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Autore: afruittart    02/04/2013    4 recensioni
Perché diavolo doveva spalancare la finestra ogni fottuta mattina?
“C’è aria pesante. Odore di notte.” diceva, ma lui era sicuro che non sapesse neanche quale fosse l’odore della notte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morning.
Il sole entrava a spiragli nella stanza, e lui se ne stava beatamente infagottato nel piumone bianco e profumato come se fosse l’unica salvezza in quella fredda mattinata di marzo.
Ed effettivamente, faceva davvero un freddo cane. Sospirò alzando di poco la testa in direzione della finestra e, come si aspettava, trovò le ante spalancate. Imprecò ficcandosi completamente sotto il piumone cercando di bearsi ancora un po’ di quel tepore.
Perché diavolo doveva spalancare la finestra ogni fottuta mattina?
“C’è aria pesante. Odore di notte.”diceva, ma lui era sicuro che non sapesse neanche quale fosse l’odore della notte. Nemmeno lui lo sapeva, nessuno, eppure lei si ostinava a ripeterlo.
Zayn trovava piacevole, invece, il profumo della mattina, delle lenzuola. Odoravano di lei, odoravano di loro. Non si capacitava tutta quella voglia di mandar via quell’aroma. D'altronde, durante la notte, non si lamentava mai di quell’odore sulla pelle. Sorrise, a quel pensiero.
Ma la verità era un’altra: voleva farlo morire per assideramento, quella donna. Ne era più che certo. Lo voleva morto.
Si mise a sedere sul materasso, un brivido lo percorse e di nuovo maledì la finestra aperta, spalancata, e ancor di più il freddo. Non poteva sopportarlo.
Un forte aroma di caffè gli arrivò al naso, e quasi come risposta il suo stomaco iniziò a gorgogliare. Fame.
Afferrò una felpa da sopra la poltrona all’angolo della camera e scese le scale velocemente infilandosela. Fece capolino dalla porta della cucina e la vide, davanti ai fornelli intenta a preparare delle frittelle. Due tazze di caffè fumanti già pronte sul tavolo in legno scuro.
Aveva addosso un suo pantalone della tuta grigio e una sua felpa rossa. I capelli corti un po’ arruffati e lo sbadiglio facile. Sorrise e le si avvicinò da dietro, cingendole i fianchi e poggiando il mento su una sua spalla
«Buongiorno» sussurrò guardando la pentola con l’impasto, le sue piccole manine attente a non far bruciare nulla.
«Ciao» disse semplicemente, e lui non si meravigliò della “tanta” voglia di parlare della compagna perché la mattina era sempre così. Di poche parole.
Zayn le stampò un bacio su una guancia e poi lasciò la presa tirandosi su e stiracchiandosi.
«Sei dannatamente bassa, mi verrà la scoliosi a doverti abbracciare tutte le volte.» commentò come suo solito il ragazzo sedendosi al tavolo e fissando i suoi occhi sulla schiena della giovane che si voltò appena regalandogli un’occhiata d’odio
«Malik, vuoi prenderle già a quest’ora di mattina?» chiese retorica e secca tornando a dare attenzione alla colazione sul fuoco ormai pronta. Prese due piatti e vi posò sopra tre frittelle a testa, ci fece scivolare sopra abbondante crema al cioccolato e le portò in tavola sedendosi poi di fronte al moro. Sorseggiò il suo caffè contenta del suo meraviglioso lavoro
«Nah, mi sono bastate quelle di stanotte.» rispose Zayn alla domanda precedente prima di nascondere un sorriso divertito dietro la sua tazza. La donna si strozzò con la bevanda e iniziò a sputacchiare qua e là. Un forte risata  riempì la cucina insieme agli spasmi della moretta
«Imbecille!» sputò quella con gli occhi lucidi e le guance arrossate rivolgendogli un’altra occhiataccia, lui le sorrise dedicandosi alle sue frittelle.
Tra i due cadde il silenzio mentre mangiavano, un silenzio piacevole però. Non amavano discutere o chiacchierare durante i pasti; sarebbe sfociato tutto in un piccolo e divertente litigio, oppure lei si sarebbe strozzata almeno una decina di volte per tutte le frecciatine del fidanzato. Quindi il silenzio era la cosa migliore.
Zayn finì la sua colazione e immediatamente cominciò a fissare ogni movimento della piccola figura davanti a sé. Gli occhi scuri, quasi neri, i molteplici nei che la rendevano ancora più adorabile. Le piccole mani, le labbra sottili.
«Hai finito di fissarmi?» chiese la giovane senza alzare lo sguardo, mettendosi in bocca un altro pezzo di frittella e cioccolato.
«Sai Jo» iniziò il moro ignorando la domanda della ragazza «dovresti smetterla di aprire quella fottuta finestra tutte le mattine.» finì, un sorriso sulle labbra rosee. La giovane alzò gli occhi al cielo prendendo i piatti ormai vuoti e infilandoli nel lavello
«C’è aria pesante, Zayn. Bisogna aprire per forza.» disse prendendo anche la pentola e mettendo anche quella nel lavello. Le avrebbe lavate dopo.
«E poi smettila, tutte le mattine dici sempre la stessa cosa.» sbottò voltandosi e mettendo le mani sui fianchi. La fronte corrucciata, gli occhi scurissimi fissi in quelli del ragazzo.
Adorabile, pensò Zayn sorridendole. Il giovane si alzò, le passo davanti scompigliandole il caschetto e ricevette una spinta
«Lasciami stare i capelli!» trillò Jo seguendolo su per le scale, diretto nella loro camera. Sentiva il suo sguardo furioso sulle spalle, e sorrise ancora. Amava farla incazzare, era divertente. E comunque era sicuro che tutto sarebbe andato a finire nel solito modo e si sarebbe fatto perdonare.
 
 
Afternoon.
«Come sarebbe a dire “subito”?!» urlò Jo dalla cucina contro la persona dall’altra parte del telefono.
Zayn si voltò appena verso la porta della stanza da cui provenivano le urla, ma non riuscì a vedere la figura della sua ragazza, così tornò con lo sguardo annoiato alla tv che stava passando un discutibile film.
La donna tornò a sedersi vicino a lui pochi minuti dopo, buttandosi come un sacco di patate sul divano.
«Problemi?» chiese il giovane voltandosi appena verso la ragazza. Non ne fu certo, ma gli parve di vedere una scintilla passare in quegli occhi neri
«Problemi?! Mi chiedi se ci sono problemi?!» saltò su la ragazza voltandosi verso di lui con gli occhi sgranati
«Dan vuole che vada adesso a fare degli scatti! Adesso, capisci?! Questa doveva essere la mia giornata libera, e invece devo andarmene a lavoro perché quella stupida di Cloe non riesce a combinare niente di buono!» sputò tutto d’un fiato. Era abituato alla sua parlantina svelta, ma quando si arrabbiava doveva metterci tutta l’attenzione possibile per stare dietro a quello che diceva. Zayn continuò a guardarla
«E’ tanto lavoro?» chiese cercando di tenere un tono calmo e sereno per farla tranquillizzare
«Non lo so, Zayn! Non lo so, okay? Guarda, me ne vado subito.» rispose furiosa alzandosi e dirigendosi verso il portone d’entrata. Si sfilò le ciabatte e prese le sue converse lì vicino, la borsa, il giaccone e le chiavi di casa
«Ciao.» sussurrò sbattendosi le porta alle spalle. Era un classico, Zayn ci aveva fatto l’abitudine. Non se la prendeva con lei, non lo faceva mai in quei casi. Conosceva bene Jo, sapeva che quando c’era qualcosa che non andava bisognava girarle alla larga altrimenti si rischiava di finire nel “girone del turbamento” con lei. Ti trascinava anche per i capelli, se possibile, e ce n’era anche per i poveri sventurati attorno. Lui lo sapeva, fin troppo forse.
Sospirò iniziando a pensare a un modo per farla sentire più a suo agio una volta tornata a casa.
 
 
Evening
Mentre camminava a passo svelto per le strade di Londra, Jo non smise di pensare un attimo a come aveva trattato Zayn prima di uscire.
Stupida.
Ogni volta che si incazzava e lui cercava di tirarle su il morale o comunque starle vicino, lei doveva rovinare tutto. Imprecò ancora contro sé stessa e contro il suo capo.
Dan le aveva dato il lavoro che Cloe non era riuscita a svolgere la settimana prima, e forse doveva essere felice, ma in quel momento Jo non riusciva a smettere di pensare a Zayn e alla giornata libera che avrebbe potuto passare in suo compagnia, magari guardando un qualche film e mangiando schifezze. 
Casa sua non era tanto lontana, ormai, ma ancora non aveva trovato il modo per farsi perdonare. Probabilmente sarebbe dovuta andare da Starbucks a prendere qualcosa per entrambi, o andare in qualche famosa pasticceria per una torta. Oppure passare a prendergli un kebab, anche se lei detestava l'odore di quei locali. Ma per lui lo avrebbe fatto. Zayn faceva tutto per lei.
Stupida, di nuovo.
Ormai era davanti alla porta di casa, le mani tremanti per il freddo che raspavano nella borsa alla ricerca delle chiavi. 
«Dove diavolo le ho messe..» sussurrò con le labbra dietro la sciarpa. Un tintinnio le fece intendere che c'era quasi, e infatti qualche attimo dopo trovo il portachiavi con il pesce che le aveva regalato sua madre. Con difficoltà infilò l'arnese nella serratura e aprì con una spinta la pesante porta chiudendosela poi alle spalle. 
La casa era avvolta bel buio e Jo si sorprese; erano appena le dieci, Zayn non andava mai a letto a quell'ora. E comunque l'aspettava sempre.
Accese la luce e ripose le chiavi in un piattino colorato all'entrata, così come attaccò il giaccone all'appendi abiti e lasciò le converse vicino alla porta. 
Si diresse scalza in cucina, un dolce profumo di cioccolata la invadeva completamente e inevitabilmente un sorriso comparve sul suo viso. Amava la cioccolata, forse quanto amava lui. 
Prese un bicchiere dal ripiano e se lo riempì d'acqua, poi bevve tutto d'un fiato. Fece per riporlo quando notò un mucchio di pentolini sporchi nel lavello e non erano sicuramente quelli che aveva usato lei. 
Zayn.
Perché diavolo non lavava quello che usava? Troppo difficile per uno come Zayn, giustamente, ma era troppo stanca per potersi arrabbiare. Non si reggeva in piedi, aveva bisogno di andare a letto.
Sospirando uscì dalla cucina dirigendosi verso le scale, in camera.
Quando aprì la porta rimase senza fiato. Zayn era sdraiato nel letto, la schiena poggiata alla testiera, il piumone addosso. La tv accesa, faceva zapping, eppure di fianco aveva la custodia di un film, probabilmente preso a noleggio. Sul comodino due tazze ancora fumanti di.. cioccolata, dal profumo. 
Lo sguardo del moro si posò su di lei, le sorrise
«Eccoti, finalmente.» disse, poi le fece cenno si sedersi accanto a lui e Jo non se lo fece ripetere un'altra volta. Alzò il piumone e si buttò affianco al suo fidanzato, accoccolandosi quanto più poteva al suo petto. 
Zayn le passò una delle due tazze, con un braccio le circondò le spalle e la strinse ancora
«Com'è andata?» chiese rivolgendole un altro dei suoi meravigliosi sorrisi, la donna ricambiò quel gesto e gli posò un leggerò bacio sulle labbra
«Uno schifo, ma non me ne frega.» rispose in un sussurro iniziando ad assaporare la sua bevanda.
Non avrebbe desiderato altro se non una cioccolata calda sotto un bel piumone in compagnia di un buon film e dell'uomo che più amava. 
«Scusa se me la sono presa con te, Zayn.» disse poi alzando lo sguardo verso il giovane che la guardò di rimando
«Non so se ti perdono.» affermò divertito il moro, una luce strana negli occhi
«Oh andiamo Malik, non fare il cretino. Fatti bastare le scuse.» sbottò Jo corrucciando la fronte e continuando a guardarlo
«Facciamo un patto, Jo. Ti va?» chiese Zayn prendendole la tazza dalle mani e posandola di nuovo sul comodino. La ragazza seguì con gli occhi ogni suo gesto, poi tornò a guardarlo negli occhi
«Spara.» acconsentì lei sistemandosi meglio affianco al ragazzo
«Io ti perdono la sfuriata immotivata di oggi se..» iniziò portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, Jo arrossì lievemente
«..mi dai un bacio-», la ragazza non lo lasciò finire che si avventò sulle sue labbra, accarezzandogli intanto i morbidi capelli. 
Quando lasciò la sua bocca, sorrise
«Perdonata? Bene.» disse, ma Zayn sospirò
«Veramente non avevo finito di parlare.» ammise scoppiando a ridere. Jo sgranò gli occhi guardandolo
«Che devi dire, ancora?» chiese confusa, fissando lo sguardo in quello del ragazzo
«Ti perdono se mi dai un bacio e quindi prometti di non spalancare più la finestra la mattina.» concluse Zayn sorridendo beffardo. L'espressione di Jo lo fece ridere ancora, più forte di prima. 
«Cos-- che richiesta cretina è questa? Ti ho già detto che la finestra bisogna aprirla.» ribatté la mora incrociando le braccia al petto
«Mi dispiace per te, carina, ma il bacio l'hai dato e quindi hai accettato il mio compromesso.» affermò Zayn spegnendo la tv e infilandosi per bene sotto le coperte.
«Ma così è sleale!» trillò Jo dandogli una botta su una spalla.
Un braccio le cinse la vita e la tirò giù tra le coperte avvolgendola poi completamente in un caldo abbraccio
«Stai zitta e dormi, Jo.» sussurrò il giovane al suo orecchio
«No, non sto zitt-» cercò di ribattere la donna, ma le sue labbra furono catturate da quelle del moro e di certo non si tirò indietro. 
Zayn la conosceva, sapeva che non avrebbe mai accettato il compromesso. Non era nella natura di Jo fare quello che le veniva detto. Anzi, diciamo proprio che non era da Jo fare quello che diceva lui
Accontentarlo? Mai, e lui lo sapeva bene. Eppure amava provarci perché inevitabilmente lei si sarebbe arrabbiata e il moro si sarebbe dovuto far perdonare.
E quale miglior modo di farsi perdonare se non amarla più del normale ogni notte? Quello era il migliore con lei, lo aveva imparato, ormai.

***
 

Angolo Autrice: Oddio santo, che è 'sta roba? Boh, non lo so manco io, sinceramente.
Questa OS mi è stata chiesta. ..per non dire che sono stata obbligata a scriverla.
Comunque nulla, se ci sono errori perdonatemi, ma non ho ricontrollato al pieno delle mie capacità, data l'ora.. e non sono ugualmente convinta di 'sta cosa strana.
Basta, mi rinchiudo.
Cccciao belli,
e buonanotte. c:

  
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