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Autore: crige    02/04/2013    10 recensioni
Questa storia parla della gioventù bruciata e della parte dei ragazzi non approvati dalla società.
Francesca è una ragazza che gioca a rugby, dall' animo solitario e esplosivo allo stesso tempo.
E' una barista del pub più frequentato di un paesino fuori Firenze.
Ha avuto un'adolescenza difficile, che l' ha segnata nel profondo.
Ora che ha vent'anni, si ritrova ad affrontare una nuova strada.
Eleonora, sua sorella non di sangue, e anche suo capitano l' appoggia nel suo percorso fatto di accettazione e cambiamento.
Lorenzo è il migliore amico di Francesca e guardia del corpo.
Alessia, bhè, Alessia è quella che le sconvolgerà la vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un gioco di sospiri.
Una lotta di gemiti.
Mani che si cercano.
Cuori che si trovano.
 
Parole sussurrate.
Desideri espressi.
Nomi sospirati.
Sensi che si ampliano.
Piacere, goia, amore.
 
Corpi sudati.
Corpi che si muovono allo stesso ritmo.
Corpi che si fondono.
Corpi poi stremati, che si godono il contatto reciproco.
 
-Buongiorno- sussurra, Feffe, lasciandomi un bacio a fior di labbra, per poi lasciarsi cadere al mio fianco.
 
-Oh, lo è stato- sospiro beata, stiracchiandomi.
 
Mi giro su un fianco, di fronte a lei.
E' stesa pancia in su, intenta a contemplare il soffitto.
Il respiro, ancora un po' affannato.
 
Mi perdo a fissare il suo corpo nudo.
Le sue curve perfette.
Le sue forme toniche e sode.
E' semplicemente bellissima.
 
Stamani mi sono svegliata con lei addosso.
Era già sopra di me, impegnata a lasciarmi sciee di baci umidi sul collo.
E' stato decisamente un buon risveglio.
 
Certo, tutto questo mi ha fatto piacere.
C'è una cosa, però, che mi preoccupa.
Il suo sguardo.
 
E' di nuovo assente.
Persa in chissà quali pensieri.
Smarrita non so dove.
Ma penso di sapere il motivo.
 
Mi avvicino a lei, silenziosamente.
Metto una mano sulla sua guancia, facendole voltare il viso verso di me.
Le sorrido.
 
-Rendimi partecipe- sussurro, sfiorandole il naso con il mio.
 
E' un gesto nostro.
Un gesto che mi rassicura immediatamente.
che mi trasmette la sua dolcezza, il suo amore.
Spero di riuscire a trasmetterle le stesse mie sensazioni.
 
-E' complicato- sospira, abbassando lo sguardo.
 
-Provaci- la sprono, cercando i suoi occhi.
 
Mi fissa, scrutandomi.
Abbozza un timido sorriso.
Lascia andare un sospiro teso, prima di parlare.
 
-Oggi rivedrò persone che ho lasciato tempo fa, alcune delle quali, non mi hanno perdonato di averle lasciate- rivela, giocherellando con le nostre dita intrecciate.
 
Lo sapevo che era per quello.
Ero certa che, il suo malumore, dipendesse dalla partita di oggi pomeriggio.
Firenze contro Prato.
 
Lorenzo, un paio di giorni fa, mi spiegò alcune cose.
Mi disse che, Francesca, non vede le sue ex compagne da quando se n'è andata.
Perchè il Prato retrocesse lo stesso anno che Feffe se ne andò.
Quindi, non ha più giocato contro il Firenze.
Alcune sue compagne, danno la colpa a Feffe per la retrocessione.
Sono convinte che se lei non se ne fosse andata, avrebbero mantenuto la posizione.
 
-Hai spiegato, loro, perchè te ne sei andata?- le chiedo, intrecciando la mano libera tra i suoi capelli.
 
-Ho detto semplicemente che mi dovevo trasferire- risponde, sospirando -dopo che i miei mi cacciarono di casa, continuai ad andare agli allenamenti regolarmente, come anche a scuola- spiega, stringendo la presa tra le nostre mani -Ho vissuto due mesi per strada, prima che Nene mi obbligasse ad andare da lei. A quel punto, dissi alle mie compagne, che me ne sarei andata-
 
Questo me lo ha detto anche Lorenzo.
Mi chiedo ancora perchè, Francesca, abbia dato retta a Eleonora e non a lui.
Non riesco a spiegarmelo.
Ma non è importante, adesso.
 
-Dopo, loro, scoprirono di me e di Federica e si arrabbiarono molto. Se la presero anche con lei, una sera, aggredendola sia verbalmente che fisicamente- 
 
-Sono solo delle stupide- sbotto, poggiando la fronte contro la sua -fregatene di quello che pensano loro, Feffe!- dico, sfiorando le sue labbra con le mie, ad ogni parola -loro non sanno niente, non ti possono giudicare-
 
-Non sanno niente, perchè io non gli ho detto niente- mormora -in fondo, non hanno tutti i torti ad avercela con me. Io le ho abbandonate nel momento del bisogno, ero il loro capitano e le ho lasciate senza una spiegazione..-
 
-Questo, però, non gli da il diritto di aggredire qualcuno- affermo, contrariata -non è colpa tua se a loro torna comodo pensarla così- le sorrido, avvicinandomi ulteriormente al suo corpo -potevano chiederti di spiegargli le cose, ma non lo hanno fatto. Quindi,- inizio, rubandole un bacio a fior di labbra -quindi scendi in campo, oggi, e dai il meglio di te. Fregatene del resto ok? Io sarò lì a guardarti e a fare il tifo per te-
 
Finalmente la vedo sorridere.
Un sorriso spontaneo e sincero.
Il mio cuore fa le capriole, diventando più leggero.
 
-Ti ho già detto quanto ti adoro?- chiede, rotolando sopra di me.
 
-No, non mi sembra- sorrido, divertita.
 
-E ti ho già detto quanto sei bellissima?- 
 
-Non oggi- rido, incrociando le braccia dietro la sua schiena.
 
Avvicina il viso al mio.
Mi accarezza una guancia, senza smettere di sorridere.
La sua bocca è a un millimetro dalla mia.
 
-Sei bellissima- sussurra, azzerando la distanza e posando le sue labbra sulle mie.
 
Lascio che dischiusa le labbra.
Lascio che accarezzi la mia lingua con la sua.
Lascio che giochino insieme per un po', prima di staccarmi.
 
-Ok, i miei non tornano prima di pranzo- constato -quiiiindi- capovolgo le posizioni, portandomi sopra di lei -direi di riprendere da dove abbiamo lasciato poco fa- 
 
-Concordo- sorride maliziosa, prima di ricatturare le mie labbra in un nuovo bacio.
 
 
 
                                        ***********
 
Ansia.
Sento solo ansia.
E non la solita ansia prima di ogni partita.
E' un' ansia diversa.
 
E' un' ansia racchiusa in un bozzolo.
Un bozzolo costituito da preoccupazione e paura.
Un mix micidiale.
 
Preoccupazione che qualcosa possa andare storto.
Che le mie ex compagne facciano o dicano qualcosa che possa far tornare la "vecchia Francesca".
Paura che io non riesca a controllare quella parte di me.
 
Questa volta non c'è Federica a tranquillizzarmi.
Non c'è la sua presenza a mettere un freno a quel lato del mio essere.
c'è Alessia.
E lei, non sa neanche l' esistenza di quella parte.
Ho paura perchè, Nene, non basterà a rassicurarmi.
 
-Stai tranquilla- Alessia mi stringe la mano intrecciata alla sua, cercando di farmi stare calma -andrà tutto bene-
 
-Lo spero tanto- sospiro, abbozzando un sorriso.
 
Stiamo camminando mano nella mano.
Abbiamo appena raggiunto il campo.
Tra poco dovremmo separarci.
Devo andare nello spogliatoio a cambiarmi.
 
Questa mattina le sue parole mi hanno un po' confortato.
E' stato incredibile come è riuscita a risollevarmi il morale.
Ma, questo, ha confermato ancora una volta che lei è speciale.
 
-Bene, Bene, Bene- quella voce femminile, mi fa voltare di scatto.
 
Mi trovo davanti una vecchia conoscenza.
Alta, slanciata, capelli lunghi neri e occhi castani.
Emily.
 
-Ciao, Em- saluto, con tono impassibile.
 
-Ciao, Feffe- ricambia con lo stesso tono -vedo che hai cambiato gusti- afferma, indicando Alessia.
 
-Lei non c'entra niente, lasciala fuori- ringhio, facendo un passo avanti.
 
-Tranquilla- sorride, amara -non farei mai niente di male alla ragazza del mio ex capitano- 
 
Serro i pugni.
Mi sento addosso, lo sguardo sorpreso di Alessia.
Lancio uno sguardo duro alla persona di fronte a me.
 
-L'ho già sentita questa frase- le dico, duramente.
 
-Quella troietta se l'è meritato- sogghigna, riferendosi a Federica.
 
sento il sangue ribollirmi di rabbia.
Come osa parlare di lei in quel modo?
Nessuno deve permettersi di nominarla, specialmente così.
 
Lascio la mano di Alessia.
Scatto in avanti, con tutta l' intenzione di colpirla.
Però, una presa forte e sicura sulla mia spalla, mi blocca sul posto.
 
-Che succede quì?- Nene si para davanti a me, incrociando le braccia.
 
-Niente che t' interessi, Santoro-  le ringhia contro, dedicandole un' occhiataccia.
 
-Allora, dato che non sta succedendo niente, perchè non vai dalla tua squadra a prepararti per la partita?-
 
-Stavo giusto andando- sorride falsamente, prima di tornare a rivolgersi a me -preparati a perdere, Francesca- dice, andandosene successivamente.
 
Immobile.
Sono totalmente immobile e con lo sguardo puntato dove, fino a poco tempo prima, c'era Emily.
Le mani stretta a pugno.
La mascella serrata.
Il respiro pesante.
 
-Alessia, vai sulle tribune, ok?- le dice la mia amica, indicandole gli spalti.
 
-Ok- acconsente -stai calma- mi sussurra, dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia.
 
Nene aspetta che si allontani, prima di parlarmi.
Mi si para di fronte.
Mi incornicia il volto con le mani.
Cerca il mio sguardo, puntanto le sue iridi di ghiaccio, nelle mie.
 
-Non devi starla a sentire ok? Né lei, né le altre- mormora dolce -scendiamo in campo, giochiamo e poi ognuno andrà per la sua strada- mi butta le braccia al collo, stringendomi forte -andrà tutto bene, Scricciolo- sussurra, sentendomi ricambiare l' abbraccio.
 
 
                                                  ***********
 
Raggiungo Erica, Lorenzo e Alessandro sulle tribune.
Mi lascio cadere accanto alla mia amica.
Lo sguardo dritto davanti a me.
La mente del tutto staccata e fissa sulla scena di poco prima.
 
-Che hai?- mi chiede, Erica, preoccupata.
 
-Io e Feffe abbiamo avuto uno spiacevole incontro- rivelo.
 
-Chi?- domanda, Lorenzo, in ansia.
 
-Una certa Emily- mormoro, alzando le spalle.
 
-Oh, no- afferma, il ragazzo.
 
-Oh, no, cosa?- porto l' attenzione su di lui, immediatamente.
 
Lo vedo sospirare, teso.
Il suo sguardo preoccupato, non mi tranquillizza per niente.
Nemmeno quello di Alessandro.
Sono totalmente terrorizzati.
 
-Emily era l' amica più stretta di Francesca, quella della squadra con cui aveva legato di più- spiega, sospirando -ed è anche quella che, insieme ad altre quattro, accerchiò Federica per poi aggredirla fisicamente-
 
Si, anche Erica sa di F.
Feffe dopo che me ne ha parlato, ha dato il via libera a Lorenzo per dirlo alla mia amica.
Ha detto che era giusto così, essendo la mia migliore amica e la ragazza del suo migliore amico.
Ma non ce l' ha fatta a dirglielo lei di persona.
E posso perfettamente capirla.
 
-Perchè lei e non Feffe?- chiedo, confusa.
 
-Perchè loro dettero la colpa a Fede, per l' abbandono di Francesca- 
 
-Ma non ha senso!- sbotto, arrabbiata.
 
-Lo so- s' intromette, Alessandro -Francesca, dopo quell' episodio, si presentò al campo di Prato infuriata più che mai. Iniziò una rissa. Lei da sola, contro tutte loro. Ne uscì mal ridotta, ma anche molte di loro uscirono malconce-
 
-Ma neanche una, appoggia Feffe?- domanda, incredula, la mia amica.
 
-Si, ovviamente. Qualcuna si, ma comunque poche-
 
-che schifo di persone- affermo, portando l' attenzione alle Squadre che scendono in campo.
 
-Già- rispondono in coro, gli altri tre.
 
 
 
 
La partita è iniziata.
E' una partita molto fisica e combattuta.
Non si cerca di evitare il placcaggio.
Si cerca l' avversario.
Lo si punta, tentando di batterlo.
Di superarlo fisicamente.
 
Ecco, perchè, ci sono stati molti cartellini gialli.
Due persone uscite per infortunio.
Tre inizi di rissa, sventati.
 
Eleonora cerca di far mantenere la calma.
Emily, il capitano dell' altra squadra, provoca invece in tutti i modi, cercando di far finire la partita a botte.
La conosco da nemmeno un giorno e già la odio.
 
Feffe ha subito parecchi falli.
Placcaggi duri.
Offese.
Nonostante tutto, non ha mai reagito.
Ha risposto con i fatti, sul campo, segnando tre mete di fila.
Il Firenze sta vincendo in modo netto.
Ed è anche per questo che, le avversarie, sono nervose e irascibili.
 
-Oddio che corpo fantastico!- esclama, Erica, vedendo Francesca alzarsi la maglia per pulirsi la faccia.
 
-EHI!- esclamiamo in coro, io e Lorenzo, indignati.
 
-Oh andiamo! Tu te la porti a letto- dice, indicando me -mentre tu, vorresti tanto farlo!- indica il suo ragazzo, per poi incrociare le braccia al petto -quindi, perchè non dovrei volerlo anche io?-
 
-Non ha tutti i torti, in effetti- bisbiglia Alessandro.
 
-Zitto tu!- diciamo di nuovo insieme, verso di lui.
 
-Oh, dai,- sbuffa, la mia amica -mica ho detto che lo farò! E poi lei ha occhi solo per te e....OH CAZZO!- urla, portandosi le mani alla bocca, fissando il campo.
 
La tribuna scoppia in un boato sorpreso.
Volto di scatto la testa.
Vedo distintamente, Feffe, tirare un pugno a Emily.
Nene che cerca di bloccarla, invano.
 
La mia ragazza, scatta come una furia verso un' altra ragazza.
Le rifila un cazzotto nello stomaco, facendola piegare su se stessa.
Alla fine, Bianca e Cinza con l' aiuto di Eleonora, riescono a bloccarla.
L' arbitro si porta davanti a lei, mostrandole il cartellino rosso.
Le ragazze, la portano fuori dal campo, verso lo spogliatoio.
 
Mi alzo subito in piedi.
Corro giù per gli scaloni.
Vedo, intanto, tornare in campo Cinzia e Bianca.
Affretto il passo, dirigendomi dove le ho viste sparire poco prima.
 
Arrivo negli spogliatoi.
Spalanco la porta.
Trovo Francesca e Eleonora a litigare.
E poi, poi sento qualcosa che mai avrei voluto sentire.
 
 
                                                **********
 
Le parole di Nene non sono servite a niente.
Non mi hanno tranquillizzato.
Non sono riuscite a calmarmi.
 
Mi scorta nello spogliatoio, dove tutte le altre si stanno già cambiando.
Come entro, piomba il silenzio.
Si voltono a guardarmi.
 
OVviamente loro sanno tutto.
Sono state presenti in tutta la storia mia e di Federica.
Hanno visto la ma felicità e poi, il mio dolore.
 
Abbozzo un sorriso, andandomi a sedere sulla panca.
Nene si siede vicino a me.
Mi sprona a cambiarmi.
Cosa che faccio immediatamente.
 
Una volta che siamo tutte pronte, Ele ci richiama.
Ci riuniamo in un cerchio.
Abbacciate strette, l' una all' altra.
 
Nene fa il solito discorso pre-partita.
Ci infonde forza e coraggio.
Ci trasmette la grinta e la voglia di vincere.
 
Dopo, succede qualcosa che non mi aspettavo.
Si stringono intorno a me.
Sussurrano frasi e parole confortanti come:
 
"Non sei da sola, siamo una Squadra"
 
"Siamo una famiglia e affronteremo questo insieme"
 
"Non pensarci Feffe, pensa a quando dopo ci riempiremo di birra!" 
 
Si, ok.
L' ultima era da parte di Cinzia.
Cinzia, che è riuscita a strapparmi una risata.
Ancora una volta, trovo il sostegno di cui avevo bisogno, in loro.
Loro che sono la mia roccia.
La mia casa.
La mia famiglia.
 
 
 
 
-Ehi, tutto ok?- Nene mi aiuta a rialzarmi, dopo l' ennesimo duro placcaggio subito.
 
-Si- rispondo, freddamente, schierandomi nella mia posizione.
 
Sono al limite della sopportazione.
Non ce la faccio più a reggere gli insulti e i falli.
Non tanto quelli rivolti a me.
Quelli non mi fanno effetto.
Sono quelli rivolti alle mie compagne di squadra, che mi fanno innvervosire.
 
Loro non c'entrano niente con tutto questo.
Non dovrebbero prendersela con loro.
Dovrebbero rifarsi solo ed esclusivamente con me.
 
Sospiro, guardando di fronte a me.
Il gioco riprende.
La palla arriva veloca a Emily.
Ala dell' altra squadra.
 
Corre veloce, cercando di battermi in velocità.
Mossa stupida.
Sa che sono più veloce di lei.
 
La raggiungo senza difficoltà.
La placco da dietro, buttandola fuori dal campo.
Lei si rialza con fatica, sogghignando nella mia direzione.
 
-Guardati, Feffe- ridacchia -la tua vita non ha un senso, hai mollato noi e tutto il resto per cosa? Per una puttanella da quattro soldi, che poi è morta-
 
E lì, lì non ci vedo più.
La rabbia prende il possesso di me.
E questa volta, questa volta non c'è Federica a fermarmi.
 
Mi libero dalla presa di Nene, corsa nella nostra direzione non appena udite quelle parole.
Scatto verso Emily.
Le mollo un pugno in piena faccia, facendola cadere a terra, priva di sensi.
 
Vedo Luisa, un' altra mia ex compagna, venirmi incontro con la mano alzata.
Senza pensarci, mi scaglio verso di lei.
Le lascio un cazzotto in pieno stomaco.
La vedo cadere sulle ginocchia, piegata su stessa a tossicchiare.
 
-Basta, Feffe!- Cinzia mi circonda la vita con le braccia, da dietro.
 
-Dai, non ne vale la pena- afferma, Bianca, bloccandomi i polsi lungo i fianchi.
 
Arriva anche Nene, che mi si para di fronte.
Mi guarda duramente.
In uno sguardo misto tra sofferenza e arrabbiatura.
 
Non sento niente intorno a me.
Sento solo quelle parole, pronunciate con cattiveria, rimbombarmi nella testa.
Puttanella.
Morta.
 
Vedo l' arbitro alzare il cartellino rosso nella mia direzione.
Mi sento trascinare via.
Sono del tutto estranea al mio corpo.
 
Le gambe molli.
Le mani che mi tremano.
La testa che mi scoppia.
E rabbia, tanta rabbia, scorrermi dentro le vene.
 
D' un tratto sento la porta dello spogliatoio sbattere.
Le mani di Nene sulle mie spalle.
Mi scuote forte, urlandomi parole in faccia, che non sento.
Che mi entrano da un orecchio e mi escono dall' altro.
 
Federica non era una puttanella.
Era la persona migliore che io abbia mai conosciuto.
Era il ritratto della perfezione.
Era..
 
-FRANCESCA!- sbraita, circondandomi il viso con le mani e scuotendomi -MI STAI ASCOLTANDO?-
 
Punto gli occhi nei suoi.
Torno in me.
Che diavolo ho fatto?
 
-Che ti è saltato per la testaa, eh? So che quello che ha detto ti ha ferito, ha ferito anche me, ma non dovevi reagire così!- ringhia -sei scesa al suo livello e cosa ci hai guadagnato? Un bel niente!-
 
-Se lo è meritato!- sbotto, indietreggiando di qualche passo.
 
-NON DOVEVI REAGIRE!- urla, di nuovo.
 
-Tu non capisci!-
 
-Si, invece!- ribatte, duramente -Lei era la persona più importante della mia vita!- mormora -so come ti senti, so cosa provi! Lo provo anche io! E so anche che lei non avrebbe voluto questo! Avrebbe voluto che tu restassi calma! Te lo disse anche quella volta, te lo ricordi? Ricordi cosa ti disse quando andasti a Prato a fare quella maledetta rissa?- mi punta un dito contro, alzando di nuovo la voce.
 
Si, che me lo ricordo.
Si arrabbiò molto.
Diceva che io ero migliore di così.
Che quella parte violenta di me, non doveva più uscire.
Che dovevo imparare a sopprimerla.
A sopprimerla anche senza il suo aiuto.
Ma come posso fare?
 
-Che non si risolve niente con la violenza- sussurro, abbassando lo sguardo.
 
-Esatto, Feffe- conferma, sempre con quel tono duro -Non sei da sola! Siamo insieme in tutto questo! Dobbiamo aiutarci!-
 
-E COME?- sbotto, urlandole contro -FINENDO A FARE SESSO, PER RABBIA, COME L' ULTIMA VOLTA?!-
 
Mi blocco.
Mi blocco quando vedo la porta aprirsi.
Quando vedo la porta aprirsi e entrare Alessia.
 
Alessia che mi guarda incredula.
Gli occhi lucidi e pieni di delusione, di dolore.
La bocca leggermente aperta.
Una mano ferma sulla maniglia.
 
-Alessia- soffio, facendo due passi verso di lei.
 
Scuote la testa in un cenno negativo.
Indietreggia lentamente.
Mi guarda un' ultima volta, prima di voltarsi e correre via.
 
 
 
_______________________________________________________________________________________________


ANGOLO AUTRICE:

Ma buona sera ^^
Oh almeno, spero che lo sia.

Allora, piaciuto il capitolo?
Spero di si.
Insomma, ci ho buttato dentro tante informazioni.
E diaciamo che è abbastanza movimentato, no?

Non aggiungo altro.
Vi dico solo che, nel prossimo capitolo, vi aspetterà un flashback!
Chissà, magari accontenerò il desiderio di qualcuno ;)

Vi lascio!
Spero di leggere presto, le vostre impressioni e aspettative!
Un bacio ^^
 
 
 
  
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