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Autore: Mel_mel98    01/04/2013    5 recensioni
Quella che ora sta sfrecciando nel cielo non è una stella cometa.
È una aereo.
È partito oggi da Tokyo. New York è la sua meta.
Pieno zeppo, come sempre, ha spiccato il volo alle 16.45 di questo pomeriggio.
Chissà che cosa ci va a fare tutta questa gente in America.
Di tutti quei passeggeri, due sono in viaggio per lavoro.
Lei, guarda fuori dal finestrino, fa finta di dormire.
È un po' lunatica, non ha più voglia di parlare.
Lui, il ragazzo più misterioso di tutta la metal saga, è immerso nei suoi pensieri.
Forse non vorrebbe essere lì, in quel momento.
Sarà un bene o un male che questi due giovani siano stati costretti a lavorare insieme?
Solo leggendo potrete scoprirlo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsubasa Otori, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Novità
 
“Ci sono cose che si sentono, e io questa me la sento, e se me la sento vuol dire che sarà così, altrimenti non me la sentirei.”
Il primo che sorride, Martino Ferro
 
Se ne stava tranquillamente seduto su uno dei tanti tetti di Tokyo e osservava l'orizzonte.
Il cielo si faceva piano piano più roseo: il sole stava calando per lasciare il suo posto alla luna.
Socchiuse gli occhi e strinse i pugni. Quella sera neppure il tramonto riusciva a donargli pace.
Sapeva che il giorno seguente la sua vita sarebbe stata sconvolta.
 
(inizio flashback)
“Vieni nel mio ufficio della WBBA domani, ok Tsubasa? C'è una sorpresa per te...”
Era stato Ryo, il nuovo direttore della WBBA, nonché suo nuovo capo, a parlare.
L'aveva incontrato nell'officina di Madoka.
Gli aveva fatto un gran sorriso e aveva aggiunto: “Ho una bella novità!”
Tsubasa: “Di che si tratta?”
Ryo: “Sei curioso, eh?”
L'aveva guidato fuori dal negozio, poi avevano ripreso la conversazione.
Ryo: “Ebbene Tsubasa ti anticiperò qualcosa. Ti piace viaggiare?”
Ma che razza di domande sono?! Che cosa c'entra?
Tsubasa: “Più o meno. Ma non capisco come possa interessarti.”
Ryo: “Bene! Sappi che tra poco partirai per una nuova missione! E sai dove dovrai andare?”
Tsubasa: “Ehm, no. E non mi chiedere di indovinare, non ne ho la più pallida idea.”
Ryo: “Ok ok... Te lo dico io. Andrai in America!”
Fece un attimo di pausa, per far assaporare meglio a Tsubasa il nome di quel continente.
Infine aveva aggiunto: “Ma le sorprese non finiscono qui! Mi raccomando, vieni domani mattina nel mio ufficio. Ti aspetto!”
Se n'era andato via, lasciando il ragazzo impietrito da quella notizia davanti all'ingresso dell'officina di Madoka.
(fine flashback)
 
Dopo quella conversazione era diventato inquieto.
Se n'era andato serio serio, senza riuscire a nascondere la preoccupazione.
Per tutto il resto della giornata non aveva fatto altro che pensare alla missione, girellando distrattamente per le strade di Tokyo.
Finché non aveva sentito il bisogno di sedersi e mettere in ordine i pensieri.
Troppo comune sarebbe stato accomodarsi su uno sgabello di un bar, o su una panchina dei giardini.
Aveva invece trovato il suo posto su un tetto, dal quale poteva vedere bene il sole tramontare.
Ma fare ordine nella sua testa si era rivelata un'impressa complicata.
Lui era quello calmo, riflessivo, con autocontrollo da vendere.
Eppure era difficile convincersi che sarebbe andato tutto nel migliore dei modi.
Non gli piacevano affatto le sorprese, tanto meno le novità.
Nascondevano sempre una fregatura, dietro di sé.
Diciamo pure amava avere tutto sotto controllo, per questo l'idea di qualcosa di sconosciuto non lo allettava particolarmente.
E poi sapeva che stava per accadere qualcosa che avrebbe stravolto il normale scorrere delle sue giornate. Se lo sentiva dentro.
 
Alzò la testa e guardò verso l'alto: la sua fedele aquila volava leggera, in quel meraviglioso cielo che ormai era diventato scuro.
“Sarà ora di tornare a casa...”- pensò.
Saltò giù dal tetto con uno scatto agile e cominciò a camminare lentamente per le strade affollate di Tokyo, senza smettere di pensare alla parole di Ryo.
A quale genere di sorpresa doveva prepararsi?
Quella domanda gli martellava nella testa e non gli dava tregua.
Fece la strada più lunga per raggiungere il suo appartamento.
Decise di passare vicino al bey park, così tanto per vedere se Yu era ancora ad allenarsi.
 
Come sospettava, il ragazzino stava ancora lanciando il suo bey contro delle lattine ormai vuote.
Era instancabile, era già tardi ma lui continuava ad allenarsi senza sosta.
Era vivace, eccome se lo era!
Era dolce, amichevole. Ma sapeva sempre farsi valere nelle battaglie.
Era, semplicemente, Yu Tendo.
 
“Ciao Tsubasa!”- gridò appena lo vide.
L'altro rispose con un sorriso.
Quei due si potevano tranquillamente definire migliori amici. Ognuno aveva bisogno dell'altro e non poteva farne a meno.
Yu, con il suo atteggiamento e il suo modo di fare, riusciva a far tornare Tsubasa bambino.
Lui, che probabilmente un'infanzia non l'aveva mai avuta.
Il possessore di Eagle era invece un punto di riferimento per il blader dai capelli biondi.
Il fratello maggiore che aveva sempre sognato.
Entrambi accomunati da una grande passione per il beyblade, erano inseparabili.
“Ehi, combattiamo?”- fece Yu, con gli occhi più teneri del mondo.
“Oh, scusami ma oggi non sono proprio in vena... Magari domani ok?”
Il volto del piccolo si dipinse di delusione: “Ah... peccato... Speravo tanto di combattere un po' contro te e Eagle...”
Tsubasa lo guardò con apprensione.
Com'era dolce quando faceva così! Allora per farsi perdonare disse: “Ehi cos'è quel muso lungo?! Vieni andiamo a prendere un gelato, e ti prometto che domani faremo una sfida con i fiocchi!”
Yu sorrise felice e gli saltò addosso, facendolo quasi cadere a terra.
Poi mise il suo Libra alla cintura da blader e, preso l'amico per mano, lo trascinò verso la gelateria.
E per un attimo Tsubasa riuscì a dimenticare tutti i suoi problemi.
Non c'erano dubbi: la compagnia di Yu era la miglior medicina per le sue serate più tristi!
 
“Allora Tsubasa, che succede?”
Quella domanda lo aveva preso alla sprovvista.
Sinceramente non aveva la minima intenzione di parlare a Yu dei suoi affari con la WBBA.
Non perché non si fidasse, anzi.
Ma quelle erano cose troppo grandi per lui che, diciamocelo, era ancora un bambino.
Il possessore di Eagle guardò il biondo, pregandolo con gli occhi di cambiare argomento.
Ma il piccolo non aveva alcuna intenzione di mollare.
Se il suo migliore amico aveva qualcosa che non andava, lui voleva saperlo (Ma quanto sarà dolce? Nd Autrice)
Tsubasa dovette cedere. Quando Yu voleva qualcosa, 99 su 100 la otteneva.
Si sedettero su una panchina.
“Yu vedi... io...”- Tsubasa era ancora indeciso su cosa rivelare e cosa omettere.
“Io sono stato chiamato per una nuova missione dalla WBBA. E devo dire che non ne sono proprio entusiasta.”
Decise di rimanere sul vago. Niente bugie, non era nel suo stile.
Yu rimase qualche secondo in silenzio.
“Ma Tsubasa, quello è il tuo lavoro! Pensavo ti piacesse essere un agente della WBBA!”
“Certo che mi piace quello che faccio.”- fece l'altro- “Però questa volta...”
“Oh insomma! Non mi tenere sulle spine! Dimmi che ti hanno detto!”- sbottò il biondo, sempre più impaziente.
“Mi mandano in America, Yu”- disse Tsubasa, guardando l'orizzonte con occhi assenti.
America... America...
“Ma... ma Tsubasa...”- fece il piccolo- “l'America è lontana!”
“Sì, hai ragione. L'America è proprio lontana.”
 
Insieme camminarono fino al suo appartamento.
Lì si salutarono, promettendosi di sfidarsi l'indomani.
Quando Tsubasa chiuse la porta dietro di sé entrambi si sentirono un po' più vuoti.
“L'America è lontana, ma tu tornerai presto, vero?”- pensò Yu mentre tornava a casa, calciando un sassolino.
Intanto il blader dai capelli bianchi si diresse verso il suo letto.
Niente era meglio di una buona dormita per prepararsi al colloquio con Ryo.
Si buttò a peso morto sul materasso e affondò la testa nel cuscino.
Poi si girò su un fianco.
Guardò per l'ultima volta fuori dalla finestra, prima di addormentarsi: in quel momento un aereo si stava dirigendo veloce verso l'aeroporto di Tokyo.
***
 
“Ehi Tsubasa! Come sei mattiniero! Accomodati, io sono appena arrivato...”
Entrò nell'ufficio di Ryo guardandosi intorno.
Ci aveva impiegato una decina di minuti per trovarlo.
Ormai erano anni che lavorava come spia alla WBBA, ma ora niente era più come prima.
Da quando il padre di Ginka vi era entrato, quel posto era cambiato: tutto pulito e scintillante, nuovo mobilio, nuovo personale.
Era diventato proprio un ambiente piacevole, sì.
“Bello, eh? Tutta un'altra cosa rispetto a prima, non trovi?”- gli disse, entrando affiancato da Hikaru vestita di tutto punto.
“Eh già... Non c'è che dire, non sembra nemmeno più la stessa WBBA di prima...”- fece mentre continuava a guardarsi intorno, pensieroso.
Sapeva che le novità non riguardavano semplicemente l'arredamento delle stanze.
Sapeva che stava per succedere qualcosa.
Qualcosa che non poteva minimamente immaginare.
 
Guardò fuori dall'enorme finestra della stanza: il cielo era limpido, senza neanche una nuvola.
Sotto di esso, Tokyo era già attiva: ovunque si scorgevano persone a piedi o a bordo di un'auto pronte per cominciare una nuova, frenetica giornata.
Sembravano tutti ansiosi e affannati nelle loro faccende, pur essendo molto presto.
Tutti pronti per andare incontro al futuro a testa alta.
Tutti tranne lui, a quanto pare...
“Allora... sei pronto per sentire una notizia fantastica?”- disse Ryo.
“Ehm... sì.”- Tsubasa non pareva molto convinto, ma non aveva molta scelta.
Ryo: “Bene! Ti informo che è stato indetto il Big Bang Blader!”- disse raggiante, scandendo bene le ultime tre parole.
Tsubasa: “E che cos'è? Suppongo sia un torneo di beyblade...”
Ryo: “Ah, certo... Ma è molto di più di un semplice torneo: vi parteciperanno blader di ogni nazione, divisi per squadre!”
Tsubasa: “È un torneo mondiale, quindi! Wow! Ma è fantastico!”
Ryo: “Già... Sarà un evento a dir poco strepitoso per tutti gli amanti del beyblade! Ma purtroppo qualcosa rischia di rovinare questa bella atmosfera... Abbiamo scoperto che in America stanno architettando qualcosa di losco... Non sappiamo ancora cosa stia per succedere, ma...”
Tsubasa lo guardò perplesso: “Ho capito. Vorresti che andassi lì per scoprire qualcosa prima dell'inizio del torneo, vero?”
Era tutto più chiaro adesso. Si tranquillizzò un poco. (Troppo presto per rilassarsi, Tsubasa! NdAutrice)
Tsubasa: “Ma ce la farò io a partecipare?”
Ryo: “Certo certo, non ti preoccupare. Farò in modo che le selezioni in Giappone comincino dopo il tuo ritorno. Vedrai, ce la farai sicuramente a tornare in tempo. Ora ti spiego meglio tutti i dettagli della missione. Aspettiamo soltanto che arrivi anche la tua nuova compagna di viaggio...”
Ah allora era quella la novità...
Un momento: nuova compagna di viaggio?!
Il possessore di Eagle sbiancò: lui, abituato a lavorare da solo, affiancato da qualcuno in una missione? Da una ragazza, per giunta?!
 
L'arrivo di Hikaru lo risvegliò dai suoi pensieri.
“È arrivata, signor direttore.”
“Oh Hikaru! Quante volte ti avrò ripetuto di non chiamarmi direttore! Comunque falla entrare, forza!”- sbuffò Ryo.
“Oh, ma certo...”- la segretaria si spostò dalla porta e permise alla misteriosa ragazza di fare il suo ingresso.
Entrò nell'ufficio con passo deciso. Ma i suoi stivaletti marroni non provocarono alcun rumore.
Tsubasa la squadrò da capo a piedi: c'era qualcosa di strano in lei.
Era senza dubbio bella, ma a quanto pareva non amava mettersi in mostra: indossava un lungo mantello blu sulle spalle.
Si tirò giù il cappuccio e mostrò una chioma color del mare, che arrivava più o meno fino alle spalle.
Tese la mano al possessore di Eagle: “Piacere”- disse sorridendo appena.
Evidentemente doveva essere contenta quanto lui dell'incarico che le era stato affidato.
Tsubasa osservò meglio il suo viso: aveva dei bellissimi lineamenti, degli occhi meravigliosi e una bocca carnosa. Unica pecca: due profonde cicatrici che le solcavano le guance.
Un dubbio si insinuò in quel momento nella testa del giovane blader.
Ma non ebbe tempo di riflettere.
“Allora, devo sbrigarmi non avete molto tempo”- esordì Ryo.
Consegnò loro una busta di carta.
“Ecco. Qui dentro ci sono due biglietti per l'America, una mappa della città dove è segnato il vostro alloggio e una chiave, che ovviamente lo apre. Potete decidere voi quando partire: c'è un volo subito alle 11.00, un altro nel pomeriggio alle 16.45, scegliete voi. Con entrambi arriverete a destinazione in giornata. Non vorrei mettervi fretta ma... sbrigatevi. Il torneo mondiale ormai è alle porte!”
I due ragazzi lo guardarono storto.
Già li aveva costretti a lavorare insieme, adesso voleva anche che si sbrigassero?!
Non ebbero il tempo di ribattere, perché pochi attimi dopo si ritrovarono fuori della WBBA.
Tsubasa si voltò verso la ragazza.
Era una figura alta e slanciata, avrà avuto sui 16 anni.
Sotto il mantello si intravedeva una semplice maglia a mezze maniche celeste, abbinata a degli short di jeans che le lasciavano scoperte gran parte delle gambe.
Sembrava una semplice ragazzina, ma Tsubasa rimaneva intimidito di fronte a lei.
Quel portamento, quei gesti... Era tutto troppo strano.
Alla fine, dopo qualche esitazione si decise a parlare.
“Ciao, io sono Tsubasa Otori.”
“Ah già... Non mi sono neppure presentata!”- un sorriso sincero comparve sulle sue labbra.
“Io mi chiamo Akane. Akane Tategami.”
 

Angolino dell'autrice
Salve a tutti! Eccomi qua con la mia prima long fic!
Perciò, per favore non arrabbiatevi se non è proprio il massimo... :)
Spero in qualche recensione...
Le prossime pubblicazioni probabilmente non saranno a breve...
La storia è tutta qua dentro, nel mio cervellino, ma sono veramente lenta a scrivere.
Detto questo...
A presto!
   
 
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