4 Dicembre 2012, Londra
Caro Diario,
sono una ragazza qualunque di nome Ilaria, ho da poco compiuto quattordici anni della mia vita, buttati via direi.
Non avrei mai pensato che un giorno avrei iniziato a scrivere la mia vita, i miei dolori, le mie gioie ad uno stupido pezzo di carta, ma se così fosse allora perchè sono qui?
Non lo so, ma ci sono e anche se non spero in una tua risposta, sento che con te posso tranquillamente condividere i miei segreti ed i miei stati d'animo senza essere presa in giro o avere come risposta delle risate senza fine. Non voglio essere definita stupida o cretina un'altra volta perchè non lo reggerei e rimarrebbe li sul cuore dolorante, mentre gli occhi cercano di tenere chiusa la cascata di lacrime che prima o poi, scende sempre.
Stamattina, ho chiesto a mia madre di non mandarmi in quell'orribile posto fatto di persone sgradevoli e maleducate, ma lei mi ha obbligata ricordandomi che per adesso è un mio dovere qualunque cosa succeda lì dentro. Non capisco. Lei preferisce dei numeri, dei voti, dei pregiudizi da parte delle insegnanti che allo stato morale di sua figlia, non so se è una cosa normale, ma non per me.
I "boss" della classe mi hanno presa durante la ricreazione e messa con un colpo in un angolo della classe, blaterando fra di loro qualche parola in lingua inglese, poi si giravano verso di me con sguardo maligno, assassino e mi tiravano i miei morbidi capelli castani, strinandoli senza pietà e strappandone qualcuno per la forza.
Purtroppo la difesa manca, sia nel parlare che nell'usare le mani. Sono sempre stata una schiappa in Inglese e in più lo odio con tutta l'anima, avrebbero potuto trasferirlo tranquillamente in un altra regione, non in un altro stato sconosciuto, non in Inghilterra!
Ho sempre pensato che gli uomini fossero come le carte: sono tutte uguali ma alcuni sono di picche, altri di cuori ed altri ancora di quadri, neri o rossi. Tutti hanno delle scelte per la propria vita... quella di metterla in gioco e farsi valere, o quella di scartarla e rimanere per sempre uno sfigato.
Questo periodo per me è quello della decisione, mettermi in gioco o scartarmi? So perfettamente di essere in grado di fare le cose, ma quando arrivo sul momento di farle mi blocco come una macchina frena di colpo davanti al semaforo.
"Ti servirebbe un po' di autostima per essere perfetta!" questo è ciò che mi ripete ogni giorno mio padre da quando siamo qui ed è infondo anche vero, non voglio essere modesta ma il talento ad esempio per la musica non mi manca ma il problema è il luogo, che me la leva a vista d'occhio.
Poi ovviamente vengono fuori anche quelle racchie inglesi che si credono Miss mondo ad esempio quelle tre del terzo anno che mi hanno subito inquadrata malissimo...che cosa mi faranno?
Questa prima pagina, questo primo giorno di questa nuova vita è passato. Si.
In fondo non sei così inutile...ora devo andare, mi è piaciuto scriverti.
Baci&Abbracci, Ilaria