Disclaimer:
penso lo sappiate
tutti, ma i personaggi di Naruto non sono miei, altrimenti alcuni
avrebbero già
fatto una sadicissima brutta fine..
Hinata:
..ehi! Te la
riprendi con me?
Naaaa..
non è con voi che ce l’ho..
^^ Voi mi piacete!
Hinata:
Ah.. non voglio
sapere cosa fai a quelli che ti stanno antipatici allora..
Via,
vi lascio alla lettura della
mia song-fic, che nonostante il Disclaimer assolutamente idiota
è stata scritta
in un momento non particolarmente allegro, quindi è alquanto
depressa. La
canzone è One By One,
tratta
dall’album A Day Without Rain
di
Enya. Enjoy!
ONE
BY ONE
Hanabi
aveva paura ad entrare nelle stanze della
sorella. Hinata Hyuuga viveva in un’ala della grande casa da
sola, senza vedere
nessuno, ormai da sei anni, e la minore a volte la vedeva affacciata
alla
finestra a guardare per ore il cielo, soprattutto quando pioveva.
In
quel momento stava piovendo. Anche dagli occhi di
Hanabi pioveva. Aprì silenziosamente una porta e, soffocando
i singhiozzi, si
incamminò per il corridoio buio che sapeva di terribile
desolazione alla
ricerca di colei che aveva fatto di quella desolazione il suo regno. Ed
eccola
lì, alla finestra, i capelli lunghi, lunghissimi oltre le
ginocchia sciolti
disordinatamente, lo sguardo perso nel vuoto, nel cielo in tumulto,
come una
bambola rotta dimenticata da anni.
Hanabi
mosse qualche passo tremante nella stanza in
penombra, bloccandosi non appena il suo sguardo lucido di pianto
incontrò
quello vacuo e paurosamente bianco della maggiore.
Here am I, yet another goodbye
-Hinata-neesan…
Non
c’era bisogno di parlare, i suoi occhi dicevano
già tutto e Hinata la seguì attraverso la casa
stranamente vuota, stranamente
triste, lungo corridoi spogli e stanze trascurate, che richiamavano
troppi
ricordi, troppo felici, e sensazioni dimenticate da troppo tempo.
Le
accolse un portone chiuso davanti al quale Hanabi
cadde in ginocchio, dilaniata dai singhiozzi, mentre la sorella la
guardava con
occhi vuoti e troppo, troppo bianchi. Lei proseguì e
aprì il portone; camminò
lieve come un fantasma fino al centro della stanza.
-Padre…
He says Adios, says Adios
Due
sguardi vacui si incontrarono. Ma lei non versò
alcuna lacrima.
And do you know why she won’t break
down and cry?
Non
ne aveva più. Le aveva finite tutte tanto tempo
prima.
Lo
baciò sulla fronte.
-Addio,
padre.
She says Adios, says Adios, goodbye
Come
si faceva a piangere? Hinata non lo ricordava
più. Eppure aveva pianto tanto, tanto.
Hanabi
piangeva, al lato della porta, tremando
violentemente, mentre la sorella, bella ed eterea, quasi diafana, se ne
andò di
nuovo e sembrava che fluttuasse, povera ombra dei suoi ricordi, spettro
vivente.
Tutti,
se ne andavano tutti. Quanti ne aveva già
visti andarsene?
One by one my leaves fall
Tanti,
troppi. E tutti quelli che se ne andavano
portavano con sé un pezzo del suo cuore e lo lasciavano
stracciato e
sanguinante, e il dolore prima lancinante che recavano si trasformava
piano
piano in un dolore sordo che non se ne andava mai, mai.
One by one my tales are told
Le
sue storie, i suoi ricordi chiusi dentro di lei,
sigillati da anni di solitudine, forse potevano rivivere adesso,
dovevano
rivivere perché uno nuovo andava a far loro compagnia.
E
Hinata, tornata alla finestra a vedere il cielo
che piangeva anche per lei, dischiuse lo scrigno mutilato dei suoi
ricordi.
Il
primo a uscire fu un viso conosciuto, sempre con
il solito, instancabile, illuso sorriso; non riusciva a ricordarlo in
altro
modo, solo con quel sorriso ormai vuoto di speranze.
~
“N-naruto-kun, fai attenzione…
“Non
preoccuparti, Hinata-chan! Non mi succederà niente, vedrai!
E quando tornerò
festeggeremo tutti insieme, va bene? ~
E
la ragazza decise di credergli, che sarebbe andato
tutto bene. Quella fu l’ultima volta che lo rivide, tranne
che nella foto sulla
lapide della sua tomba.
It’s no lie, she is yearning to fly
~
Le lacrime scendono silenziose sul viso di Hinata, e il suo cuore
è come
strappato. Un pezzo di lei è morto con il ragazzo del
demone, e la pioggia non
riesce a lenire il dolore, nonostante la senta cadere su di lei, dentro
di lei,
dritta sulla ferita. La ragazza alza la bella testa impregnata
d’acqua al cielo
e mischia il suo pianto alle gocce di pioggia, perdendo il suo sguardo
nelle
nuvole gravide d’acqua. Dio, quanto desidera volare, adesso,
volare via e
trovare il cielo blu nascosto dalle nubi addolorate. ~
She says Adios, says Adios
Dietro
di lui uscì un altro ragazzo, con dei segni
rossi dipinti sulle guance e un ghigno strafottente in viso. Ma Hinata
lo
sapeva, lo sapeva che in quegli occhi c’era un barlume
d’affetto per lei. Una
luce speciale, solo per lei. La giovane donna sospirò
dolorosamente, perché
anche i primi rimorsi erano arrivati con lui. Distolse lo sguardo un
attimo
dalla figura dai contorni sfocati davanti a lei. Se solo non fosse
stata così
cocciuta. Così cocciuta e stupida.
And now you know why he’s a reason to
sigh
~
Kiba osserva la compagna di squadra con preoccupazione: sembra un
fantasma,
pallida, con gli occhi bianchi che mai sono stati così
vuoti, così persi e
inespressivi. Sembra che debba svanire da un momento
all’altro nella luce
sbiadita del sole invernale. Sono parecchi giorni che non si muove
dalla tomba
e torna a casa solo quando i familiari la vengono a portare via. Ma ora
anche
Kiba la vuole togliere da lì, vuole farla riprendere,
ricominciare a vivere.
“Hinata,
vieni.”
Le
afferra la mano diretto al campo dove ci sono anche Kurenai e Shino e
la guida
fuori dal cimitero lentamente, senza scatti, come per paura che si
dissolva
nell’aria. Hinata si limita a seguirlo, senza alcuna
reazione. ~
Riprese
ad allenarsi, a compiere semplici missioni,
ma non a sentirlo davvero. Tutto ciò che faceva era dettato
solo
dall’abitudine, ogni singola mossa, gesto, sguardo, sorriso
(vuoto, così
terribilmente privo di senso). E a dire la verità, durante
le missioni, sperava
sempre che qualcosa andasse storto, che un nemico la trovasse, che ci
fosse un
attacco a cui lei non avrebbe saputo far fronte. Una volta accadde
davvero. Ma
anche quella volta ciò che successe fu completamente
sbagliato.
~
Il sangue scorre come un macabro ruscello rosso. Il ragazzo
è steso a terra, e
trema. Pochi passi più in là giace un cadavere, e
un kunai insanguinato.
“Kiba!
Dannazione, Kiba, che hai fatto!”
Un
ragazzo con gli occhiali scuri tenta di fermare l’emorragia,
e intanto gli urla
contro. La ragazza dagli occhi di latte si limita a tremare.
“Hi…nata”
Lei
trema ancora di più mentre si avvicina, le lacrime da lungo,
troppo tempo
trattenute escono libere, ora.
“Devi…
devi vivere, capito? … vivere…”
Vivere.
La fa facile lui, che ora è libero. Se ne va, come un altro
pezzo del cuore di
Hinata. Come si fa a vivere con un cuore dilaniato? E intanto piange,
piange. ~
She says Adios, says Adios, goodbye
Dopo
di lui, chi c’era? Hinata aveva paura a
ricordare. Ed ecco, arrivava, un giovane uomo alto, dai lunghi capelli
scuri e
gli occhi così
uguali ai suoi, troppo
uguali ai suoi.
-Neji.
Hinata
chiuse gli occhi, non avendo il coraggio di
affrontare quelli del ricordo che la guardava, e si strinse il kimono
all’altezza del cuore, come per afferrare quel poco che ne
era rimasto.
-Dio,
quanto fa male.
~
Hinata ora piange davanti a due tombe, ma nel suo sguardo
c’è una luce diversa:
ha promesso che vivrà, Kiba gliel’ha chiesto.
“Hinata-sama.”
La
ragazza si volta, è Neji che è venuto a prenderla.
“Si
sta facendo buio, è ora di tornare. Vi accompagno a
casa.”
Hinata
non resiste, e corre e lo abbraccia, perché vuole vivere ma
ha bisogno di
aiuto, di sostegno, di poter piangere da qualcuno. ~
Le
braccia di Neji la accolsero sempre quando,
scossa dai singhiozzi, lo cercava, in preda ai ricordi che la
tormentavano. E,
più tardi, i suoi baci avrebbero asciugato le sue lacrime.
My, oh my, she was aiming too high
~
“…Neji?”
“Sì?”
“Pensi
che due cuori a metà possano tornare a battere, insieme?
Perché anche tu hai il
cuore stracciato, non è vero Neji?”
“…Sì.”
~
Lei
non voleva altro, non avrebbe voluto altro: solo
in qualche modo dimenticare il dolore. Era chiedere troppo, questo?
He says Adios, says Adios
~
Neji si appoggia pesantemente al muro, tossendo sangue. Gli occhi
candidi di
Hinata si spostano terrorizzati dal ragazzo alla figura che
l’ha colpito,
mentre si porta le mani alla bocca. Una lacrima, nuovamente, scivola
lungo una
sua guancia.
Hiashi
Hyuuga è in piedi davanti al nipote che lentamente si
accascia in terra,
sostenendo comunque lo sguardo adirato del capofamiglia con aria di
sfida. Solo
una fiamma azzurrina di chakra intorno alla mano rivela il colpo
tremendo che è
stato vibrato a Neji.
Hinata
trema violentemente quando gli occhi di suo padre si posano su di lei,
e le
ginocchia le cedono quando si accorge che non rivelano rabbia, o odio,
ma solo
una profonda delusione. Dio, l’ha deluso un’altra
volta. Ancora una volta non
si è dimostrata degna di appartenere alla sua famiglia.
Hiashi
chiude gli occhi prima di parlare.
“Sapete
entrambi cosa significa questo.”
Hinata
e Neji si scambiano un lungo sguardo mentre Hiashi muove lentamente le
mani in
una serie di sigilli. Il ragazzo le sorride dolcemente e in un soffio
le dice:
“Addio.”
~
Ecco
come lo ricordava, Neji, con quell’espressione
di infinita dolcezza che mai era stata propria del suo carattere, ma
che con la
quale l’aveva salutata.
And now you know why there’s no moon
in her sky
Hinata
guardò fuori dalla finestra. Pioveva ancora,
come se un immenso dolore gravasse le nuvole nere che non mostravano
alcun
passaggio verso il blu del cielo sereno. E allora grazie, cielo. Grazie
di
piangere anche per lei.
La
giovane donna sorrise dolceamara. Il sole era nuovamente
coperto da una coltre di nubi.
~
“Sai, Hinata? Sei come il sole.”
Hinata
lo guarda colta di sorpresa da quell’affermazione improvvisa.
“Quando
non sei velata dalla tristezza, splendi.”
La
ragazza sorride e gli risponde con voce lieve.
“E
allora tu, Neji, sei la luna, che riesce a vedermi oltre le nubi,
sempre.”
Gli
occhi di Neji si rabbuiano leggermente.
“E
sono costretto a girare intorno al sole senza poterlo sfiorare
mai.” ~
Adesso
neanche la luna riusciva a vedere Hinata
oltre le nuvole, e il suo cielo era vuoto, punteggiato solo da tante
piccole
stelle chiamate ricordi.
He says Adios, says Adios, goodbye
Il
cuore mutilato di Hinata pulsò dolorosamente al
ripensare all’ultima parola di Neji. Addio.
Mai aveva sentito una parola più odiosa. Addio.
La cosa che meno desiderava, eppure ecco che adesso tornava di nuovo. Addio. E stavolta era stata lei a
pronunciarla, all’uomo che una volta era stato suo padre, e a
cui nonostante
tutto aveva voluto bene. Addio.
Un
dolore straziante nel petto, e la figura di suo
padre avanzò accanto agli altri. Una lacrima si sciolse
dagli occhi di neve
della donna che somigliava tanto a una bambola trascurata, anche se
creduti
avvolti in un gelo perenne, ormai. Hinata si stupì di nuovo
dell’intensità di
quel dolore, a cui non ci si abituava mai, anzi, che diventava
più forte ogni
volta che lo si provava. Faceva male, male, male.
Gli
occhi bagnati di lacrime rimaste ghiacciate per
lungo tempo tornarono alle figure evanescenti di fronte a lei.
No goodbyes, for love brightens their eyes
Tutti,
tutti le avevano voluto bene. E ora lei
vedeva quell’amore che le portavano ovunque in loro,
volteggiava intorno in
ampie volute e illuminava il loro sguardo. Perché,
perché bisognava dirsi
addio? Perché rimaneva sola? Aveva tagliato i legami con i
vivi anni addietro,
dopo la morte dell’unica persona che avesse mai amato
davvero, e tuttavia il
dolore per la separazione giungeva ancora fino a lei scivolando
attraverso le
sue stanze, venendola a cercare e trascinandola fino al letto di morte
di suo
padre, senza pietà, senza rispetto per la sua anima
straziata!
Don’t
say Adios, say Adios
Cadde
in ginocchio, il viso tra le mani, i
lunghissimi capelli che avvolgevano la sua figura minuta.
Non
dovevano andarsene, non voleva! Non era giusto…
E
già i ricordi cominciavano a indietreggiare,
confondendosi con il buio della stanza, davanti a lei che adesso
piangeva
disperatamente, la neve accumulata da tempo che si scioglieva cadendo
in gocce
amare dai suoi occhi.
-No!
Un’ultima
occhiata, un ultimo gesto di affetto, un
ultimo sorriso, e se n’erano andati.
-No...
Una
lacrima cadde a bagnare il pavimento. Perché non
poteva solo dimenticare?
And do you know why there’s a love
that won’t die?
Non
tutto si può dimenticare, a non tutto il tempo
può porre rimedio. Il tempo non può ricostruire
ciò che manca, e al cuore di
Hinata mancavano irrimediabilmente quattro frammenti. Erano le persone
che più
avevano significato per lei, e che per questo avevano diritto ad una
parte del
suo cuore. Con la loro morte, l’avevano portata con
sé, mantenendo vivo l’amore
che li legava, ma condannando Hinata a vivere spezzata, con un dolore
sordo
costante nel petto.
Se
questo si poteva chiamare vivere. Perdonala,
Kiba, ma non ce l’ha fatta a mantenere la sua promessa: lo
spegnersi di quegli
occhi identici ai suoi l’ha annientata, e non è
più riuscita a rialzarsi.
E
ora, dopo l’ennesimo addio? Hinata piangeva
accoccolata sul pavimento e i suoi singhiozzi avevano un suono
ovattato, eppure
il suo corpo ne era scosso come una nave in mezzo a una tempesta. E ora
non lo
sapeva, non lo voleva sapere. Non poteva solo addormentarsi e sognare,
vivere
sognando e infine sognando morire? In un mondo senza addii e senza
dolore, dove
esiste solo la felicità e l’allegria domina le
giornate…
Le
sue illusioni si persero nel rumore della
pioggia, assieme al suo singhiozzare.
Don’t say Adios, say Adios,
goodbye…
___________________
…lo
so, lo so, scrivere cose del
genere denota una profonda radicazione di disturbi mentali vari, quali
tendenza-alla-depressione-per-un-nonnulla, la conseguente
tendenza-a-scrivere-fic-che-deprimono-anche-gli-altri e, per ultimo, il
sadismo-ingiustificato-nei-confronti-di-personaggi-innocenti. Ma la
canzone ci
stava troppo bene! Adoro Enya… e anche la maggior parte dei
personaggi a cui in
effetti ho fatto fare una ben miseranda fine…
…e,
sì, so anche questo, lo so che lo
Hyuugacest è considerabile un incesto, ma non è
colpa mia se questa coppia mi
piace da morire! E secondo me non è nemmeno tanto un
incesto… (Wiwo sa di
andare incontro alla lapidazione per aver detto questo..) E poi a me
l’incesto
nelle fic piace! (Wiwo è sicurissima che i benpensanti
manderanno un sicario..)
Ah,
ma non mi sono ancora
presentata! Sono Wiwo, scrittrice di fic alle prime armi, appassionata
di
musica metal e di atmosfera e dello Hyuugacest.. adesso saprete di cosa
parleranno
le mie prossime fic.. ^.^
Via,
alla prossima! Mi raccomando,
recensite in tanti e non mandate sicari, please..
Wiwo