LA VITA PIU' DURA
1. HO SBAGLIATO TUTTO!
Se vi state domandando perchè stò piangendo è giusto che vi
racconti la
mia storia, è giusto che il mondo sappia quello che accadde
e quello
che accadrà una volta che colui che non deve essere nominato
tornerà in
vita. Accadde molto tempo fa: persi la famiglia a breve
distanza dalla
mia nascita e le cause mi sono tutt'ora sconosciute, nessuno
accettò di
allevarmi come se fossi sua figlia e così, lentamente, venni
dimenticata. E non sarà certo sentendo il mio nome che vi
ricorderete
di me perchè io sono Jillian: unica superstite rifiutata dal
mondo.
Ai margini di una foresta scura e magica furono gli alberi a
prendersi
cura di me e a crescermi finchè, una notte, vidi colui che
mi avrebbe
riportata, finalmente, nel mondo dei babbani. Cosa potevo
desiderare di
più dalla vita? Avevo finalmente trovato un padre: colui che
da tanto
tempo avevo cercato e questo mio nuovo padre aveva molti
amici che
indossavano, molto spesso, delle maschere.
Non so per quale motivo, ma tutti loro avevano sul braccio
un
tatuaggio: un teschio dal quale usciva un serpente.
Cominciai a pensare
che quello fosse il simbolo di un loro progetto che,
tutavia, mio padre
non mi ha mai rivelato. Una sera andai da lui e gli dissi
che avolevo
diventare forte e fiera come lo era lui e avrei avuto
l'onore di
portare anch'io quel simbolo tatuato sul mio braccio.
Non avevo mai visto il volto di mio padre poichè era sempre
coperto da
un cappuccio, ma la cosa non mi interessava più di tanto.
Quando ebbi compiuto 10 anni lui mi lasciò partecipare ad
una riunione
assieme ai suoi amici. Io era onorata e ascoltavo tutto con
vivo e
deciso interesse. Prima che la riunione si concludesse, mio
padre mi
svelò tutti i suoi segreti:
-Le persone che vedi quì riunte sono i mangiamorte, i miei
fedelissimi
seguagi e da oggi tu farai parte di loro. Ma devi imparare
molto bene
ad usare la bacchetta magica(lui non la usava mai)per poi
seguirmi ed
essere nominata mia erede. Ho quindi deciso che freguenterai
la scuola
di magia e stregoneria di Hogwarts dove albergano forze ed
entità a me
nemiche. Pertanto stai attenta, non devi esere scoperta. Uno
dei miei
seguagi, che già insegna in quella scuola, ti fara da
"palo" e sarai tu
Severus a farlo!!!-
Ora sono certa che tutti voi, anche se inesperti di magia
nera, avete
capito chi sia mio padre:...........
.............LORD VOLDEMORT!!!!!!!!!!!
Sì, so che sembra strano sopprattutto per dei babbani, ma le
cose stanno
esattamente così. Comunque sia io dovetti entrare nella
scuola.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere qualcosa su di essa
quindi
torniamo alla storia: entrai nella sala grande accompagnata
da
Severus Piton considerato nella scuola insegnante di
pozioni.
A differenza di moltri altri non avevo paura e, quando la
professoressa
McGranitt chiamò:
-Jillian Searis-(cognome inventato da Bellatrix,
mangiamorte)io andai
verso il cappello parlante come se fosse la cosa più normale
di questo
mondo. E poi non riesco ancora a capire, perchè tutti hanno
paura della
casa dei serpeverde? Io ero consapevole che, essendo la
figlia di
Voldemort, mi sarei ritrovata proprio in quella casa e non
era per
niente triste o disgustata a differenza di molti altri.
Ma ora so che se non ci fossi mai andata in quella scuola
non avrei mai
sofferto tanto! Il cappello parlante mi assegnò alla casa di
corvonero
ed io guardai Severus(mi concedeva di chiamarlo così perchè
ero l'erede
di Voldemort)con aria confusa e sorpresa mentre lui sembrava
capire.
Comunque sia, non so per quale motivo, sentì il nome di un
ragazzo che
era stato ammesso nela casata dei grifondoro:
-Oliver Baston-non prestavo molta attenzione ai nomi dei
miei compagni
ma il suo mi lasciò letteralmente di stucco.
Quella stessa sera andai nella camera privata di Severus:
-Perchè corvonero e non serpeverde?-chiesi
-Perchè anche se pratichi la magia nera Lord Voldemort è tuo
padre
adottivo, non è il tuo padre reale e questo cambia
radicalmente le
cose. Se il nostro padrone fosse realmente tuo padre il
cappello
parlante ti avrebbe assegnata ai serpeverde non appena
l'avresti
sfiorato con la punta delle dita!!!-rispose. Io me ne andai
subito e fu
un'altro grosso errore: stavo per svoltare verso un
corridoio per
raggiungere il mio gruppo ed ero arrabbiatissima e
borbottavo in
serpentese quando, come vorrei non fosse mai accaduto,andai
a sbattere
contro qualcosa.......o qualcuno......
-Guarda dove vai- gli dissi con tono di voce neutra. Poi
vidi una mano
davanti a me:
-Perdonami, hai ragione tu, posso aiutarti ad alzarti?
Infondo è il
minimo che posso fare dopo quello che è successo!-era lui.
L'espressione del mio volto cambiò:
-Sei gentile!!-e io mi domandai perchè l'avevo detto.
Io gli diedi la mano e lui mi aiutò ad
alzarmi,nessuno,credo,l'avrebbe
mai fatto, nemmeno uno dei mangiamorte.
-Io sono Oliver Baston, casata dei grifondoro e tu......-
-Io sono Jillian, Jillian...Searis, della casata
dei...corvonero!-e mi
chiedevo perchè mai glielo avevo detto.
-Lieto di conoscerti e scusami per esserti venuto addosso!-
-Figurati, anch'io avrei dovuto guardare dove andavo!-
-Beh, è stato un piacere conoscerti, ci vediamo domani alla
lezione di
volo! Ciao!!-
-Ciao!!!-e con che razza di tono lo dissi quel
"ciao". Comunque sia vi
ho appena presentato colui che è la causa di tutti i miei
guai: il
giorno seguente, alla nostra prima lezione di volo, dopo che
Madama
Bumb ha spiegato il modo migliore per dominare la scopa, ha
formato due
gruppi e provate ad indovinare con chi mi sono ritrovata
durante le
esercitazioni del Quiddich!?!? Con Oliver Baston. In
principio ero
felice perchè mi allenavo assieme a lui, ma ora non ho di
che
rallegrarmi. Dopo pochi minuti di gioco Madama Bumb mi mise
come
portiere nella mia casata e lo stesso fece con Baston.
Eravamo portiere
contro portiere e, ad essere sincera, eravamo i migliori
delle nostre
casate. Nessuno dei due permise alla squadra avversaria di
segnare e
Madama Bumb ci mise entrambi a capo della squadra di
Quiddich delle
nostre rispettive casate ed entrambe eravamo portieri.
Mentre ci
dirigevamo verso l'aula di pozioni per la seconda lezione,
lui mi fermò
nel corridoio afferandomi per il braccio. Non opposi alcuna
resistenza
e lo ascoltai attentamente domandamdomi perchè mi comportavo
così.
-Dove hai imparato a giocare così bene a Quiddich, Jillian?-
-Potrei farti la stessa domanda, Oliver!-
-Ti prego, chiamami Baston, ci sono più abituato!-
-E tu chiamami sempre Jillian daccordo?-
-Daccordo!-e mi lasciò il braccio fissandomi negli occhi. i
nostri
volti si avvicinarono mooolto lentamente quando.......
-Pensate di fare lezione nel corridoio vio due!!!-disse la
voce bassa
e tenebrosa del professor Piton che ci attendeva sulla porta
dell'aula
di pozioni. Entrammo contemporneamente e io mi sedetti in
prima fila,
accanto alla cattedra, lui era dietro di me.
Durante tutta la lezione Severus non fece altro che fissare
con sguardo
attento e pieno di rimprovero Baston che tentava di seguire
la lezione
continuamente braccato da quello sguardo agghiacciante.
Finita la lezione(con 5 minuti di anticipo)Severus dichiarò:
-La lezione è finita,potete andare tutti, tutti tranne lei
signorina
Searis!-io non fiatai e mi avvicinai a lui.
-Signor Baston, chiuda cortesemente la porta!-lo disse
perchè era
l'ultimo ad uscire dall'aula. Mi guardò atentamente un
attimo prima di
cominciare l'interrogatorio:
-Cosa stavate facendo nel corridoio?-
-Mi ha chiesto da chi ho imparato giocare a Quiddich così bene!-
-Cosa hai risposto?-
-Non gli ho risposto, gli ho rivolto la stessa domanda!-
-E poi?-
-Poi tu ci hai chiamati!-
-Nient'altro?-
-Non sarei obbligata a risponderti ma...no, nient'altro!-
-Pur essendo la figlia di Voldemort non credere di potermi
parlare così
Jillian!-
-oh che paura!-
-Sei piuttosto arrogante ma alla prossima riunione dei
mangiamorte
cambierai atteggiamento, credimi!-
-Come se tu potessi tranquillamente ordinare alla tua futura
padrona
cosa fare. Ora devo andare, ho una lezione di
trasfigurazione che mi
attende!-non ci furono intervalli tra le domande e le
risposte. Uscì
dalla stanza e Baton era lì, appoggiato alla parete ad
aspettarmi.
-Perdonami, è successo tutto per causa mia, se io non ti
avessi fermata
nel corridoio non ti saresti subita la ramanzina del prof!-
-Non mi ha fatto la ramanzina, stai tranquillo, abbiamo solo
parlato!-
Nel corridoio incontrammo gli altri sudenti che si
preparavano ad
entrare nell'aula di trasfigurazione, ma questo non è
importante.
Dopo pranzo Baston mi chiese ero disposta a studiare con lui
e da quì i
problemi divennero guai seri: ci vedevamo ogni giorno ed
eravamo tutto
il tempo assieme. Poco alla volta cominciai a capire: mi
stavo
innamorando di lui. Ma avevo paura di quello che provavo,
paura di
qualcosa che non riesco a spiegarmi.
Dopo alcuni mesi Severus aveva capito tutto e mi mandò a
chiamare
proprio durante l'ora di volo: l'unica in cui io e Baston
potevamo
svolazzare tranquillamente e dominare il cielo con le nostre
scope
perchè ci sentivamo invincibili. Severus mi condusse nelle
sue stanze
dove parlammo per quasi 10 minuti. Le parole che mi
restarono più
impresse nella mente di quel discorso furono le ultime:
-Se non riuscirai a fermare questi sentimenti e non
ritornerai fredda e
distaccata come un tempo lo condurrai alla morte!-
-Cosa, no, non ci credo!-
-Invece è la verità. Se Lord Voldemort venisse a conoscenza
di quello
che stà accadendo in questa scuola ucciderebbe il tuo amico
senza
perdere tempo e tu lo sai meglio di me!-era vero.
Dopo quella conversazione tentai di evitare di incontrarlo e
ci riuscì
per la maggior parte della giornata. Nella sala grande non
mi
voltai a guardarlo, sebbene il desiderio di farlo fosse
molto forte io
restai girata di schiena e mi allontanai prma di tutti
lasciando quasi
metà del mio pranzo. Tentai di non farmi notare ma lui mi
seguì.
L'unica volta che mi voltai fu per vedere se lui mi stava
seguendo
quando ero davanti alla porta della sala grande e riuscii a
malapena a
vedere che non aveva toccato cibo.
Mi seguì silenziosamente fino nel giardino mentre Severus ci
spiava
dall'ombra.
-Jillian, aspetta, Jillian...- lo sentì chiamare mentre mi
correva
incontro. Io non mi fermai e continuai a camminare diritta
fingendo di
non sentirlo. Poi lui mi superò e si mise davanti a me
impedendomi di
proseguire.
-Per favore Jillian, ascoltami!-
-Non abbiamo niente da dirci!-cercai di spaventarlo ma
dimenticavo che
i grifondoro sono molto coraggiosi.
-Da quando il prof. di pozioni ti ha chiamata non fai altro
che
evitarmi, spiegami almeno il perchè?-non risposi e continuai
a guardare
altrove non curandomi di lui.
-Se ti ho fatto qualcosa devi dirmelo e vedrai che
rimedierò!-tale e
quale a prima. Lo sguardo di Baston si fece più triste
-Jillian...-infine tirai un sospiro: non potevo vederlo
così, soffriva
per causa mia se gli avessi
dato spiegazioni sarebbe stato molto
peggio. Le mie mani si mossero involontariamente verso il
suo viso e il
professor Severus Piton capì che era meglio intervenire:
-Fossi in lei, signor Baston, tornerei nella sala grande e
lascierei
perdere, per il bene di tutti!-lo sguardo gelido di Severus
fu per
Baston come una sfida a cui non poteva rinunciare, una sfida
che poteva
significare solo due cose: o la vita o la morte. Mi voltai e
mi
rifugiai dietro il mantello di Severus nel tentativo di
sfuggire al mio
destino crudele.
-Ti prego, non cercarmi più, dimenticami, è la cosa
migliore!-e con le
lacrime agli occhi scappai via. Riuscì a stento a sentire le
parole di
Baston rivolte con incredulità a Severus:
-Non riesco a credere di averla ferita, e tanto meno di
averla persa!-e
mi rifugiai nel bagno delle ragazze appoggiandomi ad una
vecchia
scatola polverosa scoppiando a piangere.
Ecco: ora sapete perchè stò piangendo. Poco fa Severus è
venuto a
cercarmi dicendomi che avevo fatto la cosa giusta ma io lo
rimandai via
perchè volevo stare da sola a sfogare la rabbia e la
tristezza che provo
nel silenzio interrotto solo dai miei singhiozzi e dalle mie
lacrime.
Ma non tutti hanno rispettato questo mio desiderio: qualcuno
ha posato
la sua mano sulla mia spalla, ho sollevato lo sguardo ma non
mi sono ancora voltata
e non so se lo farò.
-Perdonami, qualunque sia la mia colpa!-la voce di Baston mi
risuona
nella mente e riesce a soffocare la rabbia e la tristezza.
-Tu non hai nessuna colpa!-rispondo tra le lacrime e i
singhiozzii.
-Alzati e asciugati le lacrime, non posso vederti così!-mi
alzo ma non
smetto di piangere anche se le lacrime, ormai, scendono da
sole e molto
lentamente. Lui solleva la mano e mi sfiora il viso
aciugando le mie
ultime lacrime. Non riesco più a contenere la voglia di
abbracciarlo e
di ringraziarlo così, chiudendo gli occhi per non vedere
quello che
faccio, gli getto le braccia al collo. Lui mi avvolge in un
caldo e
tenero abbraccio ed io gli stringo la maglietta: non voglio
perderlo e
non voglio che se ne vada.
-Dobbiamo andare, abbiamo la partita di Quiddich tra poco!-
-Sì, hai ragione!-perchè ho risposto così invece di dirgli
quello che
provo per lui? La sua mano avvolge la mia e mi porta nel
giardino dove
sono già riuniti tutti gli altri giocatori.
La partita di Quiddich tanto attesa(grifondoro contro
corvonero)può
finalmente iniziare.Nessuna delle due squadre ha ancora
segnato, e dire
che abbiamo iniziato a giocare da parecchie ore!Madama Bumb
fischia:la
partita è sospesa a causa della bravaura dei due portieri e
della
scarsità d'impegno da parte dei due cercatori che non
riescono ad
acchiappare il boccino. Mi preoccupa un'altra cosa:questa
sera si
riuniranno i mangamorte ed io non so cosa fare. Prima,
quando lui mi ha
abbracciata mi sentivo al sicuro e avevo dimenticato che ero
la figlia
di Voldemort e che ogni mia vicinanza con lui ne avrebbe
segnato la
fine. Cosa dovevo fare?
Lo guardai prima di partire per la foresta proibita assieme
a Severus e
capì: dovevo cambiare il corso degli eventi e liberarmi
dell'autorità
che Voldemort aveva su di me, questo, naturalmente, solo se
lui si
fosse rifiutato di capire. Ormai ne ero sicura ed ero decisa
a farlo.
2. DEVO RIMEDIARE, E' SUCCESSO A CAUSA MIA!
I mangiamorte erano lì, seduti che attendevano l'arrivo di
Voldemort e,
quando questi arrivò, io mi precipitai a bisbigliargli
nell'orecchio
(credo che quello sia stato il suo orecchio) che dovevo
conferire
urgentemente con lui. Acconsentì e ci ritirammo.
Per la prima volta mi condusse nella sua stanza privata, non
l'avevo
mai vista: era molto buia e quindi non capì molto di quello
che vidi,
riconobbi solo un vasetto di vetro contenente delle foglie
di cristalli
azzurri di Moltareulint: una pianta con enormi potere
curativi ormai
scoparsa dalla faccia della terra.
-Parlami giovane strega!- mi disse. Ho iniziato a raccontare
tutto a cominciare
dal mio primo giorno di studentessa fino ad arrivare al
momento della
riunione dei mangiamorte. Esitai un'istante e poi, con
sicurezza, mi
feci avanti e chiesi con tono forse troppo prepotente:
-Lord Voldemort, lasciatemi restare alla scuola di Hogwarts
e nominate
un'altra persona come vostro erede, non è questa la vita che
desidero,
datemene un'altra più felice e meno dura! Per me, solo per
me!- non so
perchè non lo chiamai "padre", forse il mio
affetto per lui era svanito
o forse quel famigerato affetto tra padre e figlia non era
mai esistito
veramente.Calò improvvisamente il silenzio, un silenzio che
solo
l'angoscia e la paura di una risposta negativa riuscivano a
colmare.
-NON PERMETTERO' MAI UNA COSA DEL GENERE, TANTOMENO AD UN
MIO EREDE, TU
RESTARAI QUI' E NON TORNERAI MAI PIU' IN QUELLA SCUOLA E TI
ASSUMERAI
IL PESO DI ESSERE UNA MANGIAMORTE E SOPRATTUTTO LA MIA EREDE!!!!!!!!-
gridò Voldemort furibondo. avrei dovuto aspettarmi una
risposta del
genere, ma io volevo essere libera, volevo vivere la mia
vita e, in un
modo o nell'altro, l'avrei vissuta. Oramai avevo deciso e
nessuno al
mondo, nemmeno lo stesso Voldemort, avrebbe potuto cambiare
la mia
decisione. Mi alzai e risposi con dignità alle sue parole:
-MI DISPIACE, MA IO HO DECISO E NON INTENDO TORNARE
INDIETRO!!!!- se
lui avesse cercato di fermarmi gli avrei sicuramente scagliato
contro
qualche maledizione senza perdono per poter fuggire e
nascondermi ad
Hogwarts. Lui fece per prendermi ma io riuscì a sfuggirgli e
stavo per
prendere la mia bacchetta quando mi accorsi che...l'avevo
dimenticata
sopra il libro di trasfigurazione.
"NOOOOOOOOOOO.....E ADESSO COME
FACCIOOOOOOO!!!!!!!!!!" i miei pensieri
mi stavano tradendo. Così ricordai quelo che Baston mi disse
una volta,
prima di un'allenamento di Quiddich:
"Per realizzare l'impossibile devi credere in te stessa
e otterai la
vittoria!" e così feci:raccolsi tutto il mio coraggio e
gli scagliai
contro un "AVADA
KEDAVRA" che credo sia stato molto potente poichè lo
scaraventò verso il muro lasciandomi il tempo di correre via
velocissima. Ma la mia attenzione fu catturata ancora dal
vasetto di
vetro contenente le foglie di cristalli azzurri di
Moltareunlit.
Corsi più veloce che potevo e arrivai alla scuola.
Percorsi il corridoio e, temendo di essere inseguita ancora,
entrai in
camera mia e mi chiusi dentro. Impugnai la mia bacchetta e
attesi che
arrivassero, ma non vi era più traccia dei seguagi di
Voldemort ed io
non sapevo più cosa pensare.
Il giorno dopo mi convinsi di essere al sicuro quando gli
occhi di
Baston mi fissarono in un modo dolce e protettivo. Dovevamo
affrontarci
in una partita di Quiddich, portiere contro portiere.
Non ho voglia di soffermarmi troppo sulla partita, ci sono
altre cose
più importanti che devo narrarvi.
A un certo punto della partita mi sentì avvolta da una nube
fredda e
capì che i seguagi di Voldemort volevano vendicarsi. Così
presi la mia
bacchetta(dalla sera della riunione la tenevo sempre nella
mia cintura)
e mi preparai a respingere i loro attacchi. Ma la nube di
freddo non
si fermò attorno a me: proseguì senza fermarsi tra i
giocatori di
entrambe la squadre finchè non incontrò il suo bersaglio.
Avrei preferito essere io la loro preda, ma essa era
l'ultima persona
al mondo che desideravo lo fosse.
I Mangiamorte,protetti dalla nube di nebbia che li rendeva
quasi
invisibili, avvolsero Baston in una stretta mortale. Dal suo
lato del
campo si sollevò un grido soffocato e, quando la nebbia si
dissolse,
lui cadette terra.Mi
affrettai a far cessare subito la partita,
sperando che non fosse stato troppo tardi.Lo portammo subito
in
infermeria, ma lui non si riprendeva e così capì la furia di
Voldemort.
Conoscevo quell'incatesimo: l'incantesimo proibito, in grado
di dare il
via ad una morte lenta e senza possibilità di trovare in
tempo un
contro incantesimo.Fu allora che mi vennero in mente i
cristalli
contenuti nel vasetto di vetro nella camera di Voldemort.
Solo quei
cristalli avrebbero potuto salvarlo, solo io potevo portarli
alla
persona di cui mi ero innamorata.
Ma non sarebbe stata un'impresa facile. come avrei fatto a
tornare da
Voldemort senza destare sospetti? Non lo sapevo, ma dovevo
tentare.
Non potevo lasciare Baston a morire nella scuola senza fare
niente per
lui; tutti gli studenti erano lì riuniti ed io approfittai
di quel
momento per raggiungere la foresta proibita nonostante tutti
i
tentativi di Hagrid di fermarmi.In breve tempo raggiunsi il
covo di Lord
Voldemort ma non vi trovai nessuno, forse perchè era pieno
giorno e il
cielo era talmente nuvoloso che sembrava notte, ma preferì
non
abbassare mai la guardia. Attesi ancora qualche istante
davanti alla
porta della stanza di Voldemort e poi vi entrai. Il vasetto
tanto
ricercato era lì, a portata della mia mano, eppure mi
sembrava tutto
troppo facile. Ma il tempo era l'unica cosa che mi mancava:
presi il
vasetto e corsi via verso la scuola di Hogwarts.Il piano di
Voldemort
era semplice: i cristalli devono essere lavorati per molto
tempo e
hanno bisogno di qualcosa che non si può trovare nei libri
di pozioni
o di incantesimi.Non sapevo di cosa si trattasse, intanto
avevo i
cristalli e questo mi dava speranza.Li consegnai alla
professoressa
Mc.Granitt che si affrettò, assieme agli altri professori a
creare una
pozione in grado di guarirlo. Parlarono di come fare per
trovare quella
famigerata pozione per molto tempo, forse per troppo
tempo.Il prof
Vitius sosteneva che, se non sarebbero riusciti a trovare un
rimedio in
tempo, avrebbero creato un'immagine speculare di Baston in
modo da far
sembrare che non fosse mai successo nulla.Io non l'avrei mai
permesso
e, mentre stringevo la sua mano che si apprestava a divenire
sempre più
gelida, restavo perplessa su alcune decisioni prese dai
professori.
La pozione fu pronta entro un tempo che mi pareva un secolo
e fu
subito somministrata a Baston. Avrebbe dovuto fare subito
effetto, ma
c'era qualcosa che non andava bene.
Ricordai allora che c'era un'ingrediente segreto.
Esasperata e orami senza speranze, mi stavo per rassegnare
quando mi
accorsi di sentire una voce familiare:
-il segreto è l'amore!-
-come faccio a trovarlo?-
-ne sei colma, e questo lo salverà!- non ne sono sicura, ma
credo che
quella fosse proprio la voce di Severus.baston cominciò a
muovere le
dita della mani mentre io stringevo ancora la sua.
-dopo i recenti avvenimenti forse è meglio che tu non sia
quì al suo
risveglio, e sarebbe meglio che non lo vedessi più, per il
bene suo e
di tutti, gli faremo credere di averti visto solo in sogno,
ora vai e
vivi la vita che hai sempre sognato,Jillian!- mi disse in
fine Severus.
In un certo senso aveva ragione, sarebbe stato molto meglio
così, ma la
vita felice e spensierata che desideravo, ora, non aveva più
ragione di
esistere. Dovetti abbandonarlo forse per sempre.
Ora, dopo 7 anni , gli ho mandato una lettera, la prima che
io abbia
mai scitto dopo quel giorno in cui fui costretta a separami
da lui, una
sola lettera per rimediare ad una vita che ci è stata sempre
negata dal
destino a noi avverso!
3. SENTI LA MIA SPERANZA!
Quell notte sognai ancora il nostro primo incontro nei
corridoi della
scuola.
Eri bellissima allora e sono sicuro che tu sia bellissima
anche ora,
ora che sono trascorsi 7 anni dall'ultima volta che ti ho
vista.
Mi dissero tutti che eri frutto della mia fantasia, che eri
solo una
figura che veniva a trovarmi la notte e durante le giornate
mi faceva
sognare la vita che non ho potuto avere.
Ma io lo so, io ne sono sicuro,tu sei reale,!
Non so perchè mi abbiano tutti mentito, non so perchè, ma
poco per
volta, percorrendo quel corridioi dove ci siamo incontrati
per la prima
volta, cominciavo a capire e a conoscere la realtà.
Non mi hai mai detto chi eri veramente, ne perchè te ne sei
andata via
seza lasciarmi il tempo di salutarti un'ultima volta.
Una cosa è certa: IO TI AMO!!!
Amo solo te e mi vergogno di non essere riuscito a dirtelo
prima.
Sai, Jillian, oggi mi è arrivata la tua lettera. Non hai
usato molte
parole per descivere la tua vita attuale, così come io non
riuscirei a
descriverti la mia.
Ma c'è una cosa che vedo sempre uguale in te: la speranza!
Sei sempre stata il mio angelo protettore, colei che,quando
ero troppo
stanco per proseguire, mi avvolgeva con le sue ali e mi dava
la forza per
reagire e continuare nel cammino che mi avrebbe portato da
te.
Ogni giorno ti penso e ti immagino ancora quì, accanto a me,
per darmi
quella forza di cui ho un disperato bisogno: L'amore.
Mi sembra di impazzire quando tu non ci sei, ho sofferto
per 7 lunghissimi anni, 7, lunghissimi anni che non
passavano mai.
Lunghi ed interminabili come secoli o millenni trascorsi
senza te,
senza poter ammirare i tuoi occhi e sentire la tua voce.
Ma ora basta!!!!!!!!!
Sono sicuro che tu puoi sentire la mia speranza e i miei
pensieri.
Non lasciarti dunque spaventare da quello che potrebbe
accaderci quando
tutto finirà, anche se Voldemort dovesse prendere il potere,
io voglio
stare con te, recuperare tutti questi anni buttati via.
Non mi interessa come finirà,io non ti lascerò mai.
Ogni singolo secondo che passa in questa mia casa buia senza
di te mi
sento morire.
Non lasciarmi di nuovo da solo, torna da me, riportami alla
vita.
Nela tua lettera mi hai scritto di un luogo meraviglioso
dove le onde
del mare si infrangono sulla scogliera e dove la sabbia è
dorata.
La tua casa è dispersa sulla riva, protetta da uno schermo
invisibile agli occhi dei babbani, dove aleggia un profumo
di salsedine e
di libertà che ti ricorda la tua perduta esistenza ed i tuoi
perduti
sogni.
Rileggendo quella lettera più volte mi è parso di sentire
tutti quei
dolci profumi che senti anche tu,e ho desiderato essere
assieme a te,
correre tra le onde del mare, percorrere le strade del molo
e sdraiarmi
assieme a te sula spiaggia e sentire il tuo inebriante odore
di selvaggio
mentre nella tua casa si cucinavano i nostri
piatti preferiti ed il loro aroma usciva da quel piccolo
camino sul
tetto e si disperdeva in aria mentre i babbani lo
scambiavano per una
nuvola bassa e cominciavano a correre verso le loro case nel
timore che
stesse per scoppiare un temporale lasciando così la spiaggia
libera a
noi due.
Noi due, unici esseri diversi legati da un legame profondo.
Ho cercato a lungo quella spiaggia e quei luoghi così magici
e, infine,
li ho trovati.
Sono entrato in quella casa che gli altri non potevano
vedere e, lì, ti
ho trovata seduta sul divano, con un bicchiere di the in
mano.
Il tuo vestito era leggero e setoso e si muoveva lentamente,
seguendo
il ritmo della leggera brezza che entrava in casa dalla
finestra della
cucina.
I tuo capelli erano sempre uguali: castani, con delle
sfumature bionde,
forse un poco più lunghi e setosi di quanto ricordassi.
I tuoi occhi erano luminosi e pieni di speranza e di
stupore, verdi
e brillanti come
allora.
Avevi i piedi nudi e la tua casa traboccava di luce.
Mi hai portato sulla spiaggia deserta e, lì, abbiamo
osservato il
tramonto mentre le onde del mare portavano via le nostre
ultime
preoccupazioni.
Bellissima come sempre ti sei avvicinata a me con un passo
insicuro.
Allora ti ho detto quello che avrei dovuto ripeterti sempre,
ogni volta
che ti vedevo,dal nostro primo incontro:
TI AMO!
Prima di rendertene conto tu eri tra le mie braccia, persa
in un tenero e appassionato bacio.
Penso a te ogni secondo che passa nella mia vita.
Ora che siamo insieme niente potrà mai più separarci.
Perchè noi ci amiamo.
fine