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Autore: louehs    02/04/2013    1 recensioni
19 Maggio 2013, Arena di Verona.
[...] Osservo la folla di persone che canta all’unisono le prime strofe, lasciandomi a bocca aperta, a corto di saliva e ansimante, abbandonato a me stesso.
Ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di lui al mio fianco, ma lui non c’è perché io l’ho allontanato, perché ero io ad avere paura, perché ero io ad essere terrorizzato dall’amore.
Harry non pensa, Harry agisce. Afferra il microfono, accertandosi di averlo ancora funzionante, lo batte due volte sul fianco e inizia a cantare.
Canta quella canzone come se non avesse fatto altro in diciannove anni, come se tutte le sere passate a cantare nudi, stesi l’uno accanto all’altro, talmente forte da svegliare i vicini non fossero state altro che prove ben organizzate, finalizzate a raggiungere la perfezione per quella esibizione. Perché era la nostra canzone.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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         Verona, 19 Maggio 2013

Il concerto sta volgendo al termine. Vedo Niall saltellarmi freneticamente intorno, strappando qualche sorriso alle fan scosse dai singhiozzi che urlano i nostri nomi con le voci rotte dalle lacrime.
Un’altra data, una in meno.
Altre migliaia di occhi che mi fissano desiderosi in cerca di uno sguardo, di una connessione veloce quanto decisiva. Dio solo sa quanto vorrei accontentarle tutte.
Zayn e Liam iniziano a fare inchini agli angoli del palco, riuscendo a far urlare il pubblico ancora più forte di quanto dovrebbe essere permesso. Vedo migliaia di cartelloni, migliaia di scritte tutte uguali, alcune indirizzate a me, altre agli altri, sarebbe impossibile fare una stima precisa.

Liam urla qualcosa nel microfono, io grido un “Grazie Italia.” con un accento alquanto incerto e vengo subito imitato dagli altri, prima di stringerci in un abbraccio.
Mi manca quasi il respiro tanto è stretto il contatto fra i nostri corpi, so che anche lui sta pensando la stessa cosa, glielo leggo negli occhi.
Niall, Liam e Zayn sembrano perfettamente a loro agio in quella situazione, solo io e lui sembriamo scottarci anche solo sfiorandoci i palmi delle mani.
Più le luci sui nostri visi si abbassano più aumentano le urla delle fan. Zayn non riesce nemmeno ad urlare un ultimo ‘vas happenin’ senza essere sopraffatto dai decibel delle italiane. Sembrano mosse dalla passione di chi sta vivendo un’occasione unica, devono aver agognato questo momento così a lungo da volerne assaporare ogni singolo istante. Spero solo di essere stato all’altezza delle loro aspettative.

Le luci iniziano a sfumare i nostri volti ormai quasi in penombra, mentre il sottofondo musicale cresce attimo dopo attimo. Sento la cassa toracica battere al ritmo dei loro applausi e la gola seccarsi.
Le loro urla non si decidono a calmarsi, anzi, continuano a crescere, a sovrastare la musica.
Le loro grida diventano sempre più decise ed al posto dei classici ‘Guys I love you!’ iniziano a seguire un ritmo ben preciso, musicale, un ritmo che conosco troppo bene.
Vedo Liam paralizzarsi.
Di colpo la paura che l’ha colto mi attacca lo stomaco, non lasciandomi il tempo di reagire. Dobbiamo lasciare il palco all’istante. La situazione ci sta chiaramente sfuggendo di mano, vedo Zayn e Liam indietreggiare pericolosamente verso il backstage, lasciando me, Niall e Harry sul palco.
Vorrei correre fuori dalla portata delle luci, chiedere a qualcuno come dovrei comportarmi, cosa mi è consigliato fare. Però resto immobile.
Mi fermo, acciecato dai riflettori, come un animale in trappola, perché quello sono.
Un animale, un burattino nelle mani di qualcun altro, un giocattolo comandato perfettamente.
E ora sono completamente solo, solo con lui. Mi fissa, riesco quasi a cogliere un sorriso nell’increspatura delle sue labbra. La situazione lo diverte, non aspettava altro.
Vorrei unirmi a lui, ridere della piega che hanno preso le cose, però non lo faccio.

Osservo la folla di persone che canta all’unisono le prime strofe, lasciandomi a bocca aperta, a corto di saliva e ansimante, abbandonato a me stesso.
Ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di lui al mio fianco, ma lui non c’è perché io l’ho allontanato, perché ero io ad avere paura, perché ero io ad essere terrorizzato dall’amore.
Harry non pensa, Harry agisce. Afferra il microfono, accertandosi di averlo ancora funzionante, lo batte due volte sul fianco e inizia a cantare.
Canta quella canzone come se non avesse fatto altro in diciannove anni, come se tutte le sere passate a cantare nudi, stesi l’uno accanto all’altro, talmente forte da svegliare i vicini non fossero state altro che prove ben organizzate, finalizzate a raggiungere la perfezione per quella esibizione. Perché era la nostra canzone.

E la canta guardandomi dritto negli occhi, ignorando il silenzio che cala sul pubblico, che sembra trattenere il fiato aspettando una mia reazione. Harry canta porgendomi il suo cuore, noncurante del mio battito, talmente forte da farmi pensare di essere sul punto di avere un attacco cardiaco. Canta per me.
Non mi accorgo di Zayn che torna sul palco e Liam che sospirando si avvicina al piano, indeciso su come comportarsi.
La band sa già cosa suonare, sa già quali corde pizzicare e quali note sfiorare con i polpastrelli, facendo andare in deliquio le fans.
I One Direction, contro ogni previsione, si stanno esibendo in They Don’t Know About Us, e Dio se ci sanno fare.

Harry si avvicina con fare tranquillo, basta la sua presenza per sciogliere il nodo che mi si è formato sullo stomaco.
Fa scivolare una mano lungo la mia schiena e mi tira a se, senza smettere di cantare, per la prima volta, dopo mesi, siamo due cuori che battono all’unisono.
La sua mano, infine, cade sul suo fianco, dandomi la possibilità di scegliere. Tutto o niente.
Per la prima volta nella mia vita avevo l’occasione di mostrare al mondo il vero Louis Tomlinson, avrei potuto smettere di fingere, di soffrire, di mettere il ragazzo che amavo al secondo posto, potevo essere libero e… felice. Perché era così che mi sentivo quando stavo con Harry, perché quando mi baciava tutto nel mondo sembrava acquistare un senso.
Avevo passato la vita chiuso nella mia gabbia, assecondando il volere degli altri, sacrificandomi per il bene comune, non avevo mai chiesto nulla in cambio, mai. Avevo lasciato che il mondo divorasse tutto ciò che c’era di buono in me, poi avevo conosciuto Harry. Mi aveva insegnato a sorridere di nuovo, ad apprezzare ciò che davo per scontato, mi aveva insegnato ad amare.
Lo guardai negli occhi, le luci erano talmente intense adesso da costringermi a socchiuderli, ma non abbastanza da impedirmi di specchiarmi in quegli smeraldi.
Il mio sguardo si posò sulle sue labbra e sulla forma che assumevano formando la parola love.
Loro non sanno di noi, o almeno non ancora.
E senza ulteriori esitazioni, gli accarezzo il palmo della mano, lasciandomi avvolgere dalla sua stretta, dalla stretta del mio fidanzato, mentre l’Arena di Verona esplodeva in un boato.


Dato che non sarò al concerto ed ho letto il TL riguardante l'iniziativa del cantare They Don't Know About Us ho lasciato vagare la fantasia immaginando cos'avrebbero combinato i due bimbi davanti a tutte le Directioners aww.
Lou è un combattente ma ama troppo Harreh per continuare a nascondersi.
un piccolo piesse alla fine di questa OS alquanto oscena, sto cambiando nick su EFP da _charlie brown a Louehs c:
love and stylinson,
Giuls


 

  
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