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Autore: Whatweusedtobe    01/04/2013    2 recensioni
"Anche se io ho finto di farcela, spero che tu ce la faccia davvero, perché non sei una codarda come me, te non sei mai fuggita davanti alla vita."
"Lui, tutto di lui mi faceva sorridere e finalmente pensavo di sentirmi viva dopo tanto, troppo tempo."
"Giuro che non avevo mai visto nulla di così vitale come i suoi occhi."
"Ora sei pronta” . Pronta? Io? Per la vita? Mai stata.
"Io ero solo...io ma sembrava che a lui bastasse e questa era la cosa più bella che mi potesse succedere: qualcuno che mi accettasse per come ero."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dedicato a chi pensa che non ce la può fare perchè tutto il peso dell'adolescenza gli sta cadendo sopra.

 
Vuota. Ecco come mi sentivo, il mio mondo non esisteva più: avevo divorato la mia “me”. Anche la più piccola azione sembrava difficile e guardare il mondo fuori da quella stupida finestra, il mondo vivo, quello reale rendeva il tutto ancora più patetico. Come se uno stupido vetro potesse proteggermi dal mondo, potesse proteggermi da me stessa. No, non poteva, ma meglio lasciarlo credere ai medici, avrebbe reso il tutto più semplice. Non parlavo più , se non a mono sillabi : “sì”, “no”, “non lo so”. I medici dicevano tuttavia che facevo progressi, che ero migliorata , che stava andando molto meglio. L’unico problema era che i dottori potevano convincere i miei genitori, i miei parenti, ma non me stessa. La verità era una sola: non avevo trovato ancora una buona ragione per guarire, per andare avanti. Ma l’aspettavo, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata, prima o poi sarei tornata a sorridere, prima o poi …
Intanto isolare il dolore sembrava la cosa migliore: finché rimaneva come una voragine dentro di me, tutto sarebbe andato bene. Perché al mondo non importa cosa sente una ragazza di 16 anni, vuole solo mantenere quella fottuta facciata di perbenismo: se sorridi vuol dire che sei felice, se fai sesso vuol dire che sei innamorata, se mangi vuol dire che non hai problemi, se vai d’accordo con i tuoi allora sei una figlia modello. Ecco, tutte queste cazzate non erano vere, e lo sapete perché? Perché io sorridevo,fingevo di mangiare, cercavo di non creare problemi ai miei ma dentro ,stavo morendo. Al mondo piace vedere solo quello che è giusto, solo quello che è semplice; alla gente non piace vedere la realtà. E, a dirla tutta non ce l’avevo con gli altri, perché anche a me non piaceva la realtà ,specialmente me stessa.
 
Quando uno è rinchiuso in clinica realizza parecchie cose e io, in particolare, ne avevo capita una: ero una brava attrice. Sapevo far credere agli altri quello che per me era inammissibile. Ne ebbi la conferma quando la mattina venne in camera mia la psicologa con un mazzo di fogli e un sorriso stampato in faccia e annunciò:
<>. Senza aspettare risposta uscì dalla stanza .
Sorrisi, non fraintendetemi, lo so che è strano , ma giuro che mi venne da sorridere, ma non perché sarei uscita da quella che per me era diventata una prigione, quanto perché era incredibile la stupidità umana. Non avevano capito niente . Ma ripeto, il mondo vede solo come appari non come sei. Beh, non ero stata male, insomma me l’ero cavata: uscire di lì in 8 mesi era stato un record.
Mancavano due ore a quando i miei sarebbero venuti a riprendermi, così pensai al mio ritorno a casa,al mio ritorno a scuola, quella stessa scuola che mi aveva distrutto e fortificato al tempo stesso, al mio ritorno alla vita normale (parte la risata in sottofondo: ma a chi cazzo lo raccontavo ? la mia vita non era normale, non lo sarebbe mai stata ,perché io non lo ero).Mi ripetevo sempre che i migliori sono pazzi, come diceva il Cappellaio Matto di Alice in Wonderland: ma se io fossi stata veramente pazza?
I miei arrivarono alle 17 precise , puntuali come al solito. Mia mamma mi abbracciò , nonostante fosse venuta in visita pochi giorni prima. Io mi disegnai in faccia un grande sorriso. Mio padre mi salutò: fra tutte le persone che conoscevo, lui era uno dei pochi per cui continuavo a sorridere. Era sempre presente a modo suo, ma non in quel modo invadente che non ti fa sentire padrona delle tue scelte, lui osservava ,capiva ma non giudicava .Mai. Quella era una delle cose che più amavo di lui.  Prima di salire in macchina corsi nella stanza di una mia amica che avevo conosciuto lì ,ma che mi aveva sempre fatto molta tenerezza, soprattutto perché era più piccola di me .Lei, il coraggio di sorridere lo trovava sempre, anche se avevano tentato di portarglielo via con la violenza. Lasciai nel cassetto del suo comodino un biglietto che le avrebbe fatto ricordare di me , anche se nessuna (per nostra scelta) conosceva il nome dell’altra, il biglietto diceva:
Anche se io ho finto di farcela, spero che tu ce la faccia davvero, perché non sei una codarda come me, te non sei mai fuggita davanti alla vita.
Fatto ciò mi avviai verso la macchina e mentre i miei erano girati feci il terzo dito a quel fottutissimo edificio. Come aveva detto la dottoressa? “Ora sei pronta” . Pronta? Io? Per la vita? Mai stata.


Spazio autrice:
per prima cosa : scusate se ho sbagliato a fare qualcosa o editare ecc... ma è la mia prima fanfiction in assoluto e non sono molto pratica XD (but Don't worry! spero che imparerò). Questo è solo il primo capitolo e so che è molto corto ma è solo per dare un'idea di quella che è la storia a tutti coloro che leggeranno (e che ringrazio in anticipo). Ancora non è entrato in scena quello che sarà un altro dei protagonisti (naturalmente uno dei One Direction come avete letto nelle informazioni), tuttavia non volevo ancora svelare tutto, ma lasciar capire chi è e cosa prova la protagonista. Beh... non mi resta che ringraziare tutti coloro che leggeranno ma soprattutto chi lascerà una sua recensione.Mi piacerebbe infatti avere un vostro parere: devo continuare oppure lasciar perdere tutto ? Inoltre non abbiate paura di fare critiche (sempre con rispetto se non chiedo troppo) oppure dire quello che vi è piaciuto o che vorreste curassi di più.
Un bacio,Whatweusedtobe

 
  
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