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Autore: Hermes    01/04/2013    3 recensioni
Questa non è la classica storia sui Nightwish in se e per sè...a dire il vero non ho idea da dove diavolo sia uscita e non so come ho fatto a trovare il coraggio di postarla...
"Perdona la Bestia che adora...” mormorò ancora “Perdona Me.”
Il bacio che seguì fu aspettato, implorato, desiderato…tutto meno che amaro.
Dimenticammo il resto…il mattino non ci svegliò...
L’unica certezza che mi rimase fu quella della sua presenza, del movimento del suo corpo contro il mio.
Non c’era riposo…ma sognai…
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Tuomas Holopainen
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dreams of Reality'
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12 Settembre 2018, ore 9 e 22
Stati Uniti, California, San Francisco, The Filmore
“Uffa, Tuommi! Esci da lì! Anette ha fatto i biscotti con i pezzetti di cioccolato e le nocciole!!!” sbuffò Emppu, saltellando sul posto nel suo pigiama delle Tartarughe Ninja. Dietro di lui c’era la squadra al completo, pronta con corda e nastro da pacchi.
“No!”
Anette scosse la testa.
Ovviamente non c’era alcun biscotto ma dovevano pure farlo uscire dal gabinetto prima o poi…
“Guarda che Jukka e Tero sono andati a prendere sushi per tutti per pranzo!!!” tentò Ewo, senza successo.
Nessuno era ancora riuscito a farlo desistere dalla sua strenua decisione di non vedere un dentista.
Almeno finché non arrivò Marco con i rinforzi.
“Tesoruccio di papà Marcoooo!!! Ti ho preso il Paperino di questa settimana, nuovo nuovo!!!” esclamò il bassista, battendo il giornalino sulla porta.
I ragazzi attesero in silenzio una risposta.
“Me lo fai fassare otto la forta?” domandò speranzoso il tastierista.
“Non posso, Tuomasuccio…è un formato speciale doppio e ha l’ultimo pezzo della 313 da collezione!!! Se provassi si rovinerebbe la copertina e tu non vuoi questo!” fece il barbuto vichingo, disapprovando.
“Ma io foglio lefferlo!!!”
Marco fece un sorrisaccio ai compagni “Vieni fuori, tesoruccio e papà Marco ti promette che nessuno alzerà un dito su di te! Abbi fiducia nel tuo amico del cuore!”
Magicamente la serratura della porta scattò ed appena si aprì di un centimetro i ragazzi caricarono tutti assieme con Tero in coda che ritmava l’assalto a suono di tromba.
Tre minuti dopo il tastierista era legato mani e piedi con i lucciconi agli occhi ed un altro sacchetto del ghiaccio sulla guanciotta, gonfia come un melone.
Ewo era riuscito a fissar un appuntamento per le undici e quindi una mezz’oretta prima dell’ora prestabilita il pauroso venne accompagnato da un comitato di rinforzo ben nutrito fino nello studio dove riempirono la sala d’aspetto.
“Non foglio…” borbottò Tuomas spaventato, mentre aspettavano il suo turno.
Anette sospirò solamente e gli batté la mano “Tranquillo, è solo una carietta piccola piccola…fai il grande e vedrai che non sentirai niente!”
Il tastierista fece snif-snif stringendo in grembo il pupazzo di Yoghi.
Nella sala d’aspetto, oltre i ragazzi dei Nw, c’era anche una coppia singolare in carattere ed aspetto: uno l’esatto opposto dell’altro.
La donna aveva la carnagione di un color caramello e folti capelli scuri che tendevano al crespo, tutto dava da pensare che avesse radici ispaniche se non per i suoi occhi grigi che mostravano più comprensione che dolcezza e li osservava a tratti con educata curiosità.
L’altro era un uomo allampanato sui trenta, magro e pallido con una vistosa chioma incolta di un biondo quasi bianco ravviata all’indietro ed occhi neri come l’ala di un corvo, seminascosti da un paio d’occhiali dalle lenti squadrate. Stava leggendo il quotidiano del giorno con espressione a metà fra l’annoiato ed il divertito.
Topo, passami il Rubik…” fece la donna ad un certo punto.
L’uomo sospirò, alzando gli occhi al cielo “Prendilo dalla tasca della giacca…però lo risolvi da te questa volta, ma belle!”
“Nah…tanto lo so che ti diverti troppo quando non ci riesco…”
La donna recuperò il portachiavi con il giocattolino, iniziando a girare le facce a caso, sovrappensiero, appoggiandosi alla spalla del biondo platinato, che continuò a sfogliare il giornale con un sorrisetto, le lunghe gambe accavallate.
Intanto i nostri stavano discutendo se tirare sul palco Tuommi con del ghiaccio legato alla guancia quella sera od optare per la bottiglia di vino ghiacciato dal freezer. Tero era l’unico che seguiva le evoluzioni del cubo che iniziava a prendere le sembianze di un’arlecchino, con le chiavi che tintinnavano ad ogni giro.
Anette si era scelta una delle riviste sul tavolino e la sfogliava controvoglia, ascoltando distrattamente le conversazioni criptate in finnico dei suoi compagni d’avventura. Tuomas le aveva posato il mento sulla spalla, osservando le figure sulla carta patinata e borbottando ad intervalli regolari propositi di fuga che la cantante ignorava pazientemente.
Kirsti aveva ragione ieri…oltre alla padella dovevo portarmi gli ultimi sei numeri di Paperino e la tastiera portatile!
Tutto era tranquillo nella sala d’aspetto finché…
“Linds, ho un problema.”
L’uomo biondo alzò gli occhi scuri al cielo alla ‘Lo-sapevo!’ e ripiegò il quotidiano per poi guardare dalla parte della donna che fissava il cubo – completamente mischiato – grattandosi la punta del naso, confusa “Non riesco a risolverlo!”
“Sei proprio tocca, Michelle…” commentò lui “Dai qua, và…”
La donna tirò fuori la lingua mentre lui esaminava la situazione, ruotando il puzzle 3D fra le dita magre.
Emppu – seduto vicino al fonico – guardava curioso la challenge ed anche Anette e Tuomas avevano lasciato perdere la rivista, osservando il puzzle.
Il cubo si fermò ed l’uomo biondo iniziò a ruotare le facce con una sicurezza ed un sorriso a dir poco inquietanti.
Tempo tre minuti e trenta secondi il cubo era tornato al suo stato originario: lindo, perfetto e monocolore su tutti i suoi lati.
L’uomo biondo l’aveva restituito alla donna con un “Puoi fare di meglio…che barba!” ed aveva ripreso a leggere il giornale con un sorrisetto superiore.
Il resto dei Nightwish non credevano a quella dimostrazione e Tuomas disse in finnico “Lo voglio…scommetto che riesco a risolverlo più veloce di quello lì!”
“Tuomas…” tono rassegnato.
“Me lo prendi quando torniamo a casa?”
Tuomas…” tono disperato e mano al manico della fidata padella nascosta in una borsa sotto la sedia.
Il tastierista venne – si fa per dire – salvato dall’assistente del dentista che con un sorriso rassicurante si affacciò alla porta della saletta e trillò “Il signor Holopainen? Il dottore è pronto a visitarla…”
Quella frase innocente scatenò il pandemonio.
Tuomas tentò la fuga in volo attraverso la finestra del quarto piano, aggrappato sempre all’orso Yoghi che però non aveva un paio di ali. I ragazzi lo afferrarono per diverse parti del corpo ed Anette si premunì di mettergli una mano sopra la bocca prima che si mettesse ad ululare stupidaggini.
“Siamo pronti…non è che per caso ha una poltroncina con cinghie? Bisognerebbe tenerlo fermo…un’anestesia totale sarebbe l’ideale!” fece Anette con un sorriso tirato.
“Ah…c-capisco…” balbettò la poverina, spaventata “Se volete seguirmi…”
I ragazzi, Tuomas caricato in spalla, uscirono camminando dietro alla donna ed Anette sospirò con una mano sulla faccia. Guarda cosa mi tocca fare…e sarebbe lui l’uomo di casa!
Michelle, la donna seduta accanto all’uomo biondo, si schiarì la gola “Il suo compagno?”
“Mio marito…” rispose la cantante, in imbarazzo ma innegabilmente innamorata cotta.
“Ah…”
Tradotto: Mi dispiace davvero tanto ma gli uomini non crescono mai…
Anette annuì con un sorriso ed incontrò lo sguardo scuro dell’uomo da sopra l’orlo del giornale.
Linds sorrise e le strizzò l’occhiolino malizioso del ‘Libera, tesoro?’.
La nostra sbatté le palpebre, arrossendo fino alla radice dei capelli.
Intanto Michelle aveva mollato una gomitata al biondo “Topo! Smettila di flirtare! Se non te ne sei accorto sono seduta qui al tuo fianco!”
“Si vede che somigli terribilmente ad un soprammobile, Hervas.”
“Un’altra parola e ti faccio mangiare il giornale, Lagden!”
Per tutta risposta il biondo tirò fuori la lingua e – sotto lo sguardo incredulo – di Anette, la donna gli tirò un’orecchio, torcendolo senza tante moine.
Michelle ma belle, ma sei idiota?!”
“Solo se non la smetti di fare lo scemo, topo inutile!”
Intanto che battibeccavano peggio di due cocorite Anette, si allontanò il più possibile dalla coppia con un solo pensiero in mente…questi non hanno tutte le rotelle al loro posto, ma che affiatamento!
“An!” Tero era tornato ed indicava dietro di se “Tuommi non vuole farsi fare la puntura dell’anestesia se non ci sei tu a tenergli la mano…fai in fretta perché il dentista sta per perdere le staffe!”
“Arrivo…” sospirò lei.
Cosa non si fa per amore!

16 Settembre 2018, ore 12 e 35
Stati Uniti, Texas, Dallas, The Palladium

“Guardate che roba!”
I ragazzi erano tutti assiepati davanti alla TV tenendo fra le mani piatti e bicchieri mentre sul canale scorrevano le immagini della devastazione portata dall’Uragano Ike che non li aveva raggiunti per un pelo pelissimo.
I commenti si accavallavano uno sull’altro mentre Anette spingeva il cibo nel suo piatto.
Tony Kakko – che li aveva seguiti con i Sonata per fare da apripista dei loro concerti - le era seduto accanto che leggeva un libro quando notò lo scarso appetito di lei.
“Heilà Giulietta…cos’è quella faccia? Romeo ti ha fatto arrabbiare l’ennesima volta?” domandò preoccupato.
Anette si sforzò di sorridere “No…è da ieri che non mi sento quel granché, forse ho preso qualche virus, non so.”
“Piccola mangia qualcosa…l’unica per combattere batteri è schiacciarli con una buona dose di proteine e vitamine!”
“Grazie Tony…”
“E di che! Ricorda che ci sarò sempre…”
Anette sorrise al ragazzo, si conoscevano da più di dieci anni (*) ed in quell’arco di tempo la loro amicizia non era calata nonostante si perdessero di vista a causa dei rispettivi impegni.
Ewo tornò dentro alla stanza che era stata riservata loro per pranzare scuotendo la testa.
“Tuom, ragazzi, brutte notizie. L’uragano ha reso inagibile la venue ad Houston…” disse il manager serio.
“Che è successo?” domandò Jukka.
“Il vento ha scoperchiato l’edificio ed è rimasto tutto allagato. Sono stati costretti ad annullare il concerto perché non ci sono altri locali disponibili, è saltata l’elettricità in tutto il circondario.”
Tuomas posò il suo piatto e si avvicinò ad Ewo “Hai già inserito la notizia sul sito?”
“Sì…”
“Aggiungi che rimborsiamo anche i biglietti, od almeno la parte che ci spetta dell’incasso.” Tuomas si voltò verso gli altri che annuivano, gravi “Io ed i ragazzi ci siamo messi d’accordo prima…pensavamo anche di mandare in donazione i proventi di oggi e domani.”
“Bisogna parlarne con Toni giù in sala, sta facendo il conteggio…”
Il tastierista e Jukka sparirono dietro ad Ewo, mentre i ragazzi dei Sonata Arctica e dei Nightwish parlavano del fatto.
Anette si alzò, lasciando perdere il pranzo
“Tony, io torno al bus…se c’è bisogno-”
“Tranquilla An. Vuoi che ti accompagni?”
“No, grazie. Sono solo stanca…”
Il ragazzo la guardò mentre scivolava via dalla stanza in silenzio, pallida come un’ombra.
Lui ed i Sonata Arctica si erano aggiunti al gruppo nella prima settimana di Settembre ma avevano notato subito che il tour prolungato stava segnando profondamente la stanchezza sulle facce di Tuomas, Marco, Emppu e Jukka.
Anette faceva di tutto per mantenersi in forma, con tanto di corse e cibo salutare ma non bastava.
Non dopo quasi due anni di tour no-stop.
Il giorno prima i Nightwish al completo avevano passato la giornata di viaggio a dormire in un coma soporifero che aveva poco di diverso dal ricovero per esaurimento nervoso.
Ad ogni battuta le risate erano poche e nemmeno tanto vere ma più un riflesso abituale.
Tony Kakko non aveva bisogno di una sfera di cristallo per capire cosa stava succedendo…il morale della band era al minimo storico, quello che non si ripeteva dai tempi dell’Oceanborn tour.
Anette dava i primi segnali di malessere e se cadeva lei, i ragazzi erano destinati a seguirla in un modo o nell’altro.
Perché i Nightwish non erano un gruppo ma una famiglia che o fa cerchio intorno quando arrivano i tempi difficili o si sfascia. Tony lo sapeva e sperava solo che quella piccola pausa – dono del cielo – riuscisse a rimettere Anette in sesto prima che un malanno la relegasse sulla cuccetta a tempo indeterminato.

~~~

(*) Tony Kakko (cantante dei Sonata Arctica) ha fatto alcune apparizioni in DOR nei primissimi capitoli durante il Wishes from Eternity tour ed verso il ventesimo o giù di lì, quindi sì la loro amicizia si allarga su un arco di tempo di dieci anni più o meno.

Fa un tempaccio assurdo da me quindi ho deciso di lasciarvi un capitolino...=)
Ebbene sì da questo punto in poi la stanchezza da tour diventerà uno dei temi primari, anche nella realtà se andate a leggere le news dell'ultimo periodo del tour di DPP le cose non andavano proprio benissimo, basta anche guardare il documentario di Made in Hong Kong per rendersi conto di quanto i ragazzi fossero sottotono e stanchi...=(

Ah...la prima parte del capitolo è un mio sfizio...xD Linds e Michelle sono due miei caratteri originali, e dato che i ragazzi passavano da San Francisco l'immagine mi è venuta da sola. Questo cameo sarà unico nel suo genere e non li rivedrete più in nessun'altra sezione futura di DOR quindi, per favore, smettete di lanciare pomodori al topo anche noto come Lindor per una delle lettrici...LoL...ciao Pepe.

Si ringrazia la cara CrystalRose per la recensione allo scorso capitolo! =* (coppia di gemelli? *hermes sorride come una sfinge*)
Bon...auguri in ritardo di Pasqua, ed auguri per la pasquetta
Ci rivediamo col prossimo tra un paio di secoli al massimo... ;) that's my april fool's joke
Hermes

  
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