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Autore: Uptowngirl    03/04/2013    1 recensioni
Una serie di one-shot per la Thadastian Week!
Day 1 Daddies: Il fidanzato no fino a trent’anni! (Come minimo)
Day 2 Alcool:
Day 3 Scandals:
Day 4 Incubi:
Day 5 Ballo:
Day 6 Tatuaggio:
Day 7 Divisa scolastica:
Facoltativi: servo e nobile\ Bad Boy\ Primo bacio:
Dalla
prima one-shot:
"...Ora i due piccolini erano seduti in una panchina e Gordon stava dando un piccolo mazzo di margherite ad Isabelle.
“NO! Che fa quello! Ci prova con la mia piccola! Thad dobbiamo fermarlo!” Ma mentre stava per girarsi verso il suo amato, vide la sua piccola dare un bacio sulla guancia al suo amichetto.
“NO! Dico io l’hai vista gli ha dato un bacio! Non ci posso credere mia figlia che mi fa una cosa del genere!” Sebastian era sconvolto, non ci poteva credere, era così piccola e già si doveva preoccupare di qualcuno che la voleva portare via dalle sue braccia!.."
Il rating cambierà.
Buona lettura!
P.S Mi dispiace per l'Html
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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DAY TWO: ALCOOL

Titolo: Forse l’alcool non è poi tanto male

Autore: Me ne prendo la colpa io.

Genere: Romantico

Rating: Verde

Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood 

Parole: 962 (Ogni giorno sempre meno!)

Note: Questa one non mi piace molto e non le ho potuto dedicare molto tempo, quindi mi scuso perché so che è tremenda! Voglio dare un enorme abbraccio a tutti quelli che hanno letto la storia di ieri! 

Buona lettura!
 

Forse l’alcool non è poi tanto male…

 

La camera 213 era oramai vuota e purtroppo anche disastrata e se circa un’ora prima era piena di urla e musica, ora l’unico suono che riecheggiava tra quelle bianche pareti era il rispiro sincronizzato di due ragazzi.
Sebastian giaceva profondamente addormentato e completamente stravaccato sul letto producendo un lieve rumore, mentre seduto in un piccolo sprazzo del suo letto c’era il suo coinquilino Thad che gli accarezzava dolcemente le scomposte ciocche castane, ripensando con aria sognante a quello che era successo pochi minuti prima….

Quella minuscola camera, la sua camera per essere precisi, era piena fino a soffocare di ragazzi con i blazer completamente sbottonati che bevevano e facevano tintinnare tra loro numerose bottiglie di vetro piene di bevande colorate e alcoliche. La musica era talmente forte che nemmeno si riuscivano a sentire le parole ma alle orecchie giungeva solo un forte rimbombo.
Thad si guardava attorno frustrato osservando tutti i suoi amici completamente avvolti dai fumi dell’alcool che facevano cose sempre più stupide, come darsi a balli sfrenati e ridicoli saltando sopra la scrivania, la sua scrivania! Con i suoi compiti sopra! Per essere precisi.
Oppure altri ridevano o piangevano istericamente per ogni minima cosa.
O facevano qualsiasi cosa gli venisse in mente e nemmeno si rendevano conto di essere fotografati e di aver rovinato la loro dignità per sempre.
Il moro non sapeva se ridere o piangere.
Un giorno o l’altro avrebbe ucciso Smythe.
Ogni qual volta che il menefreghista direttore dei dormitori della Dalton usciva per divertirsi con la sua ennesima conquista quei ragazzi all’apparenza così perfetti, con i loro blazer abbottonati e mai un capello fuori posto, gettavano la loro maschera di finta compostezza e venivano fuori per ciò che erano veramente.
Un enorme gruppo di pazzi con seri problemi di iperattività ed in procinto di diventare alcolisti.
Così in un pomeriggio raccoglievano quanti più alcolici possibili e si rintanavano tutti in una camera per fare baldoria.
E per questa volta il suo carissimo coinquilino, tale Sebastian Smythe, aveva offerto la loro stanza come sede della festa.
Ecco quale è stato l’inizio della fine.
Ora l’ordinatissima camera sembrava che avesse subito un’inondazione.
A terra era pieno di bottiglie e bicchieri vuoti.
La moquette blu a tratti era macchiata da liquori colorati.
Ma la cosa più terribile era quel penetrante forte odore di alcool che stava intossicando Thad. Quelle spilungone l’avrebbe pagata. Eccome.
Erano passate circa due ore dall’inizio della festa e cominciavano ad esserci le prime persone che si buttavano a terra sfinite e con un forte istinto di vomitare.
Era giunta l’ora per Harwood (l’unico sobrio tra tutti) di porre fine a quello scempio, ma nel momento in cui stava per urlare a tutti di tornare nelle proprie stanze, quando sentì due forti mani afferrare le sue spalle per poi voltarlo. Era Sebastian. O per meglio dire ciò che rimaneva di Sebastian.
Infatti sulla sua faccia non c’era più il solito sorrisino soddisfatto e sfacciato, ma bensì uno rilassato e pacifico, poi aveva tutti i capelli scombinati.
La cravatta e la giacca erano sparite e la camicia aveva un paio di bottoni slacciati.
“Come diavolo faceva a sembrare meraviglioso anche in quello stato?” Era la domanda che si stava ponendo Thad mentalmente.
“Thadduccioo!! Lo sai che ti voglio bene!” Disse ‘Bas abbracciando stretto l’amico  e buttandosi a peso morto su di lui.
“Se-Sebastian? Stai bene?” Thad non era abituato a vedere il suo coinquilino così affettuoso, il ragazzo o provava spudoratamente a portarselo a letto o lo insultava, anche in più lingue.
“Certo Thaddy, come potrei non stare bene? Non senti gli uccellini che cantano? Non vedi tutti questi fiorellini colorati? E poi ci sei tu con me!” Rispose il francese come se tutto ciò fosse ovvio. Il moro spalancò gli occhi all’ultima affermazione. Lo aveva detto sul serio?! Sentiva il suo cuore battere sempre più forte e quando il biondo appoggiò la testa nell’incavo del suo collo sospirando lievemente e mandandogli centinaia di brividi per la spina dorsale, non ci poteva credere.
“Ok, tu sei molto ubriaco, quindi ora mandiamo via tutti, poi ti metto a letto e aspetto che ti passi la sbronza per ucciderti ok?” Disse mantenendo un tono più calmo possibile e parlando come se si stesse rivolgendo ad un bambino di cinque anni.
“NO! I miei amichetti devono restare!” Il tono lamentoso di Sebastian fece ridacchiare Thad.
“Dai su, loro devono andare nelle loro stanze altrimenti il preside prende un dizionario e ce lo da in testa.” Allora l’altro sospirò frustrato.
“Ok, però voglio le coccole!” Dove accidenti si era cacciato il Sebastian che lui conosceva? Chi era quell’essere?
“Ne riparliamo dopo ok? Ora porto gli altri bimbi nelle loro camerette ok ‘Bas? Tu stenditi e aspettami qua ok?” Disse il moro conducendo il suo amico verso il letto.
L’altro annuì semplicemente e si buttò a malo modo sul comodo materasso.
Quando dopo pochi minuti e dopo aver accompagnato gli altri fuori dalla camera sotto ripetute proteste, simili a quelle di un bambino al quale veniva tolto un giocattolo, non si aspettava di certo la scena che si ritrovò davanti.
Sebastian dormiva profondamente con il volto rilassato seppellito nel cuscino di Thad, che non resistette al desiderio di avvicinarsi e così si accomodò in un piccolo angolino di letto e cominciò ad accarezzare i morbidi capelli dell’altro che dormendo mormorò alcune parole:
“Sei così dolce e così bello Thad, ti amo così tanto.” E dopo cominciò a russare lievemente, mentre l’altro era avvampato a quelle parole e poi aveva fatto un enorme sorriso, perché per lui era lo stesso.

E poi si era alzato a malavoglia, e ancora vestito e ancora sorridente si era infilato nell’altro letto pensando che forse l’alcool non era poi così male.

 

FINE.

   
 
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