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Autore: StayThereWhateverHappen    01/04/2013    1 recensioni
Louis Tomlinson era un ragazzo che aveva perso il sorriso, un evento particolare della sua vita l'aveva cambiato. Grazie ad Harry Styles riesce a recuperare il vecchio Louis che era rimasto sepolto da tristezza e sofferenza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         -JUST ONE INCIDENT-

BuonCiao a tutti. Questa è la mia prima FF quindi sono un pò nervosa perchè non so che reazione che potreste avere :)
L'ho riletta più volte ma può essere che mi sia sfuggito qualche errore, nel caso, vi sarei grata se me lo segnalaste!
Bhe che dire? buona lettura! :)



Era un pomeriggio soleggiato quello durante il quale Louis Tomlinson decise di alzarsi dal divano, che ormai aveva impressa la sua forma, per uscire a prendere una boccata d’aria fresca.
Questo comportamento risultò strano anche a lui. Non era un ragazzo che prendeva iniziativa, era svogliato, sedentario e il più delle volte anche depresso.
Louis Tomlinson, un bel ragazzo, non troppo alto, con un filo di grasso laddove non guastava era costantemente triste. La sua caratteristica principale era il nervosismo. Non era sempre stato così, prima era conosciuto come uno dei ragazzi più solari e sorridenti della sua città.

Il repentino cambiamento di personalità era dovuto al distaccamento dai genitori. Durante una cena in famiglia Louis aveva dichiarato ai genitori e alle sorelle di essere gay; Il padre aveva subito reagito male sbattendo i palmi delle mani sul tavolo per poi allontanarsi dalla cucina. Pochi minuti dopo era tornato dal resto della famiglia e aveva sbattuto un borsone stracolmo di vestiti del figlio sul pavimento. Con l’indice aveva indicato la porta d’uscita e aveva bisbigliato con voce roca un “vattene.” Pieno di disprezzo.
Il ragazzo aveva raccolto la borsa osservato gli sguardi della madre e delle sorelle: vuoti, inespressivi, apatici.
Raggiungendo la porta di casa una lacrima aveva rigato il suo viso e per non risultare troppo fragile agli occhi del padre che lo scrutava, Louis si era affrettato ad asciugarla.
Aveva cominciato a camminare lentamente verso casa del suo migliore amico che sicuramente l’avrebbe accolto a braccia aperte. Durante il tragitto aveva cercato di auto-consolarsi pensando che se la sua famiglia non lo accettava per quello che era, allora lui non avrebbe voluto più vivere con loro…sapeva che la cosa sarebbe stata traumatica, lui amava le proprie sorelle, la madre sempre sorridente e il padre che aveva sempre preso come punto di riferimento.
Egli si era però mostrato una persona diversa quella sera, l’aveva cacciato di casa e così Louis capì che seguire l’esempio del padre non sarebbe stata una delle cose migliori. Mente ottusa, chiusa, irrazionale.
No, Louis non voleva diventare come lui.

Liam Payne era il migliore amico di Louis da tutta la vita, avevano sempre frequentato la stessa scuola gli stessi centri sportivi e qualche volta gli era capitato anche di frequentare gli stessi ragazzi.
I due amici avevano un bellissimo rapporto, si capivano con un solo sguardo e niente fin ora era riuscito a dividerli. La loro amicizia era pura, distaccata dalle convenienze e con alla base un legame di fratellanza che poche persone riescono a creare e a far durare per così tanto tempo.
Diciannove anni di giochi, scherzi, sorrisi e confessioni erano alle spalle di Liam e Louis.

Quando Liam vide Louis appoggiato allo stipite della porta d’ingresso di casa sua, fece scorrere lo sguardo sull’ intera figura del ragazzo davanti a lui. In mano teneva un grosso borsone e il suo viso era abbassato con lo sguardo fisso sulle scarpe. Liam capì tutto.
“Entra Lou.”
Louis non fece in tempo a varcare la soglia che istintivamente lasciò cadere a terra la borsa per poter tuffarsi tra le braccia dell’ amico. Scoppiò a piangere e a singhiozzare.
“Scusa Liam.”
“Ehi Lou, scusa di cosa? Sai che ci sono sempre per te.” Liam abbozzò un sorriso dolcissimo.
“Po-posso rimanere da te questa notte?” chiese Louis singhiozzante.
“Puoi restare qui tutto il tempo che vuoi.” Liam viveva da solo in una piccola villetta a schiera e avrebbe accolto volentieri il suo migliore amico. Avrebbe fatto di tutto per lui.

Louis rimase a casa dell’ amico per circa una settimana, giusto il tempo di trovare un lavoro part-time in modo da riuscire a pagare l’affitto dell’ appartamento in cui si trasferì.
Il castano aveva trovato lavoro in un piccolo supermercato vicino a casa di Liam, fare il cassiere non era mai stato il suo sogno ma per ora doveva accontentarsi del posto trovato.
I due amici si ritrovavano spesso a cenare insieme, quando Louis staccava dal lavoro andava a casa di Liam con una paio di pizze e di bottiglie di birra. Le loro serate erano sempre piacevoli, chiacchieravano, guardavano un film, ascoltavano musica…o meglio, cantavano sopra alla voce del cantante delle loro canzoni preferite.
Le settimane passarono velocemente per Louis, inizialmente era stato talmente occupato dalle ricerca del lavoro e dell’appartamento che neanche si accorse di sentire una potentissima mancanza della sua famiglia.
Man mano che i giorni scorrevano però, Louis si sentiva sempre più vuoto, più solo, meno vivo.
Il primo segno di cedimento lo diede quando decise di lasciare il college che frequentava con Liam, fin ora aveva fatto fatica a far coincidere gli orari della scuola e quelli del lavoro però aveva comunque continuato a dare il massimo. Adesso no, si era reso contro che studiare era diventato troppo pesante, impegnativo e soprattutto aveva notato che i suoi sforzi non fruttavano nel migliore dei modi.
Una volta lasciato il college, il castano si ritrovò ad avere libere le intere mattinate. Dormiva fino a tardi, mangiava sul divano e guardava film che il più delle volte lo facevano addormentare, una noia mortale.
Continuavano a tornargli in mente i suoi genitori e le sue sorelle, da quando se n’era andato di casa nessuno si era più preoccupato per lui, nessuno lo aveva chiamato per sapere almeno dove alloggiava. Lo avevano disconosciuto, ignorato e probabilmente anche dimenticato.
Giorno dopo giorno il ragazzo diventava sempre più triste, sempre più avvilito. Si sentiva inutile, sbagliato, perso.
Louis non si faceva più vedere sorridente, forse neanche si ricordava come si facesse a sorridere, camminava lentamente andando verso il supermercato, tirava piccoli calci ai sassolini che si ritrovava davanti ai piedi e teneva la testa costantemente bassa.
Liam vedeva l’amico sempre più raramente, sapeva che stava sempre chiuso in casa e non usciva mai se non per andare a lavoro. Era preoccupato, non riconosceva più il vecchio Louis, quello con cui era cresciuto e aveva condiviso tutto. Voleva aiutarlo, doveva farlo.
Una sera Liam decise di prendere in mano la situazione così si precipitò verso il posto in cui Louis lavorava in modo da poterlo incontrare senza doverlo supplicare per farsi aprire la porta di casa.
Arrivato al supermercato vide Louis seduto dietro al nastro trasportatore della cassa, entrò correndo e si diresse verso il reparto surgelati, prese un paio di pizze e volò verso la cassa dell’ amico. Liam aveva un piano.
Louis era occupato ad osservarsi le mani quando sentì un “ciao.” pronunciato da una voce a lui ben nota. Liam. Non voleva farsi vedere così da lui, si sarebbe senz’altro preoccupato più di quel che doveva.
“Ciao Lì, cosa ci fai qui?” chiese cercando di sorridere invano.
“Sono venuto a prendere la pizza, aspetto che finisci il turno e poi ti porto a casa con me.”
“Liam io…io non posso.” Louis abbassò la testa nuovamente passando le pizze davanti a sé per batterne il prezzo.
“Lou, tu stasera fai quello che ti dico io. Adesso finisci di battere le pizze poi chiudi tutto e andiamo.”
“E va bene.” Louis rispose scocciato e affranto. Non voleva fare un torto all’amico che tanto gli era stato vicino.
Sistemò i conti e si tolse il grembiule che aveva legato ai fianchi, ridicolo. Prese la sua tracolla e lanciò uno sguardo a Liam che gli stava sorridendo contento della riuscita dell’impresa.
Arrivati a casa del moro accesero il forno e vi misero dentro le pizze. Cominciarono a chiacchierare di cose inutili per paura di parlare di ciò che affliggeva Louis. Soltanto dopo cena, Liam intraprese l’argomento e per sua enorme sorpresa l’amico non si tirò indietro e gli esternò ciò che provava. Entrambi i ragazzi avevano bisogno di sfogarsi, soprattutto Louis che si teneva tutto dentro da troppo tempo.
Il castano riuscì a raccontare a Liam ciò che sentiva: vuoto, apatia, nervosismo. L’amico riusciva a capire ciò che Louis descriveva, aveva vissuto le stesse cose appena un anno prima ma risentendone parlare, tutto ciò che ormai era riuscito a superare tornò a bruciare vivo dentro di lui.
Dopo un lungo discorso e un lungo e affettuoso abbraccio i due decisero di uscire. Louis si sentiva meglio. Si diressero verso un pub e una volta entrati ordinarono due birre chiare doppio malto, grandi. Passarono una bella serata, ne avevano bisogno entrambi e la lontananza tra di loro nei giorni precedenti li aveva avviliti tremendamente.
Passarono altre lunghe giornate durante le quali i ragazzi si videro più spesso, anche solo per un caffè dopo la pausa pranzo.
Louis stava meglio ma non era ancora tornato quello di prima, la sua famiglia gli mancava sempre, soprattutto durante le mattinate trascorse sul divano a poltrire.
Una mattina, quella in cui Louis decise di uscire, qualcosa di strano avvenne dentro di lui.
Non sapeva perché ma stare sul divano non gli andava più, non gli andava neanche di tornare a letto e cosa ancora più strana, non gli andava neanche di mangiare. Louis amava mangiare.
Alzatosi dal divano il ragazzo si diresse in camera sua, aprì l’ armadio e ne estrasse una paio di pantaloni rossi e attillati, decise di abbinarli ad una maglietta bianca a righe blu e ad un paio di Toms bianche.
Afferrò distrattamente la tracolla blu e si soffermò davanti alla porta del bagno. Era il caso di darsi una sistemata a quei capelli. Erano ancora umidi data la doccia di poco prima e quindi dargli una forma decente sarebbe stato facile.
Passò una mano tra di essi, erano lisci e di un castano chiaro lucente…dopo pochi secondi era pronto. Puntò gli occhi celesti ancora una volta verso il suo riflesso nello specchio. Cercò di sorridere ma niente, ancora non ne era capace.
Aprì la porta di casa e un fascio di luce lo colpì dritto negli occhi che fu costretto a socchiudere. Decise di avviarsi verso il parco a fianco dell’asilo nido, era sempre pieno di piccoli bambini sorridenti. Louis adorava i bambini, chissà che riuscissero a trasmettergli un po’ della loro felicità.
Quasi arrivato al parco sentì il suo cellulare suonare, un messaggio, Liam.
Fece ombra sullo schermo con una mano, con l’ altra cominciò a rispondere e distrattamente continuò a camminare non accorgendosi di star andando verso il centro della strada che prima stava costeggiando.
Un clacson lo riportò alla realtà, vide un piccolo furgoncino bianco sbandare.
Tirò un sospiro di sollievo quando si accorse di essere sano e salvo, per fortuna l’autista del furgoncino era riuscito ad evitarlo.
Una frenata rumorosa lo distolse dai suoi pensieri. Era il furgone che si era fermato accostando davanti al cancello dell’asilo. Louis sentì il cuore battere sempre più forte pensando che l’autista si sarebbe arrabbiato con lui per la sua sbadataggine. Respirò rumorosamente e si avviò verso il veicolo a cui si aprì una portiera.
Un ragazzo giovane, molto giovane, scese dal furgoncino e camminando a passo svelto raggiunse Louis. Aveva i capelli ricci che cadevano davanti alla fronte, gli occhi verdi che brillavano, forse per lo spavento.
Indossava dei pantaloni bianchi, come la maglietta a maniche corte coperta da un grembiule che gli arrivava fino alle ginocchia, anche quello rigorosamente bianco. Uno stemma all’ altezza del cuore. –Styles’s Bakery- c’era scritto.
“Oddio stai bene? Mi sono spaventato tantissimo, non pensavo di riuscire ad evitarti!” Il ragazzo del panificio non era arrabbiato, Louis era felice di non essersi cacciato nei guai.
“S-si sto bene ma…non sei arrabbiato?” chiese Louis meravigliato.
“Arrabbiato? N-no…io sono solo preoccupato, stavo guardando che ore erano sul cellulare quando ho alzato la testa e ti ho visto davanti al furgone, pensavo davvero di non riuscire a schivarti! Sei sicuro di star bene?”
“Mai stato meglio, davvero. Poi è colpa mia, anche io stavo guardando il cellulare…mi era arrivato un messaggio così ho cominciato a rispondere e tutt’a un tratto mi sono trovato in mezzo alla strada!” Louis sorrise, finalmente un sorriso riuscì a nascere sulle sue labbra. C’era voluto quasi un incidente per uno stupido inarcamento delle labbra.
“Ah ma allora non stavi attraversando! Pensavo di non averti visto, invece…comunque piacere, io sono Harry!” Il panettiere dischiuse le labbra e fece brillare i suoi denti perfetti in un sorriso enorme.
“Il piacere è tutto mio, Louis” il castano allungo la sua mano e strinse quella del riccio.
“Oddio ma è tardissimo! Devo consegnare il carico all’asilo, i bambini devono avere i loro panini per il pranzo!” esclamò Harry controllando l’ora sullo schermo del cellulare.
“Ehmm…senti, visto che sei in ritardo per causa mia, ti va se ti do una mano? Non ho nulla da fare e adoro i bambini!” Louis fece uscire dalla sua bocca queste parole senza neanche accorgersene.
“Certo che va bene! Ma ne sei sicuro?” Harry si stava ancora preoccupando per la salute del castano.
“Sicurissimo!” Louis abbozzò un altro sorriso.
“Benissimo allora seguimi e…grazie.” Rispose gentilmente Harry.
Il riccio era rimasto subito affascinato da Louis, sembrava così triste prima di presentarglisi davanti, mentre camminava andandogli in contro.
Il look di Louis era particolare, colorato, poco virile ma simpatico. Ad Harry era piaciuto subito.
Durante il loro primo “discorso” c’era stato un attimo in cui gli sguardi dei ragazzi si erano intrecciati ed erano rimasti a scrutarsi per parecchi secondi. Il verde del riccio navigava nel celeste del castano e viceversa.
Passarono una ventina di minuti quando i due ragazzi uscirono dall’asilo e si diressero verso il camioncino del panificio, il proprietario aveva invitato Louis a pranzo, sarebbero andati in un fast food vicino al supermercato dove lavorava il castano in modo tale che, appena finito il pranzo, egli sarebbe riuscito ad arrivare in tempo per l’inizio del suo turno.
I due ragazzi passarono un ora in compagnia l’uno dell’altro, conversarono amichevolmente e si conobbero meglio. In quell’arco di tempo Louis si sentì bene, il sorriso non abbandonò mai le sue labbra sottili e rosee. Finalmente, finalmente il ragazzo si sentiva felice.
Finito di mangiare il riccio e il castano uscirono dal locale, si osservarono vicendevolmente per qualche istante e…
“Louis…ascolta, io devo dirti una cosa. So che ci conosciamo solo da poche ore però qualcosa mi dice che devo fidarmi di te quindi…” Harry abbassò la testa, si osservò le scarpe.
“Ehi, certo che puoi fidarti, dimmi…ti ascolto!” Louis non aveva ancora smesso di sorridere ma vedendo l’aria preoccupata di Harry le sue labbra tornarono alla normalità, si era preoccupato.
“Io…io sono gay, ora però ti prego, non scappare, vorrei solo esserti amico.” Harry si sentì infinitamente piccolo pronunciando queste parole.
“Harry, non vado da nessuna parte. Adesso però devo dirti anche io una cosa…” Louis fissò i propri occhi in quelli del riccio.
“D-davvero non hai paura di me? Tutti scappano quando io parlo della mia sessualità, solo la mia famiglia mi è stata sempre vicino.” Harry abbassò nuovamente lo sguardo.
Alle parole del nuovo amico, Louis si sentì male. La famiglia del riccio era stata ammirabile, lo aveva sostenuto e protetto…allora perché la sua l’ aveva ripudiato? Perché l’aveva abbandonato a sé stesso?
Cercò di non pensarci. Cercò di godersi la compagnia di Harry che, doveva ammetterlo, lo affascinava molto. Sembrava dolce, delicato forse un po’ troppo timido però era comprensibile…si conoscevano da così poco!
Louis continuò il discorso.
“Harry, anche io sono gay e…non voglio esserti amico, vorrei poterti conoscere meglio, insomma, sei una persona interessante!” Un nuovo sorriso sbocciò sulle labbra del castano.
“Ma…ma io pensavo che tu avessi una corte spietata di ragazzine che ti morivano ai piedi!” Harry saltò, letteralmente, addosso a Louis che lo strinse a sé abbracciandolo.
I due ragazzi erano felici, stavano bene uno in compagni dell’altro. Entrambi facevano fatica a conoscere nuova gente e a farsi nuovi amici ma in questo caso, non era stato poi tanto difficile. Il tutto era risultato naturale, spontaneo e addirittura divertente.
Prima di salutarsi definitivamente, Louis prese in mano la situazione e sciogliendo l’abbraccio col riccio estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloni, chiese il numero di telefono ad Harry su cui nacque un enorme sorriso. Si scambiarono i numeri.
Louis si avviò verso il supermercato e per una volta, quel tragitto non gli risultò pesante o noioso, Louis era felice…era tornato il Louis di sempre. Le ore al lavoro passarono velocemente, forse perché il castano non riusciva a smettere di pensare al riccio. Quel ragazzo gli era piaciuto proprio tanto, voleva rivederlo.
Finito il turno al supermercato Louis corse verso casa di Liam, si fece aprire la porta e si lanciò sul suo divano.
Raccontò all’amico tutto ciò che gli era successo: l’ incidente, il pranzo, la confessione, il numero di telefono.
Liam non vedeva stare così bene il suo migliore amico da una vita. Era felice per lui, vederlo sorridere gli faceva un enorme piacere.
“Louis senti, secondo me dovresti chiedergli di uscire…portalo in un bar, passate così la serata e poi vedi come vanno le cose.” Liam sorrise convinto della propria affermazione.
Il castano non se lo fece ripetere due volte, afferrò con foga il cellulare e cominciò a digitare sulla piccola tastiera nera.
-Stasera alle 21.30 al bar “Luca’s” , ti aspetto. Lou.-
Appena Harry vide il messaggio del nuovo amico corse a prepararsi, jeans scuri e maglietta bianca leggermente scollata. All Star rigorosamente bianche e un giacchetto beige.
Tutto questo non prima di aver risposto al messaggio di Louis.
-Ci sto. A tra poco :) –
I due amici passarono una bella serata, bevvero forse un po’ troppo ma l’alcool non compromise la serata, anzi, la rese divertente al punto giusto.
A questo primo appuntamento ne seguirono altri sei. La situazione era cambiata…al settimo appuntamento i ragazzi si accorsero che essere solo amici non gli bastava più.
Entrambi erano più agitati del solito quella sera, entrambi avevano preso la decisione di dare una svolta alla loro storia…all’insaputa dell’altro ed entrambi si erano accorti di provare un sentimento piacevole, caldo, accogliente.
Stando insieme i due ragazzi si sentivano loro stessi, ogni volta che dovevano salutarsi per tornare nelle rispettive case una nota di malinconia invadeva i loro cuori. Sapevano che tutto ciò voleva poter dire solo una cosa: si stavano innamorando.
Louis aveva deciso, si sarebbe vestito elegante. Indossò un paio di pantaloni neri non troppo aderenti ma che gli fasciavano appena il sedere, una camicia bianca e una giacca che vagava tra il casual e l’elegante ma che dava un tocco di classe a tutto il look.
Harry fece lo stesso ragionamento di Louis: pantaloni neri, camicia bianca e giacca casual.
Il castano passò a prendere il minore con la sua nuova auto rossa, luminosa e fiammante.
Arrivati al ristorante il cameriere li accompagnò fino ad una tavolo intimo e riservato. Louis lo aveva richiesto esattamente così.
Passarono un paio d’ore, passarono velocemente perché entrambi si stavano divertendo.
Qualcosa di magico c’era tra loro, sorridevano complici e di tanto in tanto si sfioravano le mani sopra la superficie del tavolo. Una sensazione incredibile li avvolgeva quando le loro pelli si scontravano. Si sentivano leggeri e felici, luminosi e spensierati.
Usciti dal ristorante Harry si avvicinò lentamente a Louis e per ringraziarlo gli posò un leggero bacio sulla guancia, entrambi arrossirono.
Da quanto tempo Louis non si sentiva così bene? E da quanto tempo Harry aspettava di incontrare una persona dolce, vera e bella proprio come Louis?
Louis non ce la faceva più, quando la sua guancia venne a contatto con le labbra del riccio, in lui si sprigionò un calore indescrivibile. Le labbra che lo avevano sfiorato, quelle labbra, valevano la pena di essere esplorate meglio.
Con questo pensiero, il castano fissò Harry negli occhi, sorrise e fece un passo verso di lui per avvicinarglisi.
Anche Harry avanzò verso l’ amico. Gli posò le mani sul petto caldo e avvicinò il viso a quello di Louis che vedendo il riccio così vicino, non seppe resistere.
Si tuffò sulle sue labbra e con un leggero e casto bacio cominciò a sentirsi meglio.
Harry non si era mai sentito così in pace col mondo, si avvicinò più che potè a Louis e lo abbraccio senza mai staccare le labbra dalle sue.
Louis comincio a contornare con la lingua le soffici e carnose labbra del riccio che le dischiuse consentendo l’accesso alla sua bocca.
Le loro lingue cominciarono a danzare, a sfiorarsi e a rincorrersi. Nessuno dei due aveva mai provato sensazione più bella
Si staccarono dal bacio ed entrambi sorrisero, i loro occhi si fusero insieme. Verde nel celeste e celeste nel verde.
“Ti amo Harry.”
“Ti amo Louis.”
Dopo quella serata Louis ed Harry  si videro tutti i giorni, la mattina Louis accompagnava il fidanzato a fare le consegne con il famoso furgoncino e la sera Harry passava a prendere al lavoro Louis per poi andare a casa. Adesso i due ragazzi vivevano insieme. Dormivano nello stesso letto. Usavano lo stesso bagno.
Al mondo non esisteva niente di più perfetto di loro due insieme, pensava Liam. Vedere Louis così felice grazie ad Harry faceva nascere in Liam una forte emozione. Doveva essere grato al ricciolino, aveva salvato il suo migliore amico dall’oscurità di una vita monotona e nascosta. La luce che Harry aveva negli occhi aveva avvolto Louis e l’aveva portato in un universo parallelo, un universo dove tutto era perfetto perché colorato del loro Amore.
 
 
 

 Eccomi di nuovo, spero che la piccola storia vi sia piaciuta, io mi sono impegnata al massimo ma spero di riuscire a migliorare col tempo.
Se avete critiche, domande oppure osservazioni da fare non vi resta altro che recensire. (Cioè potete lasciarmi una recensione anche solo per dirmi che vi è piaciuta ahahah )
Molto bene, ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui, un bacio!
- Giulia -

 
 
 
 
 
 
 
  
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