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Autore: 68Keira68    22/10/2007    4 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima volta che scrivo una fan fiction su Pirati dei Caraibi e vi chiedo di essere clementi! La fan fiction è ambientata circa 17 anni dopo la fine del 3 film quindi se non avete ancora visto il film e non volete rovinarvi il finale vi consiglio di non leggerla :-P! Spero che la fiction vi piaccia e se potete inserire un commento anche piccolo piccolo ve ne sarei grata, così saprei se la fiction vi piace o meno! Vi ringrazio in anticipo e vi auguro una Buona Lettura!
L’estate finalmente era arrivata, il sole risplendeva nel mare che bagnava la piccola isola di Telia, ai confini del mar dei Caraibi e Angela, si stava dirigendo al mercato per fare la spesa.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Will Turner
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota dell'autrice: 

Salve a tutti! Eccomi, sono tornata con il secondo cappy della ff! Prima di ttt volevo dire ke ho cambiato nome alla ficcy xkè penso di averne trovato uno più azzeccato, si capirà meglio andando avanti con i cappy, cmq mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate del nuovo titolo. Ora sn riuscita anke a mettere i codici, yuppi!!!!! Effettivamente era pesante da leggere in quel modo, finalmente sn riuscita ad aggiustare la cosa, grazie principalmente a DJ Kela, ke mi ha detto cm fare! Grazie!! 
Allora, in qst cappy rimane ancora ttt avvolto abbastanza nel mistero, xò si svelerà ttt più avanti, promesso! Spero di riuscire a destare la vostra curiosità!

Poi volevo ringraziare per aver commentato:
Violet: sn contenta che il primo cappy ti sia piaciuto! Ho cambiato il nome della protagonista, avevate ragione e mi scuso! Spero ke anke il secondo cappy ti piaccia.

DJ Kela: Ciao! Felicissima ke il cappy ti sia piaciuto e grazie per i complimenti! Si, hai ragione, l'ultima parte l'ho affrettata troppo, in questo cappy xò ho cercato di installare un ritmo, cm dici giustamente tu, xò nn so se ci sn riuscita molto! Accade ttt abbastanza in fretta! Johnatan effettivamente si scrive con la o dopo la J, ho sbagliato, grazie x avermelo detto! In qst cappy dovrei averlo scritto giusto ;-)! Spero ke ti piaccia il anke il 2°!

Giada: grazie x aver commentato e sn felice ke la ficcy ti piaccia! Spero ke ti piaccia anke il 2° cappy! 

Grazie anke a ttt quelli ke l'hanno solo letta!!  Ditemi cosa ne pensate di qst 2° cappy. Kisskiss a ttt 68Keira68.

2_  Il primo pezzo del puzzle

Mio piccolo Angelo,

Così la chiamava sempre la madre, e così iniziava anche quella lettera, scritta con quella calligrafia così minuta.

Quando leggerai questa lettera io non ci sarò più. La vita è breve e uno deve cercare di godersela in ogni suo attimo, e ti assicuro che io, grazie a te, non ho rimpianti. Sei una bravissima e bellissima ragazza, non mi hai mai dato neanche un dispiacere,  mi sei sempre stata accanto e  sono orgogliosa della donna che stai diventando.

 Però, forse,  a dir la verità un rimpianto ce l'ho, quello di non aver trovato il coraggio di dirti tutta la verità su tuo padre,  quando ero in vita.
Per questo ti ho scritto questa lettera, perchè devi sapere ogni cosa, ne hai il diritto.
Ti chiedo solo un ultimo favore prima di rivelarti ciò che sto per dirti, quello di non biasimarmi troppo quando avrai finito di leggere e di non odiarmi, anche se probabilmente lo meriterei, perchè quello che ho fatto lo svolto nel tuo unico interesse.
Cara Angela, tuo padre è vivo, ti ho mentito e mi dispiace. Ora penserai probabilmente che sto delirando, ma ti prego di credermi perchè questa è la verità. Dopo che sei stata concepita,  una serie  di... circostanze ha impedito che lui .... rimanesse ... con te e con me ... a casa. E da allora non ho avuto più sue notizie, ma conoscendolo ti posso assicurare che nessuno potrebbe fargli male, perciò posso affermare con sicurezza che tuo padre è vivo e vegeto. Te lo tenuto nascosto per tutti questi anni perchè dopo che io aveva passato dieci anni a sperare che tornasse, non volevo che anche tu vivessi con questa illusione, che si è rivelata futile e dolorosa. In pratica non volevo che portassi dentro al cuore una speranza che si sarebbe rivelata vana e che ti avrebbe fatto soffrire.
Ora penserai che non avevo  il diritto di tenerti nascosta una cosa del genere nemmeno se era nel tuo interesse, ma cerca di capirmi, ho cercato solo di proteggerti.
Ora non so se vorrai mai vedere tuo padre, questa è una scelta tua, posso solo dirti che semmai vorrai incontrarlo probabilmente lo troverai a Tortuga, se è rimasto l'uomo che conoscevo!
Allegata a questa lettera troverai anche un ciondolo che mi aveva regalato lui prima di andarsene. E' un oggetto molto particolare che non sono mai riuscita ad indossare, purtroppo,  ma sono sicura che tu ce la farai!
Non ti immagini quanto bene ti voglio, e non piangere per me, devi andare avanti. Vivi le tue avventure, fai avverare i tuoi sogni, questa è la cosa più importante, e non fermarti mai davanti a nulla, sii coraggiosa e vai avanti per la tua strada, qualunque cosa succeda.
Ti veglierò da quassù. Ti abbraccio forte forte.

Un bacio
Mamma

P.S.
Il nome di tuo padre è ...


Rilesse di nuovo la lettera, e poi ancora e ancora e ancora, finché non la imparò a memoria.

Le lacrime avevano nuovamente iniziato a rigarle il volto. Incredibile quante lacrime si potessero versare in un solo giorno, probabilmente aveva stabilito un record. Tuttavia non ci poteva fare niente, continuavano a scivolarle sul viso, uscendo copiose dai suoi occhi arrossati e stanchi.
Se sua madre aveva scritto quella lettera era perchè probabilmente sapeva già che doveva andarsene, e non le avevano detto nulla. Un'altra cosa da sommare all'elenco, ma oramai non aveva più importanza. Come tutto il resto.
No, qualcosa ancora c’è.
Suo padre. Suo padre era vivo, allora sua madre non delirava, diceva la verità. Non le sembrava vero. Non le sembrava possibile. Per tutti questi anni aveva creduto di essere orfana di padre e ora scopriva che anche lei ne aveva sempre avuto uno. Rilesse il Post Scrittum dove la madre aveva scritto il nome dell’uomo con la quale l'aveva concepita. Due semplici parole scritte con un inchiostro scuro, banali per chiunque le leggesse, chiunque tranne lei. Per Angela quelle parole avevano il significato di tutta una vita, la risposta alla domanda che più l'aveva assillata in tutte quegli anni, una speranza che si era accesa là dove regnava il buio più totale.

Aveva sempre paragonato la sua vita ad una specie di puzzle senza soluzione, lei era lì, incompleta, con tanti vuoti, vuoti che non sarebbe mai stati colmati, o perché non si sapeva dove e come rimettere a posto i pezzi mancanti, o perché proprio quei pezzi non c’erano. Suo padre rappresentava uno di quei vuoti incolmabili della quale si erano perse le tracce, e ora eccolo lì, il destino le dava la possibilità di trovare uno di quei pezzi, adesso doveva solo trovare il modo di recuperarlo e poi metterlo.

Ma adesso cosa avrebbe fatto? Avrebbe davvero trovato il coraggio di lasciare tutto e tutti e per cercarlo? Avrebbe sul serio lasciato la sua casa, la sua gente, le sue amiche, per inseguire un uomo della quale sapeva solo il nome? Certo, sua madre le aveva detto da dove iniziare le ricerche, a Tortuga, ma se poi lì non c'era? Avrebbe iniziato a vagare per il Mar dei Caraibi sperando in un incontro fortuito? Una cosa del genere probabilmente avrebbe richiesto anni, considerando che di suo padre non conosceva né l'aspetto, né che mestiere faceva, né i posti che frequentava, solo il nome, solo quel maledetto nome che aveva voluto sapere per così tanti anni e che ora ne era venuta a conoscenza nel peggior dei modi possibili, con la morte di sua madre.
Però, d'altro canto, non aveva neanche più niente ormai che la legava a quell’ isola. A parte Johnatan.

Partire per allontanarsi da lui potrebbe già dimostrarsi una valido motivo
Pensò la ragazza ironicamente, ma neanche più di tanto. E Maggie? L’avrebbe lasciata da sola su quest’isola, con molte probabilità di non vederla mai più?

Potrei cercare di convincerla a partire con me.
Partire? Allora vuoi proprio andartene, ha deciso?
No, non ho deciso.
E quindi cosa vuoi fare? Stare qui e lasciarti assalire dai tuoi pensieri? Rimanere su quest’isola con il tuo caro patrigno e vivere una vita di rimpianti, continuando a pensare a cosa sarebbe successo se fossi partita?
Non lo so ciò che devo fare! E ora poi sono troppo stanca per parlarne, voglio solo riposare, è chiedere troppo? Domani mattina penserò al da farsi!

Dormire, certo, è una parola. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, specialmente se i pensieri continuano ad assillarti senza darti tregua, allora l’unica cosa possibile da fare e lasciarli navigare nella tua mente.

Era calata la notte senza che Angela se ne accorgesse. Il tempo per lei sembrava essersi fermato. Continuava a guardare l’orizzonte senza però vederlo veramente. Aveva la mente preda di mille pensieri e il cuore navigava tra sentimenti contrastanti tra loro. L’Angela impulsiva, quella che si faceva guidare dal cuore, le diceva che doveva imbarcarsi al più presto e cercare suo padre, senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Quella razionale, la parte di lei che guardava sempre i pro e i contro di ogni azione, quella che veniva fuori solo nelle decisioni più importanti, le suggeriva di rimanere lì, che era insensato e  avventato salpare per mare solo con una debole rotta, con niente di certo. E correre un rischio del genere per cosa poi? Per cercare un uomo che per tutti questi anni era rimasto assente dalla sua vita, la vita di sua figlia.

Non è stata colpa sua. È vero, l’ho pensato, ma la mamma ha spiegato bene nella lettera che è dovuto andare via poco dopo il suo concepimento, quindi probabilmente non sapeva nemmeno che mia madre era incinta di lui, quando se n’ è andato.
Ne sei sicura?
Ma certo, questo non lo metto in dubbio, che razza di persona è una che lascia la donna che ama, per di più incinta, senza un valido motivo?
Una persona che pensa solo a se stessa senza preoccuparsi di poter ferire gli altri, ovvio.
Esatto, e mio padre non è così! La mamma diceva sempre che era un brav’uomo, e ogni volta che lo nominava aveva gli occhi ancora sognanti, di certo non può essersi innamorata a tal punto di una persona egoista e senza scrupoli! Di certo avrà avuto un buon motivo, un motivo che io voglio e devo sapere.

Un bivio, ecco cosa la vita le metteva davanti, un bivio. Il destino le presentava due strade che l’avrebbero portata a vivere due vite completamente diverse tra loro, questo lo sapeva. Se fosse rimasta sull’isola, si sarebbe sposata, avrebbe avuto una famiglia e probabilmente avrebbe portata avanti la locanda del patrigno. Una vita normale, come quella di tutte le ragazze di quell’epoca, una vita che le stava stretta solo a guardarla, era vero, però un’esistenza sicura, che non prevedeva brutte sorprese, ma solo grandi rimpianti. Se invece fosse partita, si sarebbe messa sulle tracce di suo padre, salutando per sempre una vita sicura e tranquilla tra le quattro mura di casa e abbracciando un’esistenza di avventure e grandi esperienze, sia che avesse o non avesse trovato il padre. Se lo avesse trovato avrebbe iniziato a vivere con lui, qualunque fosse la sua vita, se non lo avesse trovato lo avrebbe cercato per mari in eterno,  e una volta iniziata una vita di avventure, sempre in movimento, conoscendosi, era sicura che non sarebbe mai più tornata sulla terra ferma. Cosa fare?

Continuò a pensare al suo futuro ancora a lungo, piangendo di tanto in tanto quando il pensiero della perdita appena subita riaffiorava nel suo cuore, provocando la fuori uscita di altre lacrime. Questo finché la stanchezza non prese il sopravvento e Angela non si addormentò lì, sulla spiaggia.

Quando l’alba fece capolino sul versante opposto dell’isola rispetto dove si trovava lei, Angela si destò, svegliata dalla luce che avanzava lentamente. Passati i primi secondi di disorientamento per ritrovarsi sulla spiaggia a quell’ora del mattino, la ragazza ricordò tutto, compreso quello che doveva fare, doveva vedere Maggie.

In pochi secondi fu sotto casa sua. La madre di Maggie era già alzata e preparava la colazione, e vedendo arrivare Angela, dopo averle detto alcune parole di conforto sulla morte di Annalisa, la informò che Maggie era ancora in camera sua, ma che doveva essere già sveglia.

“Grazie, signora” ringraziò Angela e salì a perdifiato le scale che portavano alla stanza di Maggie.

“Maggie!”

La ragazza piombò nella sua camera come un uragano, e trovò l’amica che ancora assonnata sedeva sul letto con l’intenzione di alzarsi e di vincere il sonno. Il vedere  Angela entrare di gran carriera in camera sua, però,  la svegliò completamente.

“Angela, che ci fai qui?” esclamò stupita, poi però, vedendo l’espressione sconvolta dell’amica, aggiunse subito “come stai? Hai bisogno di qualcosa? Siediti, su” e la fece accomodare sul letto accanto a lei. Appena si sedette Angela iniziò a parlare come un fiume in piena, senza farsi pregare. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, di condividere i suoi sentimenti e le sue idee con una persona fidata e alla quale voleva bene, e l’unica persona che rispondeva a questi requisiti, per lei era Maggie. Parlò della lettera, di cosa aveva trovato scritto, le raccontò di suo padre, dicendogli il suo nome e dove potrebbe trovarlo e la fece partecipe di tutti i pensieri che ieri sera l’avevano assalita sulla spiaggia, senza tralasciare nulla, se no sentiva che sarebbe esplosa se si fosse tenuta tutto dentro.

Maggie la ascoltava incredula. Non riusciva a collegare ciò che l’amica le raccontava con foga crescente, alla realtà che la circondava. Sembra tutto troppo irreale per essere vero. Il padre di Angela era vivo e probabilmente si trovava a Tortuga, l’isola dei pirati. E poi quel nome. Quel nome non le era nuovo, aveva come l’impressione di averlo già sentito da qualche parte, anche se non ricordava dove.

“E ora cosa intendi fare?” riuscì a dire Maggie alla fine del discorso di Angela.
“Non lo so, uffa, non lo so, per questo sono venuta da te, in cerca di un consiglio” rispose esasperata la giovane.

Maggie rifletté a lungo, dopodiché, con un dolce sorriso, prese le mani dell’amica tra le sue, e con voce calma e ferma esclamò: “Angela, ti conosco troppo bene per credere che tu voglia un consiglio da me, tu vuoi un’approvazione alla tua scelta, non un suggerimento”

Angela la fissò incredula. Un’approvazione alla sua scelta? Magari! Perché ciò avrebbe significato almeno che aveva deciso qualcosa! Ma stava lì il problema, che lei non sapeva cosa fare! Possibile che Maggie non l’avesse capito?

“Maggie, per ricevere un’approvazione sulla mia scelta, come minimo dovrei aver scelto cosa fare, ma il problema è che non so proprio cosa fare!! Per questo ho bisogno di un consiglio, comprendi?

Maggie sorrise. “Ma infatti tu hai scelto. Hai deciso di partire, ma essendo cosciente che è una decisione pericolosa, vuoi un’approvazione da qualcuno”

Angela continuava a fissarla ancora più sbalordita, sapeva qualcosa che a lei era oscuro?

Maggie proseguì. “Sono anni che mi dici che vuoi solo una scusa, un’occasione per lasciare questo posto che pare odi tanto. Mi hai sempre detto che mai e poi mai saresti finita ad ammuffire in una casa con quattro bambini e un marito che non alza un dito per aiutarti a mandare avanti la famiglia, per poi ritrovarti piena di rimpianti una volta diventata vecchia. Hai sempre affermato che saresti partita per avventura a bordo di una qualsiasi nave, proprio per scappare a questo stile di vita che tu trovi stretto, e ora che ti si presenta l’occasione buona vorresti tirarti indietro? No, certo che no, sei già pronta per partire, probabilmente il tuo cuore è già salpato per la prima nave diretta a Tortuga, l’unica cosa che ti tiene arenata qui con il corpo, è la microscopica parte razionale che fa parte del tuo essere, che si fa viva ogni tanto e che ti dice che potrebbe essere pericolo far ciò che vorresti. Perciò tu vuoi un’approvazione da me, per mettere a tacere anche quell’ultima vocina fastidiosa, non perché non vuoi partire!”

Angela rimase un attimo a riflettere in silenzio. Le affermazioni fatte da Maggie l’avevano spiazzata.

Caspita, e se quello che dice è vero? Anzi, senza il se.  Ha ragione, mi conosce più lei che io! È vero, io non voglio rimanere su quest’isola, voglio andarmene, e questa è l’occasione buona che ho aspettato e sperato per tanto tempo. Ma perché allora ho così paura di coglierla? Perché potrebbe essere pericoloso, come suggerisce la mia parte razionale.  Ma d’altronde…chi non risica non rosica. Maggie, sei fantastica.

“Maggie, sei fantastica, hai ragione, devo, no, anzi, VOGLIO partire, e subito anche! Hai assolutamente ragione!” esclamò colta dall’entusiasmo. Poi si ricordò di una cosa che aveva pensato la sera prima. “Vieni con me” disse semplicemente.

Ora era Maggie a fissarla incredula. “Cosa? No, Angie, no.”

“Perché no? Non puoi dirmi che vuoi davvero passare tutta la tua vita su quest’isola!” esclamò con forse troppa energia.

“Sai, non tutti sono come te, in cerca di avventure, qualcuno si accontenta delle cose semplici, e io faccio parte di quel qualcuno. E poi tu adesso non hai più nessuno che ti possa tenere qui, io invece ho ancora la mia famiglia, la mia casa. No Angela, non posso.”

“A me rimani ancora tu, e non voglio perderti, ti prego vieni con me”

“Angela, non insistere, no. E comunque non mi perderai mica, rimarremo amiche per sempre, e quando avrai bisogno di me, basterà che tu torni qui, e mi ritroverai! Se parti, magari dirai addio a tante cose, ma di certo non a me, se tu non vorrai”

Come al solito Maggie aveva ragione, pensò Angela. Non poteva costringerla a venir via con lei, e per quanto odiasse la sua scelta, sapeva già in partenza che non l’avrebbe mai seguita, anche se glielo aveva chiesto lo stesso.

Oh Maggie, sai benissimo che non ci sono alte probabilità di rivederci e questo probabilmente è un addio definitivo, eppure, continui a dirmi di sperare, tirandomi su di morale e aiutandomi in tutti i modi che puoi. Bene, ora sono io che dirò qualcosa a te, e non è solo una speranza, la mia è una promessa, Maggie, ci rivedremo, te lo giuro.

“Sai già come farai per lasciare l’isola?” domandò Maggie.
“Si, avevo una mezza idea. Pensavo di chiedere al capitano Teels, il capitano dell’unico mercantile che passa per la nostra isola, di darmi un passaggio fino Benprett. Salpa proprio stamattina, come sai. Da lì mi sarei messa alla ricerca di una nave diretta a Tortuga. Come ben sai qui passa solo una nave diretta alla città portuale più grande dei dintorni per alcuni scambi commerciali, quindi pretendere di andare direttamente a Tortuga è impossibile, però presumo che una volta  a Benprett troverò di certo un’imbarcazione diretta verso la mia meta.” Spiegò la ragazza.
Maggie rifletté un momento dubbiosa sul piano dell’amica, dopodiché esclamò: “Si, hai senz’altro ragione, però questo funzionerebbe fino a Benprett, perché una volta arrivata a Tortuga non ti consiglierei di rimanere in vesti femminili, ma piuttosto di travestirti da comune mozzo, darai meno nell’occhio e passeresti indisturbata” osservò.

 A questo non avevo pensato, è vero!

“Non ci avevo pensato. Maggie, sei un genio, come farei senza di te?” e scoppiarono a ridere tutte e due, dimenticando per un attimo che da lì a poco si sarebbero dovute salutare. Quando però tornarono alla realtà, smisero di ridere e si guardarono tristi.

“Allora ti saluto” sussurrò Angela. “Maggie, grazie, grazie di tutto”

Maggie sorrise e abbracciò l’amica, consapevole che probabilmente era l’ultima volta che la vedeva, ma contenta del fatto che la sua amica, la ragazza che era stata come una sorella per lei in tutti questi anni, poteva finalmente realizzare i suoi sogni, e che con un po’ di fortuna avrebbe anche ritrovato il padre che non aveva mai avuto.

“Arrivederci Angela, e buona fortuna”.

Dopo essere rimaste abbracciate un'altra manciata di secondi, Angela si staccò e con un ultimo saluto all’amica, si diresse verso casa sua, sperando di trovarci Johnatan.

Come sperato lo trovò lì. Era seduto sulla poltrona e fissava il vuoto in una posa immobile, faceva quasi paura, sembrava uno zombie.

Se è così distrutto, forse allora mia madre l’amava davvero.

Angela sia avvicinò a lui e lo svegliò dal suo stato ipnotico, scuotendolo per un braccio. Lui sembrò ridestarsi come da un sogno profondo e la guardò dritto negli occhi, tornando cosciente di sé.

“Angela, ciao, come…come stai?” domandò al quanto stupito di vederla lì, come se non fosse casa sua, e per niente preoccupato della sua assenza.

Come vuoi che stia? Fu tentata di rispondergli Angela, ma si trattenne.

“Male, e tu?”
“Male. Dove sei stata?”

Ah, allora si è accorto della mia assenza, almeno quello.

“Ho fatto un giro, dovevo schiarirmi le idee”
“Ah, ti capisco. E quella lettera, quella che parlava…cioè, l’hai letta?”

La lettera? Cosa gliene importa a lui della lettera, è una cosa che la mamma ha scritto per me!

“Si, l’ho letta”
“E cosa diceva?”.

Johnatan era tremendamente curioso, lo si vedeva lontano un miglio. Voleva sapere se ciò che aveva detto sua moglie era frutto del delirio della febbre o era la realtà, e se era vero, voleva senz’altro saperne di più.

Angela pensò all’opzione di non dirgli nulla, ma poi si disse che senz’altro la madre non sarebbe stata contenta, che avrebbe voluto che lei spiegasse a Johnatan la verità, e che alla fine era pur sempre l’uomo che l’aveva mantenuta per tutti questi anni, qualcosa gli doveva.

Così fece un bel respiro profondo e si apprestò a spiegare la soluzione. Forse era anche il metodo più semplice per poi annunciare che voleva salpare via da quell’isola. Ma prima che lei potesse aprir bocca, Johnatan parlò di nuovo.

“Insomma, tuo padre, come si chiama, dove si trova? C’era scritto nella lettera?” domandò.
“Prima non vorresti sapere se è veramente vivo o no?” esclamò irritata la ragazza.
“No, perché so già che è vivo, tua madre me lo confesso prima di sposarci” affermò lapidario.

Cosa? Johnatan sapeva che mio padre è vivo? Mia madre lo ha detto a lui prima che  a me? Come ha potuto farmi una cosa del genere?

Angela rimase incredula davanti all’affermazione del suo patrigno, non poteva credere alle sue orecchie. Lo sapeva. Lo sapeva!! Mentre a lei, che era la diretta interessata, nessuno le avevano mai detto niente!! Sentì montare la rabbia verso l’uomo che aveva davanti.

“Angela, avanti, non restare lì impalata, parla!” Johnatan la riscosse.
“Lo sapevi! Perché non me ne avete parlato prima? Perché?” esplose la ragazza, ancora sotto shock.
“Tua madre pensò che era giusto che io lo sapessi prima di sposarla, non trovava leale sposarmi senza che io sapessi la realtà sul padre della figlia che mi apprestavo ad acquisire. Invece credeva che tu non fossi ancora pronta per sapere una realtà del genere, anche se magari potevi ricevere la notizia in modo migliore, effettivamente.” ammise lui. “Però non mi ha mai voluto dire il suo nome, dicendo che lo avrei saputo quando anche tu fossi stata messa al corrente della verità” concluse.

Incredibile, mamma, perché? E ora cosa devo fare, gli dico il suo nome, non mi va, non voglio, lui non ha alcune legame con me, perché dovrei farlo partecipe della mia vita? Però, forse la mamma avrebbe voluto che glielo dicessi.

Angela era adirata contro il patrigno, e in parte anche contro la madre,  e ora non sapeva cosa fare, se far prevalere la rabbia e non raccontare nulla a Johnatan, o essere ragionevole e mettere da parte il risentimento per il momento. Incredibilmente, al contrario di quello che avrebbe fatto di solito, optò per la seconda possibilità. Così si sedette sul divanetto accanto alla poltrona e spiegò tutto a Johnatan a denti stretti, della lettera e del fatto che intendeva partire. Lui fu molto soddisfatto della spiegazione per quanto riguardava il padre della ragazza, sembrava che non aspettasse altro, e memorizzava avido ogni informazione, e anche se Angela ancora non si apprestava a rivelare il nome tanto atteso, ascoltò tutto senza fiatare. Però quando la ragazza confessò che voleva partire per cercarlo, Johnatan si contrappose furioso.

“Cosa? No! Non ci pensare nemmeno, tu da qui non ti muovi!”

Cos’è che non devo fare io? Non muovermi da qui? Ma chi ti credi di essere per ordinarmi una cosa del genere? Non sei nessuno per me! E uno dei motivi che mi spinge a partire, anche se i piccola parte, è proprio la voglia di allontanarmi da te!

Ecco la rabbia riaffiorare nel cuore di Angela. Era incredibile come quell’uomo riusciva a farla arrabbiare per ogni cosa, ma riuscì a darsi un contegno, e cercò di iniziare la discussione con la mente lucida. Lui voleva che non partisse? Avrebbe cambiato idea, non era il caso di arrabbiarsi, lei orami aveva già deciso, e di sicuro non sarebbe stata lui a farle cambiare idea, senza contare che non aveva neanche l’autorità per trattenerla, non era mica suo parente, aveva la discussione in pugno.

“Io invece me ne vado. Voglio andarmene da qui, e voglio trovare mio padre. Ormai ho deciso.” Affermò altezzosa.
“Io invece ti assicuro che da qui non te ne vai. Sii ragionevole, non puoi salpare in mare per cercare un uomo con una blanda idea di dove sia, questo lo sai anche tu, potrebbero volerci anni e anni per una ricerca de genere, e potresti anche non trovarlo mai. Allora cosa faresti? Non avresti più un posto dove stare! E nessuno che ti possa aiutare!”

Incredibile, non dirmi che ora si preoccupa per me! Pensò stupita la ragazza, ma questo non minò la sua determinazione.

“So che sarà difficile, ma almeno ci voglio provare. Ho già pensato a tutte le ipotesi possibili, a tutte le conseguenza a cui potrei andare incontro, ma rimango del parere che devo partire, non posso rimanere qui, non dopo tutto quello che è successo.” cercò di spiegargli Angela, usando un tono appena più dolce di prima.

“No, tu non sai un bel niente di come sarà una volta là fuori da sola. E poi non puoi farmi questo”

Angela rizzò le orecchie e aumentò l’attenzione. Non posso fargli cosa? Adesso gli dispiace anche che sto per lasciarlo? In tutti questi anni non ha mai mostrato tutto questo interesse nei miei confronti, non ci posso credere.

Johnatan proseguì “Ora che tua madre è morta mi rimani solo tu che possa darmi una mano alla locanda! Già dovrò accontentarmi di te, che maldestra come sei so già che combinerai un sacco di disastri, ma almeno non dovrò assumere qualcuno. Pagare uno stipendio ad una persona è molto più costoso della mancia che darei a te ogni tanto. Hai una vaga idea di quanti soldi mi faresti perdere? E poi oggi non sono neanche di buon umore, quindi non farmi arrabbiare. Sai che la maggior parte dei cittadini dell’isola hanno detto che per obbligo devo tenere chiusa la locanda per almeno una settimana per lutto? Mi faranno perdere un sacco di guadagni! Che disgrazia!”.
Detto questo si rimise le mani tra i capelli, immergendosi di nuovo nei suoi pensieri, come quando Angela lo aveva trovato.

La ragazza rimase allibita.

Cosa scusa? È per questo? Per questo ti ho trovato sul divano disperato? Per i tuoi stupiti guadagni? E si, la morte di tua moglie per te è stata proprio una disgrazia! Hai perso la tua servetta gratuita e per di più devi tenere chiusa la locanda per una settimana! Questa si che è una tragedia! Senza contare che la tua sostituta non stipendiata ti sta per mollare in asso. Mi fai letteralmente schifo, sei un persona spregevole e viscida, non ti meritavi tutto l’affetto che mia madre ti riservava!

Arrabbiata? Era riduttivo. Angela era ADIRATA!!!! Adirata contro quel viscido essere che le si parava davanti. Non riuscì più a trattenersi, ed esplose in un fiume di parole. Il pensiero che a Johnatan della morte della madre non importasse nulla era insostenibile, aveva sempre saputo che era un omuncolo avaro e senza scrupoli, che pensava solo al suo denaro, ma adesso aveva superato ogni limite.

“Cosa? È per questo motivo che ti disperi tanto? Mi fai schifo! Tua moglie è morta e tu ti preoccupi dei tuoi guadagni! Ma ti rendi conto almeno di quanto sei meschino ed egoista? In più vuoi privare me della possibilità di lasciare quest’isola e magari di ritrovare mio padre, perché se no dovresti assumere una cameriera? Io partirò, e subito anche, che tu lo voglia o no! Ho preso la mia decisione, e nessuno potrà impedirmi di partire, tento meno tu! Anzi, tu fai parte di quei motivi che mi spingono a lasciare questo posto!” gli riversò addosso.

Johnatan si alzò di scattò dalla poltrona, offeso e arrabbiato per quelle affermazioni, puntò dritto su Angela e le tirò uno schiaffo. O meglio, provò a tirarglielo, perché la ragazza fu più veloce e lo schivò senza troppe difficoltà.

Mi dispiace mio caro, ma sei troppo lento per me! Cosa assolutamente vera, dato che Angela possedeva i riflessi di un gatto, qualità che le si rivelava utile in molte occasioni, specialmente nei duelli con la spada.

“Non ti azzardare a sfiorarmi con un dito o vedi. Sei vecchio, e per di più non sai nemmeno tirar di spada, mentre io, come ben sai, sono un’ottima spadaccina, e ti assicuro che in questo momento non so cosa mi trattenga a non puntare la mia lama  contro la tua gola, quindi non istigarmi ancora di più. Chiaro?” affermò calma ma minacciosa.

Johnatan rimase un momento sbigottito. No, non era affatto saggio farla arrabbiare ancora di più, lo sapeva bene. Angela era una brava ragazza, ma non si era mai tirata indietro davanti ad una sfida, provocazione o palese insulto, dando inizio ad uno scontro con la spada o qualunque altra cosa, e solitamente aveva sempre la meglio. In breve, era meglio arrendersi e lasciarla andare, per quanto fosse contrario alla cosa. Ma si, tanto cosa gliene importava? Anzi, era una palla al piede in meno. Così si fece da parte e tornò a sedersi, ma prima di lasciarla andare definitivamente, le domandò una cosa, quella che gli premeva di più.

“Angela, aspetta, non ti voglio fermare, puoi partire, anzi, se lo vuoi sapere sono anche contento che tu te ne vada,” disse con un pizzico di veleno nella voce che Angela ingorò totalmente “però almeno rispondi a quest’ultima mia domanda, tuo padre, come si chiama? Questo me lo devi”

Prevedibile, anche se speravo che non me l’avrebbe chiesto. Cosa faccio gli rispondo? Non vorrei, però d’altronde mia mamma avrebbe voluto che lo sapesse, d’altronde,  glielo aveva promesso che l’avrebbe saputo quando anch’io ne sarei venuta a conoscenza.

Trasse un profondo respiro e si apprestò a rispondere. Lo guardò fisso negli occhi e, finalmente, con non poca fatica, glielo disse.
Lui rimase allibito, fermo immobile a fissarla, quasi non credesse alle sue orecchie. Infine, ritornò a guardare il vuoto meditabondo.

Comportamento strano, e se fosse stata un’altra occasione, una reazione del genere avrebbe dato molto da pensare ad Angela, ma ora aveva solo in testa il fatto che doveva partire, così, senza degnarlo più di uno sguardo, si diresse in camera sua, fece fagotto delle sue cose che le sarebbe servite, la spada, qualche soldo, e un paio di pantaloni e una camicia di ricambio. Esattamente come le aveva consigliato Maggie si sarebbe fatta scambiare per un ragazzo una volta a Tortuga e perchè il trucco venisse bene, mise nella sacca anche un logoro cappello con la quale avrebbe poi nascosto i lunghi capelli castani.

Speriamo solo che tutto fili liscio.

Quando ebbe finito di prepararsi, si incamminò fuori dalla casa, dando solo un’ultima e definitiva occhiata a Johnatan. Una volta fuori si diresse verso il porto.

   
 
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