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Autore: Irizar Elwell    03/04/2013    0 recensioni
Questa è la biografia di Chris, la protagonista della storia a capitoli. Parla della sua infanzia a Shelbyville, ,a sua prima infanzia. Non conosce ancora Ben e Megan, ma penso sarà utile per comprendere meglio questo personaggio (:
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Biografia

 

Christine, per gli amici Chris è nata il 5 dicembre del 1990 a Shelbyville. È la seconda figlia di Denise e Marcus Harries.

Chris ha frequentato la scuola pubblica di Shelbyville prima di trasferirsi a Dallas da sua sorella maggiore Sam. Da bambina si divertiva ad andare nei boschi con suo padre Marcus in cerca di farfalle. Ha sempre ammirato questa grande passione del padre nei confronti della natura. Arrivata a casa liberava le farfalle catturate, custodite in un grande contenitore di vetro perforato per far passare l'aria, ed entusiasta le vedeva svolazzare per casa, lasciando appositamente le finestre spalancate per far si che volassero via libere a loro piacere. Chris aveva una casa nel bosco con i suoi genitori, per questo le farfalle non sarebbero state in pericolo di vita ritrovandosi nel loro habitat naturale. Collezionava ogni tipo di peluche che rappresentasse un procione. Amava tutti gli animali, cosa abbastanza comune in quasi tutti i bambini, ma in modo particolare i colori del manto di quel procione riuscivano ad ipnotizzarla. Forse erano la coda bicolore, le orecchie a punta o il musetto dolce e al contempo indecifrabile dell'animale, ma aveva uno strano carisma su quella bambina. Nonostante ciò, non le era concesso tenere in casa nemmeno un animale. A volte con l'avvicinarsi del natale esprimeva il desiderio di adottare una piccola bestiola, ma i suoi su questo erano molto rigidi. Chris non capiva e come ogni bambino della sua età, se non accontentato, metteva il muso e piangeva fino a tarda notte, poi si addormentava. Con gli anni finalmente riuscì a capire il perchè di quella negazione. Suo padre, arrivato il momento giusto, le spiegò pazientemente che tenere una bestiola in casa non era giusto nei confronti dello stesso. Attraverso un cartone animato che la figlia seguì molto, sottolineò (mise in evidenza) i disagi provocati ad un cagnolino che doveva sottostare ai codici civili di una convivenza domestica. Chris restò delusa da se stessa per essere stata così egoista da pensare a soddisfare un suo desiderio, senza tenere minimamente conto delle esigenze e della libertà di un qualsiasi animale costretto in cattività. Da allora, pur accompagnando il padre nelle sue numerose gite nei boschi, smise di catturare farfalle, limitandosi ad osservarle cautamente nel loro habitat. Costatando che, per quanto l'effetto visivo di vedere le farfalle traboccare dal grande contenitore bucherellato fosse divertente e fantastico, vedere le stesse poggiarsi su un fiore o volare assieme creando quasi una danza, era dieci volte più strabiliante e meraviglioso. Suo padre orgoglioso del comportamento della figlia, e del modo in cui assimilò il suo insegnamento, per l'ottavo compleanno la portò in una serra dove erano custodite le farfalle più rare del mondo. Chris ne rimase meravigliata. Fu il compleanno più bello della sua vita. Marcus non le aveva imposto un divieto nel non farle portare in casa un animale, nel modo più semplice le aveva insegnato il rispetto per gli altri. Per qualunque forma di vita, da quella apparentemente più insignificante, come una farfalla,al rispetto reciproco che c'è tra le persone. Purtroppo però, proprio mentre tornavano a casa dopo quella fantastica giornata, furono travolti da un auto condotta da un uomo ubriaco. Chris ne uscì illesa, le possenti braccia di suo padre l'avevano protetta dai danni che la macchina ribaltandosi avrebbe potuto infliggerle.

Marcus restò gravemente ferito. Chris non poteva far altro che sentirsi in colpa, e pian piano ignorata da Denise, troppo concentrata sulla salute di suo padre iniziò a chiudersi sempre più. Per la prima volta quella bambina entrò in contatto con due sentimenti a lei fino ad allora sconosciuti. L'odio e la solitudine.

Si sentiva sola in quella casa nel bosco dove era cresciuta in allegria con suo padre, sembrava così vuota e spenta. Aveva perso tutta la sua magia. Odiava. Odiava con tutta se stessa quell'uomo ubriaco al volante, e ancor di più odiava il suo amore per le farfalle. Se non avesse insistito così tanto per adottare un animale, se non fosse stata rapita da quel battito d'ali forse suo padre le avrebbe fatto un semplice regalo di compleanno. Non avrebbero percorso quella strada, non si sarebbe verificato quell'incidente e tutto sarebbe stato normale. Poi pensandoci bene però, non avrebbe avuto tutti quei momenti speciali con suo padre. Non avrebbero condiviso quei momenti solo per loro, ma ci avrebbe rinunciato volentieri per riavere suo padre a casa. Vederlo sorridere mentre abbraccia Denise.

Capitò una volta, l'unica volta in cui sua madre le permise di andare a trovare l'adorato genitore in ospedale. Era il primo giorno di neve a Shelbyville, tutti i bambini, incantati, erano incollati alle finestre contemplando quella pioggia di fiocchi di neve che cadevano leggeri dal cielo. Anche lei li guardava, sperando in cuor suo che quelle piccole lacrime d'angelo potessero avverare il suo desiderio più grande: far tornare il suo adorato padre a casa sorridente come sempre. Lo trovò addormentato in quella stanza bianca e spoglia d'ospedale. Non si addiceva per nulla alla personalità del padre, allegro e solare. Lui amava i colori dell'autunno, caldi e accoglienti. Era così pallido in volto e smagrito. La vitalità sembrava averlo lasciato, dando il posto ad un pesante dolore cui il suo volto ne era il ritratto. Si meravigliò nel vederlo sforzarsi di sorridere con un flebile “ciao”. Scoppiò in lacrime Chris, per quanto volesse mostrarsi forte aveva soltanto otto anni. Gli parlò del suo odio per l'uomo dell'auto e del suo odio per se stessa. Marcus sbalordito per i discorsi così poco consoni ad una bambina l'accarezzò dolcemente. E lì Chris conobbe un nuovo sentimento con cui non aveva mai avuto a che fare: comprensione.

L'uomo ubriaco stava soffrendo, soffriva ed aveva trovato rifugio nell'alcool, s'era messo al volante non cosciente del pericolo che causava a se stesso e agli altri. Le disse di non giudicare le persone, ma di comprendere i motivi per i quali l persone compiono determinate scelte. Chris non capì subito cosa significavano quelle parole, ma prestò fede al padre.

Continuava però a sentirsi terribilmente in colpa. Doveva esserci un colpevole in tutta quella faccenda e di sicuro lei aveva le sue responsabilità. Anche su questo, suo padre le insegnò la parola perdono. Chris doveva perdonare se stessa per essersi colpevolizzata di qualcosa di molto più grande di lei.

Arrivò presto il natale.

Un natale da non festeggiare. Marcus non c'era più e con lui erano andate via le passeggiate nel bosco, le chiacchierate e gli insegnamenti che Chris imparava pian piano scoprendo nuovi punti di vista, nuovi modi di vedere il mondo, le persone...

Denise decise di trasferirsi nel cuore della città. Quella casa era colma di bei ricordi, ma di dolori ancora più profondi. Per Chris si chiudeva definitivamente la porta del suo passato allegro e sereno. Con Denise non aveva mai avuto un rapporto così carico e ricco come quello che aveva con Marcus e lei d'altro canto non sembrava volesse mutarlo.

Attraverso regali, cercava di conquistarsi un posto nelle grazie della figlia che ormai s'era chiusa in un silenzio malinconico, senza riuscirci. Un anno le aveva anche regalato un cagnolino, di cui poi in realtà si prese cura Sam. Non era una vera figura di riferimento per Cris. Sin da piccola, dato il suo temperamento ostile e viziato, Marcus e Denise avevano deciso di mandarla in collegio e lei, dal canto suo non poteva aspirare ad una condizione migliore. Circondata da figli di papà, servita e riverita come una principessa. Nei suoi confronti Chris aveva maturato un sentimento unico, che non provava per nessun'altra persona: indifferenza. E sembrava che questo sentimento fosse ricambiato da Sam in modo evidente. Non si consideravano sorelle. Per Sam era solo un essere al pari di un animale domestico e per Chris, Sam era una coabitante della casa. Né più né meno. Semplici coinquiline. E a Denise ciò sembrava non importare molto. Iniziate le scuole i professori riscontrarono un caso particolare nei comportamenti di una ragazzina di soli dodici anni come Chris. Troppo introversa, con un'ottima testa e forse un po' troppo sveglia per la sua età. Denise si limitava, quando il lavoro lo permetteva, ad andare agli incontri con gli insegnanti e annuire. Sicuramente amava sua figlia, ma erano su due livelli di frequenza troppo diversi e questo magari la spaventava, oppure le faceva comodo lasciare la situazione invariata. Era questa l'idea che ormai la tredicenne Chirs sera fatta di Denise e le andava bene così. Dopotutto non invadeva i suoi spazi più del dovuto e s'era stabilita una certa quotidianità neutra da parte di entrambe. Tutto ciò che c'era da sapere Chris, lo aveva assimilato osservando le persone e i loro comportamenti. Faceva appello a quello che Marcus le aveva insegnato.

Un episodio degno di nota accadde nell'inverno dei suoi quattordici anni. Un bambino, ormai un giovane ragazzo abbastanza anonimo aveva preso a frequentare la biblioteca dove Chris era solita passare i pomeriggi sommersa da libri di qualunque genere. L'aveva notato più volte nei giorni precedenti senza dargli chissà quale importanza, ma quel pomeriggio era intento a prendere un libro da uno scaffale abbastanza alto appoggiato maldestramente ad una pericolosa scala. Quando cadde sommerso da una valanga di libri, qualcosa fece reagire Chris, che accorse ad aiutarlo. Quella fu la prima volta che lei conobbe il significato di amicizia.

Dimitri, quel ragazzo maldestro fu il primo amico della solitaria Chris. Passando i pomeriggi in quella biblioteca che si era trasformata in un luogo abbastanza confortevole, a piccoli passi, chiedendo il permesso, quel ragazzo timido e impacciato s'era creato un varco nell'impenetrabile cuore di quella ragazza. Gli appuntamenti sporadici in biblioteca divennero sempre più frequenti, tanto da manifestarsi anche al di fuori, prendendo forma poi in cinema, uscite e shopping. Chris aveva finalmente trovato qualcuno con cui parlare. Qualcuno che apprezzasse il suo modo di fare, la sua compagnia. Rimase sconvolta quando il padre di Dimitri venne a scoprire della sua omosessualità, spedendolo senza riserve in un'accademia militare in Europa. Il loro legame così forte e profondo fu spezzato da un distacco obbligato. Discriminazione. Chris aveva imparato a stare alla larga da quel sentimento così distruttivo che le aveva portato via l'unico vero amico mai avuto. Anche la sua famiglia da quel che aveva capito era tradizionalista e sperava che non mi fosse in loro nascosto il germe della rigidità che aveva fatto partire Dimitri. L'inizio delle superiori segnò una fase decisiva nella vita della ormai quasi adulta Chris. L'indipendenza latente insita in lei dopo la morte di Marcus non aveva fatto altro che crescere con la quasi totale indifferenza della figura materna e la totale assenza di sua sorella. Si trovò a dover fronteggiare da sola e completamente spaesata le abitudini e i vizi di ragazzi anche molto più grandi di lei. In modo ingenuo ed infantile si era avvicinata al sesso grazie al suo amico Dimitri, inteso come un andare d'accordo, trovare simpatica, confidarsi con una persona del suo stesso sesso, ma parlando di quello pratico non ne aveva mai avuto una conoscenza che illusoria. Convinta di dover dare finalmente una svolta alla sua vita in occasione dell'inizio delle scuole superiori aveva deciso di prender parte ad una festa. Denise risultò entusiasta e propositiva più del dovuto e non creò problemi a sua figlia per partecipare.

Situata in un locale affollato, una festa che Chris pensava calma e occasione per fare conoscenze si era rivelata in realtà un groviglio di corpi intrecciati appestati d'alcool e fumo.

Fu Geremy a parlarle per primo. Un ragazzo del terzo anno di cui aveva già sentito parlare per la sua fama di “bello e impossibile”, conteso dalle ragazze di altre scuole anche per il gran successo che aveva.

L'invitò a bere qualcosa e lasciandosi prendere d emozioni mai provate prima, come intrigo ed eccitazione, lo seguì senza indugi. Il bruciore dell'alcool nel suo corpo la nauseava a tal punto da farle pensare di tornare a casa, se non fosse stato un po' per Geremy e un po' per la condizione di euforia in cui si trovava. L'aveva poi invitata a ballare e senza troppe pretese lei aveva accettato. Capì cosa c'era di così irresistibile in quel ballo: malizia, leggerezza. Sentiva le mani di Geremy accarezzarla e il suo corpo inviarle segnali mai conosciuti del tutto piacevoli. Cosa c'era oltre? Il suo corpo voleva svelar quell'arcano mistero e Geremy la voleva con lo sguardo. Richiamava i suoi occhi in modo seducente, forse troppo per una novellina alle prime armi. Le prese la mano per portarla in un angolino del locale abbastanza discreto, avvolto nella penombra e iniziò a puntare alle sue labbra. Qualcosa non stava andando nel verso giusto. Il suo corpo chiedeva di rimanere la sua testa continuava a metterla in guardia mandando degli impulsi tutt'altro che piacevoli. Confusione per la prima volta provò anche questa sensazione. D'un tratto tutto le sembrò così viscido e sporco. Geremy, un serpente vestito da pecorella, no quello non le piaceva. Scappò via, chiudendo ancora una volta la porta del passato. La sua mente era fatta di compartimenti stagni. Piccole casseforti dove nessuno poteva guardare, lasciando così che Chris si tenesse tutto dentro. Custodito gelosamente, senza mostrare mai nulla, l'unica persona di cui temeva il giudizio era Marcus. Lei sapeva che lui vedeva tutto e non avrebbe mai voluto deluderlo. Non ancora. Lo aveva forse fatto andando alla quella festa? Cercando contatto fisico con Geremy? Era andata via in tempo ma si sentiva dannatamente in colpa. Ecco da dove nasce la sua totale avversione al sesso, ecco come Chris si isola nuovamente. Nell'estate dei suoi sedici anni, Denise le annuncia la sua volontà di trasferirsi in un altro stato per un'offerta di lavoro molto importante. Sam reduce ormai da anni di collegio si è trasferita a Dallas in una grandissima casa che può ospitare benissimo anche Chris. Abbandonare Shelbyville? Abbandonare la casa nel bosco? Abbandonare la biblioteca e il bar di Dimitry? Andare a vivere in un'altra città con Sam, una sorella praticamente inesistente che Chris nemmeno conosce? Convivere con lei per anni? Abbandonare la scuola probabilmente era l'unica cosa che a Chris non pesava. Ecco una nuova emozione. Anzi, un mix di emozioni che Chris incontra per la prima volta: paura, sorpresa. Imprevisto.

   
 
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