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Autore: timetosaybyebye    03/04/2013    2 recensioni
E, finalmente, si era convinta che sposare Tom era stata la cosa giusta.
Ma, nei suoi sogni, c'era solo spazio per Nathan.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Sykes , Nuovo personaggio, Tom Parker, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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The Hardest Part.
 
 
 
-Io vado Tom... Ci sentiamo più tardi, ok? - lui mi diede un bacio.
- Non voglio che per colpa mia la vostra amicizia finisca, ok? - e annuii.
- Grazie amore.- Lo strinsi di nuovo ed entrai in macchina. Accesi i motori e, dopo aver fatto manovra, mi diressi verso casa di Nath che distava un'ora dalla mia. Avrei avuto tanto tempo per pensare a come cominciare il discorso.

  
*
 

 
Erano passati anni da quella conversazione e qualcosa era cambiata. La loro amicizia era quella di un tempo, ma tra loro era nato qualcosa. Qualcosa che solo con la stretta vicinanza era uscito alla luce. Lei quando era sola a casa faceva venire Nath. Ed era da quel momento che era iniziato quel circolo vizioso. Ricordò teneramente la prima volta dopo il loro chiarimento. Fu così incredibile che ogni qualvolta pensasse a lui il suo cervello gli mostrava quelle scene.

*


Le parole morivano tra le loro labbra e la voglia di possedersi era talmente alta che era palpabile nell'aria. Si conoscevano da tanto, avevano dormito nella stessa culla... Come poteva esserci una così forte attrazione? Come potevano desiderare di far toccare la loro pelle? Di far bruciare le loro anime insieme? Era talmente irrazionale, eppure l'unica cosa che facevano era sfiorare le labbra, sfiorare la pelle. Restare senza fiato, perdersi nei loro occhi finché entrambi non sarebbero stati sazi l'uno dell'altra. Sembravano bisognosi, bisognosi d'amore, d'affetto negato. Avevano subito una privazione. I respiri, gli sguardi, le mani, le labbra... rendevano tutto semplice. Si staccarono, si fermarono. E con loro, sembrò fermarsi anche il mondo.
- Cosa... Cosa è successo? - chiese Mel. Nathan non seppe rispondere. Era ancora scombussolato. Rabbia, dolore, passione, gioia, felicità, tristezza...  troppe emozioni mescolate.
- Ne voglio ancora. - emise, prendendo il viso di Melanie tra le mani.

*


 Ogni volta la stessa storia. Bastava chiudere la porta, lasciare il mondo fuori, chiudergli gli occhi e loro potevano vivere la vita che sognavano. Erano soli nel loro mondo. Bastava un piccolo abbraccio e i loro corpi cominciavano a fremere e a volere di più. Lei si buttò sulle sue labbra, per perdersi in quel mondo dove i problemi non c'erano, dove c'erano solo loro. Diventava tutto facile quando a separarli erano i vestiti e non la carriera. Era tutto facile quando tra loro non vi erano bollette da pagare, figli, cene, ma solo la loro passione latente. Erano amanti. Erano feccia per la società, feccia per le mogli e per i mariti, feccia per gli amici. Loro erano solo innamorati, ma lo avevano capito tardi. Avevano capito troppo tardi che il loro amore risolveva ogni conflitto. La loro passione era ardente, non asfissiante. Il loro bacio era desiderato, non abituale. Le loro mani erano vogliose, non stanche. Per loro, tutto questo, non era mai abbastanza. Andava avanti da ormai dieci anni quell'amore represso. Si erano mancati come ad un bambino manca il suo giocattolo preferito quando lo perde. Quel peluche che possiedi durante le notti più fredde, con i temporali più forti. Quello che ti aiutava sempre a superare le paure. Come quando, da piccoli, si stringevano forte sotto la pioggia. Si rassicuravano dicendo che mancava poco all'arcobaleno. Poi, da adolescenti, volevano scappare e sposarsi quando sarebbero stati adulti. Avevano pianificato una vita perfetta nell'amore. Ma il fato, razionale, glielo aveva impedito. Li ha divisi con forza, spedendoli lontani, dimostrando loro che la natura è più forte e che se vuole, saranno sempre e per sempre lontani. Gli aveva permesso di crearsi una nuova vita, vivendo con quell'insopportabile vuoto di amore proibito. Ma la voglia di infrangere le regole è sempre viva in ogni essere umano. Osare, sbagliare, fa' parte di ogni essere vivente.  L'amore per il rischio, perché intenzionato ad evitare la domanda: "E se avessi fatto così?". Non volevano farlo, non volevano chiedersi niente. Con quel loro amore diverso volevano annullare ogni problema, respingerlo e fare in modo che non torni più perché loro insieme ce l'avrebbero fatta. Sarebbero scappati, si sarebbero sposati e avrebbero visto un arcobaleno, come quelli dei loro disegni. Le mani di lui, esperte, si muovevano come un pennello su una tela bianca. Avrebbe ritratto la loro ipotetica vita sul corpo perfetto di lei. Non aveva mai dimenticato la prima volta che lo possedette, la notte di dieci anni orsono. Erano ubriachi di alcool, quella volta. Questa invece, sono ubriachi d'amore, coscienti dei sentimenti puri che provano e della voglia che hanno di assaggiarsi.
Le mani fredde scorrevano sulla pelle bruciante e scalpitante dei loro corpi, non dando pace al respiro. Le pozze verdi di lui erano mischiate a quelle color cioccolato di lei. I respiri seguivano un solo ritmo e i loro cuori creavano un'unica e splendida melodia. Si amavano profondamente. E non riuscivano a fare l'uno a meno dell'altra. Erano due pezzi di uno stesso puzzle, erano le due bacchette perfette per suonare quel ritmo, le metà di una stessa mela. Loro dovevano essere insieme.  Erano abbracciati ora, l'uno stretto all'altro, necessiti di calore.

*


- Ti amo. -disse lei, ancora senza fiato. - ti amo come non ho mai amato nessuno. Il mio amore per te è radicato. E' stato piantato è cresciuto e sbocciato con gli anni passati insieme. Scusa se non te l'ho mai detto prima.  Scusa se ho aspettato il mio matrimonio. Avevamo programmato un futuro bellissimo. E ora siamo qui.
- Siamo qui a viverlo, piccola mia. Io non ho mai smesso di amarti da quando ti ho visto. Il mio cuore, quando ero con te, era palpitante, in continua tachicardia. A volte pensavo di morire, per quanto mi battesse forte. - e sul volto di lei spuntò un tenero sorriso. - ti amo, Mel. come non ho mai amato nessuna.
- Scappiamo questa notte, come dicevamo sempre. Andiamo via. Cambiamo tutto. Voglio rinascere. Voglio vivere la mia vita con te.
- Avremo poi tanti figli. Avremo una grande casa e un grande giardino. - continuò, entusiasta.
- Voglio chiamarne uno Henry. - si espresse lei. - e il cane George. - lui rise.
- Se poi avremo una bambina, la chiameremo Lux, perché sarà la luce che illuminerà la nostra vita. - lei lo baciò di nuovo.
- Sei così dolce amore mio. I nostri figli saranno fortunati ad avere un padre come te.
- E anche una madre come te. Sei perfetta, amore. - e le baciò la fronte. Caddero poi, in un sonno profondo.

*


Appena aprì gli occhi, una luce forte le costrinse a chiuderli. Li riaprì, cercando di abituarsi. Vide la grande finestra che dava sull'ampio bosco che circondava la casa e uno sprazzo di cielo, tinto di un azzurro brillante. Le pareti color crema, su cui cadeva una tenda color panna e il comodino dello stesso colore, dove vi erano poggiate le cose del marito. Il lenzuolo verde stropicciato e le coperte color petrolio le fecero capire che era nel letto di suo marito. Aveva sognato di nuovo. Aveva sognato di rivederlo ancora e di poter scappare con lui. Una lacrima solitaria le solcò il viso. Il marito, poco distante da lei, notò la goccia salata.
- Amore, tutto bene? - chiese premuroso l'uomo.
- Sono gli ormoni. Non preoccuparti, sto bene. - lui sorrise accomodante e la aiutò ad alzarsi, sfiorandole la pancia.
- La nostra seconda bambina. - le sussurrò, baciandole la guancia. Lei sorrise. Ma non era un sorriso come quello regalato stanotte al suo amante, ma era uno abituale, quello che usava sempre ogni volta che si parlava del figlio che portava in grembo. "se avremo una bambina la chiameremo Lux, perché sarà la luce che illuminerà la nostra vita". Le aveva detto in sogno.
- io vado a lavoro amore, a più tardi. Ti amo. - disse il marito, lasciando lei sola nella camera. Erano passati tre anni dalla morte di Nathan e non era riuscita a darsi pace per non avergli aperto il suo cuore. Perché doveva essere così difficile? Si erano amati, amati tanto. Ma si chiedeva ancora perché il suo cervello si affannasse a creare ogni notte un sogno diverso con Nathan. Come se avessero vissuto.
- Mamma!! - un bambino dagli occhi verdi corse verso di lei e la strinse forte.
- Nathan... - sospirò. - è successo qualcosa?- chiese preoccupato. Il piccolo scosse la chioma ramata. Quel bambino era figlio di Nathan e lei lo sapeva. Aveva persuaso suo marito con la storia dei caratteri ereditari e l'abbracciò, dicendo che il nome Nathan era perfetto per il bambino poiché somigliava tantissimo all'amico di famiglia. Ormai quel bambino aveva sette anni.
- Volevo dirti che ti voglio bene. Ti vedo triste, lo sai? - spiegò preoccupato. E lei sorrise.
- Se mi vedi triste allora, dammi un abbraccio come questo e starò meglio, va bene? - lui annuì e la strinse forte. Per un momento pensò fosse il suo amore Nathan e sorrise ancora ringraziando il cielo di essere rimasta incinta e avere un ricordo così bello di lui.



#autorecheparla
GENTAGLIA!
Ok, la storia finisce qui. Grazie a chi l'ha letta e recensita e visualizzata.
Spero vi sia piaciuta!
fatemelo sapere con una recensione!
xoxo
Laura! 

  
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