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Autore: Fiamma Erin Gaunt    01/04/2013    0 recensioni
Sequel di: "La seduzione del serpente"
I figli di Kyra e Tom sono cresciuti e si preparano ad affrontare il loro ultimo anno ad Hogwarts.Cosa accadrebbe se uno dei Riddle si innamorasse di una Sanguesporco? E se la Camera dei Segreti venisse nuovamente aperta?
Genere: Generale, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cap 1













 
Katherine percorse il corridoio che divideva gli scompartimenti del treno fino a giungere nell’ultimo vagone, dove era certa che avrebbe trovato i suoi amici, probabilmente intenti in una partita a Sparaschiocco o in una conversazione sulla stagione di Quidditch che stava per iniziare.
Bussò lievemente, annunciando la sua presenza, e fece scorrere la porta a vetri dello scompartimento. C’erano Charis Selwyn, Serpeverde del sesto anno e sua compagna di dormitorio, Rabastan Lestrange, sdraiato sul sedile con la sua proverbiale grazia, e il trio di Serpeverde che meno sopportava: Piton, Mulciber e Karkaroff.
Prese posto accanto all’amica, premurandosi di scoccare un’occhiata disgustata ai tre ragazzi.
- Che ci fanno qui questi tre? –
Charis le lanciò un’occhiataccia, pronta a prendere le difese di Severus, che era stato il suo primo amico ad Hogwarts.
- C’ è forse una legge che vieta la nostra presenza? – la rimbeccò Mulciber, scrutandola con un misto di malizia e arroganza.
- La vostra presenza dovrebbe essere vietata dal senso della decenza, ma purtroppo non è così –
Rabastan le rivolse un sorriso divertito; amava quando Katherine metteva in mostra il suo potenziale velenifero.
- Non vogliamo problemi, Riddle – intervenne Piton, già stufo di quella breve scaramuccia.
- Certo, Mocciosus, so che sei qui solo perché hai paura di incontrare Potter e i suoi amici –
Il volto pallido del ragazzo si chiazzò di uno sgradevole rosso e stava per ribattere quando, con un colpo secco, lo scompartimento venne aperto.
Questa volta si trattava dei Malandrini al completo. James Potter aveva lo sguardo trionfale di chi aveva finalmente avvistato la sua preda, Lupin sembrava decisamente scocciato, Minus squittiva eccitato e Sirius Black la guardava.
Un momento, per quale accidente di motivo Black la stava guardando? Il ragazzo notò la sua occhiata indagatrice e ne approfitto per stuzzicarla.
- So di essere bello, Riddle, ma così mi consumi –
Potter scoppiò a ridere, immediatamente imitato da Minus, mentre Remus si irrigidiva visibilmente. Katherine aveva ampiamente osservato quei ragazzi durante i suoi anni di studio, e li aveva etichettati: James “Sono il miglior Cercatore del mondo” Potter, Peter “Non conto assolutamente nulla” Minus, Sirius “Merlino quanto sono figo” Black. Aveva un’ etichetta per tutti, meno che per il quarto ed ultimo componente del gruppo. Per lei era incomprensibile come un tipo intelligente, educato e per giunta Purosangue, come lui, potesse mischiarsi a Babbanofili, Mezzosangue e Traditori del proprio sangue. Sì, Remus Lupin era un vero e proprio enigma.
- Ti hanno detto che sei bello? Credimi, stavano scherzando –
Venne il turno dei Serpeverde di scoppiare a ridere. Gli scontri tra Katherine Riddle e Sirius Black erano leggendari, almeno quanto quelli tra Potter e Piton.
- Non penserai di riuscire ad offendermi, vero bambolina? –
- Perché mai dovrei offenderti? Lo ha già fatto madre natura –
A quella battuta anche a James scappò un sorriso divertito. C’era poco da fare, quella ragazza sapeva essere la quintessenza della stronzaggine quando voleva e, fatalità, sembrava che questa sua intenzione si manifestasse ogni qual volta Sirius Black le compariva davanti.
Sirius si accigliò leggermente, ma un attimo dopo il sorriso sfrontato era tornato al suo posto.
- Non sai che chi disprezza compra? –
- Nel mio caso, Black, disprezza e basta – lo contraddisse, incrociando le braccia con aria risoluta e fulminandolo con gli occhi smeraldini.
Da che aveva memoria, non aveva mai sopportato quel ragazzo. Al primo anno le aveva colorato i capelli di verde, dicendo che “In quel modo si abbinavano alla sua divisa”, al secondo anno l’aveva fatta perdere nella Foresta Proibita, al terzo l’aveva gettata nel Lago Nero, costringendola a stare una settimana in infermeria a causa di una brutta influenza, e due anni prima l’aveva fatta finire in punizione ed era stata costretta a saltare la finale della Coppa di Quidditch. Insomma, ne aveva in abbondanza di motivi per non sopportarlo.
Dal quinto anno, tuttavia, aveva smesso di farle i dispetti e i suoi soliti stupidi scherzi e aveva cominciato a sfruttare ogni occasione per rivolgerle la parola, spesso con frasi che avevano l’unico scopo di infastidirla, ogni qual volta la incontrava “casualmente” in giro per la scuola. Katherine aveva seri dubbi sulla casualità delle circostanze che li portavano ad incontrarsi, perché era a dir poco singolare il fatto che, in un castello con sette piani, quattro torri e centinaia di corridoi, loro due finissero sempre con l’incontrarsi.
- Felpato, non siamo qui per questo – gli ricordò James, notando che l’amico sembrava sul punto di replicare.
- Giusto, in realtà volevamo dare una bella notizia a Mocciosus e ai suoi amichetti. –
A quelle parole, il riccio Cercatore dei Grifondoro spinse di lato il mantello, facendo luccicare la spilla su cui capeggiava la scritta “Caposcuola”.
- Non sapevo che l’idiozia fosse considerata un requisito per la nomina a Caposcuola – commentò asciutto Mulciber, che non sembrava minimamente impressionato dalla notizia.
Bisognava riconoscergli questo, malgrado fosse un individuo viscido e a dir poco inaffidabile: non si lasciava intimorire facilmente.
- Né io ero a conoscenza che il non lavarsi i capelli lo fosse – lo rimbeccò James, accennando alla spilla appuntata sul petto scarno di Piton.
A quelle parole il volto cinereo del Serpeverde si chiazzò nuovamente, mentre gli occhi neri si assottigliavano e mandavano lampi maligni all’indirizzo del ragazzo.
- Non tirare troppo la corda, Potter – sibilò, le mani ossute che si serravano attorno all’impugnatura della bacchetta.
- Fatela finita, non ho nessuna voglia di vedere due idioti che si scannano per la Evans – intervenne Katherine, bloccando sul nascere il movimento di James, che stava imitando il rivale.
- Gelosa? – la punzecchiò Sirius.
- Di cosa? Di non avere due come loro che duellano per me? Francamente, Black, sono certa di poter aspirare a molto meglio –
- Sai che, se ti riferisci a me, non devi fare altro che dirlo, no? –
- Non sperarci e ora, scusate, ma ho viste le vostre brutte facce anche per troppo tempo – aggiunse, chiudendo con un colpo di bacchetta lo sportello dello scompartimento e lasciando fuori i Malandrini.
Finalmente un po’ di pace.
 
 
 



*******
 
 






Tre scompartimenti più avanti, Ty Riddle, in compagnia di Maximillian Avery, sfogliava pigramente la Gazzetta del Quidditch.
- Novità? –
- Nulla di che, solo i Cannoni di Chudley che hanno comprato un nuovo bidone e i Tornados che  si prospettano vincenti anche quest’anno –
- Hai più pensato alla proposta di Lumacorno? – interloquì Maximillian, riferendosi all’incontro che il docente di Pozioni aveva organizzato lo scorso maggio quando, durante la festa di chiusura del Lumaclub, lo aveva presentato a Ludo Bagman. Ty era un ottimo portiere, il migliore che Hogwarts avesse visto negli ultimi trent’anni, e il professore sembrava convinto che un talento del genere non dovesse andare sprecato.
- Sì, ma sai meglio di me che non è fattibile –
Nel dirlo, si accarezzò inconsciamente l’avambraccio sinistro su cui, celato da incantesimi complessi, era impresso a fuoco il Marchio di suo padre.
- Sei diverso da loro, Ty, non fare finta che non sia così –
Scrollò le spalle, come a dire che le cose stavano in quel modo e lui non poteva certo farci nulla.
- Non ho scelta, Max –
L’amico tacque, consapevole che qualunque ulteriore discussione sarebbe stata inutile. Quando Ty Riddle si metteva in testa una cosa non c’era modo di fargli cambiare idea. La cosa buffa era che, al di là dei tratti aristocratici, la testardaggine era l’unica cosa che lui e suo padre avevano in comune. La sua gemella, al contrario, sembrava una versione femminile di suo padre, ma lui non le aveva mai dato più di tanto peso; sembrava che, il fatto che fosse donna, la rendesse in un certo senso meno importante ai suoi occhi.
Un lieve bussare interruppe la loro conversazione.
- Sì? –
Una chioma di lisci capelli rossi fece capolino, guardandosi attorno con aria guardinga.
- Ty Riddle? – chiese incerta.
Il Corvonero annuì.
- Sono io. In cosa posso esserti utile? – chiese, sfoggiando il migliore dei suoi sorrisi artificiosi.
Da quanto aveva potuto notare, visto che la porta dello scompartimento mostrava solo fino alla vita della ragazza, si trattava di una Grifondoro decisamente niente male.
- Lily Evans, Caposcuola di Grifondoro – si presentò, prima di aggiungere, - C’è una riunione nello scompartimento accanto alla sala del macchinista –
E così quella era la Evans. Ne aveva sentito parlare, se non altro per tutte quelle storie che giravano sul presunto triangolo tra lei, Potter e Piton, ma non si era mai preso la briga di controllare se le voci sulla sua avvenenza fossero vere. Una volta tanto, lo erano.
- Arrivo subito –
Scambiò un’occhiata d’intesa con Maximillian, che aveva notato l’interesse dell’amico, e la seguì lungo il corridoio che portava alla sala macchine.
- Ho sentito dire che sei una specie di fenomeno in Pozioni – esordì, ravviandosi distrattamente un ciuffo di capelli corvini, che gli era finito davanti agli occhi.
La ragazza arrossì leggermente, agitando una mano come a dire che non era poi questa gran cosa.
- Me la cavo –
- Dicono che sei riuscita a creare un Distillato della Morte praticamente perfetto, al tuo quarto anno. Questo è più che cavarsela –
- E tu, invece, hai fatto Evanescere un’iguana al primo tentativo. La McGrannitt ne è rimasta molto impressionata. –
- Me la cavo – replicò, imitando il tono imbarazzato della ragazza e facendola scoppiare a ridere.
- È strano che non ti abbia mai visto in biblioteca – considerò, dopo che il silenzio fu sceso nuovamente tra di loro. Aveva inquadrato abbastanza quella ragazza per capire che, se non avesse preso lui la parola, la conversazione sarebbe morta sul nascere.
- Non così tanto, in effetti, sto sempre al tavolo dietro a quello della Pince –
- Adesso salta fuori che sei anche in grado di andare d’accordo con Irma? Non sei di questo pianeta, Evans –
Lily scoppiò nuovamente a ridere.
- Non è così insopportabile, bisogna solo sapere come prenderla –
- Dovrai insegnarmi, allora. Sai, credo che mi odi – le confidò, chinandosi a sussurrarle quelle parole nell’orecchio.
Le gote di Lily avvamparono e Ty si considerò più che soddisfatto. Doveva andarci piano con quella ragazza, se solo una frase sussurrata le faceva quell’effetto.
- Bè, siamo arrivati – annunciò, fermandosi davanti allo sportello scorrevole.
Ty le fece cenno di precederlo e poté così godersi la visione del suo posteriore celato dalla gonna della divisa.
 Sì, Lily Evans valeva decisamente lo sforzo che avrebbe dovuto fare per conquistarla.
 
 
 
 
 











Spazio autrice:

Eccoci con il primo capitolo e l’introduzione psicologica dei due protagonisti. Come dice anche Ty, lui e Katherine sono sì gemelli, ma caratterialmente hanno alcune differenze. Lui è il classico dongiovanni, quello a cui serve la ragazza giusta per mettere la testa a posto, e lei è un concentrato d’ironia e veleno, che riversa nei confronti del povero Sirius u.u
Bè, che dire, ci tengo a precisare che loro NON sono Voldemort, quindi è normale che il loro atteggiamento sia diverso e, poi, non sarebbe originale se fossero lo specchio del loro paparino, no?
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo.
Baci baci,
                Fiamma Erin Gaunt
 

  
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