-Mamma andiamo al cimena?-

-Si dice cinema, Nicole. Dillo con me: ci-ne-ma.-

Non capendo dove aveva sbagliato la bambina, ripetè la parola siballata dalla madre insieme a quest'ultima.

 

 

-Mi serve il tuo aiuto! Vieni di qua subito!-

-Non posso!-

-Ti ho detto di venire, ora-

-Mamma, sto cagando!-

-Ma caghi sempre?!-

 

 

-Motta perchè ha con se una zebra pupazzo?-

-Prof non è una zebra qualcunque, è Martyn!-

-Motta se questo è l'effetto che le fa la neve poteva benissimo starsene a casa!-

 

 

-Allora che tatuaggio vuoi fare?-

-Dici sul serio?!-

-Si! Allora?-

 

 

-Se ti vedo fumare ti faccio fumare davanti a me tre pacchetti di sigarette finchè non crolli e devi esser portata in ospedale.-

-Grazie pa'! Sempre gentile!-

 

 

-Quando?-

-Quando cosa?!-

-Quando te l'ho chiesto!-

-No, ma vaffanculo!-

 

 

-Ho deciso che da oggi ti chiamerò Perrychot. E' la fusione del tuo cognome -Perico- la parola 'hot' e Perry l'ornitorinco! Non trovi che sia fantastico?!-

 

 

Era pronta veramente a lasciare la sua città, il suo Paese, la sua famiglia, il suo cane, il computer che fungeva anche da tv, la sua camera o semplicemente tutto quello che per lei in 18 anni di vita era stato veramente rilevante? Era sempre quella la domanda che si faceva ormai da giorni e la risposta che si dava era sempre la stessa: si era pronta. Pronta a lasciare la monotonia di quella città, pronta a fare vedere che era maturata nonostante non lo dasse mai a vedere con i suoi comportamenti, pronta a lasciare casa, i suoi pochi amici, pronta a cercare finalmente un posto dove sentirsi veramente accettata tanto da riuscire a considerarsi qualcuno. La metà? Ovviamente la tanto amata, citata in quasi tutti i suoi pensieri o frasi, Londra. 

 

La mattina del cambiamento era arrivata e lei era in aereoporto che aspettava la sua amica , che per la prima volta in vita sua era in ritardo, con i suoi genitori. 

 

Uno squillo. Due squilli.

-Dove cazzo sei?!

-Scusa, scusa scusa. Non ho salutato Puf e lui non si faceva trovare. 

Riattaccò il telefono evitando di dare una risposta sgarbata alla sua amica ormai più che in ritardo. Puf era il gatto diversamente magro di Juls, l'amica di Nicole. 

 

- Allora che ne dici di salutarci adesso così non perdi tempo? Ah, e non significa che se vai a Londra e sei senza di noi puoi dire quante parolacce vuoi, eh! 

La giovane fu rimproverata dalla madre in modo scherzoso. 

Iniziarono così i vari saluti e i vari "mi raccomando, fai la brava", "non parlare con gli sconosciuti" - a questa frase Nicole fece una smorfia poichè in quella nuova città per lei tutti sarebbero stati sconosciuti!- e i vari "non fumare" da parte del padre.  Non la capiva proprio la fissa del padre ma nonostante ciò lei non fumava, più o meno. 

 

-Spiegami ancora perché io sono su un aereo quando invece ho una fottutissima paura!-

-Perché vuoi andare a Londra!-

-Ok, si come motivo mi può bastare.

Juls,o meglio Giulia, era l'amica di cui Nicole si fidava di più in assoluto, l'amica a cui raccontava ogni singola cazzata. Non era la sua migliore amica, lei non definiva nessuno migliroe di qualcun'altro. Non era la sua migliore amica poichè nonostante si confidasse con lei non le diceva tutto. Era l'amica di cui si fidava, con cui poteva scherzare, l'amica che sfotteva appena poteva per farle capire quanto le importava nonostante fosse un modo un po' insolito. 

Si erano conosciute al primo anno di superiori ma iniziarono a frequentarsi bene solo al secondo scoprendo di avere molti interessi in comune. 

E così finita la scuola avevano deciso di cambiare aria, vita e quotidianità scegliendo come metà-appunto- Londra, una città non del tutto sconosciuta. 

A Londra viveva il fratello di Giulia, Nicoló, e la ragazza ogni tanto durante l'anno lo andava a trovare e Nicole alcune volte la seguiva.

Così avevano chiesto al fratello di Giulia di trovare una casa tutta per loro e di arredarla secondo le richieste di quest'ultime.

E così dopo quasi due ore di viaggio eccole che scendono dall'aereo e si scontrano con l'aria londinese. 

 

Come ogni mattino, ormai da un mese a quella parte, non dovevano più svegliarsi presto. Niente più sveglie alle sei di mattino anche quando andavano a letto alle 2 del mattino stesso da ritorno da qualche loro concerto. Erano tranquilli, più o meno. 

Avevano deciso di prendersi un anno sabbatico interrompendo i loro tour. Rivolevano la loro vita, almeno una minima parte ormai consci che nulla era più come prima che iniziasse tutto ciò, travolgendoli e trasportandoli in qualcosa di troppo meraviglioso e incredulo.

Louis ed Harry condividevano ancora la loro casa, ma date le varie stanze libere si erano aggiunti alla loro convivenza anche Zayn, Liam e Niall nonostante ciascuno di loro  avesse una propria villa. 

Erano così abituati ormai a  vivere 25 ore su 24 insieme che non riuscivano fare a meno l'uno dell'altro. Erano cinque migliori amici, erano cinque fratelli che si erano trovati nel corso del loro cammino avente una direzione.

 

Le loro vite verranno stravolte le une da quelle delle altre. 

Scommesse, scherzi, pianti, sigarette rubate, segreti, paure, delusioni, illusioni cambieranno le loro vite, parzialmente o completamente, in meglio o in peggio.