Ogni mattina, il sole sorgeva dalle montagne scintillanti, illuminando fiocamente le piccole casette fatte di mattoni e paglia,e i suoi abitanti che, frettolosi, scambiavano baci alle mogli e ai figli; infine, si avviavano sulle stradicciole lastricate di pietre per abbandonare il villaggio.
Sembrerebbe un villaggio normale, ma questo è Konoha uno dei più
potenti villeggi delle cinque terre, e gli uomini che si avviavano
frettolosi sui vicoletti asfaltati di sangue (dopo l’arrivo di Orochimaru)
erano ninja: che combattevano, vivevano e morivano per la gloria della
loro patria.
Il sole continuando il suo lento giro celeste,
litigando con le nuvole e il vento ricopre con i suoi caldi raggi il
gigantesco palazzo rosso, sede, del più grande ninja del villaggio. Il
ninja che anche un ragazzo sedicenne da i capelli color del grano, e dai
cerulei occhi sognava di diventare.
“ Ahhhh!!!” un urlo proveniente da una casetta particolarmente
innalzata verso il cielo (così da vedere le statue degli Hokage ),
rimbombò, nell’ancora addormentato paese “ma perché diavolo non ha suonato
questo catorcio di sveglia!! ora Sakura chan si arrabbierà con me!!”
sussurrò con un misto di terrore, mentre una goccia tipo manga gli
scendeva dalla nuca. Si vestì, con il suo solito completo color del
girasole, e prese tra le mani la gelida targhetta, che portava il nome di
coprifronte: un indissolubile legame tra lui e il paese natale. Vicino al
primo c’e n’era un secondo,freddo,sporco orfano del suo taciturno
proprietario. Il coprifronte era l’ unica fonte di calore che un tempo
poteva scaldare il gelido Sasuke.
“te lo prometto Saskè te lo
farò rimettere a costo di incollartelo alla testa ‘ttbayo .”
Poi, balzò dalla finestra, raggiungendo la strada da poco popolata da
laboriose formiche .“Naruto stà attento a dove metti i piedi” strillò una
voce gracchiante ,appartenente ad una ragazza (dalla veneranda età di 50
anni) dai lunghi capelli biondi raccolti in due lunghe code laterali. “ mi
scusi nonna Tsunade ma sono veramente in ritardo” forse, (pensò fra
sé) oggi ho anche battuto kakashi-sensei, pensò sorridendo; ma
subito il sorriso si incrinò, fino a trasformarsi in un ghigno di
dolore.
Una ragazzina, dagli sfavillanti capelli rosa come il cielo
appena illuminato dal sole e gli occhi verdi color del bosco
scintillanti, aveva appena posato ( molto delicatamente) il proprio pugno
sulla testa bionda del ragazzo.
“ Ahhh !! Sakura-chan perché sei così manesca? le ragazze devono essere
delicate, se fai così i ragazzi scapperanno sempre da te” urlò. Vedendo
poi lo sguardo diabolico della ragazza, gli occhi ridotti in due fessure
in un intento omicida naruto cominciò a sbiancarsi e ad incrociare (come
suo solito) le braccia dietro la nuca, mostrando il suo naturale sorriso a
trentadue denti “ Eh Eh Sakura-chan io io s- scherzavo non
intendevo dire questo ‘ttbayo” .
La ragazza sospirò, mostrando una
quasi totale indifferenza per le parole che le erano state appena dette;
ma si rannubiò subito dietro a un piccolo foglio datole dal maestro
Kakashi < Va bene Naruto per oggi lasciamo perdere, domani
dovremo svolgere una missione che forse, potrà cambiare per sempre la
nostra vita > aggiunse, mentre un velo di tristezza le passava
impercettibilmente sul volto.
“Di quale missione stai
parlando Sakura-chan?”
< Naruto … Sasuke (kun) si stà aggirando
nelle vicinanze del villaggio della foglia, e sembra che non abbia buone
intenzioni… >
Naruto rimase stupito per un tempo non facilmente
calcolabile; poi guardò la ragazza dai capelli rosa, prima così
(apparentemente ) forte, ora tutto un tratto diventata così fragile al
solo suono della parola – sasuke-
“Sakura-chan che cosa hai? Stai
tremando. Sakura-chan …forse sarebbe meglio che tu rimanessi al villaggio
non è necessario che tu…”
< No! > risuonò la sua
voce, propagandosi nel vuoto incontrando le orecchie di Naruto. La sua
voce era quasi rotta dal pianto, e i suoi occhi di quel verde forte si
stavano lentamente annacquando lasciando fluire quelle lacrime, che ormai,
da innumerevole tempo si erano fossilizzate; Ora scivolavano libere, senza
ostacoli, il corpo scosso dai singhiozzi e il labbro roseo ritratto
regolarmente avanti e indietro.
Naruto la stinse a se come per cercare
di fermare quel fiume in piena, che dopo tanti anni di secca, aveva
finalmente straripato inondando le aride pianure (gote) e sradicando i
deboli rami e piante.
< naruto voglio venire anch’io ormai sono una ninja
medico posso servire, anch’io ora posso… > sussurrò la sua
debole voce soffocata dal caloroso abbraccio del compagno.
“certo certo
Sakura-chan te lo prometto verrai con noi ma ora calmati … ti prego non
piangere più”.