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Autore: RoloChan105    04/04/2013    8 recensioni
Trafalgar Law era tante cose.
Enigmatico, misterioso, impenetrabile. Scaltro, elegante e soprattutto sadico.
Sadico nel vero senso della parola.
Ne ero fermamente convinta anche se non lo avevo mai visto all'opera, ma il suo essere, la sua energia, mi diceva che lo era terribilmente.
E la cosa spaventosa e che, lo sapevo, gli piaceva.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Trafalgar Law era tante cose.

Enigmatico, misterioso, impenetrabile. Scaltro, elegante e soprattutto sadico.

Sadico nel vero senso della parola.

Ne ero fermamente convinta anche se non lo avevo mai visto all'opera, ma il suo essere, la sua energia, mi diceva che lo era terribilmente.

E la cosa spaventosa e che, lo sapevo, gli piaceva.

Sadico anche nel suo modo di porsi, perchè mi stava facendo letteralmente impazzire.

Avevo la sua mano stretta al polso; il bracciale di Nojiko premeva forte contro la mia pelle.

I suoi occhi color ghiaccio mi scansionavano con fare attento, calcolatore, come a voler valutare cosa effettivamente, stavo facendo.

Ero innocente. Puramente innocente e la prova, era racchiusa nella mia mano.

Stringevo con stizza il morbido plaid che di solito veniva usato per la vedetta. Non era caldo fuori e anche un ospite del suo calibro si meritava una misera coperta.

-Sei la navigatrice-Parlò dopo quelli che mi parvero minuti. La presa al mio polso però, era ancora ferrea.

-Chi credevi che fossi?-Risposi a tono costringendomi ad un minimo di autocontrollo.

-Niente-Rispose subito dopo abbassando lo sguardo sulla coperta. Sbuffai e strattonai il braccio.

-Non ho coltelli, puoi starne certo, solo questa-Alzai la mano facendo mostra della colorata coperta color azzurro pallido. Era calda e morbida, confortevole per le notti fredde.

-Non ne ho bisogno-Mi liberò sgranchendosi le spalle per poi tornare con la schiena contro il muro. Odioso.

-Fa freddo-Esposi la temperatura. Il suoi occhi tornarono contro i miei e nuovamente, mi analizzò. Questa volta però, non in modo duro, ma tranquillo.

-Hai freddo tu perchè magari, sei solo in pantaloncini e canotta...- Fermai il mio respiro e mi fissai a mia volta.

Aveva ragione.

-E allora?-Alzai in alto un sopracciglio, irritata per la sua analisi-Problemi?- Non me l'aspettai, ma il suo volto produsse un sorriso. No. Più specificatamente un ghigno...derisorio.

-Se non ne hai tu, perchè dovrei?-Si mise a braccia conserte-Evidentemente sei abituata ad indossare abiti succinti anche di fronte ad uno sconosciuto.-

Questa poi...mi stava dando della sgualdrina? Il mio volto si colorò di rosso e digrignai i denti. Mi alzai facendo leva sulle ginocchia e gli lanciai la coperta in pieno volto.

-Non dovevo provare compassione per un cafone come te Torao-

-Nessuno te lo ha chiesto- Il mio sguardo era ostile. Se fosse stato un altro uomo lo avrei fulminato all'istante. Ma quel medico era un alleato prezioso di Rufy. Lui si fidava, l'aveva salvato, non potevo ammazzare una persona di cui Rufy ne era debitrice.

Storsi il naso e gli voltai le spalle andando a passi svelti verso la cucina.

-Siamo nervose signorina?-La voce fastidiosa di Ceaser mi fece fermare-Che bel completino, shulololo...-Rise di gusto immobilizzato dalle catene.

La mia pazienza era scarsa quella sera, molto scarsa.

Mi avvicinai a lui a gambe divaricate e gli ringhiai, scaricando su di lui la mia furia omicida.

-Attento a ciò che dici, altrimenti dal tuo Mingo non ci arriverai domani- L'uomo però non sembrava molto colpito dalle mie minacce.-Potrei anche pensare di buttarti in mare...-Ecco, questo lo fece preoccupare.

-Il signorino ammazzerà te e i tuoi amici come cani-

-SE NON FAI SILENZIO AMMAZZERò TE CON LE MIE MANI- Intimorito dal pugno che con rabbia gli avevo mostrato, tornò immerso nel silenzio.

Bene.

Almeno a qualcuno incutevo un certo timore.

Prendendo un grosso respiro, mi avvicinai finalmente alla cucina e aprii la porta.

Era pulita e un ottimo odore di limone veleggiava nell'aria. Sorrisi; Sanji come suo solito aveva fatto un ottimo lavoro.

Andai diretta verso il frigo nel cercare una bella bottiglia di Rhum.

Saettai con lo sguardo tra i vari ripiani, ma niente. Richiusi e mi abbassai a terra per cercare sotto la penisola, alcune bottiglie.

Trovai le confezioni vuote e un biglietto. Tornai eretta con la schiena e lo lessi:“Ti ho battuto sul tempo strega”.

Maledetto Zoro.

Reprimendo il forte impulso di andare a svegliarlo e massacrarlo di botte, aprii le ante della credenza per cercare qualcosa di alternativo.

Il Thè era quasi finito, ma in compenso, una bella scatola di cioccolata in polvere era nuova e gustosa. Mi accessoriai di pentolini e seguendo i passaggi, misi la cioccolata a bollire. Con il mestolo, giravo il contenuto che da bianco, diventava pian piano color nocciola.

Mi leccai le labbra al solo pensarla sciogliersi in bocca.

-Mi piace con molto zucchero- Urlai di spavento quando alle mie spalle sbucò il medico.

Gli lanciai un pugno in pieno volto facendolo cadere a terra.

-Dannata ragazza...-Mi maledì mentre con entrambe le mani si teneva il naso.

-SEI IDIOTA O COSA!?-Mi portai una mano al petto per calmare i battiti del mio povero cuore.-Mi vuoi far morire di spavento?- Ignorando la mia domanda, con facilità si tirò su a sedere. Raccolse da terra il cappello e con un gesto elegante, lo gettò sopra al tavolo.

-Sei fortunata che sono di buon umore-Mormorò passandosi il dorso della mano contro il naso. Una lieve scia rossa macchiò il tatuaggio.-E un membro della ciurma del cappellaio-Sottolineò la cosa più importante-Altrimenti ti avrei ucciso all'istante-

-Te lo sei meritato-Ribattei portandomi le mani ai fianchi.-Mi hai fatto prendere un colpo, potevo morire!-

-A me sembri parecchio resistente-Ribattè incrociando di nuovo le braccia e appoggiandosi contro la credenza.

-No-Lo corressi-Sono una fragile fanciulla, nonché bellissima- Lo fissai con sospetto-La cioccolata è solo per me- Puntualizzai tornando a girare il cioccolato. Un sonoro “tzè” raggiunse le mie orecchie. Aveva voglia di ribattere quel maledetto.

-Hai preparato le dosi per due persone...-Alzò il volto verso il mio e il suo sorriso di sfida mi mise a disagio.-Hai idea di quante calorie contenga?-

Un enorme macigno cadde sulla mia testa. Dannato...cosa era? Un nutrizionista?

-Bhe-Alzai le spalle non voltandomi-Potrei anche concederti un goccio della mia buonissima cioccolata ma...-Sorrisi sentendolo a sua volta sbuffare.

-Ma?-

-Ti costerà cara-Avvicinai il palmo al suo volto attendendo il pagamento-Diecimila Berry-Era un prezzo oltremodo giusto.-Più gli interessi-Gli interessi per avermi dato della scostumata.

-Fufufu....-Era il suono di una risata?-Signorina, lei sta scherzando col fuoco-Si mosse imprigionandomi contro i fornelli. Le sue mani intrappolavano il mio corpo e il suo volto, si avvicinò terribilmente al mio orecchio.-Facciamo che me la devi per la botta al naso- Non era una proposta, era un ordine.

Purtroppo per lui, non ero la donnina impaurita di anni prima. Voltai la testa in modo da poterlo inquadrare nella mia visuale e sporsi le labbra imbronciata.

-Mi hai trattato malissimo-Gli feci presente-Il prezzo sale a Ventimila- Un altra risata mi smosse i capelli.

-Sei tenace-Ammise afferrandomi una ciocca di capelli. La rigirò tra le dita constatando forse, se erano il mio colore naturale.

-Lo so-

-E sei una ladra-

-So anche questo-Risposi fiera spegnendo il gas quando la cioccolata divenne cremosa.

-Ma io, sono un ladro migliore di te-Mi avvertì. Il suo tono di voce mutò. Era calda, bassa, roca. Rabbrividì per quel suono, quasi simile alle fusa di un gatto.

-Questo è da vedersi-Lo sfidai. Mi sfiorò il lobo con le labbra quando tornò vicino al mio orecchio.

-Questa notte, ti porterò via qualcosa di cui, non puoi farne a meno- Rimasi immobile corrucciando le sopracciglia.

-HEY-Mi liberai dalla sua morsa-Che non si tratti di denaro!- La sua risata nuovamente mi fece fermare. Aveva un bel volto, senza cappello lo potevo finalmente ammirare.

Aveva dei profondi occhi azzurri, capelli fini e corvini, un pizzetto e delle basette tanto strane quanto sensuali. Mi soffermai sull'ultima parola che avevo usato per definirlo: sensuale.

Oh si, Trafalgar Law era semplicemente e tremendamente sexy. Non potevo nasconderlo e nemmeno mi sarei corretta.

La sua bellezza era autentica, i tatuaggi poi, risaltavano la sua personalità così strana e misteriosa.

Era uno dei pochi uomini a cui avevo visto usare il cervello.

-Niente denaro Rossa- Sospirai di sollievo.

-Non rossa-Rettificai per lui-Nami- Mi alzai sulle punte prendendo una tazza qualsiasi per lui.

-Nami-Il suono della sua voce che mormorava il mio nome mi fece mancare il respiro. L'aveva fatto di proposito?-Ti si addice-Annuì mettendosi a sedere.

-Il tuo è parecchio strano-Ammisi versando il contenuto nelle rispettive tazze.

-Però mi piace.- Gli si addiceva. Law...significava “legge”? Dettava ordini a destra e a manca e se non venivano eseguite, erano botte. Perfino Mingo aveva seguito le sue “leggi”.

Gli porsi la tazza per poi, allontanarla immediatamente. Non mi fidavo.

-Questa sfida?- Un altro sorriso mi fece perdere un ulteriore battito.

-La stiamo già affrontando-Poggiò le dita sopra le mie. Sgranai gli occhi quando entrai in contatto con lui. Una potente scarica elettrica mi immobilizzò.

Impotente, osservai la tazza che cadeva a terra appena la mia presa si era fatta molle.

-ROOM- Una sfera circondò l'oggetto fermando la sua corsa. Le sue dita eleganti che portavano il nome di “morte”, l'afferrarono salvandola dal disastro. L'appoggiò al centro del tavolo e con un sorriso malandrino, richiuse la mano, facendo svanire il proprio potere.

Uao.

-Comodo-Parlai ad alta voce prendendo la mia tazza e il contenitore dello zucchero.

-Molto comodo per quando opero- Mi ricordai solo in quel momento che era un dottore. Un chirurgo. Con quel potere, non faticavo a credere che si divertiva come un pazzo. L'avevo visto anni prima all'arcipelago e il suo modo di combattere mi aveva affascinata.

Kidd invece, mi dava l'idea di una ferramenta.

Presi in mano il cucchiaio e mi versai nel bicchiere due zollette di zucchero. Trafalgar abbondò con tre che prese a far sciogliere girando con il cucchiaio.

-Chopper è un bravo medico-Mi rivelò poco dopo. Ghignai; non era bravo, era il migliore.

-Il migliore che io conosca-Ripetei fermamente convinta.

-Io non sono da meno-Gli sventolai una mano davanti gli occhi.

-Sarai pure bravino ma sei un gran cafone-La mia affermazione causò un altro sensuale ghigno sul suo bel volto.

-Dovresti provarmi Rossa-Il mio nome non gli entrava in testa o cosa?

-E come dovrei scusa?- Mi portai la tazza alle labbra iniziando ad assaggiarla.

-Hai fatto una visita ginecologica di recente?-Mi scottai.

-COSA!?-Arrossì come una bambina, le labbra brucianti e sporche di cioccolato.

-La renna non le fa?-Veramente non gliele avevo mai chieste.

-Non ho problemi-

-Come fai a saperlo?- Mi leccai le labbra e lo fissai furente.

-Lo so e basta!-Presi un fazzoletto-Non mi farò certo controllare da te!-

-L'offerta quando vuoi, è sempre valida-Mi avvertì soffiando cauto la tazza. Che modi professionali...non avrei però cambiato dottore.

-Sto benissimo-Sbuffai allontanando il fumo e bevendo un sorso.

-Per gli occhi?- Mi fermai. Alzai il volto sbigottita e lo trovai a fissarmi.

-Che centrano adesso?-Mormorai a disagio.

-Ho letto il fascicolo del piccolo medico-Rimasi a bocca aperta-Hai spesso giramenti di testa...-Un sorriso sghembo mi fece rabbrividire-Oltre ad aver avuto uno sviluppo rapido ai piani alti, la tua “crescita” ormai è conclusa. Il tuo mestruo è regolare e posso solo immaginare che quei giramenti siano dovuti a-Non gli feci terminare la frase che gli ficcai a forza il cappello in testa.

-CHI TI HA DETTO DI LEGGERE I MIEI DATI!- Mi sentivo come spogliata. COME DIAVOLO SI PERMETTEVA?! Era un medico, ma sempre un pirata, un uomo di cui non mi fidavo, uno sconosciuto.

-Mi annoiavo-Si giustificò tornando eretto con la schiena e scrollando le spalle.-Se dal piccolo medico ti vergogni, posso controllarti la vista.- Ecco. Quello era un enorme problema.

Abbassai il volto e mi morsi le labbra.

Nel mio lavoro la vista era importante. Come avrei fatto a disegnare le mie cartine? E se un giorno fossi diventata cieca?

Non ne avevo parlato con nessuno, nemmeno con Robin.

-Si-Presi coraggio e lo fissai severa in volto. Le piume che contornavano la sua felpa nera, lo rendevano ancora più austero.

-Molto bene-In un solo sorso, finì il contenuto della tazza. Lo imitai constatando che finalmente, era diventata tiepida.-Lo studio di Chopper è libero?- Annuì alzandomi e posando entrambe le tazze nel lavello.

-Bene- Mi precedette uscendo dalla cucina. Mi concessi il tempo di lavare i cocci e qualche minuto dopo, andai da lui. Lo trovai a sedere sopra la scrivania intendo a leggere un libro.

Diede un ultima occhiata alle pagine e dopo lo ripose nella lunga pila di libri che Chopper studiava.

-Prenderò in prestito gli strumenti del dottore- Mi annunciò facendomi un cenno con il volto verso la lettiga. Nervosa montai sopra e mi sdraiai aspettando la sua mossa. Accese la luce che solitamente, Chopper usava per le operazioni e con una lente, si avvicinò al mio volto.

Posò una mano sopra la mia guancia per poi portare due dita a schiudermi l'occhio destro, che con la troppa luce cercava di chiudersi. Per la pressante illuminazione, i miei occhi iniziarono a inumidirsi.

-Muovi lo sguardo seguendo le mie istruzioni-Eseguì i suoi ordini e per una volta, non ribattei.

Finito con il primo, passò all'altro svolgendo le stesse identiche richieste.

Mettendosi poi a sedere, scivolò verso il fondo dello studio, abbassando un cartello con impressi piccoli caratteri.

-Che lettera è?-Indicò con un bastoncino la prima della fila.

-A-Risposi visualizzandola bene, ancora intontita però per la forte luce.

-Questa?-

-Una S-Osservai la sua testa annuire.

-E questa?- Continuò così per altri minuti per poi, rimettere gli attrezzi al loro posto.

-Non hai niente.-Mi rispose facendomi fermare il cuore. Appena assimilai il significato della frase mi rilassai tornando sdraiata sul lettino- Hai una vista eccezionale, per cui, i giramenti di testa, sono dovuti allo stress- Lo stress mi andava benissimo, qualunque cosa era meglio. -Cerca di non affaticare la vista però-

-Si-Chiusi gli occhi felice. Le mie paure erano scemate via.

-Rossa-Mi chiamò tornando vicino a me sulla sedia. Aprii gli occhi e l'osservai incuriosita. Prese un profondo respiro e si grattò i capelli.-Non vergognarti del tuo sviluppo- Un brivido mi percorse la schiena.-è chiaro che hai avuto un blocco di percorso...ma l'importante è che con il tempo, hai raggiunto l'obbiettivo- Mi issai a sedere e lo fissai senza parole. Detto da lui, suonava tutto così rassicurante, così normale, così...giusto.

-Hai ragione-Sorrisi scendendo e atterrando sul pavimento.- Comunque-Mi portai le mani ai fianchi-Non cambio medico.- La sua espressione mutò ancora sorprendendomi: non aveva un sorriso derisorio o un ghigno, era un sorriso sincero.

-Non sai che ti perdi- Anche lui era bravo, lo avevo constatato.

-Non fa niente...e poi con Chopper non mi vergogno-Ci dirigemmo verso la porta. Con attenzione, la sochiuse in modo da non far rumore e svegliare gli altri.

Lanciai veloce uno sguardo all'isola che era dinnanzi a noi. Dressrosa.

-Hai già un piano con Mingo?-L'osservai annuire.

-Sta tutto nella mia testa.- Si piegò a terra e raccolse la coperta che qualche minuto prima gli avevo scagliato contro. -Forse, questa coperta mi potrà servire.-Ammise tornando a sedere nel punto dove aveva lasciato la sua spada. Si passò la coperta sulle spalle e tornò contro il muro.

-Torao-Mi piegai sulle ginocchia, riprendendo esattamente la stessa posizione di quando ero andata da lui a stuzzicarlo. Con i suoi profondi occhi azzurri, mi incatenò a se.

Mi avvicinai ancora, fino a sfiorare coi seni i suoi bracci. Appoggiai le labbra alle sue chiudendo gli occhi, ringraziandolo per quello che aveva fatto.

Non lo sentì rispondere fino a quando, non insinuò una mano nei miei capelli. Li strinse in un pugno mentre con l'altra, mi afferrò deciso la vita. Aderii completamente al suo corpo, inspirando il suo buon odore di medicinali.

-Una cosa infine te l'ho rubata Rossa- Mormorò staccandosi da me ansante. Riconobbi la sua vittoria. Mi alzai con il cuore che palpitava, un battito così diverso, piacevole,mai avuto per nessuno altro.

-Vedi di meritartelo allora-Risposi a tono andando dritta verso la mia cabina.



Lui era un chirurgo, con un potere terribile.

Un ladro.

Il capitano dei pirati “heart”.

Un titolo che gli calzava a pennello, dato che mi aveva appena rubato il cuore.





Ma anche io, ne ero certa avevo rubato il suo,

perchè sentivo ancora sotto le dita il suo battito frenetico e ritimico.





La dedico a te Alu, come augurio per l'intervento.

Metticela tutta e chiedi del dottor Trafalgar <3



Allora...io, una LawxNami?

Ma certamente! Mi stavo personalmente chiedendo quando mai ne avrei sfornata una!

...una finita...magari cortina...

Che sia sensata, bene non lo so...

Sta di fatto che questi due, assieme al possente, virilissimo e accessoriato di quarta spada Zoro, mi ispirano tanto, ma tanto, ma tanto,tanto,tanto,tanto, taaaaaaaaaaaaaanto sesso selvaggio.

Che qualcuno scriva un threesome su di loro! Vi scongiuro!!! T_______T







   
 
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