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Autore: Michelle92    03/04/2013    2 recensioni
"Io e Yoko siamo sempre così, a volte capitano questi episodi di “leggera litigata” e ci sfottiamo anche per ore, ma non abbiamo mai avuto bisticci pesanti …ci vogliamo un gran bene, ci veniamo sempre incontro e ci consideriamo sorelle separate alla nascita; Senza di lei sarei persa."
"Vederlo tra le braccia di un'altra mi faceva star male, era come se un pugnale mi colpisse al petto:ma perché? che sentimento stavo provando? forse la risposta mi era abbastanza chiara ma non volevo vederla"
"Pregavo con tutta me stessa, non so a chi, ma continuavo imperterrita a chiedere pietà e aiuto perché il dolore mi stava soffocando : non ero pronta a perdere il mio amico che camminava in bilico tra la vita e la morte, non poteva lasciarci così; Paul, Yoko e io ci stringemmo in un abbraccio perché il dolore ci stava sgretolando..non eravamo forti abbastanza"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera ragazze! :)
Ecco con anticipo un nuovo capitolo! 
Spero sia di vostro gradimento :)
Buona lettura <3


Mi svegliai intontita e con la testa pesante,  gli occhi ancora socchiusi dal sonno; sollevai le coperte di malavoglia e misi i piedi a terra, feci un passo e alzando nuovamente il piede destro per farne un altro inciampai su qualcosa dalla consistenza morbida ma ferma allo stesso tempo facendomi cadere rovinosamente
-Ai che male! Ma che cavolo …-
Caddi su quell’oggetto morbido ancora sconosciuto, e grazie alla botta che avevo preso mi svegliai del tutto, ritrovandomi sopra di Paul
-Ma che succede Michelle!!! la mia schiena…che male-
Anche lui aveva ancora gli occhi chiusi ma dopo pochi secondi li aprì, e ci trovammo faccia a faccia, per terra
Mi guardai intorno, e quella non era la mia camera…
Cercai di fare memoria, ma ero ancora troppo assonnata per poter elaborare pensieri e ricordi
-Dove siamo? E cosa ci fai tu qui?-
-Questa è camera mia, vedi un po’ te…-Paul rise per la mia domanda, ma io continuavo a non capire
-Allora che ci faccio io qui?-
Mentre cercavo una risposta cominciai a ricordare qualcosa, e feci una lista nella mia testa delle cose successe la notte prima
 
 -pedinamento di Paul e John
  -Cavern
  -chiaccherata con Jim e Mark
  -rissa
  -Yoko e John che si baciano
  -Paul che mi chiede di essere la sua ragazza
 
Ok , l’ultimo punto segnato sulla lista  che stavo facendo nella mia testa me lo ricordavo alla perfezione
Ondeggiavamo piano al ritmo del lento, il cuore mi batteva forte per quella domanda che mi lasciò spiazzata, ma che mi rendeva felice…era tutto perfetto: ballavo con Paul, e stavo per diventare la sua ragazza
Qualche secondo dopo, una volta passato lo stordimento inebriante provocato dalle sue parole, risposi alla proposta avvicinandomi a lui, e dopo aver sussurrato un dolce si sulle sue labbra ci baciammo per un tempo indefinito
Tutto questo era romanticissimo, tant’è che mi fece spuntare un sorriso ebete sulle labbra…non passando inosservato a Paul
-A che pensi?-
-A….a niente di che!-
-Come stai?-
-Bene, anche se ho un mal di testa…-
-Senti vieni qua, stai tremando- Paul alzò le coperte e mi invitò nel suo materasso che stava a terra, di fianco al letto dove prima dormivo
Ero in mutandine e reggiseno quindi non esitati perché intanto mi stavo gelando, e poi ne avrei approfittato per stargli ancora più vicino
-Ieri abbiamo un po’ esagerato con i drink, Michelle…-
“Drink”: questa parola riordinò in un attimo qualcuno dei  ricordi che mi sfuggivano
Dopo aver ballato ancora un po’ con Paul, e dopo aver risposto di si alla sua domanda ci eravamo avvicinati al bancone dove c’erano anche George e Ringo che bevevano due birre
Ci incitarono ad unirci a loro, così, senza dare peso al fatto che l’alcool mi dava alla testa, e sapendo che era un’uscita tra amici di sabato, un cocktail dopo l’altro mi mise k.o
All’uscita incontrammo Yoko e John che ci diedero un passaggio a casa, senza capire quali fossero i loro programmi per dopo; una volta che ci scaricarono davanti a casa sparirono lungo la strada
“Chissà dove si sono cacciati quei due” pensai..
Ed ecco che ora mi era venuto in mente il motivo per cui mi trovavo a casa di Paul: anche se lui era brillo camminava ancora dritto, e aveva insistito tanto perché andassi a dormire a casa sua  dato che io non ero in grado di reggermi in piedi…così si prese cura di me
Mi mise a letto, e poi? Non ricordavo più niente…
Questo vortice di pensieri mi fece arrossire violentemente, e mi fece arrivare anche ad una conclusione che ormai davo per scontato…
Ero troppo timida per chiederglielo esplicitamente, così cercai di girarci intorno
-Paul, ti devo chiedere una cosa…-
-Si?-mi guardò incuriosito e poi divertito, forse dal colore delle mie guance
 -Dopo che siamo arrivati qua, a casa tua….mi sono addormentata subito?-
-Non abbiamo fatto niente, tranquilla…non lo avrei mai permesso- accarezzò i miei lunghi capelli e continuò –anche se per farti addormentare ci è voluto del tempo sai- aveva un’espressione divertita, pensando a  qualcosa che io non ricordavo
Lo guardai con aria interrogativa aspettando una spiegazione a quel suo sorriso
-Vedi, non volevi andare a letto da sola… volevi che dormissi nello stesso tuo materasso  ma sapevo che saresti stata male in così poco spazio viste le tue condizioni, quindi ho preso il materasso di mio fratello e ho dormito vicino a te-
-G-grazie…sei stato troppo carino- non sapevo che altro dirgli per quel gesto che stavo adorando mentre lo raccontava; poi però continuai
-Io invece sono stata una stupida, perdonami ti prego!-
-Non ti preoccupare- si avvicinò pericolosamente azzerando la distanza che ci separava e mi abbracciò
-Non volevo rovinarti la serata…-
-Non mi hai rovinato proprio niente, sono stato anche io un’incosciente a lasciarti fare!- mi diede un bacio sul naso e sorrise
-Certo, perché tu eri lucidissimo vero? - lo punzecchiai con un tono ironico
Mi diede un pizzicotto sulla coscia che mi fece sobbalzare sul letto
-Ahi, questa me la paghi- cominciai a pizzicarlo anche io sulle cosce, rendendomi conto solo ora che era in boxer
La situazione si faceva sempre più rischiosa date le circostanze, perché mentre lo punzecchiavo mi ritrovai letteralmente sopra di lui e mille emozioni invasero il mio corpo e la mia testa
Piombò un silenzio immacolato
Mi guardava negli occhi con un’espressione dolce, provocante e sensuale
Cominciammo a baciarci con una carica passionale che non avevo mai provato prima…
Nel contempo iniziò ad accarezzarmi le spalle, poi scese lungo la schiena finché non arrivò a palpare maliziosamente il mio sedere
Una volta che arrivò ai miei fianchi, mi prese di peso e con un movimento rapido mi mise con la schiena sul materasso mentre lui si sistemava su di me facendosi spazio tra le mie gambe
Una volta che avevamo ripreso a baciarci, cominciò ad accarezzare con una mano il mio seno, mentre con l’altra cercava invano di sganciare il reggiseno
-Ti do una mano- protestai vedendo la difficoltà che stava trovando
-Shh, faccio io- mi diede un bacio sul naso ed ora, con l’uso di entrambe le mani finalmente era riuscito nel suo intento
I nostri respiri cominciavano a farsi pesanti e affannati, il contatto con il suo corpo mi faceva impazzire, adesso lo volevo con tutta me stessa
Proprio mentre sfilava le bretelle del reggiseno per toglierlo un rumore ci interruppe facendoci trasalire, e tutta l’atmosfera magica se ne andò via
L’espressione di Paul era infuriata, nervosa e irrequieta…come doveva essere sicuramente la mia
-Che diavolo sarà adesso? Accidenti…-
Evidentemente seccato per quello che era appena stato interrotto uscì fuori dalle coperte e si infilò il pigiama che stava sulla sedia vicino alla scrivania
-Sai, mio padre in questo momento dovrebbe essere a Londra con mio fratello adesso che ci penso! Non capisco che…-
un altro frastuono interruppe la sua frase e lui sbiancò
-Stai qua, vado a vedere che succede…-
Adesso anche io ero spaventata…se nessuno doveva essere a casa di Paul in questo momento chi faceva tanto baccano di sotto?
-No Paul- mi alzai velocemente dal letto e dopo aver agganciato il reggiseno infilai il vestito che avevo la sera precedente –io vengo con te, non ti faccio andare da solo-
-Potrebbe essere pericoloso Michelle, non complicare le cose- Paul aprì la porta di camera sua e uscì fuori con passo silenzioso e furtivo
Io lo seguivo, testarda come sono non l’avrei mai lasciato andare di sotto da solo
-Accidenti Michelle! Ti avevo chiesto di restare in camera…potrebbe essere qualche ladro- Paul parlò a voce talmente bassa che a malapena sentivo quello che diceva
Gli feci segno di procedere ma proprio in quel momento ecco un altro rumore, più forte di quello di prima
Avevo paura, più che per me però ne avevo per Paul
Mi guardava con occhi spalancati ed era bianco come la cera, mentre a me tremavano le gambe e le mani
Scendemmo le scale pianissimo, attenti a non far scricchiolare gli scalini di legno
Una volta arrivati di sotto, nel corridoio, dovevamo scegliere se entrare in cucina oppure nella sala da pranzo che faceva un’ambiente unico con il salotto
Optammo per la seconda opzione, cosa avrebbe rubato dopo tutto un ladro in cucina?
Paul aprì cautamente la porta, e dando una prima occhiata non c’era niente di anomalo, nessun movimento strano e nessuna cosa fuori posto
-Entro a vedere meglio, tu aspetta qua!-
Nonostante l’avvertimento entrai anch’io stando alle spalle di Paul
-Ti avevo detto di stare fuori- la sua voce era rassegnata, forse aveva capito che ero testarda e non potevo cambiare idea su nulla..
Gli feci un sorriso dolce e ammiccante e lui mi prese per mano, trascinandomi dietro di se a perlustrare ogni angolo del salotto e della sala da pranzo
-Qua non c’è niente,  andiamo in cuc…- ecco un altro rumore che ci fece rizzare i capelli
-Sembrano pentole Paul-
-Si, anche secondo me…il rumore poi proviene dalla cucina-
Attraversammo il corridoio in silenzio, senza fare alcun rumore
Paul si sistemò di fianco alla porta della cucina e così feci anch’io
-Puoi farmi almeno adesso il favore di andartene in salotto? Ho paura…sul serio-
-Ho detto di no - Paul mi guardò seccato, ma non oppose resistenza alle mie parole perché aveva capito che non avrei ceduto
Aprì lentamente la porta e subito saltò ai nostri occhi lo sportello aperto del frigo con dietro una persona, di cui erano visibili solo le gambe mentre rovistava indisturbata tra i viveri
-Ma che caspita!- Paul era stupito dalla scena e aveva gli occhi sbarratti
-Un ladro che entra in una casa per rubare cibo?-
Paul si avvicinò silenziosamente all’intruso finché non lo prese per le gambe e lo buttò a terra
-Lasciami andare!- strillò quello che doveva essere il ladro cercando di divincolarsi dalla presa ferrea di Paul
Non potendo restare impassibile alla scena mi precipitai nello scolapiatti per prendere qualcosa da dare in testa all’aggressore
La prima cosa che mi passò in mano fu un piatto, lo presi ben stretto tra le dita e lo ruppi in testa al ladro che stava con la faccia a terra
-Ma siete impazziti? Che male dannazione…- la voce del rapinatore mi era familiare, come se la conoscessi già
Presi Paul per  mano e lo aiutai a tirarsi su, nel contempo il povero malcapitato che aveva ricevuto un piatto in testa si voltò lasciando me e Paul a bocca aperta, spaventati e mortificati
-George! Oddio…- Paul si precipitò subito di fianco al poveretto disteso sul pavimento
-Che amici che ho! A momenti mi facevate fuori, grazie eh!-
-George, ti prego perdonaci…pensavamo fossi un ladro!-
-Si! Un ladro affamato che si stava preparando la colazione!-
Anch’io mi sedetti di fianco a Paul per capire meglio le condizioni del nostro amico
-Stai bene? La testa come va?-
George mi fulminò con lo sguardo mentre si passava una mano tra i capelli
-Sto bene, niente di rotto per fortuna-
-Ma poi, che ci fai a casa mia? Come cavolo sei entrato?- Paul sembrava stupito, in effetti nemmeno io ricordavo che George fosse con noi
-Ieri notte, quando tu e Michelle siete scesi dall’auto di John, son sceso pure io e vi ho seguito; tu hai lasciato la porta socchiusa perché stavi aiutando lei a camminare così io son potuto entrare senza bussare! Volvevo avvisarti per evitare inconvenienti ma eri con la ragazza e non ho voluto disturbare-
-Paul, come abbiamo fatto a non vederlo?- chiesi basita
-Non lo so, eravamo troppo sbronzi credo-
-Non mi avete visto perché sono sceso dalla parte opposta e ho vagato nel marciapiede per qualche minuto, convinto per non so quale motivo fosse casa mia…-
Io e Paul scoppiammo in una risata tonante per quello che ci stava raccontando George, che poi continuò
-Quindi, dopo aver realizzato che questo era il vicinato di Paul e non il mio, mi sono intrufolato a casa sua…-
Fece per tirarsi su, ma Paul dovette aiutarlo perché i dolori della caduta lo bloccavano a terra
Si incamminò verso il salotto con l’amico ferito, ma il ferito si oppose
-Bè, che c’è adesso George?-
-Ho fame-
-Preparo io qualcosa, tu vai a sederti- risposi prontamente cercando di riparare al piatto che gli avevo rotto in testa
-Porzione doppia, mi raccomando Michelle!-
Non avevo problemi a cucinare qualcosa in più, ma rimasi perplessa alla richiesta di George
Prima di mettermi all’opera raccolsi i mille cocci del piatto sparsi per il pavimento e li buttai nella spazzatura
Cercai due padelle per preparare la colazione, una per le uova e l’altra per il bacon
Fortunatamente trovai subito nella cucina di Paul anche gli ingredienti da cucinare ; così preparai la colazione per tre, due porzioni per George e una per Paul
 
-Ragazzi, è pronto! Dove mangiate?- strillai dalla cucina
Paul mi raggiunse in un batter d’occhio e mi prese le mani
-Non ci lasciano un momento in pace-
-Mi basta sapere che ci sei- mi avvinghiai al suo petto e cominciò a baciarmi dolcemente
-Ehiiii!!! Qua c’è una gran fame ragazzi, le coccole lasciatele a dopo!-
-Un attimo George! Rilassati accidenti!- urlò in risposta Paul  verso la cucina staccandosi da me
-Lui è così, è sempre affamato...un pozzo senza fondo insomma-
-Ecco perché ha chiesto la “doppia porzione”- 
Io e Paul scoppiammo in una risata, perché George, adesso che imparavo a conoscerlo era davvero assurdo ma anche simpatico
Dopo quest’insinuazione del nostro amico,  Paul mi cinse i fianchi
riuscendo a riportare tutta la mia attenzione su di lui
-Vedrai, recupereremo tutto il tempo che ci è stato sottratto- Lo abbracciai e lo strinsi forte a me, impaziente che quel momento arrivasse
Due colpi provenienti dal portone ci distolsero dall’abbraccio e Paul si precipitò nel corridoio ad aprire bofonchiando qualche imprecazione
-Oh Yoko! Che sorpresa!-
Corsi subito verso Paul e mi affacciai dietro la sua spalla per vedere la mia amica
-Ehi Yoko!!!- notai subito l'espressione strana della mia amica, era nervosa e ansiosa
-Entra dai- il mio ragazzo fece spazio e lei varcò la porta d’ingresso
-è qua John, vero?- chiese velocemente, mangiandosi leggermente le parole
-Mmm no…perché?- rispose stranito dalla domanda, infondo ieri lui dopo averci lasciati qua a casa di Paul era da solo in macchina con Yoko, perciò in teoria dovevano essere insieme
-Perché è sparito-
  
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