Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Mika    03/04/2013    2 recensioni
La guerra contro Hades è finita da tre anni ormai, ma per il santo di Andromeda non sembra esserci pace, il dolore continua a far parte della sua vita. Riuscirà Shun a ritrovare la serenità? Forse tornando dalle persone care e guardando il viso della figlioletta.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Ophiuchus Shaina, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Satoshi.
 
Il sonno che sopraggiunge non è quello tranquillo e sereno dei bambini, come quello di Aiko, ma è un sonno agitato, e tuttavia è sempre meglio di niente. Sempre meglio delle lunghe veglie notturne che faccio da un mese a questa parte. Mi  sembra di essermi addormentato da poco quando sento qualcuno entrare come un tornado nella camera e gridare..
- Buongiorno, Ikki !! -
La voce allegra e squillante di Hyoga. Incredibile come a volte somigli così tanto a Seiya nei modi di fare. Mi scopro dalle coperte, tanto lui a già tirato le tende.
- Lo svegli sempre così mio fratello? -
Gli domando con uno sbadiglio e mettendomi seduto sul letto.
- Shun! Ma che ci fai qui?-
Mi siedo lasciando penzolare i piedi dal letto e mi passo una mano fra i capelli.
- Ikki mi ha ceduto la stanza per stanotte, voleva che dormissi.-
Mio fratello si siede accanto a me, passandosi una mano sulla nuca
- Scusa, non volevo svegliarti-
- Non importa.-
Lui punta su di me i suoi occhi azzurro cielo, così sereni ma capaci di leggerti dentro.
- Hai pianto.-
Non è una domanda, è un affermazione, sicura come può esserla solo quella di un fratello, di una persona che ti conosce meglio di chiunque altro. Ma non lo so… porto una mano agli occhi e li sento umidi. Probabilmente devono essere anche rossi. Strano, prima di infilarmi sotto le coperte di Ikki mi sembrava di aver asciugato gli occhi.
- Io…non me n’ero accorto-
- Cos’è, mi prendi in giro?- chiede Hyoga accigliato
- No, probabilmente devo aver pianto nel sonno.-
E non ho bisogno nemmeno di tanta fantasia per capire cosa devo aver sognato…mia moglie, la mia bellissima e dolce June. Ormai posso vederla solo nei miei sogni.
- Shun…- inizia Hyoga, ma lascia cadere la frase.
Invece di continuare a parlare mi cinge in un abbraccio, forte e pieno di calore. Quasi sembra che non voglia lasciarmi andare più. Sono io che non vi lascerò andare mai più, fratellini miei.
- Ci siamo noi, Shun.-
L’abbraccio del mio biondo fratello sembra non dover finire mai
- Hyoga….mi stai soffocando- scherzo.
Lui si stacca da me, mi guarda e ride divertito.
- Scusa- mi dice guardandomi negli occhi.
Gli sorrido e scuoto la testa. Avevo bisogno di sentire il suo affetto.
- Torna a dormire.- mi dice dolcemente
- No, ormai sono sveglio. Vado a controllare Aiko.-
Rispondo mentre apro la porta ed esco. Hyoga mi segue  per qualche passo.
- Secondo te, è stato Ikki a far addormentare Aiko o il contrario?- scherza lui.
Poggio la mano sulla maniglia della mia camera e cerco di soffocare una risata per la sua battuta. Da quanto tempo non ridevo.
- D’accordo, io vado a farmi due passi.- mi dice serio Huoga- ci vediamo più tardi, Shun-
Annuisco, e apro delicatamente la porta. La scena che mi si presenta davanti è…tenera.
- Hyoga.- Richiamo mio fratello che  si è allontanato di qualche passo.
- Cosa c’è, Shun?-
Gli faccio segno con la mano di avvicinarsi
- La risposta alla tua domanda di poco fa  - e con un cenno della testa gli indico di guardare dentro.
Al centro della stanza, Aiko dorme a terra sopra a uno strato di cuscini  che Ikki deve aver usato a mo’ di materasso, accanto a lei, Ikki dorme sul nudo pavimento, e una grande coperta rosa avvolge entrambi.
- Aiko ha messo a dormire suo zio, direi- Scherza Hyoga.
Entrambi soffochiamo una risata, ma quella scena credo abbia intenerito entrambi. Tornare qui, in qualche modo, è la stata la scelta giusta.
- Io vado Shun- mi dice Hyoga mettendomi una mano sulla spalla. Annuisco e lo guardo andare via. 
Quando la porta della mia camera è di nuovo chiusa, torno a guardare le due ragioni della mia vita, sia Ikki che Aiko  hanno un aria così serena. Certo che anni fa non mi sarei mai sognato  che un giorno avrei assistito ad una scena simile. 
Mi avvicino delicatamente a mia figlia, la sollevo con cura e la adagio  nel suo lettino. Poi torno a guardare mio fratello, devo svegliarlo, non può continuare a dormire li per terra.
- Ikki.- lo chiamo, chinandomi accanto a lui e toccandogli un braccio. Lui si muove appena.
Distrutto completamente. Mi  vien da ridere: centinaia di avversari in passato non sono riusciti a ridurlo in  questo stato.
- Niisan- lo chiamo nuovamente come usavo fare un tempo.
Lentamente apre gli occhi.
- Shun…-
Si porta una mano al viso, stropicciandosi gi occhi.
- Buon giorno- gli dico
Lui d’un tratto si sveglia e si mette seduto.
- Aiko…-
Guarda accanto a se non trovandola.
- l’ho messa nel suo lettino. Dorme ancora.- rispondo mettendomi seduto sul letto e guardando mio fratello.
Lui scosta la coperta rosa da sopra di se, e cerca di svegliarsi completamente
- Che ore sono?- mi chiede
Guardo l’orologio sulla sveglia della scrivania
- Le sette e mezza.-  rispondo- da quanto stavi dormendo sul pavimento?- gli chiedo con un sorriso
- Non ne ho idea, Shun.-
Rido piano
- Lo trovi divertente, fratello?- chiede, anche lui leggermente divertito
- Scusami-
Lui si alza e si viene a sedere accanto a me.
- non hai dormito molto, vero, Shun?-
Mi volto a guardarlo.
- molto di più di quanto sono riuscito a fare nell’ultimo mese invece. Grazie-
- Di nulla.-
Veniamo “interrotti” dal mio stomaco che brontola. Arrossisco imbarazzato, poi mi rivolgo a lui mentre mi alzo.
- Vado a mettere qualcosa nello stomaco. Puoi guardare ancora un po’ la bambina?-
- Finalmente!! Temevo iniziassi lo sciopero della fame. – sorride- Vai pure. –
Ci scambiamo uno sguardo. Dopo essere stati lontani per così tanto tempo ora abbiamo bisogno entrambi di ‘cercarci’ fisicamente. E’ una novità per entrambi, soprattutto per Ikki, credo. Ma abbiamo tempo per recuperare tante cose. Sono tornato in Giappone, a casa. Ora non c’è altro posto dove vorrei essere. Scendo a fare colazione e porto dietro il necessario per preparare quella di Aiko. 
Mi accorgo di essere affamato, e mangio volentieri quello che c’è anche se cerco di non esagerare. Una volta finito di mangiare preparo il latte  per mia figlia, Quando ho finito torno in camera., dicendo a mio fratello che se vuole può andare a dormire. Ne ha bisogno: sbadiglia ogni due per tre.
Alla fine lo convinco  che sto bene e che non ho bisogno di riposare ulteriormente. Lo guardo mentre lascia la mia stanza. Penso a Hyoga e A Ikki a come devono essersi sentiti soli, qui a villa Kido con Seiya morto e Shiryu ed io lontani. Ma ora sono tornato, andrà meglio per tutti, credo.
Mi viene voglia di uscire a fare due passi, così dopo aver dato da mangiare ad Aiko  esco per fare una passeggiata, anche se è piuttosto presto Cammino lentamente spingendo  la carrozzina davanti a me, ringraziando il cielo che Villa Kido sia situata in periferia, fuori dal cuore di Tokyo, lontano dal caos e dal frastuono. Mentre cammino incontro donne con i propri figli, vecchiette che mi rivolgono uno  sorriso gentile, e qualche studente ritardatario. L’aria è frizzante, l’estate sta per  cedere  il posto all’autunno. L’Italia era bella ma non c’è paragone con il Giappone. Il mio Giappone. Qui tutto è più…calmo, rilassato. La gente, per fino gli studenti che ritardano, non vanno di fretta nel senso più stretto della parola, la gente  procede con calma verso le proprie mete. Una ragazza, poco più grande di me, probabilmente ha appena iniziato ad andare all’università, mi ha chiesto un ‘indicazione, e prima di ringraziarmi  ha rivolto uno sguardo a mia figlia, mi ha sorriso dicendo che è una bella bambina. La gente qui è più gentile, cordiale, dà importanza tanto alle grandi, quanto alle piccole cose.   Forse questo luogo, i miei fratelli, e la gente di qui riusciranno a lenire il mio dolore.
Senza rendermene conto sono arrivato davanti al cimitero. Un tuffo al cuore e il pensiero che corre a June. E’ un bene che l’abbia sepolta sull’isola di Andromeda, altrimenti credo che trascorrerei tutto il tempo sulla sua tomba. Se n’è andata da troppo poco tempo, e il dolore per la sua perdita è ancora forte, e troppo vivo ancora il ricordo di lei per pensare che mi abbia davvero lasciato. Che abbia lasciato Aiko. Ma qui, ho sepolto qualcun altro: Seiya. Senza pensarci due volte mi dirigo  verso la sua tomba, ma ci sono stato solo due volte prima della mia partenza , e faccio fatica a ritrovare il luogo dove  riposa., ma alla fine riesco a trovarla. Mi dispiace non aver pensato a prendere dei fiori, ma vedo che ce ne sono di freschi, rossi e gialli. Anche il resto è  pulito e in ordine, probabilmente i miei fratelli devono venire qui spesso, è evidente che non sono l’unico a sentirne la mancanza. Prendo mia figlia in braccio la cullo dolcemente mentre guardo la foto di Seiya. Ieri sera ho visto Aiko in braccio a Hyoga e Ikki, come avrei voluto vederla in braccio a te. Se potessi far avverare un desiderio sarebbe quello di riavere June e Seiya, ma lo so: nessuno dei due tornerà da me. Solo nei miei sogni li posso ancora vedere.  Mentre sono li, a contemplare  la foto di mio fratello sento dei rumori dietro di me, come dei passi di qualcuno che corre. Mi volto e vedo venire verso di me un bambino di circa due anni e mezzo, forse tre. Lo guardo e sento il cuore che per un attimo si ferma. Ha i capelli castano chiaro, leggermente tendenti al rosso come i miei ma spettinati e ribelli, ha grandi occhi nocciola e l’aria di un monello. Quegli occhi, quei capelli arruffati…non è possibile. Da dietro arriva una donna che lo chiama
- Satoshi quante volte ti ho detto che…- S’interrompe e guarda nella mia direzione.
I nostri sguardi s’incrociano, fisso la giovane donna che mi sta davanti. E’ alta,  come me, ha capelli biondo rame, grandi occhi verdi, snella, mi somiglia. Ha l’aria tremendamente familiare  ma non ricordo dove l’ho vista. Chi è?
- Shun- mormora
Mi conosce. Meraviglioso, peccato che io proprio non riesca a ricordare, deve capire dal mio sguardo attonito che non la riconosco. Sorride leggermente.
- Accidenti, cavaliere di Andromeda non riesci a riconoscermi senza la mia maschera da sacerdotessa guerriera? Un ‘Thunder Claw’ aiuterebbe?- Scherza gentile
In un attimo capisco.
- Shaina?.-
lei mi sorride gentile, poi lentamente fa qualche passo verso di me e, un po’ goffamente, mi abbraccia, stando attenta a non far del male alla piccola che ho ancora in braccio.
- E’ bello rivederti, Shun.-
Ricambio la stretta
- Anche per me.-
Ci separiamo, e lei guarda mia figlia.
Stavolta il suo sorriso è radioso.
- E’ un angelo. Complimenti.- 
- Grazie.-
Poi si fa più seria
- Mi dispiace per la tua perdita.-
Le sorrido debolmente
- sei gentile.-
Il bimbo in tanto si è messo a giocare con dei sassi  vicino alla tomba di Seiya, lui si volta e guarda Shaina.
- Mamma- la chiama.
Per poco non lascio cadere mia figlia. Mamma? Shaina è….
- Mamma?- Domando sorpreso.
- Si, Shun lui è Satoshi.-
Lo dice orgogliosa, e come se quell’informazione sul nome dovesse aiutarmi a capire tutto, ma non è così. Vedendo la mia espressione ancora sorpresa, lei si fa più seria.
- Non dirmi che i tuoi fratelli non ti hanno detto niente?-
Scuoto la testa.
- Oh cavoli. Non ci posso credere. E’ strano.-
Poi prende in braccio il bimbo.
- Andiamo via di qui, Shun. Devo raccontarti una storia.-
 
 
Siamo a casa sua, non abita lontano da villa Kido, ma è più vicina al mare. Aiko nella sala da pranzo attigua dorme serena nella carrozzina, mentre Satoshi, mio nipote,  gioca girando per la casa con vari giocattoli. Io e Shaina siamo seduti al tavolo della cucina uno di fronte all’altra, con un bicchiere di succo d’arancia fra le mani.
Shaina sospira.
- E così orai sai tutto, Shun.-
La storia che mi ha appena raccontato non è niente di straordinario, è solo una storia d’amore. Tre anni fa,  la notte prima della battaglia con Ade, Seiya incontrò Shaina per dirle quello che provava e per salutarla, e finirono per amarsi. Quella notte è stato concepito Satoshi. Ovviamente lei se ne accorse un mese dopo la morte di mio fratello. Decise quindi di raggiungere il Giappone, perché voleva far crescere qui suo figlio, perché l’uomo che ha tanto amato era giapponese. Ma quando arrivò qui io ero già in Italia con June.
Restiamo in silenzio per un po’, poi lei scuote la testa
- Mi sembra impossibile che i tuoi fratelli non ti abbiano detto nulla.-
- Forse non volevano farlo per telefono o per lettera. Sai certe cose sono meglio dette a voce. E sono arrivato solo ieri.. Probabilmente me ne avrebbero parlato con calma. Dubito che immaginassero che ci saremmo incontrati.-
Ridiamo alla mia ultima frase. Quante possibilità c’erano che io e Shaina potessimo incontrarci al cimitero il giorno dopo il mio arrivo qui.?
Smetto di ridere e guardo Satoshi mentre attraversa la cucina con un piccolo aereo in mano, per poi scomparire di nuovo nelle altre stanze: è il ritratto di Seiya, tranne che per il colore dei capelli che sono più simili a quelli di Shaina.
- Mi sorprende che tu non l’abbia chiamato Seiya-
Sospira, abbassa gli occhi e inizia a giocare con il bicchiere che tiene fra le mani.. Infine, lentamente, mi risponde.
- Ci avevo pensato, in realtà . Però una volta, scherzando, Seiya mi aveva detto che se avesse potuto dare un nome per un suo ipotetico figlio, gli piaceva il nome Satoshi. E allora l’ho chiamato così-
Sorride triste
- Non c’è bisogno che mio figlio porti il nome di suo padre per ricordarlo. Seiya è parte di me, lo sarà sempre.-
Annuisco. Capisco fin troppo bene quello che vuole dire. June per me è ancora viva. Vive nei miei ricordi, nell’amore che ancora provo per lei. E’ lo stesso vale per Shaina. Le persone che abbiamo amato non sono svanite dentro di noi solo perché la morte ce le ha portate via, e non possiamo più vederle. Inoltre Aiko e Satoshi sono li, davanti a noi , prove tangibili dell’amore verso quelle persone, il dono più bello che potessero lasciarci. I nostri figli ci ricorderanno per sempre delle persone che abbiamo amato e perduto.
Mi alzo lentamente dalla sedia.
- Vado a prendere Aiko di là e tolgo il disturbo.-
- Ma quale disturbo? Dopo tre anni sei più che il benvenuto Shun-
- Grazie, sei gentile. Ma devo andare: fra un po’ Aiko deve  mangiare.-
Lei annuisce, e io vado nell’altra stanza ma mi fermo sulla soglia a guardare la scena che mi si para davanti: Satoshi è salito su unna sedia e si è seduto sul piccolo tavolo rotondo della sala e guarda dentro la carrozzina di Aiko, una manina appoggiata sul bordo la fa dondolare dolcemente. Mi avvicino piano, non dico nulla. Lui, mi guarda e tutto serio mi dice:
- Si era svegliata ma io l’ho fatta dormire facendo così- mi spiega mostrandomi il segno del dondolare la carrozzina.
Gli sorrido e gli passo una mano fra i capelli.
- Che bravo. Fortuna che c’eri tu. Io di l’ha non l’avevo proprio vista.-
- Però non l’ho toccata. Mamma dice che i bambini piccoli non si toccano. Lo dice sempre quando andiamo al parco e vedo i bambini  piccoli.-
- Mi sembra una cosa giusta.- gli rispondo, poi mi avvicino a lui. – però se vuoi, puoi dare una carezza ad Aiko.-
- E non ti arrabbi?-
- No. Ti ho dato il permesso, non mi arrabbio piccolo.-
Lui sorride, illuminandosi tutto. Poi, lentamente poggia una manina sulla testina di mia figlia.
. che bello, sembra un peluche!- Esclama sentendo sotto la mano la tenera capigliatura rada della cuginetta. A stento riesco a soffocare una risata. Mio nipote mi piace già.
- Satoshi!-  lo riprende Shaina entrando.- Ma ti sembra una cosa da dire?- chiede anche lei divertita
- Ma è vero . Senti anche tu mamma.-
- Guarda che se ti comporti così tuo Zio Shun non ce la farà più vedere.- dice mentre ride
Lui mi guarda
- Tu sei lo zio Shun di cui parla Zio Ikki?-
Mamma mia, che impressione sentirmi chiamare Zio, e che impressione sentir chiamare Ikki zio. Dove sono i nemici che non più tardi di tre anni fa  si riferivano a noi con ‘Cavaliere’? Lontani nel tempo, grazie a Dio.
Annuisco.
- Na adesso te ne vai?- chiede lui un po’ triste.
- Si, vado a casa.-
- Ma lì, dall’altra parte del mondo?-
- No. Vado a Villa Kido, dove sta anche lo zio.-
- E ti fermi qui per sempre sempre?-
Annuisco.
- Tornerai a trovarmi?-
- Si, certo.-
- E posso ancora accarezzare lei?-
- Ma certo.-
Te la lascerò accarezzare ogni volta che vorrai, piccolo mio, mi ritrovo a pensare intenerito dalla interesse che Satoshi mostra verso la mia piccola.
Lui mi sorride e mi butta le braccia al collo.
- Evviva, grazie.-
 
Lo stringo un attimo a me. Tesoro mio, come ho potuto stare tre anni senza sapere che c’eri?
Dopo averlo messo giù gli arruffo un ultima volta iu capelli, poi prendo la carrozzina ed esco salutando Shaina e Satoshi.
Mentre percorro la strada per tornare a casa  la mia testa inizia a pensare senza che ne anche me ne renda conto pienamente, e mentre lancio uno sguardo alla mia bambina vengo colto improvvisamente da una specie di nostalgia e di dolore al  petto. Aiko…lei mi ha reso un uomo diverso. In passato ho combattuto molte battaglie, affrontato mille nemici, sentito nelle mia narici l’odore acre della morte  che la guerra porta con sé. Non ero contento di quello che facevo, e credo non fosse un segreto per nessuno. Ma lo facevo perché era il mio dovere, per essere al fianco dei miei fratelli e per salvare Lady Saori, la mia dea e difendere l’intera umanità.. Eppure, lo giuro, non mi sono mai sentito tanto forte come da quando è nata mia figlia. Per difenderla combatterei da solo contro tutti i nemici del mondo. Penso a Seiya, al mio fratellino,  e mi sembra ingiusto che non abbia potuto conoscere sui figlio. Dopo tante battaglie, sacrifici, aveva diritto a un po’ di felicità. Avrebbe amato quel bambino, lo so. Se le cose fossero andate diversamente, chissà, magari adesso mi  sarei  incamminato  verso villa Kido con Seiya al  mio fianco che teneva sulle spalle Satoshi., avremmo parlato, forse lui avrebbe tentato di consolarmi dalla mia perdita…avremmo vissuto insieme la nostra paternità. Ma il passato non si può cambiare e il presente è quello che è. 
Arrivo a villa Kido con ancora tutti questi pensieri nella testa. Sulla soglia di casa, con la porta aperta, ci sono ad attendermi Ikki e Hyoga. Scaccio questi pensieri,  sorrido e vado incontro ai miei fratelli. Questa sera parleremo di tante cose.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Ad anni di distanza posto il nuovo capitolo di questa storia. Ci sono stati eventi che mi hanno portata per molto tempo lontana dal pc, e seri problemi di salute. Inoltre non sempre sapevo bene cosa scrivere e come proseguire. Questo è il risultato del secondo capitolo.  Non so se è il meglio che potevo fare, ma nel complesso ne sono soddisfatta. Spero vi piaccia almeno un pochino.
Il prossimo capitolo dovrebbe essere l’ultimo. Non chiedetemi però quando arriverà perché non ne ho davvero idea. Posso solo chiedervi di attendere fiduciosi, e di continuare a sostenermi. Un grande abbraccio a tutti quelli che, con pazienza, sono  rimaste in attesa di questo capitolo. Ditemi che ne pensate.
A presto!
 
 
  
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