'Dai Aurora, ora, per l'ultima volta, raccontami tutto dall'inizio. Comincia con un bel respiro' mi consigliò lo psicologo.
'Ok, va bene, ma da dove comincio?' 'Dall'inizio. Da quando è cominciato tutto. O se preferisci dalla goccia che ha fatto traboccare il vaso.'
'Quando Kendal, la mia migliore amica di origine americana, iniziò a fumare, pensai che io non lo avrei fatto mai. Innanzitutto perché sapevo che faceva male e anche perché i miei genitori mi avrebbero uccisa. Kendal però insisteva affinché provassi. Restammo amiche ancora per qualche mese, finché le non si stufò di me. In ottobre litigammo; successe tutto all'improvviso: un mattino andai a scuola e la vidi con tre ragazze sconosciute, quando la raggiunsi lei fece come se non fossimo mai state amiche: 'Cosa vuoi tu? Perché vieni da noi? Chi vuole la sfigata che non ha il coraggio di fumare? Cagasotto! Ora vattene, sfigata!'
Fu lì che mi cadde il mondo addosso.
Quel giorno non riuscivo a seguire le lezioni, faticavo a respirare e mi veniva sempre da piangere. Chiedevo spesso di andare in bagno dove potevo stare sola con me stessa e sfogarmi. Al bagno mi guardai allo specchio e quel che vidi non mi piacque affatto: una ragazza che, invece di una quindicenne, sembrava una bambina, per di più grassa e già sviluppata, ma con la faccia infantile. Doetro agli occhiali grossi, appoggiati sulla gobba del naso spuntavano gli occhi inespressivi senza neanche un filo di trucco. I capelli selvaggi e spettinati mi davano un'aria trascurata. Ero una sfigata; Kendal aveva ragione.
Decisi che era tempo di cambiare.