She is a
troublemaker:
<- Lei è Brookie.
“Brookie posa quella fotocamera e vai a scuola!” urlò la donna.
“Mamma tanto sai che dopo questo stupidissimo liceo questo sarà l’unico oggetto
che userò.” La ragazza rise.
Brookie mise la sua Canon nella borsa e appena varcata la porta di casa la
ricacciò fuori. Iniziò a fotografare gli alberi con le prime gemme, fece primi
piani della rugiada sulle rose piantate. La sua Canon era l’unica cosa con cui
si sentiva a suo agio. Ovunque andava creava disastri ma con la sua fotocamera
faceva capolavori. Ormai era abituata ad uscire prima da casa per fotografare
qualunque cosa l’ ispirava. Perfino le foglie fotografate da lei diventavano
importanti. Niente poteva sostituire quel suo piccolo gioiello. In generale lei
era goffa, a disagio in ogni situazione, impacciata. L’unica materia che le
piaceva era arte. In quell’occasione poteva mostrare le sue fotografie alla
professoressa, quella lezione era diventata uno scambio di consigli e una
chiacchierata con la professoressa. Quando in programma non c’era arte andava
durante l’intervallo a parlare con la professoressa.
“Salve ragazzi.” Disse la prof di tecnologia. “Brookie c’è la prof di arte che
ha bisogno di parlarle al più presto.”
“Certo, prof. Sa per caso dove la posso trovare?”
“Si, vada vicino al distributore.”
La ragazza trovò un biondino lì ad aspettarla e non la professoressa.
“Hai visto per caso la professoressa McClain?” chiese Brookie.
“Mi ha mandato proprio lei qui. Tu sei Brookie quindi.”
“Si,lo sono. Per quale motivo mi avete chiamata?”
“Io lavoro per un importante agenzia fotografica e abbiamo selezionato nelle
migliori scuole, con l’aiuto dei professori, venti ragazzi e ragazze che
parteciperanno ad uno stage di fotografia prestigioso a Manchester.”
“A Manchester?” la ragazza inciampò nel distributore di cibo e cadde sul
pavimento. Era molto a disagio. Non le piaceva che quegli occhi color oceano la
guardassero da cima a fondo.
“Si, a Manchester. Abbiamo un dormitorio per gli studenti che vengono da
altrove. Comunque abbiamo deciso che tu farai parte di quei venti fortunati.”
“O mio dio, sto per svenire.” La ragazza fece due passi indietro e travolse due
studenti che avevano solo voglia di parlare un po’.
“Sei proprio una combina guai vero?” disse il ragazzo sorridendole.
“Proprio così, riesco a stare a mio agio solo con una macchina fotografica in
mano.”
“Strano che una ragazza così graziosa non sappia stare a suo agio… Ehm… che
modello hai?” chiese il biondino
“Una Canon, l’ultima uscita. L’adoro. Tu sai il mio nome ma io non so il tuo.
Come ti chiami biondino?” La ragazza lo guardò negli occhi e notò un rossore
che era evidenziato dal bianco della sua carnagione.
“Mi chiamo Niall… Niall Horan.”
“Okay, questo è il mio numero… Ora devo tornare in classe. Chiamami per darmi
più informazioni dello stage.”
“Certo. A presto, troublemaker.”
“A presto biondino.”
…
“Mamma per favore, fammi andare.”
“No, non mi fido di un biondino che viene a scuola tua e ti propone uno stage.”
La ragazza si lasciò cadere su una sedia. “Piccola mia, ci tengo troppo a te.”
“Mamma se tu ci tenessi a me mi faresti andare. Non ti opporresti. Non mi
tarperesti le ali. Questo è il mio sogno.”
La donna prese la borsa e uscì di casa senza curarsi di Brookie.
La ragazza però aveva una determinazione fuori dal comune. Non avrebbe mai
rinunciato ad un’occasione del genere.
Brookie sentì il cellulare squillare e si fiondò sul letto.
“Brookie, sono Niall, va bene se domani ti fai trovare fuori scuola con le
valigie alle otto?”
“Certo, certo. Quanto durerà lo stage?”
“Due settimane.”
“Devo firmare qualcosa?”
“No no. Non ti preoccupare, porta la Canon.” Sul volto della ragazza comparì un
sorriso che non aveva mai avuto.
“Allora a domani.”
“A domani Niall.”
…
“Ciao Niall.” La ragazza si trovò dinanzi ad un pullmino colmo di
ragazzi con le macchine fotografiche al collo.
“Ciao Brookie, entra dentro e mettiti comoda.”
Brookie si sedette vicino ad una ragazza di nome Cathelyn che sembrava essere
molto timida. Assomigliava ad un personaggio di un libro che lesse tempo fa.
Si, un’altra passione di Brookie era la lettura. Aveva amato più di tutti gli
altri libri Hunger Games e Cathelyn assomigliava caratterialmente proprio a
Rue.
“Brookie vuoi sederti vicino a me?” chiese Niall cercando di convincerla.
“Certo.” Il viaggio fu divertente come lo stage ma passate quelle due settimane
quella grande complicità che si era creata tra Brookie e Niall non era
destinata a durare a lungo.
“Niall ci dobbiamo salutare, per sempre.” Disse la ragazza con gli occhi
lucidi.
“No, non posso salutarti prima di aver fatto questo. “ Niall premette le sue
labbra contro le timide labbra di Brookie. D’altronde si sa l’amicizia tra uomo
e donna non esiste perché alla fine la complicità diventa amore.