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Autore: FILIBANFI    02/04/2013    5 recensioni
Buongiorno a tutti!
Parto dalla premessa che sono un bambino di dieci anni e che questa è una delle mie prime FF. Mi sono appassionato a questa serie televisiva tramite, ovviamente, la rete televisiva Disney Channel. Adesso che è terminata la prima stagione, ho deciso di crearne un'ipotetica seconda, mostrandovi come vorrei che andasse questa nuova stagione. Questa mia FF avrà ottanta capitoli: ognuno di essi corrisponderà ad un episodio. La trama racconta della fine dell'estate e dell'inizio di un nuovo anno allo Studio 21. Violetta e gli altri protagonisti vivranno emozionanti avventure, che potremo condividere anche noi. Questa storia è vista dal punto di vista di Violetta e quindi scritta in prima persona. In questo modo, le divertenti vicissitudini degli adulti, però, non avrebbero luogo o almeno scarseggerebbero. Quindi, se riesco, a fine di questa FF, farò la stessa, vista però dal punto di vista di German. Adesso non vi dico più niente: il resto lo dovete scoprire da voi. Infine, vi invito a recensire in molti la mia storia. Avrete modo di commentare chi vorreste che andasse con Violetta: Tomas o Leon? Il dubbio della protagonista ha avvolto anche me, quindi mi baserò sulle vostre preferenze. Ciao!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 1 –NUOVO ANNO
Il rumore di Olga che scosta le tende facendo filtrare nella stanza una luce stranamente intensa, mi fa aprire gli occhi lacrimanti, colpa dell’abbagliante luce del sole. Dopo aver spalancato le finestre, la simpatica domestica di casa mi tira un cuscino in testa e, con la sua solita voce acuta e rassicurante, di quelle che ti fanno sorridere anche in un momento di tristezza totale, mi avverte di sbrigarmi per il mio primo giorno di scuola al secondo anno dello Studio 21. Al ricordo del giorno che è oggi, apro direttamente e velocemente gli occhi, tanto da spalancarli, e salto giù fin troppo frettolosamente dal letto. Infatti, cado a faccia in giù sul liscio parquet pulito da Olga ieri mattina. Nella caduta, mi accorgo di aver sfiorato qualcosa sul comodino e, ancora prima di smettere di realizzare qualche ipotesi sull’oggetto toccato, ecco che sento qualcosa dietro di me toccare, con un tonfo violento, terra. Mi giro su un lato e, davanti a me, vedo mia madre, con quel meraviglioso abito rosa che, automaticamente, mi riporta alla mia festa del diciassettesimo compleanno. Indossavo quell’incredibile vestito, ma, soprattutto, ballai con papà fino allo sfinimento, ovvero quando mi riproverò per quello. Ma adesso tutto è cambiato, è inutile ripensare al brutto e triste passato. L’importante, ora è il futuro o, ancora meglio, il presente.
Quand’ecco che, sforzando maggiormente gli occhi, scorgo, mentre mi rialzo con la foto in mano, un qualcosa di piccolissimo tra le mani di mia madre: io. Mi sembra impossibile di avere le prove del fatto che ho veramente conosciuto mia madre. Di lei non ricordo nulla, mio padre era stato incredibilmente abili nel rimuovere ogni ricordo che riguardasse mamma dalla mia vita, dai ricordi agli indumenti.
Sotto me e mamma, in oro e scritto una grafia sghemba, vi è iscritto il nome di mia madre in grassetto corsivo: “Maria Saramego”. I miei pensieri vengono, però, bruscamente mossi dalla voce, adesso piuttosto nervosa, ma pur sempre divertente, che mi grida di muovermi. Guardo l’orologio appeso al muro della mia nuova camera, lancette e numeri rossi e contornato da un cerchio di oro puro, che è stato regalato a papà come premio per l’importante lavoro finanziario che svolge insieme all’alto, simpatico e magro Roberto. Sono le 09.45. Fra un quarto d’ora ci sarà la riunione con Antonio!
Appoggio velocemente, ma con delicatezza, la foto di mamma, che per fortuna non sembra riportare rotture. Prendo i libri di cui necessito, che rispettivamente lo scapestrato quanto simpatico Beto e la nuova professoressa di danza, una certa Jackie Grace, ci hanno chiesto di comperare in estate. Papà, dopo aver capito la mia irrefrenabile passione per la musica, me li ha acquistati. Il libro di Beto ha all’incirca seicento pagine di brani musicali da eseguire, anche se il tocco personale dell’insegnante è proprio la creatività, per cui dubito ce li utilizzeremo granché. Invece, quello di Jackie circa la metà, trecento, ed è pieno di illustrazioni su posizioni ginnastiche ritmiche. L’unica cosa che posso sperare sulla nuova insegnante di danza è che insegni, non critichi e basta come faceva il precedente, severo e impostore, Gregorio. Già il fatto che è una donna, secondo me, le attribuisce un gran vantaggio.
Mentre ipotizzo le meraviglie che mi potranno accadere in questo nuovo, unico e meraviglioso anno, mi vesto velocemente, ma scegliendo accuratamente gli abiti.
Infilo una gonna rosa punteggiata da fiorellini rossi e stretta con una cintura d’oro. Attribuiti alla gonna due scarpe bianche coi tacchi, mi metto la maglietta senza spallucce regalatami da papà: quella con occhi, naso e bocca del gattino, che sembrano disegnati da una bambina. Effettivamente, è così che mi sento vicino alla persona per cui mi sto vestendo in questo modo: Leon. Lui, quello che mi ha illustrato la scuola. Lui, quello che coi suoi abbracci mi fa sentire la persona più felice e protetta del mondo, mi fa sentire la pelle d’oca, facendomi sentire addirittura insignificante, cosa che non gli rivelo, perché lui non sarebbe d’accordo. Perché lui mi ama. Lui, a cui ho dato il mio primo bacio. Ecco il motivo del mio abbigliamento oggi: al nostro primo bacio, dopo aver cantato coi Rock Bones, ero vestita esattamente in questo modo. Voglio fargli capire che sono ancora sua. Che non mi ha fatto effetto l’allontanamento in Spagna di Tomas, anche se in parte mentirei. Infatti, ci ho messaggiato e sono stata in pensiero per lui tutta l’estate. Ma questo è normale, per un vecchio amico che si allontana. In realtà non sono sicura delle parole che ho appena pronunciato. Dal “normale” al “vecchio amico”. Forse non è del tutto normale sentire così tanto la mancanza di quello che è solamente un vecchio amico. Di fatto, tra noi c’è ancora un legame più forte dell’amicizia che ci lega e siamo stati insieme per parecchio tempo e, inoltre, a fine anno ci siamo anche scambiati il nostro primo bacio…ma penso che il mio vero amore ormai lo possieda Leon. Guardo l’orologio: sono le 09.50. Prendo i libri frettolosamente e scendo le scale, trovando riuniti ad un tavolo Angie e papà seduti attorno al tavolo, sul divano, intenti a bere un caffè caldo e a riservarsi sguardi che spiegano tutto il loro amore. Starei a guardare quella scena bellissima tutto il giorno ma, come dice il mio orologio da polso bianco col laccio rosa, mancano sette minuti alla riunione. Così, senza badare a Roberto che ci vuole prestare l’auto e ad Olga che corre per tutta la stanza per raggiungere i fornelli che stanno bruciando, prende una fetta biscottata con burro e marmellata, accompagnata da un gustoso cornetto ripieno di crema che puccio frettolosamente nella tazza di latte di papà che, sorridendo, finge di essere arrabbiato, ma si vede che è solamente stupito e divertito dalla situazione. Prendo velocemente la borsa viola col cellulare bianco, trovandovi un messaggio, che però è troppo tardi per leggere. All’ultimo minuto prima di uscire di corsa da casa per raggiungere lo Studio 21 di corsa, mi ricordo che a lavorarci è anche Angie, che non è più la mia istitutrice, ma vive definitivamente a casa Castillo. Ma lei sembra avere occhi solo su mio padre e non sull’orologio. Così, mi avvicino lentamente e, con calma, le chiedo che ore sono. Lei, senza smettere di guardare papà, risponde che mancano cinque minuti alle dieci. D’un tratto si ricorda della riunione di Antonio e il suo sguardo, da libero, diventa nervoso. Si pulisce le mani e, si sta pulendo le mani, quando papà le stampa un bacio in bocca, rendendomi felice. Ma il ritardo questa volta ha la precedenza. Prendo Angie per un braccio, staccandola, anche se involontariamente, bruscamente dalla bocca di mio padre, a cui dico, falsamente maliziosa: « Scusa, ma te la devo rubare per un po’ ». Papà sorride, arrossendo un pochino, scatenando una mia risata fragorosa. Tutti ci salutiamo ed io e Angie corriamo velocemente con destinazione Studio 21, superando in pochi secondi il parco che lo separa da casa. A due minuti dalla riunione, faccio il mio primo passo nello Studio 21 di quest’anno. Alla vista di talentuosi ragazzi che fanno capriole in aria e che girano con vari spartiti e strumenti giganti, capisco che non potrò mai vivere senza questo posto speciale. Al ricordo di tutte le emozioni passate l’anno precedente, mi fanno capire che la musica è quel vuoto che, oltre a Tomas, mi sentivo dentro. La grande scritta colorata “Studio 21” mi ricorda la prima volta che vidi la scuola assieme a Roberto. In qualche modo, sapevo che era il posto per me, che avrei dovuto lottare per ottenerle, ma ero e sono tutt’ora disposta a tutto pur di vivere il mio sogno più grande: seguire le orme di mia madre, che fino all’anno scorso mi era proibito fare pubblicamente per via di papà, che era stato sopraffatto dalla iperprotettività. Ma ora, che so di poter realizzare il mio desidero numero uno in tutta tranquillità, mi sento dentro un’adrenalina mai provata prima. Sento di poter gridare più forte che mai, sprigionare una forza immensa, volare senza più preoccupazioni. Ma solo trovarmi di fronte al luogo che ormai ritengo casa mi fa sembrare di provare tutte queste emozioni mescolate assieme.
Quando scuoto la testa e i miei pensieri fumano via, mi ritrovo davanti Pablo, l’insegnante che aveva sostituito, per un breve tempo, Antonio come Direttore dello Studio 21, che è la scuola più prestigiosa della città ed essere ammessi ad essa è veramente un lusso. Pablo non sembra invecchiato di un giorno, tranne per la barba un po’ più spessa, ma che lasciano ugualmente trasparire il suo abbagliante e sempre simpatico sorriso. Sorrido, quando mi viene felicemente ad abbracciare ma, ovviamente, in seguito si dedica solamente ad Angie. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa fra di loro, ma ho scoperto che è solo Pablo ad interessarsi. E poi dicono che sono i ragazzi ad innamorarsi follemente!
Al seguito di Pablo, arrivano le tre persone a cui, dopo Tomas e Leon, ho pensato di più quest’estate: capitanati da una Francesca ancora più bella, coi capelli neri sottili come spaghetti, arrivano anche Camilla e Maxi. Francesca indossa un abito viola smanicato pieno di fiori, mentre Camilla indossa una maglietta bianca corta, con sopra un golfino color beige. La testa è contornata da un cerchietto d’oro che sembra un’aureola. Maxi, invece, indossa la sua solita T-shirt bianca sotto ad una felpa verde tipica da rappista. E, infine, indossa il suo marchio: il berretto verde e bianco. D’istinto, salto subito addosso a Francesca, che ricambia amorevolmente l’abbraccio. Successivamente, faccio la stessa cosa con Camilla e Maxi. Non finiamo di salutarci. Sembra quasi incredibile rivedersi dopo tutte le emozioni passate l’anno passato. Decidiamo di recarsi assieme in palestra, dove si terrà la riunione di inizio anno. Dopo aver avvertito Angie e Pablo, che prima passeranno per l’aula professori, che vado direttamente in palestra, mi infilo sotto braccio fra Francesca e Camilla, con a fianco Maxi. I miei migliori amici non esitano a informarmi su tutte le novità più recenti riguardanti lo Studio 21.
« Hai già visto Leon, Vilu? » mi aggredisce Francesca.
Io aggrotto la fronte. Cosa sarà successo, da spingere le mie migliori amiche a direzionare immediatamente il discorso su Leon?
Mi volto verso Camilla, che annuisce alla domanda di Francesca, considerandola, quindi, appropriata.
« No, perché? Mi devo preoccupare, ragazze? » chiedo con un tono decisamente preoccupato.
« No…è solo che ha un nuovo taglio favoloso: molte ragazze dello Studio 21 lo vorrebbero come fidanzato, ti consiglio di stare attenta! » la informa Francesca, facendo capire di esagerare nella descrizione dei fatti riguardo al preoccuparsi della altre ragazze della Scuola.
« Ah, beh, Camilla…mi sembra giusto informarti del fatto che mi è giunta voce all’orecchio che Broadway, mentre era in Brasile in estate, si sia fatto amiche piuttosto intime…» dissi facendo trasparire il divertimento dallo sguardo e dalla voce. Ma, come immaginavo, la superficialità di Camilla ha il sopravvento e la ragazza, prima che la avvertissi dello scherzo, minaccia di uccidere Broadway in caso di tradimento. Ridendo, arriviamo in palestra. Non riesco ad entrare, che delle mani grandi, caldi e piacevolmente rassicuranti mi coprono la visuale. Mentre sento le braccia di Francesca e Camilla slacciarsi dalle mie, noto l’anello sull’anulare della mano sinistra e l’orologio legato al polso attribuito sempre alla mano sinistra. Così capisco: Leon. Mi giro e sento le sue mani abbandonare la mia faccia. Mi ritrovo davanti la persona che più di tutte volevo vedere: un ragazzo incamiciato, ma slacciato, con dei jeans e un corpo robusto. Francesca e Camilla avevano proprio ragione: i capelli tagliati si notano positivamente e mettono meglio in risalto i suoi magnifici occhi. D’istinto, gli salto addosso e lui, sempre con quel suo sorriso ammagliante, si mette a ridere per la piacevole sorpresa. O almeno spero sia piacevole.
L’ultima volta che ci siamo visti, gli ho comunicato che eravamo troppo giovani per pensare al futuro insieme. Ma, in questa estate, ho capito che mi credevo piccola per via della iperprotettività che mi riservava papà. Tutto l’hanno scorso, specialmente l’estate, è come se fossi rinata, conoscendo il mondo e capendo che fidanzamenti alla mia età sono più che frequenti e che ne ho tutto il diritto.
Per cui, credo che almeno una sorpresa lo sia stata per certo. Quando scendo, sento lo sguardo di tutti puntato su di me, ma in questo momento nella mia vita esiste solo Leon. La sua faccia mi brilla negli occhi. Non riesco a distoglierli. Così, anche se vorrei rimanere in questo silenzio ricco di significato per ore e ore, gli sussurro all’orecchio: « Hai visto come sono vestita? ».
Leon non mi guarda neanche, ma resta chinato, rispondendomi all’orecchio: «L’avevo già notato e ho capito il significato. Grazie, amore ».
Credo che il mio largo sorriso abbia sfiorato Leon, sporcandolo leggermente di rossetto alla fragola.
D’un tratto, sentiamo lo schiarirci di una voce e, successivamente, i saluti di Antonio.
Ad ogni modo, tengo gli occhi incollati a quelli di Leon, che però, come sempre con le parole giuste, mi massaggia il braccio, provocandomi una piacevole pelle d’oca, e dice: « Tesoro, vorrei stare così per giorni interi, ma dobbiamo andare alla riunione ». Successivamente, mi fa l’occhiolino.
Scuoto la testa, scombussolando i miei pensieri e sorridendo: « Hai ragione, Leon. Tu hai sempre ragione, tesoro » Non riesco a trattenermi e gli stampo un bacio sulla guancia. Subito dopo, però, mi accorgo di averglielo stampato veramente. Un segno rosso permanente si trova sulla guancia destra di Leon. Mi offro di aiutarlo a toglierlo, ma lui mi rassicura, dicendomi che ce la fa da solo.
Improvvisamente, sentiamo una tonante voce chiamarci: è quella di Antonio, che ci avverte che sta iniziando la riunione. Entriamo e, sottovoce, mentre il Direttore ricomincia a parlare, dico a Leon che, se desidera, può riunirsi assieme a Broadway, Maxi e Andres, con cui ha formato una Band di successo grazie all’artista spagnolo Rafa Palmer. I quattro, inizialmente, erano cinque, grazie alla partecipazione di Napo, il quale, però, ha abbandonato lo Studio 21 non potendo pagare la retta della scuola. Quindi, hanno già aperto le iscrizioni alla ricerca di un quinto ed ultimo componente della Band. Anche Braco ha dovuto abbandonare lo Studio 21 per tornare in Ucraina, luogo natale, che è troppo lontano da Buenos Aires. Abbandono Leon, che ha acconsentito alla mia proposta, e mi dirigo da Francesca e Camilla, ma vengo bruscamente fermata da un braccio da Ludmilla…mi sembrava che fosse tutto fin troppo bello. Però, mi ricordo che anche Ludmilla si era “convertita” al bene alla fine dell’anno. Mi aveva addirittura chiesto scusa che, per una come lei, può essere considerato un gesto estremo, quasi folle.
« Cosa c’è? » dico semi bruscamente, semi gentilmente. Effettivamente, non so quale sarà l’attuale comportamento di Ludmilla e, devo ammetterlo, decisamente mi spaventa.
« Tranquilla » comincia Ludmilla, gentilmente. « Volevo solo dirti che mi dispiace molto per l’anno che ti ho fatto passare, ma adesso sono cambiata e vorrei tan to diventare tua amica ».
Decido di rispondere il più cortesemente possibile. In effetti, non è molto facile essere cortesi con la persona che ti ha rovinato tutto l’anno precedente: Ludmilla Susanna Ferrò. Decido comunque di darle una possibilità e lei si congeda. Finalmente, mi metto in ascolto di Antonio.
Per fortuna, scopro da Francesca e Camilla che per adesso ha solamente fatto gli auguri di buon anno a tutti e che hanno intenzione, come l’hanno scorso, di fare, al posto di un saggio, uno spettacolo di fine anno e, a fine anno scolastico, faranno un grande musical.
« Cari ragazzi » procede Antonio. « Sarete tutti al corrente del tentato sabotaggio eseguito dal Professore di Danza Gregorio a fine spettacolo ai danni del mio sostituto, il qui presente ex Direttore, Pablo. Ĕ per questo motivo, che ho deciso di dare una piccola scossa di cambiamento al Personale della nostra scuola. Lo Studio 21, infatti, cari ragazzi, è più di un’opportunità: si viene qui, perché si ha fatto una scelta. Si ha deciso che la nostra vita è nella musica, che non ne possiamo fare a meno. Quindi, la Scuola merita dei Professori adeguati ed è per questo che, al sostituire Gregorio, è qui con noi la Professionista Maestra di Danza, di cui tutti dovreste avere il libro scritto proprio da lei su tutte le varie posizioni ginnastiche e le loro spiegazioni. Sono lieto di presentarvi la Signorina Jackie Grace! ».
Una ragazza sui ventidue anni fa irruzione in sala. Porta tacchi blu di parecchi centimetri, capelli raccolti in una coda e sembra già pronta per una gara di danza, col tipico abbigliamento da ballerina professionista. Preavviso che sarà dura eseguire perfettamente i suoi esercizi, soprattutto secondo quello descritto nel libro. Beh, non mi resta che promettere a me stessa di impegnarmi al massimo. Inoltre, peggio di Gregorio non potrà essere. Credo. Ci sono troppi dubbi nella mia vita e capisco che, per risolverli, dovrò vivere questo meraviglioso anno, che presumo sarà ricco di sorprese ed emozioni.
« Adesso che avete visto la Signorina Jackie » continua Antonio. «Sarete più desiderosi di vedere due vecchi amici che sono tornati a studiare qui con noi: Federico e Lena! »
Tutti siamo stupiti dal ritorno dei due, ma lasciamo terminare il discorso ad Antonio che termina: « Ora, desidero illustrarvi la grandiosa giornata che vivremo oggi. Però, voglio lasciare questo privilegio al mio caro collega Pablo che, come ostino a ricordare, nel caso debba partire per qualche inconveniente, sarà in cima alla lista per sostituirmi! ».
La parola passa a Pablo. Sono decisamente curiosa, anzi, non sto nella pelle nel sapere, quest’anno, cosa si sono inventati i professori come benvenuto ai nuovi arrivati dello Studio 21.
« Beh, che dire, anzitutto… benarrivati ragazzi! » annuncia Pablo. « Allora, oggi, vi vorremmo far scegliere a voi l’ordine delle lezioni da seguire, senza seguire il nostro orario naturale. Capito, ragazzi? Quindi, ora potete cominciare a recarvi nell’aula desiderata. Per i nuovi arrivati, abbiamo appeso dei cartelli stradali indicatori. Beh…quindi potete iniziare a congedarvi: la maggior parte dei professori dovrebbero essere già nelle proprie aule, pronti per la lezione. Ciao e buon primo giorno, ragazzi ».
Mi piace questa idea delle lezioni ad ordine personale. Però, l’unica cosa che ho voglia di fare adesso è stare vicino a Leon. Penso che lo seguirò dappertutto. Cercherò di seguire anche Francesca e le altre, ma dubito che saranno conciliabili le cose. Scelgo Leon, anche perché credo che le mie amiche, tra cui ora, non avrei mai pensato di dirlo, vi sono anche Ludmilla e Nata, capirebbero. Con un veloce sguardo, lascio intendere al mio nuovo fidanzato che non mi staccherò da lui, che comunque mi sembra concordare pienamente. Così, lo aspetto e al suo arrivo, poso la mia testa sul suo petto, mentre lui mi contorna col suo forte e protettivo braccio. Ho l’orecchio sinistro incollato al petto di Leon, quindi non riesco bene a percepire le sue parole, ma credo abbia semplicemente detto: «Ti amo tanto, lo sai, amore?».
Io sorrido e lo ringrazio dicendo: « Anch’io…ma non sono brava come te con le parole! ».
Sento le labbra di Leon toccarmi la testa. Un piacevole brivido mi pervade la nuca. Decidiamo di recarci prima da Angie, la nostra preferita, sia come insegnante che come materia. Ĕ qui che mi ricordo di aver dimenticato il libro di canto di Angie, ma Leon mi rassicura, dicendomi che mi presterà il suo. A questo punto, credo che sia stato solo un colpo di fortuna, l’aver dimenticato il libro Regolamenti delle corde vocali: dal perfezionamento delle voci alla composizione di canzoni 2, così staro più vicino al mio ragazzo. Per qualche strana ragione, quando penso al mio ragazzo, la mia mente viene offuscata da Tomas con la chitarra. In realtà, so che un motivo c’è ed è che, se Tomas non fosse partito per la Spagna, sarei ancora tremendamente indecisi. Arriviamo alla lezione; siamo tra i primi e, guardando il mio orologio bianco e rosa,  capisco che siamo in anticipo di dieci minuti. Angie si sta sistemando, quando le arriva un  messaggio. Mi avvicino e scopre che è papà, che le augura una buona giornata, dicendole che non crede di poter passare tutti i giorni una lontananza così elevata da lei. Appena vedo le labbra di Angie incrinarsi in un sorriso, la sorprendo, facendola spaventare così tanto da farle cadere il cellulare, che si appresta a raccogliere.
« Ehi, Vilu, hai deciso di venire qui? » chiede un po’ nervosa nel sapere che ho letto il messaggio.
« Certo…sono qui con Leon » rispondo.
« Ah… vi siete rimessi insieme? » mi chiede, curiosa. Alla fine io ed Angie siamo proprio due amiche, perché finiamo sempre per fare delle conversazioni da ragazze.
« Sì » arrossisco.
« Ho pensato a darvi un ruolo nella lezione, sapete? » dice maliziosa.
Io non so se essere triste o felice. La paura del palcoscenico è superata, e sarò con Leon. Ma qualcosa mi dice che la timidezza avrà nuovamente il sopravvento. La lezione comincia e io e Leon ci rechiamo in terza fila sul pavimento, affiancati da Francesca e Federico, che hanno scelto anche loro Angie e ci informano che Camilla e Broadway hanno deciso di provare da Beto. Angie da il benvenuto ai nuovi arrivati, come sempre nel modo migliore possibile.
« Bene » prosegue. « Oggi, vi volevo far vedere il lavoro svolto dai ragazzi lo scorso anno. Quindi, vorrai farmi affiancare da Violetta e Leon ».
Oh no.
L’ha fatto sul serio.
Adesso mi tocca cantare davanti a tutti quei ragazzi.
Ma con me c’è Leon, quindi sono tranquilla.
Con le gambi tremanti, mi reggo a Leon fino a raggiungere Angie, dove mi vibra il cellulare, che mi fa ricordare al messaggio ricevuto anche quando mi recavo allo Studio 21. Deve essere Tomas.
Tomas.
Parte la musica e sto pensando a lui. Sulle note di Voy Por Ti, penso a Tomas e mi riempio di un’adrenalina pazzesca, aggiunta a quella provata dalla sicurezza dell’aver vicino Leon. Entro nella mia parte e mi rendo conto di cantare con una forza del cuore di cui Antonio mi farebbe mille complimenti.
Prima ancora che me ne accorgo, la canzone è finita e, felice di non aver dato permesso alla timidezza di trapelare, senza badare a tutte le persone che mi guardano, mi butto ad abbracciare forte Leon, con cui ritorno al posto. Successivamente, Angie chiama a cantare Francesca e Federico, che sono pregati di cantare Vieni e Canta, la traduzione italiana dell’inno dello Studio 21.
Io e Leon commentiamo la straordinaria magia che ci sia fra di loro, il legame musicale che li unisce. Anche loro sembrano accorgersene, siccome entrambi arrossiscono e tornano separatamente al posto, non parlandosi per tutta la durata della lezione, in cui facciamo vari esercizi vocali e Angie cerca di far imparare ai nuovi arrivano la canzona mia e di Leon. Quella che ci ha fatto innamorare. Grazie alla quale ho capito che Leon era il ragazzo per me. Neanche con Tomas avevo mai provato la forza provata nel cantare Voy Por Ti a lezione con lui. D’un tratto, finisce la lezione e, mentre usciamo, mi ricordo dei messaggi e cerco il cellulare, tamponandomi le tasche anteriori e posteriori dei jeans e cercando nelle tasche della borsa. Successivamente, lascio a dopo la ricerca del cellulare e mi reco con Leon da Beto, mentre Francesca e Federico sembrerebbero essere decisi entrambi a provare ad andare da Jackie. Ma, quando capiscono che devono andarci entrambi, probabilmente ripensando al legame che c’è stato fra di loro, Francesca ci accompagna da Beto, dove troviamo Andres, Maxi, Nata e Ludmilla.
Prendo il libro di Beto, approfittandone per fare un’altra piccola ricerca al cellulare, anche se invano. Beto, ovviamente distruggendo la stanza e facendo leggermente preoccupare gli alunni del primo anno, ci fa sonare il violino e il pianoforte, facendoci eseguire dei brani di Livello 4, uno dei più difficili mai fatti, per dimostrare alla classe il punto in cui siamo arrivati. Intanto, scorgo degli occhialini scambiati fra Nata e Maxi, che si scambiano anche un messaggio sospettoso sul cellulare. Infine, mi reco con Leon da Jackie Grace, l’Insegnante di Danza. Sono decisamente curiosa di conoscere il carattere di questa nuova professoressa. Appena entriamo in aula, ci saluta brevemente e ci fa partire direttamente dal programma di metà libro. A quanto pare è una maledizione dei Maestri di Ballo essere severi e attenti. Ha un’aria quasi annoiata, come se quello che stiamo facendo fosse una sciocchezza. Tenendoci ad un’asta, dobbiamo fare una serie di acrobazie e, successivamente, Jackie ci fa ballare Juntos Somos Mas e  Ser Mejor al triplo della velocità. Quel suo viso volpino mi fa pensare ad a ragazza giovane, ma pignola. Se Gregorio non fosse stato abbastanza severo sulla danza, a questo punto non riusciremmo a ballare. Magari, con l’avanzare del tempo, si scioglierà. Sì, sicuramente. Adesso voleva solo osservare le nostre capacità. Ĕ molto alta e agile, si muove con una leggerezza impressionante.
Sono sollevata all’idea di non dover più ascoltare il frastuono che causava quella maledetta pallina di Gregorio quando sbatteva sullo stereo dopo esser rimbalzata sul pavimento. Adesso, non sentiremo neanche l’accensione dello stereo, vista la delicatezza della professoressa. Un’altra cosa che ritengo un vantaggio, anche se leggero, sono i suoi incantevoli occhi color verde acqua, decisamente differenti a quelli marrone scuro di Gregorio, che riuscivano a sprigionare solamente odio, rabbia e disprezzo.
Durante le nostre esibizioni, noto che la professoressa Grace ci scruta con notevole interesse e, a fine lezione, scopro il motivo, davvero originale e che mi piace molto:
« Molto bene, ragazzi » informa. « Allora…oggi vi sarò sembrata dura, ma volevo solo vedere a che punto del programma è arrivato il Professor Gregorio con voi e devo ammettere che sono piuttosto soddisfatta, anche se insieme avremo molto su cui lavorare. Così, voglio che mi conosciate in un modo piuttosto speciale: ho dato un voto ad ognuno di voi, ragazzi, e, in questi giorni, dovrebbero comparire sulla bacheca scolastica, vicino alle selezioni fatte dai miei Superiori, d’accordo? Le ragazze verranno valutate sull’esercitazione iniziale coi movimenti sull’asta e sui balli, mentre i ragazzi sul riscaldamento iniziale con flessioni e, in successione, anche loro per i balli. D’accordo, ragazzi? Adesso potete andare ».
Ci fa l’occhiolino, segno che la mia ipotesi sulla sua bontà fosse corretta. D’un tratto, mi ricordo che per entrare allo Studio 21 anche i neo-arrivati devono aver passato l’estenuante esame di ammissione. Mi ricordo della mia terribile indecisione sull’iscrivermi o meno alla scuola: papà allora non sapeva ancora che la mia passione era la musica e dovevo, quindi, tenere nascosto a tutti la mia frequenza della Scuola di Musica. Mi ricordo che a spronarmi all’iscrizione allo Studio 21 era stato proprio Tomas. Tomas.
Perché nell’udire quel nome sento degli inaspettati brividi? Penso di sapere già la risposta, il problema è che non voglio accettarla. Dopo la giornata passata oggi con Leon, il calore del suo corpo che ho sentito piacevolmente durante tutte le ore, come posso tradirlo, anche solo col pensiero? Come posso pensare ancora al fatto che una parte di me la possiede ancora Tomas, che non sono del tutto innamorata di lei? Ecco, l’ho detto. Ho ammesso che sono ancora tremendamente indecisa, sebbene Tomas si sia trasferito in Spagna. Durante tutta l’estate, non facevo che pensare a lui, ma era naturale, se ne era appena andato un amico con cui avevo provato delle forti emozioni. La sola cosa che mi sollevava all’idea di non averlo più allo Studio 21, era che credevo che, rivedendo Leon, avrei capito che era proprio lui l’amore della mia vita. E, quando l’ho visto, ho provato esattamente un miscuglio di sensazioni ed emozioni che, alla mia età, credo si possa riassumere in una sola parola: amore. Però, senza farlo appositamente, non faccio che pensare a Tomas. Pensando a lui, mi viene in mente del cellulare perso e, mentre usciamo dall’aula sudati, decido di dare un’ultima controllata alla borsa per trovare il cellulare, ma non trovo niente. Sono disperata, fin quando la voce di Leon mi spaventa che, spuntando da dietro dal nulla, mi chiede con uno di quei sorrisetti malvagi:
« Cerchi questo, per caso? » mi dice mostrandomi il telefonino.
« Ehm…sì » dico, cercando di prenderlo. Ma lui lo tira indietro.
« Lo sai che hai ricevuto due messaggi da Tomas? Non sapevo foste rimasti in contatto per tutta l’estate. Allora? Hai qualcosa da dirmi? ».
Resto in silenzio.
Ecco, adesso ho le prove. Le farfalline che mi stanno salendo sullo stomaco sono frutto di un solo fatto: sono ancora indecisa. Amo ancora sia Tomas che Leon.
  
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