Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Nera    21/10/2007    9 recensioni
Inuyasha è una spia di un'importante agenzia e Kagome è una semplice studentessa che per provare qualcosa di nuovo nella vita decide di lavorare per il padre dopo la scuola. Purtroppo, metterà più volte nei casini Inuyasha, molto diverso da lei....E' la mia prima AU, quindi se non gradite non attaccatemi please.... Grazie a chi ha intenzione di leggerla! BACIO!
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Spy Game

Capitolo 2


Inuyasha si avviò senza fare domande, mentre la ragazza cominciò a chiedere spiegazioni senza ricevere alcuna risposta e dopo essersi resa conto che non le avrebbero detto nulla, si arrese e si lasciò condurre nell’ufficio del capo. Era nervosa, forse aveva fatto qualcosa di sbagliato durante l’incontro.

Entrarono tutti e sei in un enorme ascensore, e uno dei quattro bestioni spinse il pulsante con impresso il numero 20. Una piccola scossa e cominciarono a salire. Yumi si guardava attorno con sospetto, ma anche con un pizzico di timore. Osservava le persone che le stavano accanto e ad ogni secondo che passava si rendeva conto di quanto fossero diverse da lei. Poi il suo sguardo si rivolse ad Inuyasha. I suoi occhi erano fermamente puntati davanti a lui, senza paura e con onore. Si sentì lo sguardo di Yumi su di se e la guardò un istante con la coda dell’occhio, ed impacciata abbassò il viso. Le sue guance si colorarono per l’imbarazzo. La punta del suo piede si muoveva nervosamente su e giù segnando il tempo che sembrava non passare mai dentro quelle quattro mura d’acciaio.

Un suono simile ad un campanello avvisò le persone all’interno dell’ascensore che erano arrivate al piano desiderato, e le porte scorrevoli si aprirono. Con una piccola spinta, Yumi uscì da quello scatolone di metallo. Più si avvicinava a quell’ufficio, più sentiva il cuore battere forte, ma doveva comunque dimostrare un po’ di orgoglio, quindi deglutì, fece un respiro profondo, alzò il mento e camminò a testa alta. Ad Inuyasha sembrava che la ragazza fosse sull’orlo di una crisi di nervi, e poco ci mancava in effetti. Sentiva le gambe tremare come non mai, temeva che potessero piegarsi da un momento all’altro sotto il suo peso al prossimo passo. Girarono l’angolo, infondo al corridoio, appesa al muro, si poteva scorgere una targhetta. Era troppo lontana per riuscire a leggerla, ma immaginava che poteva esserci scritto qualcosa tipo “dirigenza” o “presidenza”, come se fosse una scuola. Era tutto estremamente silenzioso, si sentivano solo i loro passi. Mancavano pochi metri.

Arrivati alla fatidica porta, i quattro gorilla si fermarono sulla soglia dopo aver bussato. Una voce all’interno disse “Avanti”, e a quella parola, a Yumi il sangue si congelò nelle vene. Inuyasha si fece avanti e girò il pomello orato della porta, la aprì e vi entrò, e dopo di lui, anche se a malincuore, anche la ragazza al suo seguito. Una volta messo piede nell’ufficio, la prima cosa che saltò subito ai suoi occhi, furono le immense finestre che illuminavano l’interno della luce arancione del tramonto. Era una stanza immensa. Dalla parte opposta della porta vi era una scaffalatura che si arrampicava per l’intera parete, in cui erano accuratamente posti centinaia di libri. Di fronte ad essa vi era la scrivania del capo, con la solita lampada per quando si fermava in ufficio fino a tardi, la sua targhetta con nome e cognome, varie scartoffie e foto. Tra questi due mobili si trovava l’ometto buffo che prima, in palestra, aveva catturato l’attenzione di Yumi. Lui era il capo. Un uomo che aveva già passato la soglia della mezza età, con il panciotto e quasi completamente calvo. Si era lasciato andare da quando si rese conto che il lavoro duro, fatto di inseguimenti e pedinamenti, doveva essere lasciato ai giovanotti con ancora tutti i capelli in testa. Se ne stava in piedi, dando le spalle ai suoi ospiti che aveva fatto chiamare poco prima. Stava osservando qualcosa sulla scaffalatura, e i due giovani non riuscivano a capire cosa. Inuyasha e Yumi se ne stavano in silenzio ed immobili davanti alla scrivania, aspettando che lo strano ometto dicesse qualcosa, poi ad un tratto:

-Mi avevano avvertito che ti eri presentata alle selezioni, ma non avrei mai immaginato che saresti arrivata a questo punto.- disse il capo rimanendo girato verso i libri.

-Non mi stupisco, mi hai sempre sottovalutata.- rispose con tono di sfida Yumi. L’uomo decise di voltarsi, e mostrare il suo volto alle persone che gli stavano davanti.

-Non dire stupidaggini, so bene qual è il tuo potenziale, ma non sei adatta a questo lavoro Kagome!- Sbraitò l’uomo.

Inuyasha era confuso. Perché chiamarla Kagome? I due si conoscevano già? Il ragazzo, sempre più confuso, guardò la giovane al suo fianco, e subito dopo guardò il suo capo. La ragazza si avvicinò velocemente alla scrivania dell’uomo e vi sbatté con violenza le mani.

-Ho superato tutte le prove, sia quella di intelligenza, che quella fisica, ho persino battuto il tuo prediletto, e mi dici che non sono adatta? Tu non mi conosci papà!

A quella parola, Inuyasha ne rimase esterrefatto. Ora capiva perché il suo volto gli era familiare. Il suo capo aveva una foto di Kagome sulla scaffalatura, nello stesso posto in cui era girato. Infatti, Miyoga Higurashi era il padre di Kagome Higurashi.

-Come puoi dire una cosa del genere? Sono sempre tuo padre!

-Già, un padre che non c’era mai, che stava intere nottate a lavorare per poi non esserci mai per la sua famiglia!

Miyoga fece solo un respiro profondo in risposta a quelle parole.

-D’accordo signorina. Vuoi far parte della Spy World Corp? Ti accontento subito: Inuyasha, da ora in poi, per ogni incarico, porterai con te Kagome, intesi?

Il ragazzo deglutì incredulo e riuscì solo a dire:

-C…Cosa?

-E’ un ordine.- disse l’uomo, mai stato più serio di così. Poi aggiunse: - stasera riceverai una chiamata dove ti spiegherò tutto.

-Sissignore.- Inuyasha si arrese.

Il signor Higurashi si avvicinò alla porta tranquillamente come se le parole accusatorie della figlia non l’avessero nemmeno sfiorato, invece erano andate in profondità e aveva solo bisogno di starsene un po’ per conto suo. Inuyasha era sbigottito, traballava sulle sue stesse gambe, sconvolto dalle troppe notizie apprese in così pochi secondi. Kagome era immobile, incredula per aver visto il padre arrendersi senza ribattere accuratamente, senza punirla, ma forse egli stesso credeva che averla assunta fosse già una punizione adeguata.

-Forza, vieni, o papino mi sgrida!- esordì il ragazzo con tono ironico.

-Cosa intendi dire, scusa?- gli rispose voltandosi verso di lui con un’espressione interrogativa.

-Che io mi sono fatto cinque anni di addestramento, lotta libera, box, karate, ho rinunciato a tutto per arrivare fin qui perché è sempre stato il mio sogno, poi arrivi tu, la figlia del capo e come per magia, tra duecento pretendenti, vieni scelta tu? C’erano persone più motivate di te per avere questo lavoro! Non hanno fatto le selezioni per provare qualcosa di nuovo o per uno stupido capriccio!- sbottò Inuyasha.

-Se pensi che io sia una raccomandata ti sbagli di grosso! Hai sentito anche tu che mio padre non era neanche d’accordo che io mi presentassi qui! Ho partecipato alle selezioni con un altro nome pur di non essere riconosciuta, ho faticato come tutti gli altri e questo posto me lo sono meritato! Ti ho perfino battuto sul quadrato, ma forse è proprio questo che ti rode, proprio perché sei stato messo al tappeto da una ragazza, è questo il problema vero? Non riesci ad accettare che nonostante tutto ti ho battuto senza inganni, ma solo perché sono migliore di te!

-Tu migliore di me?- le domandò con voce incredula.

-Se proprio non riesci ad accettare una sconfitta ti do la rivincita!

-Non mi da fastidio questo! Mi urta il fatto che devo fare da baby-sitter ad una ragazzina insolente come te!

-Nessuno ti costringe! Puoi andare quante volte vuoi da mio padre e dirgli che rifiuti questo incarico, ma cosa gli dirai?

-Che non mi sono fatto il culo per fare da balia ad una liceale con i complessi da spia! Se vuoi davvero questo lavoro, allora devi cambiare! Abbassa la cresta ragazzina, e comincia a stare al tuo posto perché non ci si sta al mondo credendo di essere migliore degli altri!

A quelle parole a Kagome si fermò il cuore per un istante. Abbassò lo sguardo con gli occhi lucidi e solo allora Inuyasha si rese conto che aveva esagerato, anche se aveva espresso solo la sua opinione sincera. Non aveva mai fatto piangere una ragazza, e pensava che sacrificando la sua vita a quel tipo di lavoro, non avrebbe mai più visto nessuno farlo.

-Forza, andiamo.- disse in seguito il ragazzo con tono stanco, ma pacifico.

Kagome cominciò a camminare mantenendo lo sguardo basso. Inuyasha si risentì di aver detto quelle cose. Aveva appena imparato che una bugia può far meno male della verità, soprattutto se quest’ultima è detta con tono alto e strane similitudini. Ognuno di loro andò per la propria strada. Inuyasha se ne tornò a casa camminando con le mani in tasca e con lo sguardo basso, pensieroso. Ormai il sole era tramontato, e la città era illuminata dalle sfavillanti luci dei grattacieli, da qualche lampione e dai fari delle macchine. Qualche ragazzina con la divisa scolastica, insieme alle sue compagne lo stava osservando dal bordo del marciapiede, e sorrideva. Il ragazzo lanciò un’occhiata a quel gruppo di scolare e loro cominciarono a ridere. Inuyasha, dentro di se, continuava a pensare a quelle parole dette a Kagome. Non era mai stato così cattivo con nessuno prima d’ora. Infondo è stata una giornata pesante per tutti, e lo stress si faceva spazio tra i suoi neuroni. Aveva solo intenzione di arrivare a casa, stendersi sul suo letto con la sua lattina di Cola e leggere il mensile “Noi & le Armi”, che aveva comprato un paio di giorni prima e che per mancanza di tempo è rimasto sul tavolo con ancora il cellofan attorno. Ad un tratto svoltò in un vicolo non molto illuminato, con una serie di condomini ammassati l’uno sull’altro. Aprì il portone, dando un’occhiata se nella cassetta della posta c’era qualcosa per lui, e non vedendo nulla, tirò dritto. Salì la prima rampa di scale e arrivò al primo piano, dove aprì la porta dell’appartamento numero 3. Accese la luce con un preciso movimento della mano sinistra e si tolse la giacca che ripose accuratamente nello schienale di una sedia. Non era un appartamento molto ammobiliato. Era piccolino, con in tutto tre stanze. C’era solo lo stretto necessario. Andò dritto al frigorifero dove era intenzionato a realizzare i suoi buoni propositi per una sera ideale. Appoggiò la lattina sul tavolo, e mentre con la mano destra tentava di aprirla, e con l’altra cercava di slacciarsi la camicia, il suo sguardo era incollato alla copertina del mensile. Slacciò il primo bottone, il secondo, il terzo, sino ad aprirla tutta e mostrare il petto. Era liscio, perfetto. Non molto muscoloso, ma forte. prese la sua lattina in mano e nell’altra stringeva il giornaletto. Si buttò sul letto senza rovesciare neanche un po’ di bibita. Tolse il rivestimento di plastica al suo giornale, stava per aprirlo con una soddisfazione che cresceva istante per istante, quando dalla sua giacca il cellulare cominciò a vibrare. Con un imprecazione e uno sbuffo, si diresse nuovamente verso la sedia ed estrasse dalla tasca l’affare ultra-tecnologico che emetteva vibrazione e un suono assordante. Se lo mise subito all’orecchio senza guardare nemmeno chi lo stesse chiamando.

-Pronto?!- disse reprimendo la sua ira.

-Ragazzo? Sono io!

-Salve capo.- gli rispose tornato calmo.

-Mi dispiace di averti reso partecipe di quel teatrino oggi.

-Non si preoccupi. Mi dica…

-Ecco… Kagome aveva ragione: non la conosco, non so con chi esce, non so i suoi interessi, non so nulla.

-Non capisco.- ammise cercando di associare la confessione appena ascoltata con lui stesso.

-Devi tenerla sott’occhio.- disse poi d’un fiato.

-Io?? Perché lo ha chiesto a me?

-Perché tra i miei dipendenti sei quello più vicino a lei per età. Le dirò che sono preoccupato per te e che vorrei che passassi più tempo fuori dall’agenzia a divertirti, così da non far sembrare strano il fatto che le sarai sempre attaccato… inoltre… so che se ci sarai tu a tenerla sotto controllo, non correrà pericoli. Mi fido di te figliolo.

-Grazie…Signore.

-Consideralo come un nuovo incarico… Dovrai sorvegliare mia figlia, e verrai pagato naturalmente. Domani mattina troverai sulla mia scrivania un fascicolo con orari scolastici e quel poco che so di lei. Spero ti saranno utili. Beh, buona notte Inuyasha.

-Buona notte capo.

Kagome camminava guardandosi intorno, alla ricerca di persone amiche. Quel giorno ne incontrò ben poche. Sia il padre, che Inuyasha, non le hanno fatto godere della gioia che avrebbe dovuto provare nell’essere entrata a far parte della SWC. Mise la mano nella tasca della sua grande borsa dove teneva di tutto. Tirò fuori il cellulare ricordandosi che lo aveva spento prima di entrare nell’edificio di suo padre. Ad un tratto arrivarono cinque messaggi. Curiosa, cominciò ad aprirne uno per volta. Il primo era di suo padre, che aveva provato a chiamarla la mattina stessa, il secondo e il terzo erano di una sua amica, Ayame, mentre gli ultimi due erano di un ragazzo, Hojo. Erano entrambi suoi compagni di scuola, e volevano sapere dove fosse finita. Infatti, per tutto il giorno l’avevano cercata invano per invitarla ad uscire insieme a loro. Kagome rispose con un veloce “Scusa, ma ero impegnata, comunque ci sono domani”. Senza quasi essersene resa conto, persa nei meandri della tecnologia, o semplicemente dei suoi pensieri, la ragazza arrivò ad una grande casa bianca, a due piani. La luce del soggiorno era accesa, quindi Miyoga doveva già essere tornato. Aprì il cancello e successivamente la porta. Si sporse a destra e fece capolino con la testa in sala per vedere cosa il padre stesse facendo. Era comodamente seduto sul divano, con i piedi sul tavolino e con in mano un bicchiere di brandy liscio, come piace a lui. Si girò con la testa e vide la figlia andare di corsa in camera sua.

-Kagome, scendi, ti devo parlare!- urlò l’uomo dal piano di sotto.

La ragazza riscese le scale per andarsi a piazzare in piedi vicino al divano.

-Allora? Dimmi.

-Tesoro, non voglio che tu pensi che io non tenga a te. Io voglio solo il tuo bene, lo sai. È che penso che questo lavoro non faccia al caso tuo. È troppo pericoloso per una ragazzina di diciotto anni. Poi hai la scuola, come farai con i compiti ed i turni?

-Ti ho guardato per anni fare il tuo lavoro, e so quanto sia pericoloso. So anche che vuoi il mio bene, e penso che questo lo sia. Per quanto riguarda la scuola, ti ricordo che è finita una settimana fa, se no non mi sarei mai presentata alle selezioni… Inoltre ho Inuyasha che mi aiuta, non è così?

-Ecco, poi volevo parlarti di questo.

-Senti papà… io non voglio una balia al mio fianco. Credo che anche lui non muoia dalla voglia di tenermi sempre sott’occhio, quindi cercherò di cavarmela da sola, come ho sempre fatto del resto.

-Puoi lasciarmi parlare per favore?

-Ok, scusa.

-Allora: Inuyasha ha solo due anni in più di te, ma nonostante questo non si può dire che abbia molti amici. Passa quasi tutto il giorno in agenzia anche se non c’è lavoro, non ha svaghi. Sono in pensiero.

-Taglia corto… Cosa ti serve?- chiese incrociando le braccia al petto come se si stesse spazientendo.

-Non è che potresti portartelo un po’ dietro?

-Ma sei impazzito??

-Perché scusa? Che problema c’è?

-Niente, lascia stare. D’accordo. Domani pomeriggio devo uscire con alcuni amici, se vuole venire…faccia lui. Glielo dici tu?

-Forse è meglio che lo avvisi tu, il suo numero è nella mia agenda.

-D’accordo.- disse con tono leggermente rattristato.

La ragazza entrò nello studio del padre e nella scrivania aprì il primo cassetto, dove c’era l’agenda. Alla lettera I vi era il numero del suo collega. Se lo annotò sulla mano per tornare in camera sua. Prese il cellulare e cominciò a scrivere un nuovo messaggio. Pensò che era solo un peso per lui, che stava intralciandogli il lavoro. Lo scrisse comunque: “Ciao, sono Kagome… senti, domani esco con i miei amici e ho pensato che potresti venire anche tu… che ne dici?” e lo inviò. Premere quel pulsante non era mai stato più difficile. Intanto, a pochi isolati da casa Higurashi, un ragazzo, nel suo appartamento lesse un messaggio. Fece un respiro profondo e pensò a cosa doveva fare l’indomani, anche se l’indomani era domenica, quindi…nulla. Le rispose con un “Si, dove e quando?”. Molto telegrafico. La ragazza gli diede le coordinate del loro futuro incontro e stanca dalle mille emozioni provate nell’arco di quelle ventiquattro ore, si addormentò. Non sapeva se avesse fatto la cosa migliore, né perché lo aveva fatto, ma non voleva dipendere da lui. Quindi decise che quando si sarebbero visti, lo avrebbe fatto divertire.

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Ecco a voi il secondo capitolo! E' inutile dire che non mi aspettavo che la mia ff potesse risquotere tanto successo! Allora: In questo capitolo ci sono diverse novità: prima di tutto Yumi non era altro che Kagome (complimenti a Crilli per averci azzeccato ^^). Poi insomma, Miyoga il padre di Kagome ^__^!!! Vorrei che fosse chiaro che il padre della ragazza tiene molto alla figlia, è per questo che la fa 'pedinare' da Inuyasha! Ora passerei ai ringraziamenti:

per Kabubi: grazie per aver recensito... Cmq hai visto dov'era la nostra Kagome!? Beh, Inuyasha 007 deve essere un grande, e mi dispiace se non riuscirò a descrivere il suo personaggio come vorrei, anche se farò di tutto per renderne l'idea. Ho pensato al suo personaggio reale nell'anime e poi ho cercato qualcosa in cui il vero Inuyasha potesse far emergere il suo carattere combattivo ai nostri tempi! Cmq grazie ancora, baci!

per Seira: Beh, per scoprire cosa combineranno insieme quella coppia di scoppiati (scusa il gioco di parole), non bisogna fare altro che continuare a seguire qst AU ^^! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Baci, a presto, e spero che continuerai a seguirla!

per Lucia.nanami: Sono felice che ti piaccia, è grazie a voi e ai vostri complimenti che mi viene voglia di scrivere! Grazie mille per aver recensito, e grazie ancora per aver letto questo capitolo (se lo hai letto)!

per Marea: Grazie per aver recensito, se come dici non recensisci molto, allora mi devo ritenere davvero onorata! Come ho già detto non mi aspettavo questo successo e sono felice di tutti questi complimenti! Grazie mille per avermi seguito! Baci!

per Crilli: Sei un genio! Sei stata grande ad indovinare chi era Yumi, anche se forse era abbastanza scontato (senza forse)! Comunque sono felice di aver stuzzicato il tuo interesse e grazie per aver letto anche questo capitolo! Baci!

per Miky: Ciao Cara! Hai visto? Ho aggiornato in fretta! Cmq grazie per i complimenti... Per la struttura non so come mi sia venuta, temevo che non si capisse molto... ho cercato di descrivere meglio che potevo tutta la situazione, spero che anche questo capitolo sia piaciuto, e spero di non averti delusa! Ci sentiamo! Baci!

per Daygum: Sono onorata di essere tra i tuoi preferiti, anzi, mooolto di più. Spero che il secondo capitolo ti sia piaciuto *__*! Spero che continuerai a seguirmi! Baci!

per Michi88: Grazie per i tuoi complimenti! Hai visto che Yumi-la minaccia, si è rivelata essere la nostra Kagome? Anche perchè anche io, come te, adoro la coppia InuyashaXKagome (e odio Kikio...shhhh)... spero ti sia piaciuto questo capitolo, e a presto! Baci!

per Dreamer21: Beh, divertente...nn saprei, forse più avanti, ma interessante spero di si! Grazie per la recensione, e spero che ti farai risentire! Spero ti sia piaciuto anche questo aggiornamento!

per Fragola34: Grazie per aver recensito! Grazie per il 'bella' e ancora di più per il 'bellissima'!

  
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