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Autore: Nivees    03/04/2013    1 recensioni
[ Originalshipping; Preciousmetalshipping; Isshushipping; Greyskyshipping | We'll miss ya, MCR! ]
My beautiful Romance ~ Poi arrivò quel famoso compito di chimica.
My miserable Romance ~ Ormai Silver era avvezzo a tutte le cretinate di Gold.
My innocent Romance ~ Ma non avrebbe mai creduto che N potesse divenire alquanto fastidioso.
My harlequin Romance ~ Nossignore, lui non avrebbe fatto la figura dello scemo per così poco.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gold, Green, Red, Silver
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Ebbene, sono riuscita a mettere fine a questa raccolta. La prima raccolta che finisco di pubblicare! *yeee* E finisco in bellezza. con questa delirante (sì, con questa sono tornata al delirio) Greyskyshipping. Una pairing che ho iniziato aa amare persino prima che il gioco uscisse - e anche perché, personalmente, Mei non mi piace più di tanto.
Essendo l'ultima oneshot/pocopiùcheflash che pubblico, mi accingo a ringraziare tutti tutti tutti quanti. In primis Faint, che ormai tutti sanno perché. In secondo luogo, tutti quelli che hanno seguito la raccolta fin'ora, chi ha recensito, chi ha messo tra le preferite/ricordate/seguite e chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti. Cielo, GRAZIE! ♥
Niv.





I'm not okay (I promise!)

My harlequin Romance
[ Greyskyshipping | Kyouhei/Hue ]

Kyouhei aveva ben due sogni nel cassetto che desiderava realizzare con tutto se stesso. Il primo, era di diventare un famoso qualcosa - poco importava cosa, l'importante era essere famoso. Certo, non voleva essere come quelle persone accecate dalla fama, soldi e cose del genere, ma desiderava essere qualcuno di importante, voleva che il suo nome sarebbe rimasto nella storia e che tutti lo avrebbero ricordato per ciò che aveva fatto. Prevedeva grandi cose per se stesso, e aveva intenzione di portare a termine tutti gli obbiettivi che si era prefissato.
Il secondo... era un sogno particolarmente imbarazzante. Non che lui si vergognasse a realizzarlo, tutt'altro, ma più che un sogno lo considerava più una sfida con se stesso, avrebbe fatto di tutto per far sì che ci riuscisse e, soprattutto, quest'ultimo sogno non voleva affatto che si realizzasse quando fosse diventato grande. Anzi, voleva ciò che desiderava subito, immediatamente, nonostante non fosse riuscito a confessarlo a nessuno.
Nemmeno ad Hue. Specialmente ad Hue.
«... E quindi quell'idiota mi ha dato solo una C. Una C! Ti rendi conto?». Hue continuava a parlare a raffica al suo fianco, incurante del fatto che lui in quel momento fosse in crisi interiore. Quel pomeriggio ci sarebbe stata una partita di football molto in stile americano e Kyouhei era in trepidante attesa di essere scelto per poter giocare.
Ma fino a quel momento, non aveva ricevuto risposta dal capitano e dal coach della squadra. Sperava con tutto se stesso di poter finalmente partecipare, per poter far vedere quanto fosse bravo, per portare il gruppo alla vittoria e per essere acclamato per almeno una settimana intera come ‘l'eroe che aveva portato contanti nelle casse della scuola facendo vincere per la prima volta la squadra di football’. Già, sarebbe stato grandioso. Decisamente.
«Hue?» chiamò il compagno, tirandogli appena una manica della giacca per attirare la sua attenzione. L'altro si fermò nel suo monologo - dato che stava parlando soltanto lui - e si decise a dargli ascolto, «Pensi che io sia stato accettato nella squadra?» chiese, temendo un po' per la risposta, sinceramente. Sapeva che Hue gli avrebbe detto solo il vero e quello che realmente pensava - ma era proprio ciò che albergava in quella testolina che lo spaventava.
«Beh... Se non l'hanno fatto, giuro che prenderò a pugni la loro mascotte. Ho sempre odiato quello stupido pupazzo, e credo che sia una buona occasione per distruggerlo» promise - anche se Kyouhei intrevide nelle sue intenzioni un qualcosa di personale, piuttosto che il volersi vendicare per un torto che ha subito il suo migliore amico.
Ma il castano annuì, continuando ad ascoltare distrattamente il compagno che era tornato di nuovo sull'argomento precedente, sperando ancora in un miracolo.

Non avrebbe pianto. Nossignore, lui non avrebbe fatto la figura dello scemo per così poco. Kyouhei era più che certo che quegli idioti tutti pompati se ne sarebbero pentiti della loro scelta, quando il suo nome sarebbe stato sulla bocca di tutti.
Seduto sugli spalti, stringendosi le braccia al petto, lanciava fulmini con gli occhi ad ogni giocatore che vedeva correre nel giardino della scuola - che fungeva da campetto -, mugugnando parole incomprensibili che probabilmente erano maledizioni rivolte a quelle povere persone che, lo sapeva persino lui, con la scelta di non farlo giocare non c'entravano niente.
All'improvviso, nell'angolo più remoto del campo, Kyouhei intravide avanzare come un toro infuriato Hue verso i giocatori... no, non verso di loro. Marciava pericolosamente verso una particolare mascotte che si allenava in mezzo ad un gruppo di cheerleader e non appena si rese conto di ciò che stava per accadere, il castano di alzò e corse anche lui, sperando di poter fermare il massacro prima che fosse troppo tardi.
«Non può farlo davvero!» si disse, con il fiatone. Nel frattempo, Hue era già arrivato alla sua meta, era saltato addosso al pupazzo e stava cercando di strangolarlo - come avrebbe fatto era un mistero; dopotutto era un pupazzo, giusto?
«Io l'avevo detto che ti distruggevo, prima o poi. Questa è la volta buona che ti levi di mezzo definitivamente, forse è proprio a causa della tua presenza se questa squadra fa schifo e non riesce a vincere nemmeno una partita!» sibilava il ragazzo, senza lasciare la presa sulla stoffa del costume.
Almeno, finché non arrivò Kyouhei che cercò di fermarlo.
Apprezzava il gesto, davvero - anche se c'era una soddisfazione personale in tutto quello - ma ormai non ne valeva la pena che commettesse un reato per una sciocchezza del genere. E poi, non voleva che il suo migliore amico avesse sulla coscienza un dannato pupazzo.
Fu solo quando la testa della mascotte volò via, che finalmente Hue si fermò. «P-Prof?» gracchiò incredulo, una volta visto chi si nascondeva dietro la maschera. Persino Kyouhei rimase in silenzio, a guardare la figura grassa del professore di chimica che arrancava nel costume scomodo.
«Beh? Signorino Hue, di che si stupisce? Devo arrivare anche io a fine mese, no?».
Hue si schiaffeggiò una mano sulla fronte. «Questo allora è per la C di questa mattina!», e detto questo gli tirò la testa della mascotte dietro, mentre si alzava e si portava dietro un Kyouhei stupito, prendendolo per mano.
Fu proprio quel gesto che sciolse il cuore del castano. Dopotutto, il suo primo sogno non si era avverato subito - ma aveva ancora tempo e c'erano altre possibilità per far sì che in futuro avrebbe ottenuto qualcosa in più.
Adesso voleva provare a realizzare il secondo, dato che se lo era ritrovato praticamente tra le mani.

  
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