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Autore: angelnight    03/04/2013    1 recensioni
Questa storia parla del profondo amore che lega Jace e Clary e che li unirà per sempre. Sarà una storia lunga e piena di colpi di scena. Il resto lo lascio giudicare a voi.
Buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*spazio izzy999*                     
Grazie a tutti quelli che stanno seguento la mia fiction, volevo avviarvi che ci saranno ancora un po' di capitoli sdolcinati(compreso questo) e poi capirete il motivo per cui ho scelto questo titolo per la storia. Infondo, Jace e Clary si meritano  di amarsi tranquillamente. Grazie di tutto e, mi raccomando, recensite.
Baci, la vostra Izzy99
 

                                                                    La gara

Sbatté le palpebre, ancora insonnolita. Sbadigliò.
– Buongiorno, dormigliona. Hai dormito bene?      
- Non ricordo di essere arrivata fino al letto, ieri.
– Infatti ti ho trovato addormentata sul pavimento.- non chiese perché non era nel letto e lei gliene fu grata. Si stiracchiò per bene.              
– Che ore sono, amore?                                                    
– E’ quasi mezzogiorno. Io sono sveglio da tre ore. Non pensavo dormissi ancora per molto, così sono rimasto a letto.                                             
Lei si alzò a sedere. Lui era ancora lì a letto con addosso solo la biancheria, come lo aveva lasciato. Si sentì un brontolare dalla pancia di lei e gli disse:- Mangiamo? Non credo che il mio stomaco resisterà ancora per molto.                             
– Cosa vorrebbe per colazione la mia piccolina?       
- Hm, non so…- Poi spalancò gli occhi- vuoi ordinare la colazione a letto?                                 
- Certo, perché?Guarda che le spese sono coperte dai miei. Era incluso nel regalo. – lei rimase con la bocca spalancata.                          
– Non ne voglio approfittare, comunque.                       
– Clary, ti prego, fammi questo favore. Ho fatto promettere a tutti che non ci avrebbero chiamati ne disturbati, se non in caso di urgenza.                       - Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere!                                                                    
- Non pensare male. Io l’ho fatto perché mi voglio godere questa vacanza fino in fondo. Non pensavo reagissi così, pensavo avrebbe fatto bene a entrambi una bella vacanza, senza preoccupazioni, senza doveri. Volevo dedicarmi al mio pensiero più importante: tu. E volevo che anche tu ti dedicassi solo a rilassarti.                              
– Non ho intenzione di spendere soldi solo per un vizio. Non mi sembra giusto e poi dopo mi sentirei in colpa. Non prenderla sul personale, ma non ho intenzione di spendere soldi per la colazione a letto, quando posso farne a meno. Non voglio offendere la tua generosità, ma penso che sia solo uno spreco.- in quel momento la sua pancia brontolò. Lui sorrise.                                         
 – Sei così giusta e altruista, cerchi sempre di accontentare tutti, senza ferire nessuno, sempre a cercare di fare la cosa migliore per tutti. E sei anche così testarda, se ti impunti su una cosa, nessuno può farti cambiare idea, neppure io. Ma ti scongiuro, questa volta sii egoista, almeno un po’, concediti una colazione a letto, fallo per me. Non ti sto dicendo di pensare che sia giusto, ma di farlo, goditi questa vacanza, senza pensare ad altro che a noi. Ti prego.- Lei sorrise e gli andò a cavalcioni, con il viso a qualche millimetro dal suo. Stava sorridendo e sembrava felice.                       
– Per te farei qualunque cosa, ma per noi farei ancora di più.- e lo baciò con passione. Quando si staccarono, lei rise dicendo:- Allora cosa aspetti ad ordinare questa maledetta colazione?  
- La mia principessa non mi ha ancora detto cosa ordinare.- lei sorrise e fece finta di pensarci, poi disse:- Hm, vediamo vorrei un bel succo di frutta all’ananas e poi delle crepe alla nutella.    
– Che gusti raffinati la mia principessina.                       
– E tu cosa prendi, tesoruccio?                                       
- Tesoruccio? Mi hai chiamato tesoruccio?                         
- Principessina?-rispose lei di rimando, facendolo sorridere.                                   
– Vediamo. Ho voglia di succo alla pesca e di torta al cioccolato.                                                    
– Gusti raffinati il mio tesoruccio.-scoppiò a ridere sentendo la pancia  .                                                     
– Allora cosa aspetti scemo, di vedere la tua principessina svenire di fame? – Lui rise e chiamò il servizio in camera. Cinque minuti esatti dopo si sentì bussare alla porta. Lui si alzò mettendosi la vestaglia, prese la colazione e chiuse la porta dietro di sé. Lei cominciò a gustarsi le sue crepe fumanti con un sorriso soddisfatto. Lui la guardava divertito senza toccare niente di ciò che aveva ordinato. Dopo un po’ lei se ne accorse e si immobilizzò. Deglutì e poso quello che rimaneva della crepe.                      
 – Perché non mangi?                                                   
- Non ho fame.                                                            
– Hai ordinato da mangiare mentre io dormivo?     
- No.                                                                   
 – Perché non vuoi mangiare?                                     
 - Clary, non ho fame.                                                    
– Ah, adesso sono tornata Clary. Okay, addio ai nomignoli da piccioncini. Se non mangi non lo faccio neanche io. – e incrociò le braccia al petto.
– Invece tu mangi.                                                      
– Allora dimmi qual è il problema.                                 
– Mi stavo chiedendo perché eri alzata stamattina, perché non eri nel letto?                           
- Semplice, mi sono alzata per andare in bagno e, poi mezza addormentata, sono crollata sul pavimento.– non era una bugia, ma non era neanche tutta la verità. Lui sembrò rassicurato.
– E adesso mangi, o devo imboccarti, tesoruccio?- Lui ghignò. Da lì partì una specie di gioco in cui cercavano di imboccarsi a vicenda e poi baciarsi.  Poi ridevano e ci riprovavano. Poi finì il cibo e restarono abbracciati a baciarsi e a parlarsi.                 
– Sai, ho notato che sembri molto più aperto e mi hai detto che mi ami usando più di tre parole almeno dodici volte da quando siamo qui.           
– Anche tu sei molto più aperta. Io l’avevo detto che una vacanza non avrebbe potuto farci male.
– In più sembriamo più a nostro agio. Le cose vanno a meraviglia e non potrei essere più felice. Si sorrisero felici e, finalmente, tranquilli.               
– Allora oggi cosa abbiamo intenzione di fare?              
– La spiaggia, ti prego tesoro, andiamo alla spiaggia.                                                                
– Come vuoi, ma a una sola condizione.                         
– Quale?                                                                        
- Costume a due pezzi e niente obbiezioni.                       
– Figurati se ne trovo un intero in valigia, e poi l’avrei fatto lo stesso. Ho voglia di abbronzarmi. Lui inarcò un sopracciglio con dubbio. Lei scoppiò a ridere e lui restò li a guardarla, felice. Lei si mise un costume (a due pezzi!), azzurro e nero. E sopra un paio di shorts jeans. Prese gli occhiali da sole e si voltò a guardarlo. Lui aveva dei boxer rosso. Sbuffò pensando che non ci sarebbe stata una sola ragazza che non si sarebbe girata a guardarlo.                          – Tutto okay, piccola?                                                       
- Mmh, diciamo solo che la tua persona vestita così in questo momento non è gradita al mio fianco. - Fece finta di aggiustarsi i capelli allo specchio e posizionò gli occhiali sul naso con un sorriso soddisfatto. Prese la borsa con dentro le cose da spiaggia e si girò per uscire dalla stanza. – Non ho capito cosa intendevi con questa affermazione.                                                                
 – Ufff, Jace non mi va che nel giro di dieci kilometri tutte le ragazze si girono a guardarti.   
– E, allora anch’io sono geloso che ogni uomo si faccia un pensierino su di te.                                        
- Figurati, non sono mica Izzy.                                      
– Non capisco la poca stima che hai in te stessa. Non ti ho detto un milione di volte che sei la cosa più stupenda del mondo?                                              - Non cambia nulla. Lo dici perché sei innamorato. – sbuffò lei.                                                
– Stai forse insinuando che lo dico solo perché non ti voglio offendere?!                                                  
- Penso che non ti rendi conto di quanto sono una merda e ti stai facendo accecare dalle emozioni che provi per me. – a lui caddero le braccia da quella affermazione, era letteralmente a bocca aperta.                                                                    
– Ora basta, hai superato il limite.- la prese per il braccio e la portò davanti allo specchio. In esso era riflessa l’immagine di una ragazza che dimostrava quindici anni dalla corporatura, con un cespuglio rosso al posto dei capelli. Un paio di occhi verdi e una carnagione da Biancaneve.      
– Non capisco perché dici questo.                              
– Clary – sbottò lui esasperato – guardati. Guarda i tuoi capelli.                                                   
– Cos’ha di così tanto magnifico il mio cespuglio rosso?                                                                     
- Non so come dirtelo, Clary. E’ impossibile ragionare con te. Non so come fai a non capire che se fossi bionda e liscia, non saresti così bella e non saresti più Clary. Non so cosa sia la cosa più bella, da soli i tuoi elementi non possono sembrare granché, ma insieme sono perfetti. Sei la cosa più bella, messo tutto insieme, sei la mia Afrodite.- lei sorrise.                                                   
– So che sei sincero.                                                    
– Non potrei mai mentirti, anche se la cosa ti farebbe stare meglio, non lo farei mai. – si baciarono, poi lui aggiunse – e quando usciremo vedremo se mezza popolazione non si girerà ad ammirare la bellezza al mio fianco. – lei non poté fare a meno di sorridere.
La strada era piena di gente e, come previsto, tutti si giravano a guardarli.                                       
– Te l’avevo detto che tutti ti avrebbero guardato. – Lo sai benissimo anche tu, Jace, che stanno guardando te.                                                         – E, allora perché si sono girati anche tutti i maschi?                                                                        
- O sono gay, o sono solo invidiosi della tua tartaruga. – lui si fermò, scuotendo la testa.      
– Non ammetterai mai di essere stupenda, vero? – Non direi mai una bugia così grossa.
– Clary, lo sai che sei più testarda di un mulo? - Lei lo guardò, mentre lui sorrideva divertito. Gli scoccò un bacio sulla guancia e continuò a camminare verso la spiaggia.
Posò la borsa di fianco al loro ombrellone, mentre lui lo apriva. Prese il suo stilo fece sulla sua borsa una strana runa.                                        
  – Cos’era quella?                                                               
- Una runa anti-ladri.                                                               
– Oooh. Quando ti è venuta in mente?                         
- Ora- fece lei con non curanza, mentre si metteva la crema solare. Lui prese la crema e osservò Clary molto stupito.                                          
- Protezione 50?                                                         
– Non so se hai notato che sono più bianca della mozzarella di bufala- risponde lei piccata. – e non sono mica come te. – lui sorride, dicendo con tono divertito:- Okay, ho capito, non vuoi essere più rossa di quanto non lo sia già.                                                
 – Non eri mica tu che prima ammiravi i miei capelli rossi.                                                                     
– Io non ho detto che non piace a me, ho detto che non piace a te. – lei non lo stava ascoltando, o almeno non più. Una lacrima rigava il suo volo, gli occhi rivolti verso il mare. Fu scrollata per le spalle e una voce bellissima arrivò al suo orecchio:- Clary, che c’è? – lei lo guardò e sorrise:- Niente, va tutto bene, solo un ricordo d’infanzia.                                                                           
– Me lo vuoi raccontare?                                                
- Sì, ma non ora- e si alzò di scatto, prendendogli le mani e facendolo alzare con lei – ora voglio nuotare. – e lo trascinò in acqua. 
L’acqua era calda e limpida, e lei riemerse con uno schizzò. Lo guardò sorridente.                          
– Facciamo una gara? – e lui alzò un sopracciglio.
– Da quanto quest’aria giocosa?                                       
- Rispondimi.                                                                 
– Va bene.                                                                        
 – A chi arriva primo alla seconda boa, quella laggiù.                                                                         
– Pronti, partenza, via!                                                        
- E che vinca il migliore, Fabri Fibra! – lei rise e cominciò a nuotare. Non guardavano dove fosse l’altro, avevano gli occhi fissi sulla meta e non sapevano chi era in testa tra i due. Lei avanzava, bracciata dopo bracciata, verso la boa. La prima boa era stata superata da un bel po’. Lui non stava concentrando la sua attenzione a quello che stava facendo, ma al motivo di quella gara. Poi i suoi pensieri si concentrarono sulla boa, intrecciata da due mani bianche. Fece le ultime bracciate velocemente e arrivò davanti alla sua ragazza esultante. Mise il muso.                                  
– Dai amore, non mi dirai veramente che te la sei presa solo perché ho vinto io la gara.                         
– Hai fatto questa gara perché sapevi di poterla vincere, anche se non so come tu abbia fatto.                 
– Veramente sono sorpresa quanto te, e comunque l’ho fatta solo perché volevo divertirmi, perché volevo nuotare. Non pensavo di vincere e poi tu sarai tre volte me! – lui vide che era sincera e sorrise abbracciandola.                                     
– Ora ho capito – disse lei di colpo – tu non vai spesso in piscina o al mare, giusto?                            
-Sì, perché?                                                                 
- Perché io, invece, ho sulle spalle dieci anni di piscina e ogni estate al mare.                                         
– Puoi, allora, per una volta essere fiera di te?                        
- Certo, ho trovato una cosa in cui sono migliore di te. – poi lo baciò con passione, lontano dagli sguardi indiscreti della gente. Si staccarono ansimanti e si guadarono innamorati.
   
 
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