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Autore: heartprincipess    20/10/2007    2 recensioni
(Conclusa)
Troppe lettere per un breve secondo, troppi pensieri accumulati, lui si era rigirato un’altra volta e questa volta stava lasciando quel aula, ma lasciava anche la delusione nel volto di Keira.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 - Dieci anni dopo


Sistemava i libri che aveva acquistato in città, avendo cura di ordinarli per autore, era riuscito a realizzarsi come avrebbe voluto sia nella vita lavorativa che in quella sentimentale: una famiglia con Videl, la sua più grande aspirazione, nata nel momento in cui si erano ritrovati.
Dalla loro unione era venuta alla luce la piccola Pan, cresciuta sotto il suo sguardo attento, si era assicurato di offrile un continuo appoggio, anche quando aveva deciso di cominciare gli allenamenti con suo padre Goku, lui che aveva abbandonato in quegli ultimi anni le arti marziali per potersi dedicare al suo lavoro da ricercatore, si era stupito nella richiesta della figlia, ma dopotutto anche nelle vene di Pan scorreva sangue Sayan: la stirpe dei guerrieri.
Spostando un libro, si accorse di una busta delle lettere, infilata in un angolo della libreria, venne scosso da un brivido ricordando in quale occasione fu scritta quella lettera: aveva cercato di ristabilire un contatto con Keira dopo la loro separazione, ma il suo messaggio era tornato indietro a causa di un cambio di indirizzo, da allora non aveva più saputo nulla su di lei, però ancora oggi si domandava a volte se stesse bene.
La voce di sua moglie lo richiamò alla realtà, “Gohan, ti ricordi che devi andare a prendere Pan a scuola?”
Le sorrise, “Sì, tranquilla.”, la rassicurò, collocando gli ultimi libri, prima di afferrare le chiavi dell’auto, “Sei sicura?”, le domandò agitando le chiavi davanti a sé, sperando che Videl avesse cambiato idea.
La moglie lo guardò indispettita, “Lo sai che non puoi volare davanti a tutti e non può neanche Pan.”
Gohan sbuffò, “Rimarremo bloccati lì.”, si rassegnò.
“Caro, una volta per uno, okay? Ieri sono rimasta io immersa nel traffico.”, gli chiarì Videl.
Lui si avvicinò alla moglie con uno sguardo seducente, le cinse i fianchi, “Quando frequenterà le elementari le cambieremo scuola.”
Videl lo baciò teneramente, sussurrandogli poi: “Sì, una scuola dove gli asili siano separati dalle elementari.”


Attendeva l’uscita di sua figlia, spaziando la vista sulla massa di bambini che occupavano le gradinate della scuola alla ricerca dei loro genitori.
Dopo qualche tentativo di avanzare verso l’ingresso si arrese, appoggiandosi al muro della scuola, rimanendo in attesa di avvertire l’aura di Pan nelle sue vicinanze.
Percepiva l’aura della figlia in modo ben definito, ma probabilmente era ancora all’interno dell’edificio, dedusse rilevando la sua energia immobile.
La sua attenzione venne attirata da un’aura più potente rispetto alla folla che aveva di fronte a sé, cercò di rilevare con esattezza il punto da cui derivava, sembrava l’aura di un Sayan, ma non apparteneva a nessuno che conoscesse, allora di chi era?
Si avvicinò al giardino della scuola, dove l’energia diventava sempre più chiara e distinta, se fosse stato un Sayan avrebbe voluto vedere il volto di costui, forse suo padre e Vegeta non erano gli unici superstiti della loro razza.
I suoi pensieri furono interrotti da un brusco scontro, mantenne l’equilibrio con facilità, sorreggendo tra le sue imponenti braccia la persona che l’aveva investito qualche secondo prima.
“Dovrebbe fare più attenz..”, non poté proferire altro, quando la donna alzò lo sguardo verso di lui, quegli occhi color nocciola non li avrebbe mai dimenticati: Keira.
Era di nuovo tra le sue braccia, aveva pensato di essere riuscita a dimenticarlo, cancellando dal suo cuore quei profondi sentimenti, invece ora che lo rivedeva dopo dieci lunghi anni sentiva ancora il suo cuore accelerare ad ogni suo sguardo accorto.
Si scostò da lui, avvertendo la situazione imbarazzante che si era creata, abbassò il capo, cercando di riacquistare la lucidità che le aveva permesso in quegli anni di fare a meno del sostegno di Gohan, era diventata più matura da allora, adesso poteva affrontare anche un sentimento non corrisposto, il suo sguardo si posò sull’anello che portava l’uomo, sorrise, “Ti sei sposato.”
Gohan osservò la fede che portava al dito, “Già.”, affermò, grattandosi la testa.
Lo guardò con serenità, “Mi fa piacere.”
I loro sguardi si incrociarono, entrambi non nutrivano rancore verso l’altro, accettavano ciò che era successo in quei dieci anni e che ora li aveva portati a quel momento in cui il destino aveva deciso di farli rincontrare.
Le urla di alcuni bambini ricordarono ai due il motivo per cui si erano scontrati, Keira si apprestò a raggiungere il giardino della scuola, dimenticandosi della presenza di Gohan che la seguiva senza fiatare.
Lo stupore per Gohan fu evidente, colui che emanava quel aura così potente non era altri che un bambino trasformato in Super Sayan, ma chi era?
Keira si avvicinò al ragazzino con sguardo severo, “Ryuu.”, lo richiamò.
Il bambino riassunse le sue sembianze normali, riprendendo il nero dei suoi capelli, guardò la donna con aria rammaricata, ma non appariva dispiaciuto per il suo comportamento, “Mamma, ho dovuto.”, si giustificò Ryuu.
La donna posò le mani sui fianchi, assumendo la sua autorità di madre, “Ti ho ripetuto più volte che non devi trasformarti davanti ad altre persone.”
Il viso imbronciato del figlio, la intenerì immediatamente, amava intensamente quel bambino che rappresentava il ritratto del padre: era stata la sua forza.
“Gli altri compagni mi hanno detto che le mamme che non hanno il papà al loro fianco è perché sono cattive.”, riferì Ryuu, ancora arrabbiato al ricordo di quelle insolenze.
Keira gli sorrise, accogliendolo tra le sue braccia materne, “Sei il bambino più buono del mondo.”, gli mormorò.
Gohan aveva assistito a quella scena inerme, lo sbalordimento di veder un altro Sayan davanti a sé era stato sconcertante, ma la scoperta di sapere chi fosse veramente lo aveva completamente disarmato. Ora riusciva a capire il motivo per cui Keira era sparita dalla sua vita, non lasciando neanche una traccia o un minimo ricordo di sé.
Dieci anni fa, lo aveva lasciato libero conscia di dover affrontare da sola gli anni futuri, aveva deciso di tacere la verità per non negargli di essere felice con la donna che amava, sacrificando così la sua giovane vita senza il suo supporto.
Si rendeva conto che ora non poteva fare niente, aveva perso dieci anni della vita di suo figlio, inoltre, non avrebbe mai negato il suo amore verso le persone a cui apparteneva il suo cuore: Videl e Pan, proprio per il motivo per cui Keira le aveva nascosto quella responsabilità: vederlo felice.
Ryuu si distaccò dalle braccia della madre, “Mamma, papà non ci ha abbandonati per colpa mia, vero? Forse, non mi voleva.”, confessò i suoi dubbi.
La donna lo guardò tristemente, non era giusto che suo figlio sentisse il peso delle sue decisioni, lui che nel momento in cui era nato non aveva fatto altro che incoraggiarla a vivere, Keira scosse la testa, “No, piccolo mio.”
“Allora, dov’è?”, domandò con insistenza Ryuu, colto da un tormento che aveva portato dentro di sé per molto tempo.
Keira non seppe cosa rispondere, sapeva che suo figlio un giorno avrebbe voluto sapere l’identità del padre, ma nonostante tutto avrebbe preferito lasciare la verità nascosta.
“Sono qui.”, rispose Gohan, allontanandosi dal muro che lo aveva coperto dagli occhi dei due.
La donna si voltò stupita al suono di quella voce, richiamando alla sua mente l’incontro che aveva avuto con l’uomo, “Gohan.”, pronunciò il suo nome.
Si sentì in obbligo di doversi scusare, “Mi dispiace..”, accennò Keira, ma il sorriso di Gohan la interdisse, non era arrabbiato con lei?
“E’ lui mio padre?”, le domandò Ryuu, speranzoso che la risposta fosse positiva, aveva desiderato conoscere l‘uomo che aveva il suo stesso sangue, imparare le arti marziali da lui stesso, aveva covato in tutti quegli anni quel sogno ma non aveva mai avuto il coraggio di confessarlo alla madre per non farla addolorare.
Gohan guardava il bambino orgoglioso di quello che era diventato, avevano molte cose in comune, anch’egli era cresciuto senza un padre per una buona parte della sua vita, e si rammendava di quanto era stato difficile non poter contare su una figura paterna.
Keira capì che suo figlio aveva la necessità di poter possedere un punto di riferimento, non sarebbe cambiato nulla, Gohan avrebbe continuato a vivere la sua vita, ma entrambi sarebbero stati coscienti dell’esistenza dell’uno all’altro, “Sì, lui è tuo padre.”

FINE


Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno seguita in questa fanfiction, specialmente aky: devo dirti che mi hanno fatto estremamente piacere tutte le tue recensioni. Sono dispiaciuta che non sia andata come ti aspettavi, (confesso però di essere stata contenta di non finire sul banale), però non ho voluto stravolgere la trama di Dragon ball Z, sono partita con l’intenzione di lasciare le cose come stavano, volevo giusto procurare a Gohan una nuova storia prima del matrimonio con Videl, quindi nell’asso temporale dopo la sconfitta di Majin bu fino ai “dopo dieci anni”. So che avrei potuto scrivere altro, come ad esempio come l’avrebbe presa Videl alla scoperta di Ryuu, o ancora il futuro di Ryuu nella vita dei protagonisti però ora come ora ho deciso di finire così questa fanfiction, forse in futuro potrei proporre un continuo, ma niente di garantito. Un’ultima cosa, per chi volesse saperlo, la scelta del nome del figlio di Keira e Gohan è stata molto tormentata, in quanto volevo trovare un nome che seguisse la tradizione dei Son, quindi qualcosa che iniziasse per Go- ma non ho trovato niente che mi piacesse così ho deciso di dargli il nome Ryuu che sta per “Drago” e visto la pertinenza con questo manga/anime ho deciso che potesse andare bene. Ora vi lascio, ringraziando un’ultima volta tutti i lettori di “Cuore di ragazza”. Un bacio.
  
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