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Autore: Darik    02/04/2013    3 recensioni
Il destino lotta per far accadere ciò che deve accadere, ma i piani millennari sono ormai compromessi, e mentre nuove figure emergono, i vecchi attori cercano di vincere, sopravvivere o almeno vivere.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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5° CAPITOLO

Mari Makinami giaceva ancora prigioniera nei sotterranei della Nerv, i suoi muscoli erano indolenziti ma non troppo, lo sguardo era fisso su un punto indefinito.

Intorno solo silenzio.

“Sorellona. Ehi, sorellona”.

Mari chiuse gli occhi.

“Che sorpresa, Mammon. Cosa sei venuta a fare?”

“Le altre e il fratellone non lo sanno che sono qui. Volevo chiederti se vuoi che venga ad aiutarti”.

“Non serve. Non resterò qui ancora a lungo”.

“Lo so. Ed è proprio quello che vorrei evitare. Insomma, perché non stai dalla nostra parte? Non siamo una famiglia?”

“Esistono altre famiglie oltre a quella”.

“E dunque sei pronta anche a combatterci?”

“Chi ti dice che voglio combattervi?”

“Non prendermi per stupida. Possono esserlo le nostre sorelle, alcune, mentre le altre sono troppo piene di sé per preoccuparsi. Io invece ho capito: il fratellone non ti ha punita perché lo hai sfidato, era l’unico modo per convincerlo. Sfidarlo. Appassionato com’è degli scacchi, figurati se resisteva alla tentazione”.

“Devo fare ciò che ritengo giusto”.

“Noi siamo esseri superiori!”

“Siamo solo il capriccio di un gruppo di anziani che si divertono a essere un dio. Vacci piano quindi con gli auto-elogi”.

“Insomma, non posso proprio recuperarti? Ho letto le pergamene, come le hai lette anche tu. Sei la sorellona, ti prego, non farlo”.

“E’ proprio quello che farò, invece”.

“Sei… sei una stupida!”

“Su, non piangere. Ora vai. Ti ringrazio per il pensiero, e manda i miei saluti anche a quelle testone delle altre”.

Mari riaprì gli occhi.

“Uff, essere in attesa rende lo scorrere del tempo ancora più lento”.

 

“Senti che atmosfera tesa”.

Era la prima cosa che Misato aveva notato da quando Shinji e Asuka avevano fatto ritorno a casa.

Erano seduti a tavola tutti e tre, e mangiavano in silenzio, i due ragazzi guardavano nel piatto, facendo attenzione a non sfiorarsi o guardarsi nemmeno di sfuggita.

I loro volti erano impenetrabili.

Il maggiore volle rompere il ghiaccio. “Allora, ve la sentite domani di tornare a scuola?”

Entrambi risposero con un mugugno d’assenso.

Misato non si diede per vinta. “Le riparazioni agli Evangelion e alla città fortificata sono state ormai completate. Quindi siamo di nuovo pronti a combattere gli angeli”.

“Bene”, dissero insieme i due ragazzi.

Se ne accorsero, si guardarono per un decimo di secondo e poi si girarono dall’altra parte riprendendo il pasto.

“Ma che gli prende a questi due?!”, pensò Misato.

Fece un ultimo tentativo: “Shinji, domani te la senti di riprovare con l’Eva-01 la sincronia”.

“Io… io non lo so”.

“Shinji, devi provarci. Ti ricordo che c’è una guerra in corso. Se vuoi restare alla Nerv, allora devi svolgere il tuo lavoro”.

“Provaci”, gli disse Asuka andandosene in camera sua.

Misato non sapeva se restare sorpresa per l’incoraggiamento o perché la ragazza si era limitata a una sola parola, lei che aveva avuto sempre la lingua lunga.

Non le era comunque sfuggito il minuscolo sussulto di Shinji davanti a quell’unica parola.

“Mi dici cosa è successo tra voi due?”

“Nulla”.

“Sì, come no, sembrate due fantasmi. E non dimenticare che io ho capito cosa prova Asuka per te. Dovresti averlo capito anche tu, no?”

Shinji sospirò, e ritenne che forse sfogarsi gli avrebbe fatto bene.

Inoltre sarebbe stato inutile mentire a Misato, quindi le confessò cosa era successo all’ospedale.

“Wow, che bella dichiarazione d’amore”, commentò con soddisfazione il maggiore. “Asuka ha fatto bene a essere diretta. E dopo la dichiarazione cosa hai fatto?”

“Sono scappato”, ammise Shinji.

“Che cosa?!”

“Non mi ritengo degno dell’amore di una persona così speciale”.

“MA SEI IMBECILLE?!”, sbottò furente Misato alzandosi per mettersi faccia a faccia col suo coinquilino, piuttosto scosso dall’ultimo commento.

“Ecco io…”

“Insomma, Shinji! Tu la ami. Lei ti ama. Te l’ha detto chiaro e tondo. Ma lo sai quanti innamorati vorrebbero avere la fortuna che hai avuto tu? E tu cosa fai? Indugi ancora, usando atteggiamenti auto-commiserativi! Cosa puoi volere di più?”

“Lo so”, ribatté lui, “ma continuo a sentirmi in colpa per la faccenda di Mana. Non posso farci nulla, è stato un comportamento troppo orribile il mio”.

Misato tornò a sedersi.

“Tu hai bisogno di un bel perdono”.

“Mana non potrebbe mai perdonarmi”.

Misato si pentì di essersi seduta e sbatté le mani sul tavolo. “Ora ti prendo a ceffoni! Smettila di pensare al posto degli altri. Prima pensavi che Asuka non potesse mai amarti, e avevi torto. Ora ritieni che Mana non potrebbe mai perdonarti. E se avessi torto anche adesso?”

“Mi servirebbe una conferma, però. Signorina Misato, lei può farmi incontrare Mana?”

A quelle parole, Misato non seppe rispondere.

Sapeva dove si trovava Mana, tuttavia era un luogo assai sorvegliato, e la ragazza non sarebbe certo stata in condizione di rispondere.

“Adesso no. Comunque troverò una soluzione” disse, infine, consapevole di mentire.

 

Gendo e Fuyutsuki si trovavano nell’immenso ufficio del primo, che stava rileggendo i rapporti inviati da Kaji nella sua ultima missione.

Keel Lorenz aveva avuto molto da ridire sulla sortita dell’uomo, ma non aveva veramente prove che quella spia avesse agito per ordine di Gendo. Inoltre, riteneva che non avesse inviato alcuna informazione.

Kozo fissava il panorama fuori dalla finestra e dava la schiena al suo superiore.

“Sei stranamente silenzioso”, osservò Gendo.

“Tu dici?”, rispose l’altro senza voltarsi.

“Nessuno di noi ama troppo le chiacchiere. Tuttavia per i nostri standard sei sempre stato tu il più loquace”.

Il vice sospirò. “Temo di cominciare a sentire il peso degli anni”.

“Ripensamenti o scrupoli?”

L’anziano uomo rimase sorpreso solo a metà, in fondo Ikari era sempre stato un uomo acuto e diretto.

“Nessun ripensamento sui nostri scopi comuni, stai tranquillo. Quello che desideri tu, è ancora quello che desidero anch’io. Il problema è la faccenda del Fourth Children”.

Gendo inarcò un sopracciglio e mise da parte il dossier.

“Hai scoperto la nota numero 12”.

“Esatto”. Kozo si girò, i suoi occhi erano estremamente severi. “Non posso accettare una cosa del genere. Tu hai ordinato di uccidere quella povera ragazza nel caso Mari Makinami non fosse più utilizzabile. E’ disumano!”

“Si fa quel che si deve. Mi sembra che fossimo d’accordo sin dall’inizio della nostra collaborazione”.

“Certo, e in fondo io sono e resto un tuo complice, perché non posso e non voglio fermarti. Tuttavia la nostra mancanza di scrupoli non mi autorizza a dimenticare che stiamo compiendo azioni sbagliate, e in questa faccenda, a irritarmi ancora di più, è che tu abbia previsto un possibile omicidio senza che fosse veramente necessario!”

“Se succedesse qualcosa a Makinami, magari in azione, come ci dovremmo comportare con la Seele? Ufficialmente, per loro e per il mondo, è sempre Kirishima Mana a pilotare l’Eva-03. Perciò, anziché cercare di arrampicarsi sugli specchi per trovare scuse adeguate davanti alla Seele e ai famigliari della ragazza, è meglio che muoia effettivamente”.

 “E’ mostruoso!”, replicò indignato Kozo. “Non bastava quello che le hai fatto dopo lo scontro col 13° Angelo, per piegare Makinami?”

“Io farò tutto ciò che ritengo necessario, Fuyutsuki, e sono pronto anche a diventare un demone. Dovresti averlo capito da un pezzo”.

“E perché allora mi hai tenuto nascosto quell’ordine?”

“Temevo una reazione del genere, e ho voluto metterti alla prova. Per questo ho lasciato la nota nel cassetto della mia scrivania. Inavvicinabile per tutti, ma non per te. Ora che ti sei sfogato, spero che, come hai detto, manterrai gli impegni sulla tua collaborazione”.

Il vice-comandante sospirò. Per un momento sembrò che tutte le energie lo abbandonassero.

 “Certo”, ribadì facendosi forza.

Si era ormai troppo inoltrato in quella vicenda dai contorni immensi e apocalittici per tirarsi indietro.

“Ottimo”, concluse Gendo abbozzando un sorriso e uscendo dall’ufficio.

Kozo riprese a guardare il panorama.

 

“Niente da fare”.

Ritsuko pareva ormai rassegnata, la sincronia dell’Eva-01 non tornava.

Misato osservava severamente stando dietro di lei.

“Ancora niente?”

“In realtà un lieve cambiamento c’è stato. Se prima sembrava che la sincronia fosse scomparsa come se non fosse mai esistita, ora il segnale è ricomparso. Ma non riesce a raggiungere la soglia di attivazione. E’ come se qualcosa la bloccasse”.

Misato sapeva bene di cosa si trattava.

Finché Shinji era schiacciato dal senso di colpa per quanto accaduto a Mana, non si sarebbe riattivato un bel nulla.

“Non mi sembri sorpresa”, osservò Ritsuko. “Sai qualcosa?”

“Scoprilo da sola, mia cara dottoressa”, esclamò Misato dirigendosi verso il quadro comandi della gabbia.

Dalle vetrate della sala, troneggiava l’Eva-01, gigante invincibile e inutilizzabile.

Asuka e Rei Ayanami, silenziose e in disparte, lo fissavano.

“Shinji, l’esperimento è finito, puoi uscire”.

“Sì, signorina Misato”, rispose con voce mortificata il Third Children.

Neanche un momento dopo, gli allarmi risuonarono.

“Un angelo!”, esclamarono Misato e Ritsuko.

 

Rei e Asuka, dopo essersi cambiate, erano nell’ascensore che conduceva alle gabbie dei loro Evangelion.

“Tsk, che enorme seccatura questi angeli”, mugugnò Asuka. “Sembra quasi che arrivino sempre nei momenti spiacevoli”.

Rei, dietro la tedesca, non rispose nulla.

“Allieva modello… Rei!”

La First Children si dimostrò alquanto sorpresa, era la prima volta che Asuka la chiamava per nome.

“Ascoltami bene”, continuò Asuka senza girarsi, “voglio che ti prenda cura dell’imbecille noto come Shinji Ikari”.

“Perché lo chiedi a me?”

“Quello stupido non vuole avvicinarsi alla sottoscritta. Soffre per la vicenda di Kirishima, e non mi permette di aiutarlo. Magari tu avrai più possibilità. Mi sembra che lui tenga anche a te, e anche tu tieni a lui, no?”

“Be… sì. Però perché ritieni che io abbia più possibilità?”

“L’idiota…. chissà che idea si è fatta di me. Temo mi abbia idealizzata troppo. Con una bambola come te non dovrebbe accadere. Nessuno potrebbe idealizzarti”.

Ayanami piegò la testa di lato. “Le tue parole sono strane. Non capisco se sono un complimento o un’offesa”.

“Forse entrambe. Allora, me lo prometti?”

“Sono pronta a fare questo per Ikari”, rispose Rei dopo aver rimuginato un po’. “Ma tu non soffrirai allontanandoti da chi ami?”

“Lo hai capito? Accidenti, che intuito che hai, cocca del comandante!”.

“Allora?”

Asuka strinse i pugni. “Io e la sofferenza siamo vecchie amiche. Dolore più, dolore meno, non ha importanza per me”.

L’ascensore giunse a destinazione.

“E’ un ordine, rendilo felice!”, esclamò Asuka uscendo per prima con passo svelto.

 

Il nuovo bersaglio si stava spostando lentamente nei cieli di Neo-Tokyo 3.

L’angelo aveva l’aspetto di un cerchio, apparentemente fatto di pura luce, che ruotava su se stesso.

Tuttavia la sua velocità era così bassa che la Nerv fece in tempo a disporre la città in assetto difensivo.

Misato e Ritsuko arrivarono sul ponte di comando, seguite subito dopo da Gendo e Kozo sulla torretta.

“Disponete gli Eva-02 e 00 per l’intercettazione”, ordinò Misato.

I tre operatori rapidamente eseguirono gli ordini.

“Lo 01?”, domandò Ritsuko.

“Resti nella gabbia. Shinji si tenga sempre pronto a intervenire. Non si sa mai”.

“Tenere pronto anche l’Eva-03”, aggiunse Gendo.

“Signorsì”, rispose con durezza Misato.

I due Evangelion furono lanciati dalle rispettive gabbie e giunsero nella città, nascosti dentro punti di arrivo inseriti nei palazzi.

Un lato di ciascun palazzo si abbassò come una saracinesca, l’Eva-02 e l’Eva-00 presero due grossi fucili nascosti negli edifici vicini e nascondendosi tra le varie costruzioni, cominciarono cautamente ad avvicinarsi all’angelo.

Il quale continuava a spostarsi con lentezza, indifferente a tutto.

“Non sappiamo di cosa è capace. Fate attenzione, niente gesti avventati”, si raccomandò Misato.

“Lascia fare a noi”, replicò Asuka.

I due Evangelion continuarono ad avvicinarsi, cercando di trovare il punto migliore per colpire il nemico dai due lati.

“Sembra quasi che stia studiando il terreno”, pensò Asuka.

I minuti trascorrevano con una lentezza estenuante, mentre i due Eva si piazzavano in posizione d’attacco.

Adesso si trovavano Asuka a destra e Rei a sinistra del nemico, ad una distanza di almeno cento metri, ed erano ancora nascoste tra i palazzi.

L’angelo invece continuava a volare tranquillo, muovendosi verso il centro della città fortezza.

Era calato un silenzio innaturale.

Ora che erano in posizione, le due ragazze dovevano solo attaccare.

Asuka sfiorò più volte il grilletto, e il mirino inserito nelle schermate dell’Entry Plug centrò il bersaglio.

La tensione era un buon espediente per tenere occupata la mente, per non pensare all’idiota e ai suoi fallimenti.

Quando sembrava ormai certo che l’angelo non rispondesse all’accerchiamento, ritenne fosse giunto il momento.

“Arriva!”, gridò Rei dall’altra parte.

“Eh?! Ma non si è ancora mo…”

Come a voler accontentare Asuka, l’angelo si staccò da una parte del suo corpo, da cerchio sembrò tramutarsi in una sorta di corda volante.

Ma fu come un serpente sulla preda quando fulmineo si precipitò sull’Eva-00, penetrando il suo At-Field come niente ed entrando in diretto contatto con il ventre dell’unità.

Rei con decisione afferrò un’estremità del nemico e vi sparò contro diversi colpi a distanza zero.

Senza risultati.

Poi la ragazza emise un gemito, ed ebbe la sgradevole sensazione che qualcosa scavasse nelle sue viscere.

Il ventre dello 00 iniziò a riempirsi di grosse venature, lo stesso accadde al corpo di Rei, che prese a contorcersi.

 

“Rei!”, gridò Misato. “Asuka, soccorrila, presto!”

“Non ho bisogno di sentirmelo dire!”, rispose il Second Children.

Corse verso il nemico iniziando a spararvi contro diversi colpi.

Molti raggiunsero il bersaglio, senza sortire effetti.

L’angelo comunque se ne accorse e l’estremità libera scattò velocissima colpendo il fucile dello 02 e distruggendolo.

“Maledetto! Vuoi giocare, eh?”, ringhiò Asuka estraendo il suo Prog Knife.

L’Evangelion fronteggiò il nemico come un domatore di serpenti fronteggia un grosso e feroce serpente velenoso, schivando e tentando degli affondi.

Mentre lo 00 e il suo pilota si contorcevano sempre di più, riempiendosi di venature sempre più grandi, che iniziarono anche a pulsare.

“Al diavolo!”

Asuka balzò sull’angelo e lo afferrò al volo con una mano.

Subito la mano dell’Eva e della ragazza iniziarono a bruciare, deformandosi.

“Ti faccio vedere io!”

Asuka piantò il suo coltello nell’estremità del nemico, facendo sprizzare sangue rosso.

Una sorta di grido, inumano e umano allo stesso tempo, si diffuse nell’aria.

L’angelo si sollevò di alcune decine di metri insieme allo 02, cominciando ad agitarsi con grande violenza per fargli mollare la presa.

Ci riuscì e scagliò l’Evangelion nel lago vicino alla città.

Asuka atterrò abbastanza bene, tuttavia l’angelo le fu nuovamente addosso.

Si era staccato dallo 00, e penetrò con forza nel petto dello 02.

Inoltre si avvolse intorno a quest’ultimo come un serpente stritolatore, e anche l’altra estremità cominciò a introdursi nell’Eva, passando dalla schiena.

Il gigante umanoide si riempì rapidamente di voluminose venature in tutto il corpo.

 

“Oh mio Dio! Asuka!”, gridò Shinji.

Era ancora nell’Eva-01 e tramite la finestra olografica aveva visto tutto.

“Muoviti! Muoviti!! MALEDETTO! MUOVITI!”, strillò con tutta la sua voce.

Muoveva freneticamente le leve dell’Entry Plug, senza risultato.

Misato era rimasta impietrita per qualche attimo.

Si scosse: “Rei! Aiuta Asuka, svelta!”

“S-sì”, rispose Ayanami tentando di rimettersi in piedi.

Gli effetti visibili del contatto con l’angelo erano scomparsi, tuttavia la ragazza si sentiva come se le avessero infilato decine di tizzoni ardenti in tutto il corpo.

“NON VENIRE!”

La voce di Asuka risuonò negli altri Eva e nella sala controllo, ammutolendo i già sconvolti presenti.

“Non… non devi venire… First… o questa cosa… prenderà… anche… te…”

“Ma Asuka…”, mormorò Misato.

“Non preoccuparti… Misato…. So come sistemare… questo… bastardo…”

 

Nel suo Entry Plug Asuka, col corpo percorso da orribili vene pulsanti e quasi immobilizzata, a fatica raggiunse una leva circolare posta dietro il sedile.

Con grande sforzo iniziò a girarla in senso orario.

 

“I sistemi di controllo del nucleo dello 02 si stanno progressivamente disattivando!”, annunciò Maya.

Hyuga rimase sbigottito. “Ma in questo modo…”

“Lo 02 esploderà!”, concluse Shigeru.

“NO! NO! ASUKA! Ti scongiuro! Non farlo!!!”, gridò sempre più disperato Shinji, togliendo le parole di bocca a Misato.

“Brutto… zuccone… questo è tutto quello… che posso fare… per uno scemo come… te”. La bocca di Asuka si piegò in un debole sorriso. “Ah sì… e anche per… salvare… il mondo. Rei, ricordi… la promessa?”

“Sì”, rispose semplicemente Ayanami a capo chino.

“Mancano trenta secondi all’esplosione!”, comunicò Maya, con gli occhi lucidi.

Misato si rivolse supplichevole a Gendo: “Comandante, faccia intervenire lo 03!”

“Sarebbe inutile. Quell’angelo è di tipo corrosivo. Far intervenire un’altra Eva significherebbe solo aumentare il numero degli Evangelion bloccati. La strategia del Second Children, per quanto estrema, è l’unica corretta”, fu la risposta impassibile.

Il maggiore guardò con odio implacabile il suo superiore.

Shinji ormai piangeva a dirotto. “ASUKA! NON FARLO! TI PREGO! RESTA CON ME! IO TI AMO!”

“La frase migliore… che… potevi… dirmi… e solo alla fine… stupido”, commentò Asuka mentre mancavano sette secondi.

“NOOOOO!”

Nella sala risuonarono degli allarmi, seguiti da un grosso fragore, come di un terremoto.

I membri della Nerv si guardarono l’un l’altro: cosa era successo?

“Un momento… è lo 02?!”, domandò ansiosa Misato.

Si girò verso lo schermo e rimase per l’ennesima volta senza parole.

Lo 02 non era esploso.

L’angelo era stato costretto a lasciarlo.

Perché era stato afferrato dall’Eva-03!

L’umanoide nero, privo di Umbilical Cable, con una mano reggeva il nemico, che si agitava a più non posso, mentre l’altra mano era posata sul petto dello 02.

“Il nucleo dello 02… è stato disattivato”, riferì Maya.

Anche Ritsuko non ci capiva più nulla. “Ma cosa… come…”

Purtroppo l’angelo non si era dato per vinto.

Anche il braccio dello 03 si riempì di venature.

L’Eva strinse a sé l’angelo, che iniziò a corrodere il suo corpo.

Mari osservò le deformazioni che apparivano sul suo braccio, in continuo aumento.

“Osservate bene che cos’è un adamita e che cos’è veramente un Evangelion”, disse rivolta verso Neo-Tokyo 3.

Poi il gigante nero spiccò un balzo verso l’alto, un salto enorme, sicuramente aiutato dall’At-Field.

 

Il personale della Nerv osservava esterrefatto cosa stava avvenendo.

Persino Gendo sembrava piuttosto scosso.

“Misato…”

Il maggiore si guardò intorno.

Perché sentiva la voce di Mari nella sua testa?

“Rammenta cosa ti ho detto l’ultima volta. E grazie per la tua amicizia”.

“Il nucleo dello 03!”, esclamò Shigeru, “sta per…”

Una grande luce riempì il cielo sopra Neo-Tokyo 3.

Quasi un secondo sole, che stava dov’erano l’Eva-03 e l’angelo.

Ci fu un’esplosione mastodontica.

E quando si esaurì, non c’era più nulla.

  
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