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Autore: MrsLovett    03/04/2013    2 recensioni
Se solo avessi saputo che le cose stavano per peggiorare forse non sarei mai venuta a New York pensò prima di sprofondare in un sonno profondo mentre il battito cardiaco diminuiva.
Vi avevo lasciato con il fiato sospeso con questa frase, e ora sono tornata per finire ciò che avevo iniziato.
Vi ricordate la protagonista di "La nuova arrivata"? Bene, Beth è tornata! Questa FF ci svelerà qualcosa in più sul suo passato. Scoprirete una nuova faccia della figlia dello scrittore più famoso di New York. Se pensate di aver già letto di tutto vi sbagliate...
Ecco a voi il mix perfetto tra azione, suspance e un pizzico di sentimento. Il tutto offerto come sempre dalla vostra MrsLovett.
Buona lettura! ;)
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo che Richard e Kate ebbero finito di parlare con il capitano, questi convocò una riunione straordinaria per il giorno seguente con i membri più importanti della sicurezza pubblica.

Era già notte inoltrata quando le sedie strisciarono sul pavimento, segno che l'assemblea era finalmente terminata.

Nessuno aveva voglia di rincasare per essere nuovamente in centrale dopo qualche ora, così, con l'autorizzazione di Montgomery, si sistemarono in una stanzetta all'ultimo piano dell'edificio.

Il locale era decisamente angusto e disadorno: l'altezza delle pareti bastava per una persona normale e i più alti del gruppo, Richard e Dave, dovevano stare attenti dove andavano o avrebbero finito per sbattere contro la lampadina nuda che pendeva solitaria dal soffitto.

Spostarono un paio di brande nella stanza, sistemandole come meglio poterono e si addormentarono quasi subito, esausti per la lunga giornata. Solamente Kate e Richard rimasero svegli un po' più a lungo degli altri, probabilmente per definire qualche strategia messa a punto dalla detective.

Beth era nel ben mezzo del dormiveglia quando sentì la voce del padre farsi più bassa “Allora è tutto pronto per domani... Sei ancora sicura di volere che Beth venga con noi?” bisbigliò Castle con la voce appena udibile.

La ragazza si immobilizzò nella sua branda: il sonno era stato improvvisamente spazzato via. Tese le orecchie e ascoltò la conversazione.

E' l'unico modo se vogliamo tenerla d'occhio” rispose Kate con voce ancora più bassa.

La detective spostò la sguardo verso la branda della ragazza a pochi passi da loro. Beth, girata su un lato, sentiva lo sguardo della donna bucarle la schiena. Mettendo da parte i pensieri che avevano ripreso ad affollarle la mente, cercò di regolarizzare il respiro, come se stesse dormendo.

Sentì il padre sospirare sommessamente, consapevole che ormai era già tutto predisposto.

Domani sarà una lunghissima giornata per tutti noi, è meglio se ci riposiamo un po'.” disse Kate.

Sì udì uno schiocco delicato dei due che si baciavano, coperte che venivano spostate, molle che cigolavano e una volta che la coppia trovò una posizione comoda calò il silenzio assoluto.

Beth si girò sulla schiena ma nonostante il sonno che la fiaccava rimase sveglia. Gettò uno sguardo oltre la piccola finestra, verso il cielo nero illuminato fiocamente dalla luna, mentre la neve continuava a scendere rendendo il cielo a pois. Era stata fortunata a essere stata trovata da Dave: ancora poche ore e sarebbe finita morta assiderata in quella sporca stradina circondata dai rifiuti e vecchi cartoni ammuffiti.

Il sogno...

Si passò una mano sul punto in cui si era graffiata e pensò all'allucinazione dove aveva incontrato Robin e si chiese se quel dialogo fosse accaduto realmente o era solo frutto della sua immaginazione. Aveva sempre sperato di sentire quelle parole uscire dalla bocca di Robin e ora si sentiva quasi sollevata, anche se la situazione richiedeva ben altro umore.

In sottofondo sentì il respiro pesante del padre riempire la stanza. Prima si era arrabbiato Forse incazzato è la parola giusta pensò. Non aveva mai gridato così prima d'ora e vederlo in quello stato le incuteva un po' di timore. Ma non poteva capire quello che sentiva dentro: vedere Marone libero la faceva andare fuori di testa e la cosa che più la innervosiva era che la polizia non avesse ancora fatto niente nonostante i numerosi capi d'accusa che pendevano sulla testa del mafioso, tra cui spiccavano fuga, omicidio, tentato omicidio e svariati altri. Non ci andrai a quell'incontro Beth! Non metterai in pericolo la tua vita per un tuo personale capriccio. Quelle parole le risuonavano ancora nelle orecchie e ogni volta che ci ripensava le sentiva ancora più dolorose della prima volta. Come faceva suo padre a non capire che quello non era solamente un capriccio? In tutti quegli anni l'idea di Marone che scontava un ergastolo le aveva acquietato un po' l'animo, ma tutto il rancore che aveva tenuto nascosto era esploso quando aveva cercato di ucciderla.

Di nuovo.

Questa volta aveva fatto le cose in grande: oltre a lei erano entrati nel mirino anche la sua famiglia appena ritrovata. Per questo si era ripromessa che l'avrebbe seguito, perseguitato finchè non fosse finalmente morto e forse solo allora avrebbe trovato pace.

Sospirò. No, non aveva proprio voglia di dormire. Si alzò e in punta di piedi raggiunse la porta. Dal corridoio proveniva la luce fioca dei neon che contrassegnavano le uscite di sicurezza e le scale che portavano sul tetto. Quando aprì il pesante portone di metallo sentì un vento gelido e si strinse nella felpa logora che aveva ancora indosso. Il tetto dell'edificio era ricoperto da un sottile strato di velluto bianco, lo attraversò e, giunta al parapetto si guardò indietro: sulla coltre ora spiccavano le impronte delle sue scarpe. In quel momento avrebbe voluto avere le ali solo per non rovinare il pavimento naturale che si era formato. Il vento sembrava tirarle i capelli, come un bambino capriccioso, e i cristalli di neve le si impigliavano tra i capelli mossi.

Inspirò a fondo e guardò verso il basso, verso quei puntini indefiniti che sembravano formiche zampettare a destra e a manca. Si chiese se Dio vedesse l'umanità nello stesso modo nel quale Beth vedeva le persone in quel momento...

E' un po' troppo freddo per rimanere qua, non trovi?” chiese una voce alla sue spalle.

Beth si voltò di scatto e incontrò la sagoma di Dave che avanzava verso di lei.

Mi piace l'inverno.” ribattè.

Io invece preferisco di gran lunga il caldo. Aah, quanto mi manca il clima umido del Texas!” disse appoggiandosi anche lui al parapetto. Seguì lo sguardo della giovane che si soffermava sui passanti, dieci piani più sotto. Lavoratori solitari, barboni, una giovane coppia che rideva mentre chiamavano un taxi... Tutti ignari della sorte che attendeva l'indomani i loro connazionali che li osservavano dall'alto come dei bravi guardiani.

Ti manca casa?” le chiese improvvisamente Dave.

Papà ha detto che la sistemeranno entro una settimana...”

Intendevo l'Italia.” puntualizzò dolcemente l'uomo.

Ah...” Beth restò sorpresa. Già, l'Italia... “Beh, sì, è ovvio che mi manca.”

Ma?” in tutti quegli anni di esperienza sul campo, Dave sapeva che c'era dell'altro.

Ma ormai non ho più niente che mi aspetta lì. Tutto ciò che vi ho lasciato mi sembra un guscio vuoto. Un po' come me.” aggiunse quell'ultima frase a bassa voce. Poi si accorse che Dave la stava ascoltando con molta attenzione e si affrettò a dire “Stavo scherzando, non preoccuparti.”

Un fiocco le cadde sulle ciglia, volse la testa verso l'alto e si accorse che la neve era aumentata. Come i bambini, Beth aprì la bocca a e aspettò che uno dei fiocchi danzanti le si posasse sulla lingua, e quando avvenne provò un piacevole brivido. Intanto Dave, accanto a lei, la guardava con un mezzo sorriso.

Forse è meglio se ti metti questo...” disse posandole sulle spalle il suo cappotto.

Lei lo ringraziò con un sorriso e si strinse l'indumento addosso, sentendo il calore di Dave sulla pelle.

Sai, prima quando mi trovavo nel vicolo mi è successa una cosa stranissima.” Dave la guardò incuriosito. “Mentre ero svenuta ho fatto un sogno stranissimo: mi trovavo in questo posto completamente bianco e... c'era anche Robin.”

Dave non proferì parola ma si limitò ad ascoltare la ragazza.

So che mi prenderai per pazza ma era lì, proprio accanto a me.” aggiunse imbarazzata, scostando una ciocca ribelle dal volto “Mi parlava e a un certo punto mi ha baciata.”

E quando ti sei svegliata ti sei ritrovata con me al posto di Robin.”

Mi dispiace.”

A me non è dispiaciuto granchè.” disse Dave con un mezzo sorriso, facendo arrossire Beth. “Io scendo giù, vieni con me?”

Arrivo tra poco.” rispose mentre lo vedeva allontanarsi lasciando impronte fresche vicino alle sue.

Ah, Beth!” urlò sopra il vento quando giunse in prossimità della porta. “Dovresti svenire più spesso” disse con una mezza risata.



  
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