: passo dal comportamento da secchiona al maschiaccio della situazione, dalla bimba dei prof al presidente della coalizione per rovesciare il capoclasse.
Nessuno si accorge che li sto prendendo in giro tutti.
Nessuno vede che sono diversa da quello che vedono.
Nessuno si accorge che nessuno mi conosce.
Nessuno vede che sono una goccia di pioggia in una classe di raggi di sole."
Vi ha incuriosito? Leggetela...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una goccia di pioggia tra raggi di sole



 
 
È solo acqua, è solo una molecola, è solo materia che cade...eppure è così indescrivibile da essere da sempre il mio fenomeno atmosferico preferito.
La pioggia mi ha sempre affascinato.
Quando all'asilo ci chiedevano quale tempo ci piacesse di più, tutti rispondevano sole, sole perchè vado fuori a giocare, sole perchè mi fa sorridere, sole.
Ma poi, al mio turno, volgevo anch'io lo sguardo alla finestra per cercare la mia risposta: vedevo anch'io il sole, il prato verde, i giochi e vedevo anch'io il divertimento e sentivo l'aria fresca  e le risate, ma, guardando il sole....alla fine c'era solo monotonia. 
Una sfera gialla appesa nel cielo azzurro....no, non era quello il mio tempo preferito.
"Pioggia" dicevo alla maestra che si meravigliava.
"Perchè la pioggia, Anna?"
"Perchè è diversa" era la mia semplice risposta "come me." finivo di pensare.
La pioggia è l'unica vera magia che finora io conosca: sono vere e proprie nuvole che cadono dal cielo, ammassi bianchi di zucchero filato che si trasformano e cadono a terra grigi.
No, non è grigia la pioggia. La pioggia è tutti i colori.
Se si posa su una foglia è verde, su un fiore è rosa, su un tronco è marrone,....la pioggia ha tutti i colori.
E così ogni mattina piovosa, quando tutti gli altri si rifugiavano sotto l'ombrello, io lo chiudevo e lasciavo che quei pezzetti di nuvole mi rimbalzassero sulla testa e sui vestiti, lasciando che imperlassero le mie ciglia, come quelle delle principesse.
Ancora oggi, quando piove, esco e passeggio sotto l'unico miracolo che la scienza approvi e, sorridendo al pensiero, avanzo sotto la delicata cortina che s'infrange su di me.
Ogni singola goccia è diversa, è unica ed inimitabile...come me quando entro in classe.
Ogni mattina finisco per varcare la soglia della monotonia. 
Non dico che i miei compagni siano tutti uguali, ma, per spiegare, vedo tutti gruppi di raggi di sole.
Chi è figo è un certo raggio e sta solo con quelli che brillano di più; chi non lo è sta con gli altri raggi più spenti; chi ha una particolare passione luccica assieme agli altri raggi che la condividono.
Ed io mi rendo conto di essere l'unica goccia di pioggia, di non appartenere a nessuno di quei gruppi.
Non era così in prima.
No, in prima ero anche io tra i raggi più luminosi della classe. 
Poi ho deciso di aprire gli occhi e con decisioni con le quali non voglio annoiarvi sono ritornata ad essere la goccia di pioggia che ero all'asilo.
Sono felice di questo, ne vado fiera.
Non ha compromesso la mia posizione nella classe: sono ancora tra le ragazze più simpatiche, quelle con cui stare a merenda, quelle secchione a cui chiedere per un veloce riassunto pre-interrogazione, ma nessuno si rende conto che mi sto estraneando sempre di più da quel modello. Quella è solo la corazza.
"Va molto bene, si impegna, sfrutta il potenziale e collabora con tutti. Cosa più importante: riesce a far collaborare tutti." dicono gli insegnanti.
E io sono a casa a chiedermi cosa hanno capito quelli di me al terzo anno che mi conoscono. Nessuno nota come mi trasformo: passo dal comportamento da secchiona al maschiaccio della situazione, dalla bimba dei prof al presidente della coalizione per rovesciare il capoclasse.
Nessuno si accorge che li sto prendendo in giro tutti.
Nessuno vede che sono diversa da quello che vedono.
Nessuno si accorge che nessuno mi conosce.
Nessuno vede che sono una goccia di pioggia in una classe di raggi di sole.
Ma perchè nessuno se ne accorge, Anna?, mi domando seduta sul davanzale ad osservare il diluvio universale rovesciarsi sul mio giardino.
Perchè non lo faccio capire a nessuno, perchè tengo nascosta la vera me, mi rispondo.
Ma poi penso alle volte che mi sento sola, che mi sento messa da parte. Perchè mi sento sola?
Mi sento sola perchè sto da sola. Sto con la gente, ma con la testa sono da un'altra parte.
E allora perchè ti meravigli di essere sola? Tu vuoi essere sola.
Sì, perchè nessuno mi capisce veramente, perchè non c'è nessun'altra goccia di pioggia che possa vedemi veramente. Perchè non c'è nessun'altro che vada oltre la finzione, oltre quello che mostro, oltre al velo per scoprire cosa c'è dietro. 
Perchè non c'è nessuno che si accorga che sono una goccia di pioggia e non un raggio di sole.
E ci sarà mai quel qualcuno? Ci sarà mai un'amica che andrà oltre e mi capirà davvero? 
Qualcuno mi capirà mai davvero?
L'ultima domanda è sorta durante la lezione su conformismo e anticonformismo.
Arrivata a me la prof ha decretato semplicemente "Evidentemente conformista."
E sorridendo tra me per l'ingenuità della gente, osservavo tutta la classe alla ricerca di qualcuno che avesse notato qualcosa, un barlume di speranza, una goccia multicolore in mezzo ad una luminescente massa gialla.
Nulla.
Niente.
Nessuno aveva ancora scoperto il mio segreto.
La gente è così abituata alla normalità che non riesce più a guardare oltre. Se non vede una ragazza in minigonna o un tipo in giacca e cravatta non si insospettisce, non indaga. Se vede qualcuno con jeans e felpa passa oltre, scarta la possibilità che ci sia qualcosa di più.
Ormai il mio giardino è allagato, ma io sono ancora sulla finestra ad osservare persa quelle gocce cadere una dierto l'altra, instancabilmente. Faranno tutte la stessa fine, si schianteranno tutte al suolo, ma ognuna farà un suono diverso.
Sul marmo del davanzale accanto a me la pioggia continua a cadere e, vedendo le nuvole, continuerà per un bel po'.
Che profondi che sono quei nuvoloni plumbei che mi corrono sopra la testa...ognuno è nuvola ed è pioggia, una folata di vento determinerà alla fine in cosa trasformarlo. Fino ad allora sono un oceano grigio-bluastro di possibilità...il vapore può rimanere vapore o diventare acqua...
Io posso rimanere chiusa o posso aprirmi, posso continuare a nascondermi al mondo e a guardarlo credersi furbo per aver capito chi sono nonostante non sia vero, oppure posso urlare o spiegare diplomaticamente che nessuno ha capito un fico secco di me....e poi perchè si dice fico secco? Ma è normale che una tredicenne si sieda sul davanzale di camera sua in tuta e guardi un'inondazione rovesciarsi sulla sua casa facendosi domande del genere? Ma sul serio poi mi chiederò perchè nessuno sta con me? Ma perchè quel filo d'erba riesce a stare in piedi nonostante tutte le gocce che continuano a colpirlo?
A volte cado in questa trance, mi dimentico del resto del mondo, come quando leggo, e mi abbandono a riflessioni talvolta esistenziali, talvolta esistenzialmente stupide...
Chissà se a qualcun'altro succede, forse c'è qualche altra goccia di pioggia, ma dov'è?
L'anno prossimo andrò alle superiori: la troverò lì l'altra goccia?
Nel frattempo scendo dal davanzale e, in calzetti, avanzo nell'erba fradicia, sedendomi contro la ringhiera. Le note di Rocket Man di Elton John mi arrivano ancora alle orecchie dalla camera dove le stavo ascoltando.
Volerò via anche io un giorno, mi librerò anche io nel cielo come quell'uomo razzo, volerò come una goccia nel cielo, salutando i raggi di sole in un arcobaleno e poi volando oltre e sempre più lontano e sempre più in alto e tutti vedranno che sono goccia, che sono pioggia, che nessuno ha mai visto che cosa fossi veramente.
  
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