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Autore: Dama DeLupottis    03/04/2013    5 recensioni
Lui: Dario Camossi, 48 anni, chirurgo professionista con più di 1800 interventi alle spalle, freddo, superbo, diffidente, calcolatore, si fida solo di se stesso, crede esclusivamente ai fatti matematicamente dimostrabili e nel potere del denaro e del successo.
Lei: Anna Orievia, 20 anni, studentessa di ingegneria, solare, dolce, sognatrice, chiacchierona ma soprattutto testarda, crede nella forza dell’amore, nell’amicizia e che per tutti ci sia possibilità di redenzione.
E’ sempre vero che gli opposti si attraggono? La differenza d’età è notevole e quella del carattere ancora di più, questi due non hanno niente in comune, potranno mai andare d’accordo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Dario

Giungo al presunto indirizzo, mi faccio coraggio e suono il campanello: una donna sulla cinquantina si affaccia alla porta, e senza aprirmi il cancello mi urla a distanza:- Chi è lei? Che cosa vuole?-

Ecco e adesso che dico? Chi sono io? Un amico di sua figlia? Il suo chirurgo? Lo stronzo che l’ha ridotta in questo stato? – Ehm sono…-

- Dario!- esclama sorpresa Anna, giungendo alle spalle della mamma. Nel vederla il mio cuore accelera i battiti.

- E’ lui? Ma come osa venire qui? Che cosa vuole ancora da mia figlia?- urla guardandomi con disprezzo

- Voglio solo parlarle!- sposto lo sguardo su Anna:- Ti prego Anna…fammi entrare!-

Anna sospira e fa per aprirmi, ma la madre la blocca:-Ma sei pazza? Se vuole parlarti lo può fare anche da lì!-

Anna non le dà ascolto e mi apre il cancello: percorro il vialetto, mentre lei scende i cinque scalini bianchi, venendomi incontro. La madre non accenna ad andarsene, e devo dire che mi sento un po’ imbarazzato a parlare davanti ad una donna che è quasi mia coetanea.

Probabilmente Anna se ne rende conto e si rivolge a lei con tono infastidito:- Mamma ti spiace lasciarci soli?-

- E se ti volesse fare del male?- risponde apprensiva guardandomi male…di nuovo!

- Sono stata tre mesi in casa sua, se avesse voluto, lo avrebbe già fatto!- risponde stizzita, poi recuperando un po’ di calma dice:- Puoi andare, mi fido di lui!-

La madre sospira e poi sparisce, ovviamente non prima di avermi minacciato una terza volta con lo sguardo.

Anna mi fa camminare lungo una discesa, conducendomi nel piccolo giardino sul retro, aspettando che io mi decida a parlare, ma la verità è che non so cosa dire: mi ero preparato un discorso incisivo e perfetto in macchina, ma in questo momento non riuscivo a ricordare nemmeno un breve riassunto, tantomeno l’incipit.

- Allora? Smettila di guardarmi così! Lo sai che mi dà fastidio!- esclama Anna, accortasi del mio sguardo.

 È bellissima: semplice e fresca come sempre, nel suo tipico abbigliamento composto da jeans e felpa, con i capelli leggermente spettinati che le danno un tocco di selvaggio, e i suoi occhi… splendidi come ricordavo.

- Scusa! È che…mi sei mancata così tanto!-rispondo sinceramente

- Beh se sei venuto solo per dirmi questo…potevi anche risparmiarti questo viaggio!- esclama abbozzando un sorriso che mi dà il coraggio di continuare a sperare.

- No! Non sono qui solo per questo! Tu non hai idea dei giorni che ho passato! Sono successe tante di quelle cose…-

- Ad esempio?-

- Ho cacciato Isobel e Fabrizio, mi sono licenziato, sono corso da Roberta e ho seriamente pensato di lasciarti andare, poi sono stato riassunto da Schiaccianoci, che si è pure messo a farmi i complimenti, incredibile no?- aggiungo con sarcasmo:- Adesso però si starà maledicendo di avermi fatto tornare,  visto che l’ho piantato di nuovo, lasciando le visite a metà, per correre qui da te…-

- Non dovevi farlo!- esclama ritornando improvvisamente seria

- Sì invece! Natasha mi ha aperto gli occhi!-

- Natasha?- domanda corrugando un po’ le sopracciglia.

Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra proprio di scorgere un moto di gelosia nel suo comportamento, e la cosa non può farmi che piacere, anzi mi fa quasi sorridere.

- Sì, è una mia paziente, l’ho operata qualche giorno fa da un tumore. Sai cosa mi ha detto? Mi ha detto che ha lottato tutta la vita per ottenere una casa, un lavoro, una dignità, ma che alla fine ha trascurato la cosa più importante che aveva al mondo….suo figlio!-

- Scusa e io che c’entro?-

- C’entri perché tu sei la persona più importante nella mia vita, e mi sono reso conto che la vita è così breve per sprecarla a provare rancore, rabbia o tristezza in solitudine. Dovevo venire perché non volevo avere rimpianti, volevo essere certo di averti detto tutto quello che provavo, di aver fatto tutto il possibile per farti tornare, e dovevo farlo immediatamente perché per quanto ne so potrei anche morire domani…-

- Quindi sei qui per invitarmi al tuo funerale?- domanda con sarcasmo

- E’ una cosa seria Anna! Non sto scherzando!- rispondo privo di qualsiasi sorriso

- Da quando un dottore ha paura di morire?- sembra quasi voglia prendermi in giro.

- Tutti abbiamo paura di morire, ma soprattutto, quando abbiamo qualcosa da perdere…e io non voglio perderti Anna!- le prendo una mano, ma lei la tira subito via…

- Forse avresti dovuto capirlo un po’ prima! E non dirmi che non te n’eri accorto perché di segnali te ne ho mandati fin troppi!- ora è tornata in modalità “incazzatella”, ma in fondo, è quella che fra tutte preferisco, perché si limita a dirmi ciò che pensa, sinceramente, senza girarci troppo intorno, e senza indorare la pillola.

- Lo so! Sono stato un deficiente! Ma ti giuro….sono cambiato! Ora è tutto diverso! Non c’è più la mia famiglia tra i piedi, e anche il lavoro va alla grande!-

- Già! Il lavoro!- sottolinea l’ultima parola come per evidenziare che grande ostacolo sia.

Questa cosa è uno dei miei tasti dolenti, quindi non posso fare a meno di rispondergli indispettito:- Ora non cominciare anche tu a dire che vivo solo per quello, perché sai che non è vero, e inoltre quando mi hai conosciuto lo sapevi chi ero, e non ti dava fastidio, anzi, è stato proprio il mio lavoro a farci incontrare…e non fingere che questo ti dispiaccia, perché io so che quello che abbiamo passato insieme per te ha contato molto!-

- E per te?- domanda a bruciapelo, come se volesse cogliermi impreparato.

- Per me conta ancora, altrimenti non sarei qui!- non so cos’altro aggiungere, quindi cerco di cambiare discorso:- A proposito…ti ho portato questo!- frugo nella tasca del giubbino e gli porgo il suo burro cacao:- L’ho trovato ai piedi del comodino…-

Lei respinge la mia mano: - Puoi tenerlo, ne ho già comprato un altro!-

- Ma questo era il tuo preferito…-

- I gusti cambiano…- risponde come se volesse quasi ferirmi, ma se crede che sia così facile, non sa ancora chi ha davanti, e adesso tocca a me la prossima mossa! Voglio metterla in difficoltà…

- E questo? A che gusto è?- dico in modo seducente, prendendole il mento e avvicinando il mio naso alle sue labbra fino quasi a sfiorarle… annuso quel profumo, rischiando di perdermi dentro: - Camomilla! Ho indovinato?- domando a pochi centimetri dal suo viso. Lei non risponde, ma resta immobile a specchiarsi nei miei occhi. Non riesco a resistere e mi avvicino di più, ma quando le mie labbra arrivano a sfiorare le sue, le si volta dall’altra parte:- No!- sussurra, poi abbassando lo sguardo dice: - Ho baciato Massimo!-

- Che cosa?- non riesco a credere a ciò che ho appena sentito.

- Hai sentito bene!- dice tagliente, guardandomi negli occhi:- Ho baciato Massimo, il tuo migliore amico!-

Tutto ad un tratto tutte le cose nella mia mente cominciano a farsi più chiare: ecco spiegato il comportamento di Massimo, ecco perché era così strano e facilmente irritabile quando tiravo in ballo la loro amicizia. Lui, amico di entrambi…come aveva potuto farlo?

 Sento l’ennesima lama trafiggermi il cuore, e l’unica cosa che riesco a pronunciare, è una semplice domanda, alla quale però non so rispondere:- Perché?-

- Perché lo volevo!- risponde in fretta, quasi come se non volesse ascoltarsi

- Non è vero!-  Di questo ne sono sicuro: non aveva mai nascosto l’affetto che provava per lui, se avesse provato qualcosa di più se ne sarebbe vergognata, cosa che non ha mai fatto, specialmente quando ne parlava con me. Era quasi riuscita a convincermi a non essere geloso di lui!

- Sì invece! Lo volevo, e se non mi avesse respinta subito mi sarebbe anche piaciuto!- dice alzando un po’ la voce….ma quello che mi chiedo…..è se vuole convincere me o se stessa….

- Stai mentendo!- dico senza ombra di dubbio.

E’ palese, riconosco la bugia nei suoi occhi, ma non capisco il motivo: perché rovinare così il loro rapporto, gettandoci altro fango nonostante non sia necessario? Perché non dire semplicemente la verità?

- Lo vedi che ora ti faccio schifo? Lasciami stare Dario, è meglio!- conclude voltandomi le spalle, io la prendo per un braccio, costringendola a voltarsi e le dico con un tono misto fra il deluso e l’arrabbiato:- No Anna tu non mi fai schifo! In questo momento tu mi fai pena! Perché me lo dici adesso? A che gioco stai giocando? Vuoi farmi arrabbiare? Vuoi mettermi contro il mio migliore amico?- non riesco a fare a meno di strattonarla un poco, non posso negare di essere arrabbiato, soprattutto perché sentivo di aver perso l’unica persona di cui mi fidavo dopo anni e anni di solitudine. Non volevo perdere Massimo, ma conoscendomi… l’avrei fatto!

- Rispondi! Qual è il tuo scopo?- domando stringendola maggiormente

- Farti andare via!- risponde con dolore, mentre i suoi occhi diventano sempre più lucidi.

- Ah e credi che questo sia l’unico modo?- domando deluso e innervosito, lasciandola andare:-Pensi che non me ne andrei se tu me lo chiedessi?-

- D’accordo! Perdonami! Ora potresti andartene?- domanda abbassando lo sguardo, con la tristezza che si è ormai impossessata della sua voce

- No!-

- Lo vedi? Sei un bugiardo!- mi urla contro, e io la ripago con la stessa moneta:- No! Tu sei una bugiarda, perché usi il condizionale, perché non riesci a guardarmi negli occhi mentre me lo dici! Come posso crederti?-

- Vai via Dario!- urla spingendomi al petto con entrambe le mani

- Neanche ora ti credo!- ribatto mentre resisto ai suoi colpi di rabbia e di dolore

- Ti prego! Vattene!- dice con le lacrime agli occhi: -Perché devi insistere? Perché vuoi farmi del male? Lo sai che ti amo!- conclude facendo sciogliere il mio cuore.

La abbraccio stringendola con tutta la forza che ho in corpo: lei si lascia andare e piange, esternando finalmente tutto il dolore che nascondeva dentro.

- E’ proprio per questo che non me vado!- sussurro accarezzandole i capelli:- In passato ho sempre voluto proteggerti da me, ma ora sono più che deciso a salvarti da te stessa!- lei alza lo sguardo su di me, e io proseguo dicendo:-Non puoi negare a noi una possibilità! Te ne pentiresti in futuro! Passeresti intere giornate a chiederti come sarebbe stato, quando invece hai la possibilità di viverlo in prima persona, e poi tirarti indietro se non ti soddisfa appieno! Che hai da perdere? Ormai ci sei già dentro! Stai già soffrendo e molto, perché in fondo il tuo cuore vuole stare con me…perché non lo ascolti? Perché non mandi una buona volta a quel paese la logica, la ragione, e tutte le dannate congetture che ostacolano il nostro rapporto? Non volevi essere libera? Ora lo sei, e lo potresti essere ancora… osando, scavalcando i tuoi limiti, per abbatterne sempre di nuovi!-

- Bel discorso!- S’intromette sua madre che era da poco ricomparsa sulla scalinata:- Commovente! Ma con Anna non funziona, non è come tutte le altre che era abituato a frequentare!-

- Lo so benissimo!- rispondo convinto:- E proprio per questo sono venuto a suonare questo campanello! E verrei a suonarlo tutti i giorni se solo me ne desse il permesso, ma…- mi rivolgo verso Anna:-… preferirei di gran lunga svegliarmi la mattina e trovarmela accanto, per potermi perdere nei suoi occhi e nel suo sorriso…-

- Falso e scontato! Ha forse imparato a memoria un libro di frasi fatte?- mi domanda acida. Ecco da chi ha preso la figlia! Non sopporto neppure la madre!

- No! Sono un tipo piuttosto impegnato, il mio tempo libero lo dedico a ben altro!- detto questo mi rivolgo ad Anna un’ultima volta:- Allora, che ne dici?-

- Che ci devo pensare! Ho già fatto tanti sbagli…- dice in tono confuso e amareggiato

- Che sarà mai uno più? Hai solo vent’anni!-

- Già! Ha solo vent’anni! Ma non si vergogna?- s’intromette nuovamente colei che per amor di Anna sarei disposto ad avere perfino come suocera…

- In questo momento no! Perché so che ho fatto la cosa giusta!- mi avvicino ad Anna e con due dita le alzo il mento per poter annegare ancora un’ultima volta nei suoi occhi:- Ora me posso andare con il cuore in pace, sperando di rivederti ancora. La scelta è tua, e ti prometto che l’accetterò, dopo che tu ci abbia pensato bene! In ogni caso…sappi che ti amo, che ti amerò sempre e se in futuro cambierai idea, io sarò sempre pronto ad accoglierti fra le mie braccia…- le do un bacio sulla fronte e mi volto di spalle pronto ad andarmene.

- Aspetta! Che hai detto?- domanda meravigliata di ciò che ha appena sentito. Sono convinto che crede di esserselo sognato!

Sorrido e voltandomi ripeto ad alta voce: - Che ti amo!-

La sua bocca si socchiude per lo stupore:- Perché me lo dici solo adesso? Che cosa significa?-

- Significa che ti darei tutto quello che ho, senza limiti, senza regole… potrei perfino esaudire qualsiasi tuo desiderio!-  ora sarei felicissimo di far avverare ciò che mi aveva chiesto in spiaggia, il primo dell’anno…

- Mia figlia non si fa comprare!- frase nota, che dico spesso anche io!

- Non sto parlando di soldi signora!- esclamo sperando che Anna abbia colto il senso delle mie parole:-  Ah! E nemmeno della mia macchina naturalmente!-

 Anna sorride sinceramente e scuote la testa…. ora sì, sono davvero pronto a salutarla:- Ciao stellina, stammi bene!-


Pov. Anna

Dario si volta, questa volta per andarsene sul serio. E io resto lì, immobile a guardarlo, in bilico tra una decisione e l’altra. Non so cosa fare: non so ciò che è giusto, e quasi non so nemmeno ciò che voglio. Le parole di Dario mi hanno stupita, ma non è la prima volta che succede, che mi ammaglia con le sue frasi sdolcinate e poi alla fine resta sempre lo stesso. E questa volta, è davvero cambiato?

Attraversa la strada, dirigendosi verso la propria auto. Cambiato…davvero voglio che cambi? NO! Io mi sono innamorata di quel Dario… del suo caratteraccio, della sua impulsività…

In fondo… togliendo il figlio e l’ex moglie, Dario torna ad essere quello di cui mi ero innamorata mesi fa…

Nel vedere le luci della sua macchina che lampeggiano quando lui aziona il telecomando a distanza, sento una fitta allo stomaco. Mi sento male al pensiero che lui vada via e io resti qui di nuovo sola. Io lo amo! Non posso perderlo!

All’improvviso le mie gambe cominciano a muoversi da sole:- Dario aspetta!- attraverso la strada, fortunatamente deserta, lo raggiungo, ma prima di fare l’ultimo passo gli dico:- TI prego dimmi che non mi stai prendendo in giro! Dimmi che è questo ciò che provi veramente… che non sono soltanto una sfida!-

- Non ti sto prendendo in giro, non l’ho mai fatto! Io ti amo veram..-

Mi getto fra le sue braccia, senza dargli il tempo di finire la frase:- Portami con te allora! Ovunque andrai!- e detto questo lo bacio, assaporando il suo inconfondibile sapore di menta!

Quando finalmente decido di staccarmi da lui, noto che ha gli occhi lucidi: - Ehi, stai piangendo?- domando meravigliata

- E’ già la terza volta se t’interessa! E la colpa è solo tua!- esclama toccandosi il bordo degli occhi

- Beh è anche poco, rispetto a me!- rispondo un po’ piccata… dopotutto… io avevo anche perso il conto di tutte le volte che avevo pianto per lui!

- Ma le mie lacrime valgono il doppio perché non uscivano da almeno trent’anni!- si giustifica, rendendomi ancora più felice.

 Io sorrido e lo bacio ancora, per poi stringerlo forte… mi è mancato così tanto…il mio Dario!

Lui mi culla un po’ poi dice:- Dai vai a fare le valigie!-

- In realtà non le ho ancora disfatte! Chiamala speranza o soltanto pigrizia…- confesso semplicemente.

Entrambi ci mettiamo a ridere, poi raggiungo mia mamma, e comincio a radunare le mie cose, ovviamente non senza cominciare a discutere con lei. Ma alla fine anche lei si arrende, consapevole che quando decido una cosa è praticamente impossibile farmi cambiare idea. Ci lasciamo quindi in un rapporto a metà fra la guerriglia e la riappacificazione, insomma una guerra fredda in attesa di una pace definitiva! Tuttavia abbiamo raggiunto un accordo: ci sentiremo telefonicamente, all’incirca una volta al mese…. so che per voi potrà sembrare poco, ma era quasi un anno che non ci sentivamo più…ogni cosa a suo tempo! Non voglio essere soffocata all’improvviso!

Salgo sulla macchina di Dario e ci mettiamo in viaggio verso casa. Io sono troppo stanca per parlare, e lui rispetta il mio silenzio, avendo già ottenuto quello che voleva. Mi accomodo sul sedile, e finalmente mi addormento serena, senza nessun turbamento, senza strani pensieri. Dopo giorni… ho finalmente ritrovato un po’ della pace di cui avevo tanto bisogno, e la cosa più assurda, è che alla fine per star bene avevo ancora bisogno di lui, non c’era niente da fare ormai!

- Amore, siamo a casa!- mi sussurra all’orecchio.

- Di già?- domando mentre lentamente apro gli occhi e sorrido trovandomi davanti la parete del garage di Dario, che per quanto brutta sia, sa tanto di casa…. quella casa che mi è mancata terribilmente!

- Sì! Sai pensavo che durante il viaggio ci saremmo lasciati andare in una conversazione più articolata, dato che questi giorni non devono essere stati facili per entrambi… ma a quanto pare…mi sbagliavo!-

 Da quando uno taciturno come lui preferiva parlare? Pensavo quasi di avergli fatto un piacere!

- Mhh scusa! Ero stanchissima!- dico stiracchiandomi:- Non dormivo così bene da giorni!-

- Sono così tedioso?- borbotta fingendosi offeso

- Beh quando vuoi sai esserlo! Ma in questo caso, mi hai solo dato la tranquillità di cui avevo tanto bisogno…-

- Va beh! Farò finta che sia un complimento! – conclude scendendo dall’auto

- Guarda che lo era! E poi parli tu che mi dici che non te ne può fregare di meno se mi vesto sexy o resto in pigiama!- lui sorride, ma fa a meno di rispondere e comincia a scaricare dal baule le mie valige, portandole in ascensore.

Durante la “salita” nessuno osa dire qualcosa…e se volete, io mi giustifico ricordandovi che ho troppa paura degli ascensori per riuscire a pensare razionalmente!

 Entriamo in casa, dirigendoci direttamente in camera sua per portare la mia roba, ma nel momento in cui mi tolgo il giubbino e lo vedo togliersi la giacca e il maglione, sento nascere dentro di me il desiderio di stringerlo forte, come per accertarmi di averlo ancora realmente al mio fianco.

- Allora….cominciamo a disfare i tuoi bagagli?- dice spostandosi all’indietro un ciuffo ribelle che gli era caduto sulla fronte

- Aspetta…c’è tempo!- esclamo con malizia prima di intrecciare le mie mani nei suoi capelli e baciarlo come non avevo osato fare in strada davanti agli occhi di mia mamma.

Lo faccio cadere all’indietro sul materasso e comincio a sbottonargli i primi due bottoni della camicia, ma lui non mi lascia finire, rotolando al fine di invertire le posizioni. 

Mi bacia nuovamente con passione, e poco dopo la sua mano abbandona i miei capelli per giungere alla cerniera della mia felpa, tirandola giù completamente.

La sua mano si è appena insinuata sotto mia maglia, e sta accarezzando la mia pancia, facendomi quasi il solletico, quando all’improvviso la suoneria del suo cellulare distrugge l’atmosfera che si era venuta a creare.

- Lascialo suonare!- esclamo io con una nota di supplica.

- Non posso! E’ quello del lavoro!- dice mentre si siede accanto a me frugando nella sua giacca.

Sarei tentata di arrabbiarmi, di dire “come al solito” , poi però penso “e se fosse un’emergenza? Non me lo perdonerei mai!”

Legge lo schermo ed esclama:- Cazzo è New York!- poi risponde, cominciando a parlare in un perfetto inglese, con tanto di accento…

All’improvviso mi viene in mente un’idea, perfida certo, ma non riesco a desistere dal metterla in pratica. Dario è seduto sul letto, talmente preso a parlare che non oppone resistenza quando lo faccio distendere. Si accorge dell’errore solo quando mi metto a cavalcioni su di lui: cerca di sedersi, ma poi capisce che ormai è troppo tardi e finirebbe solo per peggiorare le cose, così decide di fare l’indifferente, e continua a parlare mentre fa di tutto per non guardare le mie mani che stanno finendo di sbottonare la sua camicia.

Quando finalmente mi trovo il suo petto nudo davanti, comincio ad accarezzarlo con le mani, mentre le mie labbra si dedicano al suo collo, e all’incavo formato dalla sua clavicola. Lui cerca di ignorarmi, anche se si nota la sua palese difficoltà: il suo inglese sta diventando meno fluido…e anche l’accento comincia a risentirne… è come se non riuscisse più a ragionare a mente lucida, e la cosa m’incita ancora di più a continuare!
Successivamente mi tolgo la felpa, per essere più libera nei movimenti e mi abbasso fino a raggiungere il suo petto, cominciando a baciarlo e a mordicchiarlo nei punti che solitamente sono più sensibili. Dario comincia a respirare più affannosamente, sento crescere il suo desiderio sotto di me, mentre cerca invano di allontanarmi con la mano libera, e quando alzo lo sguardo verso di lui, mi sussurra in tono supplichevole:- Ferma!-

Io sorrido maliziosamente, in questo momento mi sento più perfida che mai, e quindi proseguo con la mia tortura sempre più in basso fino a sbottonargli i jeans, quando sento Dario dire:- Yes…I…I understand! Sorry but…I…haven’t finished my shift yet…- finendo quindi per congedarsi al più presto con il tipo.

Quando chiude il cellulare si lascia andare sul materasso con un sospiro aprendo le braccia, io sorridendo gli domando:- Non hai ancora finito il turno?-

- Sei una stronza!- mi dice prendendomi per un fianco e ribaltando le posizioni: - Hai idea della figura di merda che mi hai fatto fare con il direttore di una delle più prestigiose scuole degli Stati Uniti?-

- Ma dai! Non ci avrà neanche fatto caso!-

- Questo lo dici tu!- esclama sollevandomi la maglia fino a togliermela del tutto.

Si libera definitivamente della sua camicia e poi comincia a baciare la pelle al di sopra del mio reggiseno di pizzo nero, mentre la sua mano comincia a percorrere le mie curve.

Dei brividi s’impossessano di me, brividi che forse sono dovuti un po’ al freddo, un po’ all’eccitazione, e un po’ alla paura. Già paura: non di quello che stava per succedere, ma del fatto che non ero stata sincera, o meglio, che avevo tralasciato quello che lui non avrebbe chiamato un semplice dettaglio, e di cui in ogni caso si sarebbe accorto comunque.

Quando le sue mani si avvicinano al gancetto del reggiseno lo blocco:- Aspetta!-

Dario si solleva e mi fissa preoccupato:- Amore, cos’hai?-

- Io…- prendo un respiro profondo, preparandomi ad una sua reazione sicuramente esagerata:- Io sono ancora vergine!-

- Lo so!- si limita a rispondere sorridendo

- Lo sai?- domando sorpresa cominciando a maledire l’unico che avrebbe potuto parlare in proposito.

- Sì lo so!- si mette a fianco a me appoggiandosi sul gomito:- E sono disposto ad aspettare….tutto il tempo che vorrai!- dice arrotolando una ciocca dei miei capelli attorno alle sue dita

- Non è questo! Io non voglio più aspettare!-

- D’accordo! Qualsiasi tuo desiderio… - risponde suadente prima di tornare su di me

- Però non so che fare!- lo interrompo di nuovo in preda all’ansia

- Ma stai tranquilla! Non stai mica dando un esame! E’ una cosa che viene naturale!- cerca invano di tranquillizzarmi, o di farmi ridere, ma con scarso risultato.

- Forse a te o alle altre donne che hai avuto!- già le altre donne: sicuramente più estroverse, più sexy e più esperte di me. Che cosa brutta dover competere con coloro che ti hanno preceduto!

Lui sospira esasperato, ritornando con la schiena sul materasso. Allora io dico mortificata:- Scusa! Ho rovinato tutto!-

- Ormai ci sono abituato!-

- No aspetta!- esclamo indispettita:- Ti ricordo che la prima volta sei stato tu a fermarmi!-

- Ok! E allora?-

- E allora basta! Andiamo a cena! Ormai si è rovinata l’atmosfera!-

Mi alzo e mi rivesto, e anche lui fa lo stesso, lasciandosi però la camicia completamente sbottonata, tanto per farmi pentire di quello che ho perso.


Ciaoo ragazze! innanzitutto scusatemi se ho dovuto dividere il capitolo...ma come potete immaginare mi dilungo sempre un pò troppo, e non volevo sacrificare qualche parte diciamo..."importante"! in ogni caso la seconda parte (l'ultima lo giuro! XD) dovrebbe arrivare domani... o al massimo domenica sera! intanto cosa ne pensate di questa prima parte? scontata vero? sdolcinata ed irreale, lo so...ma lo ripeto: lasciatemi sognare almeno qui! XD

PS. Che ne direste se io facessi un seguito di questa storia? cioè...mantenendo i personaggi principali, e inserendone di nuovi? fatemi sapere cosa ne pensate please! =) ciao ciao e a presto!
  
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