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Autore: Vedra    02/04/2013    2 recensioni
Breve (mica tanto) one-shot sul Fondatore che più mi affascina: Tosca Tassorosso. Ha partecipato al contest 'Il linguaggio segreto dei fiori' di Fight_4 e si è classificata prima con un punteggio di 48.5 punti su 50.
In mezzo alle foglie tinte d’argento spicca una rosa bianca. È sola, in mezzo al verde, splendida e distante, distaccata da ogni cosa. Eppure questa rosa ha qualcosa di strano: è lucida, scintilla come un diamante, come se possedesse la lucentezza e la trasparenza propria di questa gemma. Dopo alcuni istanti, comprendi: essa è ricoperta di ghiaccio, come se qualcuno vi avesse versato sopra dell’acqua che, con il freddo di questa notte, si è congelata. Il bianco dei suoi petali e il velo trasparente che li ricopre attirano i raggi lunari nella stessa misura in cui la luce di una lanterna attira una falena; ma a differenza di queste ultime, il fiore riflette i raggi della luna, splendendo come un brillante tra il nero scintillante della notte. [...]Certo, hai compreso il tuo errore, ma il tempo ha consumato la tua gioventù e nessuna consapevolezza farà girare la ruota delle stagioni in senso inverso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tosca Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un cuore che non conosce l’amore
 

 

Nick EFP
: LadySaphira
Raiting: Giallo
Genere: Triste, Drammatico, Malinconico
Rosa bianca: un cuore che non conosce l’amore.
"Il tempo inizia a passare prima che tu ti accorga di essere congelato" (Leona Lewis - Bleeding Love.)
Quercia: Tosca Tassorosso; Paring a scelta
 NdA: Poiché poco è noto riguardo alla personalità e alla vita dei Fondatori, ho cercato di ispirarmi ai caratteri fondamentali di ogni Casa. Tuttavia ciò è stata una fortuna per me: ho avuto campo libero per sviluppare questa fan fiction. Inoltre il pacchetto conteneva un elemento jolly: la fortuna mi ha davvero sorriso.
 

[Prima Classificata al Contest ‘Il linguaggio segreto dei fiori’ di Fight_4 sul forum di EFP]
[http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10369013&p=1]

 
 
 

Il cielo è plumbeo, nessun raggio di luce filtra attraverso quella corazza impenetrabile di nubi. È un giorno fermo, statico, in cui l’atmosfera è densa di attesa. Tutti sembrano svogliati, pigri, indolenti.

Tu no.

Corri da una parte all’altra del castello, tutta indaffarata, come una piccola ape operosa, nemmeno in una giornata come questa il tuo sorriso è assente, o la tua energia diminuita. La crocchia in cui hai stretto i tuoi capelli castani è morbida, e i nastri dorati che vi hai intrecciato splendono alla luce flebile delle candele come oro fuso. Il corsetto della veste di broccato ti stringe dolorosamente la vita, ma ormai non ci presti più attenzione, tanta è l’abitudine a portarlo. L’ampia gonna di seta ricamata scende fino a terra, sfiorando il pavimento di marmo.

La tua mente corre rapida, salta con scioltezza da un pensiero all’altro, lavorando continuamente per risolvere dilemmi e piccoli crucci, siano essi di professori, alunni o vecchi amici non ha importanza: non neghi attenzione a nessuno. Forse questo è il motivo per cui non ti accorgi di trascurare qualcuno d’importante: te stessa.

Chiunque ti conosca si domanda, stupito, come tu riesca a sopportare questo ritmo logorante. Tra lezioni e compiti burocratici, nella tua vita non esistono momenti di riposo, in cui puoi appoggiarti a una finestra e lasciar vagare il tuo sguardo nel vuoto, o permettere alla tua mente di immergersi in pensieri che appartengono solo a te. Ciò non accade mai, non è mai accaduto, ma tu non ne hai sentito, in nessun momento, la mancanza; non senti la mancanza di un attimo, di un momento di riflessione, di una sera dedicata solo ai tuoi pensieri.

Non conosci i tuoi pensieri, né i desideri del tuo cuore.

Non conosci te stessa, ma questo non ti spaventa: non ti accorgi di non sapere.

Ami affogare nel tuo lavoro, lasciare che esso ti sommerga, che cancelli ogni altra cosa. Con i pensieri proiettati sugli altri, sul futuro, davanti a te, non hai il tempo di guardare dentro di te. Non ritieni che l’introspezione sia utile, preferisci concentrarti su altro, su chi ha bisogno di te, dei tuoi consigli, del tuo conforto. E la tua esistenza si trascina lenta e monotona. Nulla turba la tranquillità della polla cristallina nella quale si rispecchia la tua vita. Ogni cosa è organizzata, programmata, prestabilita, ogni cosa segue uno schema definito, retto e lineare, e non c’è posto per un imprevisto, o per un cambiamento istantaneo. Nulla è lasciato al caso. Nulla è frenetico. Tutto è tranquillo, e poggia su solide basi.

Poi un giorno, all’improvviso, come arrivano gli acquazzoni estivi, la lente distorta dall’ingenuità fanciullesca che, dall’infanzia, non ti ha mai abbandonato, e attraverso cui osservi ogni cosa attorno a te, s’infrange.

Nella polla cade un sassolino e i cerchi concentrici che forma rivelano immagini nuove e sconosciute.

La causa di ciò?

Uno sguardo, poche parole sussurrate in una notte scura, un bacio pieno di passione scambiato tra Rowena e Godric. È caldo, odi i gemiti della tua amica soffocati dalle labbra del suo compagno. Lui la spinge contro una parete, e lei ridacchia sommessamente. Ti fermi, attenta a non farti scorgere. Ti senti strana, quasi un’intrusa, ma qualcosa di sconosciuto sta accadendo dentro di te, e sta prendendo il controllo della tua mente e delle tue azioni. Qualcosa che ti trattiene lì, inchiodata a un muro, nascosta nell’ombra. Trattieni il fiato quando scorgi Godric scendere con le labbra nell’incavo del collo di Rowena. Le tue guance s’imporporano, e abbassi lo sguardo, imbarazzata. Ti volti, mentre il tuo respiro diventa affannoso: hai provato una sensazione potente, che ti è estranea.

Cos’è?

Scocchi un altro sguardo alla coppia. Godric è sempre più impetuoso, più passionale, più uomo.

Cosa lo spinge a compiere tali gesti, pregni di tanta tenerezza e passione?

La curiosità t’invade, una febbrile smania di occupare tu il posto di Rowena. Quale sia l’uomo che ti bacia non ha importanza. Al solo immaginare le labbra di un uomo sulle tue, arrossisci violentemente, ma è troppo tardi per allontanare le immagini infuocate che ti si sono presentate davanti agli occhi. Resisti per qualche attimo, cercando di scacciarle, ma alla fine lasci che esse irrompano, come un fiume in piena, nella mente. Sei concentrata su di esse, e dimentichi il mondo attorno a te. Sono immagini nuove, sconvolgenti, che mai avresti creduto di saper creare con l’immaginazione.

Un gemito ti strappa ai tuoi pensieri. Godric solleva Rowena, e la conduce via. I loro gemiti e sospiri t’invadono la mente. La confusione nella quale precipiti ti frastorna, e all’improvviso ti senti così bambina, così innocente da far rabbia. Decine di sentimenti contrastanti si affollano nel tuo cuore e ti scuotono nel profondo. Sei sconvolta da questa tua reazione tanto forte, tanto incontrollata. Abbandoni del tutto la disciplina che con gli anni hai imposto alla tua anima, al tuo cuore, e alla tua mente, un’azione inusuale per te, e lasci che i sentimenti prendano completo possesso di te. Un miscuglio di sensazioni ti attraversa il corpo.

Ti senti strana, perplessa, dapprima, poi… non sai descrivere cosa ti stia accadendo. Sembra che migliaia d’immagini, uguali, diverse, opposte, simili a quelle che prima scorrevano davanti ai tuoi occhi, e in passato celate e dimenticate, siano tornate in superficie e premano affinché tu possa comprenderle. Tuttavia, se prima era la tua mente la creatrice di tali immagini, adesso è il passato che ritorna vivo e irruente dentro di te, presentandoti davanti agli occhi figure reali, e azioni che sono effettivamente avvenute, alle quali non hai mai prestato alcuna attenzione, esiliandole in un angolo remoto della mente.

Poi uno spiraglio appare, in mezzo a quel mare di emozioni indistinte, e qualcosa si apre, si scioglie, come se prima fosse bloccato e tu avessi trovato la chiave per schiuderlo.

È la porta del tuo piccolo mondo che si spalanca, e tu, finalmente, comprendi che attorno a te c’è altro: cose nascoste, che non hai mai avuto occasione di scorgere; sfaccettature e sfumature della vita che non sono mai comparse davanti ai tuoi occhi, che non hai mai notato prima. Una nuova concezione del tempo come forza attiva, e non più passiva, si fa strada dentro di te.

Il cuore ti si stringe, e all’altezza del diaframma qualcosa pesa come un macigno. L’aria inizia a farsi insufficiente. Torni in camera come se fossi in un sogno, mentre le immagini di fuoco a cui hai appena assistito ti balenano davanti agli occhi. Appoggi il manto dorato sulle spalle ed esci.

Una ventata d’aria gelida ti sferza le guance rosee ed entra turbinando nei tuoi polmoni. Inspiri profondamente, e senti il freddo calmare il vortice dei tuoi pensieri.


Inizia a camminare.

La mente ora è vuota; ma questa pace dura assai poco: non passano che pochi istanti e ogni pensiero, ogni immagine, ogni confuso e indistinto sentimento torna a invadere la tua mente. Adesso, però, non ti abbandoni ad essi, ma cerchi di comprendere cosa ti stia succedendo. La prima cosa che noti è che, all’improvviso, ogni cosa ti pare diversa, dal luccichio della luna al colore dei fiori campestri che stai schiacciando sotto le suole dei tacchi; dal profumo d’inverno alla tinta del cielo coperto di nubi. Avverti una nuova dimensione davanti a te, dentro di te: la porta che divideva il tuo mondo dall’universo altrui si è aperta, mostrandoti finalmente ogni sfumatura del tempo e del luogo in cui vivi.

Tutte le esperienze passate si mostrano a te sotto una nuova luce e le considerazioni che prima ti sembravano importanti, adesso paiono banali e frivole. Ciò che prima era proibito, ora è concesso. Per la prima volta in tutta la tua vita, ti stai soffermando con la mente su di te, su quello che hai vissuto, su ciò che hai realizzato, e ti senti orgogliosa, ma un filo invisibile inizia a insinuarsi tra i tuoi pensieri, strisciante e sommesso. Cerchi di scacciarlo scuotendo il capo, e ti fermi al limitare della Foresta Proibita. Un fascio di luce argentata sfiora il tuo volto e s’infrange su un cespuglio scuro.

In mezzo alle foglie tinte d’argento spicca una rosa bianca. È sola, in mezzo al verde, splendida e distante, distaccata da ogni cosa. Eppure questa rosa ha qualcosa di strano: è lucida, scintilla come un diamante, come se possedesse la lucentezza e la trasparenza propria di questa gemma.

Dopo alcuni istanti, comprendi: essa è ricoperta di ghiaccio, come se qualcuno vi avesse versato sopra dell’acqua che, con il freddo di questa notte, si è congelata. Il bianco dei suoi petali e il velo trasparente che li ricopre attirano i raggi lunari nella stessa misura in cui la luce di una lanterna attira una falena; ma a differenza di queste ultime, il fiore riflette i raggi della luna, splendendo come un brillante tra il nero scintillante della notte. Una strana malinconia ti sale alla gola e ti stringe il petto in una morsa sempre più difficile da ignorare. Una lacrima argentea sgorga dai tuoi occhi e la diga che frenava i tuoi pensieri, che ti aveva permesso di condurre un’esistenza priva di violente emozioni, si dissolve. Quello che prima era un filo invisibile, adesso è una corrente impetuosa. Quella rosa bianca, così bella e delicata, eppure così sola, aiuta i tuoi sentimenti a condensarsi in una semplice e potente domanda: dov’è l’amore?


Dov’è quel sentimento che i poeti e i menestrelli cantano con struggente malinconia?

Lo hai mai conosciuto?

Hai mai conosciuto quella morsa dolcissima che stringe il cuore alla vista della persona amata?

Hai mai conosciuto quella leggerezza che solleva il cuore fino alle stelle e che lo gonfia di gioia?

Hai mai conosciuto l’amore, Helga?

Molti sono stati i sentimenti che hai provato: affetto, amicizia, odio, collera, impotenza, frustrazione, ma l’amore?

Mai.

Chissà perché… Forse… Forse… Chissà…

Forse non volevi conoscerlo, oppure non lo consideravi importante, ma adesso, in questa fredda notte di fine inverno, senti la solitudine farsi più viva che mai, attanagliarti la gola come un braccio che ti soffoca, complice forse la felicità che hai scorto di sfuggita negli occhi di Godric e Rowena.

E all’improvviso la solitudine di quella rosa bianca, matrice di questi dolorosi pensieri e di queste amare verità, ti sembra minacciosa.

Ripercorri con la mente la tua vita, di nuovo, e ti senti vuota, insoddisfatta, a differenza di pochi minuti fa. Qualcosa manca al quadro raffigurante la tua esistenza, e, in fondo al cuore, una consapevolezza dal sapore di fiele ti avverte che quel qualcosa è l’amore.

Un’altra lacrima ti sfugge dagli occhi dorati, e si riversa sul volto di porcellana, tracciando un solco argenteo. Muovi in fretta i passi, ansiosa di allontanarti dalla candida bellezza immacolata di quella rosa bianca.

Quel fiore bellissimo è troppo simile a te: ti turba.

È puro.

È fermo in un momento incantato, solo tra le foglie verdi di quel cespuglio, ingenuo e ignaro.

Così fanciullesco e delicato da far male, troppo simile al tuo cuore. Privo di passione, quasi congelato in un attimo senza tempo.

Come te.

Scacci quest’affermazione che ha raggiunto la tua mente, terribile come un fulmine sulle onde schiumose di un mare fatato. Avanzi senza sapere dove i tuoi piedi ti stanno conducendo, e intanto quelle semplici parole si allontanano dai tuoi pensieri, ma puoi sfuggire al destino che è stato scritto per te questa notte: abbassi lo sguardo e incontri il tuo volto, riflesso nelle acque scure del Lago Nero.

È il volto di una donna.

Di una donna sulla quale la vita ha lasciato il suo marchio indelebile.

Un volto vecchio e stanco.

Un volto che non ti aspettavi di scorgere.

Sei rimasta indietro, ferma e congelata nel passato, non ti sei accorta nemmeno che le prime rughe hanno iniziato a solcare il tuo volto.
Non sai quando hai smesso di vivere, quando è iniziata la farsa della tua esistenza, alla quale con il tempo hai iniziato a credere anche tu.
Non sai quando il tempo dentro di te, nel tuo piccolo mondo tranquillo, ha smesso di scorrere, quando hai perso la concezione del mondo che vorticava attorno a te, quando ti sei fermata, chiusa nel mondo ovattato che inconsapevolmente ti eri costruita attorno.
Quando hai sigillato la porta che collegava te al mondo esterno.
Quando hai cessato di renderti conto che il tempo fuori scorreva; ma esso ha proseguito la sua corsa, inarrestabile, ed è passato sul tuo volto, lasciandovi i suoi segni inequivocabili.

Il tuo corpo ha maturato da tempo, e ha già cominciato il suo declino, senza che te ne accorgessi.
Un lampo splende nella tua mente, squarciando il drappo dietro cui non sapevi di nascondere la verità terribile che sta emergendo: il tempo ha iniziato a scorrere prima che tu ti sia accorta di essere congelata, congelata in un tempo passato, nel tempo ignaro e ingenuo della fanciullezza.

Non sai da dove è giunta questa riflessione, quali siano le migliaia di piccoli e insignificanti pensieri che l’hanno formata, quale il suo scopo. Avverti solamente la sua inconfutabile verità, e assieme ad essa ne salgono alla mente altre centinaia, che ormai trovano una corrente in cui immettersi per farti sentire la loro voce. Adesso ti accorgi che non è colpa delle circostanze se il tuo cuore non ha mai conosciuto l’amore, ma tua, solo tua, che hai deciso di rimanere bambina. Ti accorgi di aver congelato il tuo cuore, chissà in quale tempo, di avergli impedito di provare amore. Il motivo? Sono passati troppi anni per ricordarlo. Comprendi che quanto tu hai accettato perché ‘volere di Dio’, poteva essere cambiato, che non è stato il Fato, né Dio, a tracciare il corso della tua esistenza, ma solamente tu, con le tue scelte, con le tue azioni, con la decisione di congelare il tuo cuore, di congelare te stessa, di ignorare il tempo che scorreva. E comprendi che per lungo tempo è stata la tua parte irrazionale, la tua parte inconscia a dettare regole, a farti compiere scelte che tu invece credevi fossero svolte volute da altri, da Dio stesso.

Ti prendi il capo tra le mani, la testa ti scoppia. Poi, all’improvviso, la calma, e grosse lacrime che rotolano sul tuo volto di porcellana. Adesso è troppo tardi per tornare indietro; per vivere quegli anni che sono passati da troppo tempo, quelle esperienze proprie di ogni donna, quella vita che, ora comprendi, hai vissuto solo a metà, troppo gelata per accorgerti che il tempo passava e che nulla era come tu lo immaginavi.

Sei ormai troppo fredda, troppo vecchia, perché qualcosa possa cambiare. Certo, hai compreso il tuo errore, ma il tempo ha consumato la tua gioventù e nessuna consapevolezza farà girare la ruota delle stagioni in senso inverso.


Sei congelata.

Come quella rosa, congelata nel tuo cuore, ferma e sola, in attesa di un timido raggio di sole che possa sciogliere quel gelo che, inconsapevolmente, hai portato con te tutta la vita. Ma il tempo del calore è terminato e, già da anni, è iniziato quello del gelo.
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1° classificata: Un cuore che non conosce l'amore di LadySaphira

- Grammatica e lessico 9.7/10
Un lessico senza dubbio molto ampio e una grammatica perfetta. C'è solo un'imprecisione: "il tempo ha iniziato a passare prima che tu ti sia accorta di essere congelata". In questo caso, dato il contesto grammaticale, credo sia più corretto dire "che tu ti fossi accorta".

- Correttezza formale: 9.8/10
Anche qui nessun errore sostanziale, solo un'imprecisione: "Inizia a camminare". Dato che la storia è scritta in seconda persona singolare avresti dovuto scrivere "inizi a camminare".

- Originalità 10/10
No ho letto molte storie sui Quattro Fondatori, perché non ne ho mai trovate di davvero valide, fatte sporadiche eccezioni, ma la tua mi è davvero piaciuta. La sua originalità non sta tanto nella trama, quanto nella caratterizzazione di Tosca, o Helga. è un personaggio descritto spesso in modo banale o superficiale, ma tu sei riuscita a dipingerle un volto nuovo, cogliendo sfaccettature che in lei non sono mai state riconosciute.

- IC, contenuti e coerenza 9/10
La storia è senz'altro un'introspezione molto ben riuscita del personaggio, originale e profonda. Il motivo per cui non ti ho dato il massimo dei voti è solo uno, giudizio che puoi contestare liberamente e che io, d'altra parte, non considero assoluto. Helga è una donna cresciuta in un mondo ovattato dagli occhi sognanti dell'ingenuità e della fanciullezza. Leggendo, tuttavia, sorge spontaneo conoscerne il perché. La crescita, la maturità del sentimento e le pulsioni amorose sono sensazioni che nascono naturalmente, non esiste persona al mondo che non le abbia provate almeno una volta, a meno che questa non abbia subito un trauma di qualche tipo o abbia una particolare indole di carattere (ad esempio la reticenza a mettersi in gioco per paura di essere feriti). Ora, nella storia non emerge particolarmente nessuno di questi due aspetti, che credo siano importanti quanto la caratterizzazione stessa del personaggio, poiché essi stessi servono a comprenderlo meglio e più a fondo. Tu stessa dici che lei sembra averne dimenticato il motivo. Lo trovo molto difficile.
Infine c'è una sola citazione che vorrei commentare: "Molti sono stati i sentimenti che hai provato: affetto, amicizia, odio, collera, impotenza, frustrazione". In particolare questi ultimi quattro sentimenti non sembrano collimare perfettamente con la descrizione iniziale che hai fatto di Helga: una instancabile lavoratrice e un'amica troppo altruista che non sente lontanamente il bisogno di un po' di tempo da dedicare a se stessa.

- Uso del pacchetto 10/10
Beh, qui non posso davvero dirti niente. Hai colto il tema alla perfezione, utilizzato il fiore con la giusta importanza e inserito la frase in modo naturale e senza troppe alterazioni. Davvero brava!

Tot 48.5/50 

   
 
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