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Autore: Cornfield    03/04/2013    1 recensioni
"Da dove vieni?"
"Non lo so.."
"Non sai da dove vieni?!"
"Non so neanche chi sono."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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4.

I just wanna be your friend.
La porta del pub era socchiusa.
Jordan,  Robert e Juliet entrarono, precedendomi.
Prima di inoltrarmi anche io in quel chiasso mi girai indietro.
La strada era desolata, buia, tetra. Le luci si erano fulminate da tempo.
Chissà quante anime perse vagavano li, chissà quanti spettri chiamavano il nome di qualcuno.
Era la fine che gli aspettava, dopo la loro vita passata ad oziare, a rimanere in casa da soli e rimuginare suoi propri pensieri. E solo dopo essere diventati esseri insignificanti, esseri morti, si sarebbero pentiti.
Quella era la fine che poteva aspettarmi.
Ma non doveva aspettarmi.
Entrai nel pub estasiato e le luci stroboscopiche mi stravolsero.
In un primo impatto non capii niente, gente che si addossava a me, pogava, ballava e che faceva qualcosa di più di un semplice bacio.
Era tutto cosi strano. Cominciai a sentirmi soffocato, ingoiato in una morsa di ferro. Sentivo il sudore fetido sulla mia pelle, l’odore di sigaretta che si spargeva nella stanza e che si impregnava sui miei vestiti.
Persi subito di vista i miei amici. Ma quella sera i miei amici non erano loro.
Sentii una voce che non apparteneva agli spetti vaganti, ma a qualcos’altro. Bottiglie di birra, vodka, liquori sparse per terra, sui tavoli e le sedie, nelle mani delle persone.
Non avevo mai bevuto in vita mia.
Improvvisamente fui spinto e caddi rovinosamente sul pavimento fetido.
“Oh, scusa!”
Scrutai tra la folla per vedere chi aveva parlato.
Qualcuno mi tese una mano e mi rialzai.
Rimasi colpito dalla mano che stavo impugnando: liscia e in carne, con unghie affilate come rasoi e smalto rosa. Ma ero rimasto ancora più sorpreso vedendo chi la tendeva.


Train, chissà perché, aveva un immagine nitida di quella ragazza.

Era alta e magra, sulla ventina. Sfoggiava tatuaggi, vestiva con una canotta corta e un pantaloncino. Aveva il rossetto sbavato e poi quella faccia …
Quella faccia trasudava di qualcosa di misterioso, pungente, eccitato, intenso.
Deglutii.
La ragazza rise.
“Sei nuovo no? “
Avevo la bocca secca, ero rimasto pietrificato. Qualsiasi risposta formulavo nella mia mente sembrava sempre patetica cosi mi limitai ad annuire.
Mi fissò per un paio di minuti.
“Come ti chiami?”
“Fred.” Ma potevo chiamarmi benissimo Mark, ora non sapevo più qual’era realmente il mio nome.
“Se vuoi posso fartelo conoscere.”
“Che cosa esattamente?”
Non rispose e cominciò a giocherellare con le mani con una bottiglia di birra.
Cercai di rompere quel silenzio che era stranamente piombato fra  noi due.
Non capivo cosa esattamente stesse succedendo.
“Qual è il tuo nome invece?”
Si avvicinò, fino a toccarmi la pelle. Cominciò a battermi il cuore.
Sentivo il suo profumo intenso penetrarmi dalle narici.
La sua bocca sussurrò qualcosa nelle mie orecchie.
“Lady Cobra.”
Deglutii di nuovo.
“Allora, vuoi conoscerlo?”
Il mio sguardo era stranito.
Stappo la bottiglia di birra e me la avvicinò al naso per sentirne l’odore pungente.
“Sei nuovo, si vede. Ora tu non devi far altro che conoscere il tuo nuovo amico: l’alcool.”
Ero ancora visibilmente dubbioso.
“Ascolta.” Continuò lentamente. “La maggior parte delle persone qui non è sobria. E non lo sei neanche tu, perché  tu sei ubriaco di preoccupazioni e nient’altro. Ed ora bevi.”
Era come la Madonna per i Cristiani, scesa dal cielo apposta per me. Non potei fare a meno di pensare a questo, eppure ero ancora titubante nel prendere la birra.
“Bevi.” Mi incitò.
Aveva tremendamente ragione.
“Ti sto aspettando.”
Ma il mio corpo non era abituato all’alcool …
“Ti sta aspettando.”
Che cosa importava.
Presi improvvisamente la birra e la svuotai tutta in un solo sorso.
Lady Cobra sorrise.
“Ti piace no?”
Il suo sapore era cosi avvolgente e fresco … Feci segno di portarmene un’altra.
E un’altra.
Non ragionai più.
Non riuscivo più a controllare i sensi.
Non riuscivo più a controllare me stesso.
Avevo un sorriso ebete stampato sulla faccia.
Salutavo tutti con la mano non sapendo neanche chi fossero.
Lady Cobra intanto mi portava a spasso come se fossi il suo cagnolino, presentandomi a tutti i suoi amici.
“Voglio essere solo tuo amico Lady Serpente. Ti piace il nome serpente? E’ più figo porca puttana!” Sbiascicai ubriaco.
“Puoi essere tutto ciò che vuoi.”
“Non voglio che tutto questo finisca, non lo voglio capisci? Non voglio suicidarmi, capisci?”
“Tranquillo, con questo non finirà niente.”
Mi presentò davanti una bustina con dentro delle pillole.
“Ho un tremendo malditesta Lady Serpente. Queste medicine possono alleviarmi il dolore, vero Lady Serpente?”
Sorrise maliziosamente.
“In realtà non è medicina. E’ qualcosa di più, qualcosa che ti fa stare ancora più bene. Qualcosa di eccitante e favoloso Fred.”
“E posso provare?”
“Certo.”
Mi porse la bustina di droga e feci per ingoiare tre pillole, feci per ingoiare la morte.
“Che cazzo fai Fred, fermati!”
Julie corse verso  di me e mi fermò il braccio.
“Non capisci che ti sta dando droga? Sei impazzito?!”
“E’ la mia medicina stronza.”
“O mio Dio, sei ubriaco fradicio! Dobbiamo uscire di qui Fred, ti stai rovinando! Non ho bevuto neanche un bicchiere d’acqua, capendo subito in quale festa ci trovavamo. Tu hai davvero esagerato porca puttana!”
“Lady serpente dice che la medicina è buona.”
“Lady serpente è una troia, ora vieni.”
Mi strattonò e mi prese per il polso per portarmi all’uscita, ma fu fermata violentemente da Lady Cobra.
“Sono una troia hai detto?”
“Anche una spacciatrice a quanto ho visto.”
“Ma non rompere i coglioni il tuo amico vuole solo divertirsi.”
“Il mio amico ha rischiato di morire per colpa tua!”
“Tanto morirà lo stesso prima o poi.”
“Ma almeno ti senti?  Ti rendi conto di cosa stavi per fargli? Togliti dalle palle.”
Io non capivo niente e ridevo. Ridevo mentre Juliet fu spinta a terra da Lady Cobra e cominciò a graffiarle la faccia con le unghie rosa. Ridevo mentre Lady Cobra chiamò i buttafuori che, prima di cacciare Juliet, le diedero due pugni in faccia. Invece avrei dovuto ridere di me stesso, perché ero patetico.
Presi un’altra birra.
E a quel punto non ero più neanche io.
O forse non lo sono mai stato.
Forse non ho mai saputo chi ero io.
Continuavo a brancolare, come se da un momento all’altro dovessi svenire.
“Lady serpente è ora di scopare.”
“Siamo un po’ troppo pervertiti eh?”
“Baciami li.”


All’improvviso le immagine nella mente di Train cominciarono a diventare sempre più confuse. Riusciva ancora a vedere il viso maledetto di Lady Cobra che lo prese per la giacca. E poi che gli tolse la giacca. Che lo spogliò lentamente. E poi senti qualcosa di piacevole ed intenso. Sentiva che quella cosa che gli procurava tanta eccitazione non doveva finire.
Una botta.
Una botta molto forte.
Sangue.
Sapore di sangue nelle labbra.
Confusione.
Perdita di sensi.
 
“Però mi stavo divertendo dai.” Fece ironicamente Lady Cobra con una sigaretta in mano mentre guardava il corpo inerte di Train.
“Ne ho abbastanza di questi pivelli che si infiltrano nelle feste.” Disse una voce profonda, il buttafuori.
“Si, però effettivamente è davvero spassoso vederli bere la loro prima birra e poi bere un’altra bottiglia e un’altra!”
“Non ce l’ho fatta quando ti ha chiesto di fare sesso con te, stavo morendo dal ridere.”
“Si bhè, l’ho accontentato un po’. “
“Ma era ora che la finissi sul serio. Meno male che poi sono arrivato io con il mio gancio sinistro.”
“Il merito è tutto mio, devi ringraziare me per lo spettacolo.”
“Sul serio sei un genio. Come hai fatto a scoprire subito che era un coglione?”
“Viso pallido, sguardo perso …”
“Credo di non essermi mai divertito cosi tanto. Dovresti prendere qualche allocco in giro più spesso. Peccato che poi è arrivato quella li che lo ha fermato per prendere la droga. Poi a quel punto sarebbe diventato un vero spasso vederlo delirare.”
“Già.”
“Ma è morto?”
“Non credo che un pugno possa farlo decedere.”
“Si ma con tutto quello che si è bevuto …”
“Cosa te ne frega se è morto?”
“In effetti.”
Entrarono dentro il pub, mentre il sole cominciava a sorgere.



  
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