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Autore: Osage_No_Onna    01/04/2013    1 recensioni
[STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO, POSSIBILE TOTALE RISCRITTURA]
Crystal Petranova è una ragazza bellissima, va bene a scuola, è un' atleta eccezionale, ha delle vere amiche e un sacco di spasimanti. "Cos' è che le manca?" vi chiederete voi. Le radici: lei vive sola con il fratello maggiore Zaffiro e sui suoi genitori sa poco e niente. Per questo decide di intraprendere un viaggio per scoprire cosa è successo alla famiglia Petranova e soprattutto al padre, la persona a cui sente di assomigliare di più. Cosa le succederà durante quest' avventura? Scopritelo leggendo!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Questa calligrafia, questa storia…

 

Crystal aprì la prima pagina: DIARIO, c’ era scritto a grandi lettere con uno stampatello un po’ irregolare. Ma fu il DI MARINA sotto che la fece trasalire: lo stesso nome di sua madre. Fu presa per un attimo da una punta di nostalgia e continuò a leggere.
Io sono Marina, ho otto anni e qui al villaggio mi chiamano Rina oppure Mari. Ho i capelli mossi e lunghi, blu, che mi piacciono moltissimo. I miei occhi invece sono marroni, come ce li ha la maggior parte delle persone qui. A sentire mio padre sono tranquilla ed educata, per mia madre sono sognatrice, eccentrica e molto generosa. Ho due fratelli che mi fanno un po’ impazzire, ma che sono molto divertenti, tanti amici che mi vogliono bene e con i quali gioco tutti i pomeriggi, una bella casetta, vestiti decenti, roba da mangiare e dei parenti che mi vogliono bene. Ho tutto ciò che mi serve per essere sempre felice.
 

Accidenti, pensò Crystal, questa dev’ essere veramente mia madre, la descrizione coincide perfettamente: capelli blu, occhi marroni… e la generosità. Era soprattutto quello che i cittadini ricordavano di Marina. Marina era una donna con una bontà d’ animo praticamente sconfinata, fin da piccola era state generosa, ma non per modo di dire: avrebbe dato via tutto per aiutare il suo prossimo. E molto probabilmente era morta durante l’ ennesimo gesto d’ amore: si diceva in giro che fosse deceduta nel tentativo di aiutare suo marito, Topazio, il padre di Crystal, Zaffiro e altri quattro ragazzi che cinque anni fa se n’ erano andati alla fine dell’ epidemia. Crystal non ricordava bene di cosa fosse stata quell’ epidemia, aveva avuto sì e no otto anni e Zaffiro tredici. Ambra, Rubino, Giada e Quarzo erano stati tutti colpiti ed erano periti, Zaffiro cominciava a mostrarne i segni e lei aveva il raffreddore, così una Marina ormai prossima alla morte li mise in quarantena in soffitta. Fu un’ esperienza terribile: in due nel sottotetto non era molto comodo, le finestre erano quasi sempre chiuse perché il virus si propagava nell’ aria e quando si potevano arrischiare ad aprirle dovevano tenere una mascherina sul viso.
A quel ricordo Crystal si irritò, per cui decise di continuare con la lettura: notò che la calligrafia diventava subito più ordinata.

Riscopro questo diario solo ora, diciotto anni dopo averlo comprato, ma non ho avuto molto tempo per scrivere perché qui è scoppiata una terribile guerra.
L’ entità conosciuta come Lord Shadow vuole appropriarsi di Tao Town e di tutti i paesi dell’ Orizzonte, ma nessuno lo vuole.
Anche Topazio, l’ uomo che amo, si è arruolato al fronte. Temo per lui, ma nel frattempo continuo a sperare che tutto finisca bene. Non ce la faccio più. Il tempo della guerra è terribile. Penso di non aver mai visto tanta miseria. Del resto Tao Town è sempre stata una cittadina alquanto insignificante e priva di potenziali ricchezze. Continuo a dare una mano a chi ne ha bisogno ma adesso penso di essere io la bisognosa: ho bisogno di essere rassicurata, di avere qualcuno al mio fianco. Non riesco neanche ad essere contenta del fatto che abito in periferia, ossia la zona meno colpita della guerra. Eppure non si vede. I miei vicini non lo vedono
.

Capperi, povera mamma! Pensò Crystal. Lei che era sempre di buon umore… o almeno così la ricordo io. Come una donna deliziosa, sempre allegra e pronta a dare una mano. Non che si ricordasse molto bene: i suoi ricordi cominciavano a sbiadire.
Crystal si innervosì nuovamente, saltò delle pagine  e lesse:
 
La guerra è finalmente finita! Ed io che qualche mese fa avevo perso le speranze… anche Topazio è tornato. Un po’ indurito dalla guerra, ma è lo stesso. Mi stanno chiamando. A quanto sembra è una faccenda importante.
 
 
Oh, ecco finalmente qualcosa di bello! A Crystal le guerre non erano mai piaciute, probabilmente perché si erano “portate via” suo padre. In quel  momento pensò di essere la ragazza con la famiglia più disastrata di Tao Town.
 Ma no, cosa diavolo vai a pensare, non devi pensare queste cose, si disse.
Quel messaggio sembrava quasi un telegramma in confronto ad altre pagine. Ad esempio, il momento del matrimonio era praticamente stato descritto quasi nei minimi dettagli…

La misteriosa discussione riguardava il mio matrimonio: è stato tutto semplicemente perfetto!
Era un giorno bello come pochi. Il tempo è stato sereno tutto il tempo. Ci siamo sposati in campagna, tra l’ erba, i fiori e gli animali. Il mio vestito era bianchissimo, senza maniche, stretto in vita ma con una gonna che si allargava scendendo. Avevo dei fiori tra i capelli e il velo era corto. Topazio portava un semplice abito nero maschile, ma il papillon era blu e il fazzoletto che gli pendeva dal taschino bianco. Avresti dovuto vedere com’ erano emozionate le damigelle (vestite di mussola azzurra con ornamenti bianchi) e le bambine presenti quando ho lanciato il bouquet di fiori d’ arancio, di ciliegio e rose!  Dopo la cerimonia siamo stati a cavallo e abbiamo organizzato un bel rinfresco, ma niente di sfarzoso. Tutto cibo sano e “campagnolo.” C’ è stata una bella festa tra parenti e i vicini non la finivano più di complimentarsi! Sono entrata nella nostra nuova casa rossa d’ imbarazzo… a proposito di questa, è una bella villa fuori città, non molto grande, ma è accogliente e non appena ci sono entrata mi sono sentita proprio “a casa”, per cui è perfetta. Ho appena finito di mettere a posto, per cui sono stanca morta. Così è da poco iniziato un nuovo capitolo della mia vita
.

Curiosa e molto poetica l’ idea di definire il matrimonio un nuovo capitolo della vita, ma è giusto, considerò Crystal silenziosamente. Vide che c’ erano delle pagine strappate: chissà perché? Un’ altra cosa strana che notò era che la madre non aveva lasciato nessuna data sul diario. Lei sul proprio la data la metteva sempre. Ma non fece in tempo ad interrogarsi sul perché di questa scelta inusuale, perché la pagina dopo parlava di lei.
La nostra famiglia è al completo! Proprio ieri, alle 23.38, è nata la nostra ultima figlia, Crystal. È una bambina ben proporzionata e molto carina: ha i capelli castani con le punte blu, proprio come Topazio, e molto probabilmente avrà anche i suoi occhi blu, in famiglia sono solo in tre ad averlo, mentre gli occhi castani ce li abbiamo in quattro.
Come carattere per ora posso dire che è molto tranquilla, un bene, perché mi ricordo benissimo che quando Ambra era piccola era già molto vivace e mi faceva disperare. La nuova arrivata no: in questo momento sta dormendo tranquilla vicina a me. Ora che la osservo meglio mi accorgo che è tutta suo padre. Non mi assomiglia neanche un po’, ma spero mi somigli di carattere…

A questa pagina poteva dare una data ben precisa: era il 16 gennaio, un giorno dopo la sua nascita. Un po’ si commosse perché sua madre parlava raramente di lei, mentre di Ambra e Rubino, due pazzi scatenati, sì che parlava, ma loro se ne fregavano altamente.
Chissà dov’ erano e come si sentivano quei due mascalzoni… da piccoli si divertivano un mondo a farle scherzi su scherzi, anche quando sua madre c’ era. Ecco perché non mi piacciono gli scherzi, pensò Crystal con un risolino. Era vero: non le piacevano neanche le battute più spiritose di Sakura.
Leggendo leggendo, non si rese neanche conto di essere arrivata all’ ultima pagina.

Do’ l’ ultimo arrivederci a tutti…
 
 
 
 Crystal a quest’ ultimo saluto si intristì, anche se l’ “arrivederci” significava, almeno secondo lei, che non tutto era perduto. Sì illuminò: magari c’ era una piccola speranza per riunire la sua famiglia…
A quel punto, la sua amica Akane disse da dietro la porta: “Crystal? Dobbiamo andare dal parrucchiere.” Poi entrò.
Akane era, secondo molti, una di quelle persone che fanno luce in una stanza buia. Aveva i capelli biondi e ricciuti, che da qualche mese aveva deciso di portare lunghi. In precedenza li aveva sempre portati corti, come diceva la moda. Aveva gli occhi grandi e viola che scintillavano espressivi, il nasino leggermente all’ insù e una bocca ben disegnata. Era magra, ma non eccelleva negli sport, in compenso era una donnina molto elegante che sceglieva il suo abbigliamento con grande buongusto. Tra l’ altro, era un’ ottima cuoca, ma odiava fare le pulizie e la sua camera era pervasa dal caos più totale. In quel momento portava un abito blu che le arrivava al ginocchio con la gonna a pieghe, mentre il nastro che aveva nei capelli e i sandali con tre centimetri di tacco erano bianchi.
Crystal acconsentì sospirando e scese dal letto, per posare il diario. Erano le quattro meno dieci.
Poi, alquanto di malavoglia, seguì l’ amica fuori dalla casa. Non aveva molta voglia di farsi aggiustare i capelli. Non si accorse neanche del fatto che, mentre riponeva il diario, un foglietto era sgusciato fuori e si era lentamente deposto sul pavimento.
 

   
 
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