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Autore: Foxy    01/04/2013    0 recensioni
Veronica è una ragazza di quindici anni che, da quando si è lasciata con il proprio ragazzo Thomas, le tocca affrontare da sola tutte le sfide della vita nella grande città in cui vive, fin quando non arriva lui: Mattia.
Chi è Mattia? Bhè.. sono io, e ora vi racconterò la nostra storia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ormai Natale era arrivato e con se arrivò anche il freddo. Ero nel mio letto a girarmi e rigirarmi tra le coperte e a pensare e ripensare a Veronica e alla nostro ultima conversazione. 'Certo che anche lei è permalosa' pensai 'Però anche io parlo troppo..'
'Mattia muoviti, i nonni ci aspettano per pranzo. Non vorrai farci fare tardi la vigilia di Natale' le urla di mia madre interruppero i miei pensieri così mi decisi ad alzarmi e mi buttai sotto il caldo getto d'acqua della doccia.

Il clima natalizio risuonava nella stanza; tutti i miei parenti erano in giro per il salotto a parlare fra loro mentre io mi trovavo seduto nella poltrona in cuoio del nonno che si trova all'angolo della sala, proprio tra il caldo camino e la finestra che dava sul bianco vialetto innevato.
Mentre mi grattavo il collo nervosamente, per via del maglione che mi aveva regalato nonna Beth il natale scorso, una strana vecchietta mi si avvicinò e iniziò a trorturarmi. Cominciò a riempirmi di domande assurde fin quando non arrivò a la frase tanto temuta 'E la fidanzatina??' mentre mi fissava con un'espressione indecifrabile, mi guardavo intorno come se alla ricerca di qualche aiuto caduto dal cielo quando dalla porta entrarò la mia fata insieme a un'uomo alto, con pochi capelli e occhi freddi come il marmo.
'Scusami..' abbandonai la signora e mi ci avvicinai.
'Veronica' esclamai letteralmente sorpreso
'Mattia.. cosa ci fai qui?' chiese abbassando lo sguardo
'Dovrei essere io a chiederlo a te, dato che è casa dei miei nonni' dissi con tono ironico
'Davvero? Beh.. Wow.. cioè.. mio padre..' stava cercando di dire qualcosa ma non riusciva
'Tuo padre..?' cercai di farle il miglior sorriso che potessi e sinceramente non sono certo di essere riuscito nel mio intento dato che ero più teso di un tronco di legno.
'Cioè.. i tuoi nonni sono dei clienti di mio padre e sapendo che avremmo passato la vigilia soli ci hanno invitati, ma se ti da fastidio andiamo' era diventata dello stesso colore del maglione che indossava mentre i lunghi capelli mossi le ricadevano lungo le spalle incorniciandole il volto.
'Scherzi? Assolutamente. Non vorrei mai una cosa del genere. Anzi sei arrivata giusto in tempo per salvarmi' dissi, e proprio in quell'istante Jinny, la mia piccola cuginetta, apparve alle mie spalle e mi saltò addosso.
'Argggh sono un dinosauro' disse la piccola aggiungendo una sonora risata. La presi tra le braccia e iniziai a giocare con lei, mentre Veronica ci spiava con un dolce sorriso.
'Su ora vai a giocare con gli altri piccola peste' dissi io posandola a terra e guardandola avvicinarsi a Veronica e bisbigliarle qualcosa all'orecchio. La riccia fece una risatina e mi si avvicinò.
'Quindi io sarei una fata?' chiese con un sorriso che quasi mi sciolse il cuore così la presi per mano e la trascinai al piano di sopra e poi dentro una stanza, quella che un tempo era la mia stanza. Mi sedetti sul letto e le feci cenno di sedersi vicino a me.
'Sai questa era la mia stanza un tempo..' feci un sorrisino ma in realtà buttai giù saliva amara a pensare alla mia infanzia.
'Quando mia mamma restò incinta di me aveva solo diciasette anni, era solo una ragazzina, e mio padre era un drogato che non volle riconoscermi così furono i miei nonni a crescermi fin quando non ebbì quattro anni. Il drogato, un giorno, si presentò alla porta di questa casa e chiese scusa a mia madre che decise di tornare insieme a lui, così comprarono la casa dove abito ora. Tutto andò per il meglio per qualche mese, fin quando mia madre non scoprì che lui si stava giocando tutti i nostri soldi, così ebbero una forte discussione e lo cacciò via di casa. Due settimane dopo ebbimo la notizia che era morto in un'incidente in moto, era ubriaco fradicio.'
Ero invaso dalla rabbia così mi alzai di scatto e feci volare degli oggetti che erano sul comò di fronte al letto. Veronica, tranquilla come mai, si chinò e iniziò a raccogliere tutti i trammenti di oggetti che avevo appena scaraventato in terra e li depositò sul mobile, poi mi si avvicinò e mi abbracciò. Non disse nulla, neanche una parola, ma quell'abbraccio valse più di qualsiasi altra cosa.
'Scusa..' dissi io con un filo di voce.
'Sshh' disse lei fissandomi con la bocca socchiusa e posando le sue morbide labbra sulle mie ormai secche per il pianto. Poi mi strinse una mano e bisbigliò 'Scusami tu, sono un disastro. Ora torniamo dagli altri, ti prego'.



   
 
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