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Autore: horansboobear    04/04/2013    1 recensioni
Da una settimana non parlava più con nessuno.
Da una settimana vestiva di nero.
Da una settimana era stato trovato il corpo del padre, nonché re, morto in giardino.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Madness.

 

Silenzio.
Rimbombavano i passi dei quattro uomini che portavano la bara sulle spalle. Nessuno osava fiatare, tutti troppo scioccati per la sua morte. I singhiozzi del giovane Louis William Tomlinson erano udibili solo da sua madre che gli cingeva le spalle tentando invano di consolarlo.
Da una settimana non parlava più con nessuno.
Da una settimana vestiva di nero.
Da una settimana era stato trovato il corpo del padre, nonché re, morto in giardino.
Sua maestà si era addormentato in giardino, un pisolino, come ha sempre fatto durante le giornate calde. Ma quel giorno un piccolo e apparentemente innocuo serpente aveva deciso di porre fine alla vita del re iniettando il veleno nel suo orecchio.
È quasi ironico come un esserino così piccolo possa essere così letale.
Louis non era d’accordo con questa versione dei fatti. Nel tempo in cui non era stato impegnato a piangere aveva pensato al fatto che suo padre potesse essere stato assassinato. Non sapeva da chi, non sapeva perché, ma sapeva con certezza che nei giardini del castello non c’erano animali velenosi.
Se Louis Tomlinson avesse tenuto una classifica dei giorni peggiori della sua vita quello del funerale sarebbe stato al primo posto. Lui è sempre stato forte e in quel momento tutti assistevano al suo dolore mentre la bara veniva portata all’altare.

Un mese dopo…
«Matrimonio?! Sul serio, madre?!» gridò Louis dalla camera da letto della madre.
«William, figlio mio, non gridare», cercò di calmarlo la donna.
Louis le rivolse uno sguardo indecifrabile. «Non chiamarmi William. Quel nome l’ha scelto mio padre. Tuo marito. L’uomo che dicevi di amare e che ad appena un mese dalla sua morte sei pronta a tradire dicendo che vuoi sposare suo fratello!»
«Will… Louis,- si corresse la madre-, caro, sembri turbato».
«No, madre. Io non sembro turbato. Io
sono turbato. Be', ti ringrazio per avermi avvertito della tua decisione. Buonanotte».
Louis tornò in camera sua con un’uscita teatrale dalla stanza della madre senza lasciarle il tempo di replicare. Era più che intenzionato a non partecipare alle nozze tra sua madre e suo zio.
Il giovane principe era sdraiato nel suo letto a pensare alla scelta della madre, quando la porta della sua camera si aprì e una massa di capelli ricci apparve.
«Hey, Lou», disse il ragazzo richiamando l’attenzione di Louis.
«Harry Styles, hai saputo del matrimonio e sei qui per festeggiare il nuovo re?» chiese acidamente il principe.
«Farò finta che le tue parole non mi abbiano offeso… Sono il tuo migliore amico! Sono qui per te! E per dirti di venire con me».
Louis gli rivolse uno sguardo interrogativo.
Harry alzò gli occhi al cielo. «Non posso dirti a fare cosa. Non guardarmi in quel modo! So che non mi crederesti».
Il principe si alzò e seguì il suo migliore amico fino alla torre più alta del castello.
«E adesso?» chiese Louis.
Harry sbuffò. «Adesso aspetti un attimo. Ieri notte ero qui che passeggiavo e- come dire?- mi è apparso un tipo. Mmh, suona male. Direi che ho visto un’immagine, una figura… tipo un ologramma. No, non mi spiego…»
«Harry! Vai al punto».
«Un fantasma. Che assomigliava al re. Non al futuro re, ma a tuo padre».
Louis spalancò gli occhi. Stava per ribattere, voleva dire a Harry che stava delirando, che dopo quanto ha sofferto per suo padre l’ultima cosa che voleva sentirsi dire è che c’è il fantasma di suo padre e che è al castello, ma non poté. Non poté perché le nuvole scure nel cielo iniziarono ad aprirsi velocemente filtrando il riflesso della luna sui due giovani. Una figura si stava avvicinando alla torre mentre Harry aveva stampata in faccia un’espressione da “te l’avevo detto”. Quando il fantasma si fermò davanti ai ragazzi, indicò Louis che si girò preoccupato verso Harry.
«Lou, vuole parlare con te. Non ti farà del male, è tuo padre. Vai», Harry sorrise e quel sorriso incoraggiò Louis quando il suo amico se ne andò dalla torre.
«Ehm… P-papà?»
Il fantasma piegò le labbra in un sorriso. «William, vorrei dirti molte cose, vorrei dirti di stare tranquillo con tuo zio al trono. Ti direi che il matrimonio sarebbe solo per comodità e non per amore, ma mentirei. La realtà è che quel giorno di un mese fa mentre stavo dormendo in giardino un serpente mi ha versato del veleno nell’orecchio, ma questo lo sai. Ciò che non sai è che adesso quel serpente indosserà la mia corona».
Louis non riusciva a muovere un muscolo.
La voce del padre si fece sempre più lontana. «Abbi cura di te, figlio mio».
Il fantasma sparì, così come era arrivato, dalle nuvole.
In quel momento fu tutto chiaro.


«Capisci, Harry? Quel sudicio, odioso verme ha ucciso mio padre solo per avere il potere che lui non avrebbe mai avuto» spiegò Louis Tomlinson al suo migliore amico.
Harry parve pensarci un attimo. «Cosa hai intenzione di fare?»
Louis lo guardò di traverso.
«Oh, andiamo. Lo so che non starai con le mani in mano a guardare tuo zio che si prende tua madre e la corona. Ma cosa intendi fare? Non puoi certo andare da tua madre e dirle: “Hey, mamma, sai ho intenzione di uccidere il tuo futuro marito perché ha ucciso mio padre. Come faccio a saperlo? Me l'ha detto il suo fantasma!”».
Harry Styles era riuscito a strappare una risata a Louis. «Suonerebbe strano, eh?»
«Sì, e ridicolo» gli fece notare Harry. «Quindi? Cos'hai in mente?»
«Be', un'idea ce l'avrei» disse Louis. «Potrebbe funzionare. Ascolta...»

Era appena passato il giorno del matrimonio. Louis non si era mosso dalla sua camera come aveva deciso e il suo amico Harry si era finto malato per non essere costretto a partecipare.
Quando la cerimonia fu conclusa e gli sposi erano ancora nella sala del trono, Louis si presentò davanti a loro.
«Louis, come stai?» si preoccupò la regina.
Louis si girò verso la donna. Un sorriso gli rendeva il viso vivace e spensierato come quello del ragazzino che dovrebbe essere. «Bene, madre. Sto bene. Tante congratulazioni agli sposi» esclamò e scoppiò a ridere.
Il nuovo re lo guardò in modo strano, come per capire a che gioco stesse giocando. Sapevano tutti che Louis William Tomlinson non avrebbe mai approvato il matrimonio di sua madre con un uomo che non fosse suo padre.
«Sul serio?» chiese la madre scettica.
Il giovane smise di ridere e guardò gli sposi. «Certo. Perché no? Contenti voi, contenti tutti, no?» chiese retorico Louis, ed iniziò a ridere di nuovo, come se nemmeno lui credesse alle sue stesse parole.
Lo zio alzò un dito verso la regina e le fece segno di avvicinare l'orecchio alla sua bocca. La regina eseguì l'ordine guardando suo figlio che si era addirittura messo in ginocchio per reggersi dalle risate.
«Cosa sta succedendo?» sussurrò il re.
La regina aprì la bocca ma non seppe cosa rispondere. In realtà non sapeva cosa stesse succedendo a suo figlio, non si era mai comportato in un modo del genere e la cosa la preoccupava, in un certo senso.
Louis puntò i suoi occhi azzurri sui due rimasti a bocca aperta. «Non vi sembra ovvio? Sto chiedendo attenzioni» disse tranquillamente. «Come un bambino piccolo. Voglio le attenzioni di mia madre».
La madre stava per alzarsi dal trono per andare ad abbracciarlo, ma fu fermata dall'uomo che si alzò e si avvicinò al principe che lo guardava con sguardo perso e il solito sorriso sulla faccia.
«Temo per te, caro, che tu non abbia bisogno di attenzioni. Non ne hai mai avuto bisogno e mai ne avrai. Tu stai solo impazzendo» sentenziò il re. Poi si alzò con fare teatrale. «È più che comprensibile, insomma, tuo padre ci ha appena lasciato. Ma tranquillo, davvero. Noi faremo in modo che tutto torni normale, ragazzo» e prese il braccio di Louis tirandolo finché non fu in piedi.
Il principe si accorse che non c'era nemmeno un minimo di sincerità nelle parole dello zio, ma non disse niente. Guardò solo sua madre che aveva le lacrime agli occhi nello scoprire di avere un figlio che stava andando incontro alla pazzia senza accorgersene. Normalmente avrebbe fatto qualcosa, sarebbe andato da lei e le avrebbe detto che stava bene e che era tutto apposto, ma in quel momento avrebbe voluto urlarle contro che era un'ingenua che si era lasciata abbindolare dalle belle parole di un uomo che lei credeva sincero.
Con uno strattone Louis si staccò dal re. «Io mi ritiro nella mia stanza. Buon proseguimento» disse, e sorrise. Un sorriso apparentemente pieno di vita e sincero, ma che nascondeva tutto l'odio per suo zio.
Quando Louis Tomlinson entrò in camera non si sorprese di vedere gli occhi verdi di Harry Styles che lo scrutavano e chiedevano come fosse andato il piano.
«Vedi, Harry, non tutto va per il verso giusto...» il viso di Harry sembrò rabbuiarsi. «...ma questo sì!»
«Davvero? Cioè, hanno creduto che tu sia pazzo? Oh, mio dio, Tomlinson, non finirai mai di stupirmi» si complimentò Harry.
Il principe sospirò. «Ma adesso viene la parte difficile. Loro sanno che sono pazzo quindi ogni cosa che dirò o farò non verrà presa sul serio».
«Ed è un bene?» chiese Harry confuso.
«Certo che sì! Adesso posso fare delle sciocchezze senza ripercussioni perché “sono pazzo”».
Harry sembrò ancora più confuso. «Non credevo che questo piano servisse per farti fare cavolate rimanendo impunito...».
Louis gli rivolse uno sguardo altrettanto confuso. «Ma cosa stai dicendo? Fargli credere che sono pazzo serve per smascherare mio zio» disse e schioccò le dita come per riaccendere il cervello del ricciolo che sembrava fosse andato in stand-by.
«Credo di aver capito, a parte la cosa del non verrai preso sul serio» disse Harry ancora un po' confuso.
«Be', quella non dovrebbe creare problemi a meno che non ci sia un'emergenza. Tranquillo» sorrise Louis. «A parte questo, sei riuscito a rimediarmi quello che ti avevo chiesto per completare il piano?»
Stavolta fu Harry ad annuire e sorridere. Quel sorriso valeva più di mille parole per Louis. Ebbe l'istinto di baciarlo, non gli importava se era il suo migliore amico, o se avesse rifiutato, lui lo baciò. Nel momento in cui le loro labbra si toccarono Harry si sentì completo e Louis non poteva essere più felice.
«Wow» sospirò Harry.
Louis lo guardò con gli occhi spalancati. «I-io... Io... mi dispiace, non so cosa mi sia preso. Scusa Harry, non vol...». C'era solo un modo per tappare quella bocca che stava dicendo cose stupide, così il riccio posò le sue labbra su quelle del principe per farlo stare zitto.
«Quindi, non ti ha dato fastidio?» chiese Louis incerto.
Harry scosse la testa. «Direi di no» rispose, e sorrise di nuovo mostrando le sue adorabili fossette al ragazzo per cui sicuramente sentiva qualcosa.

Era una normalissima giornata a palazzo: la famiglia aveva appena finito il pranzo, il re e la regina erano seduti sui loro troni e Louis Tomlinson aveva fatto qualche stranezza da pazzo, beccandosi occhiatacce anche dalla servitù.
«Ho una sorpresa per voi!» gridò il principe ritenuto pazzo.
La madre guardò il re preoccupata, ma costui incoraggiò il ragazzo con un applauso che piano piano si diffuse in tutta la sala contagiando anche la donna non del tutto convinta di dare corda al figlio.
Louis fece un cenno con la mano e tre persone con le maschere da attori entrarono nel salone inchinandosi. Il principe aveva fatto imparare loro un copione che rispecchiava la morte del re in tutto. In base alla reazione del re Louis avrebbe capito se avesse dovuto uccidere lo zio e rivendicare suo padre o se avesse dovuto accettare che non ci fosse nessun fantasma di suo padre e che lo zio era in buona fede. Non era particolarmente entusiasta della seconda opzione.
Gli attori inscenarono l'omicidio del re da parte di suo fratello e Louis osservò ogni gesto dello zio. Inizialmente spalancò gli occhi e iniziò a toccarsi la barba ispida nervosamente.
Prima della fine della “recita” il re si alzò imprecando. «Questo è inaccettabile!» gridò e si alzò dal trono facendolo quasi cadere, per poi correre, o almeno provare a correre, verso l'uscita più vicina.
«Bloccate tutte le uscite!» ordinò Louis con un tono di voce che non ammetteva repliche.
«Bene, bene, zio. Come vedi non puoi andartene. Devi forse dirci qualcosa riguardo la tua scenata?»
«I-io..» il re si schiarì la voce. «Io non prendo ordini da un pazzo. Ho trovato il loro modo di recitare pietoso e ho voluto interrompere la scena andandomene. Non puoi aggredirmi così».
Se Louis avesse potuto lo avrebbe ucciso in quel momento, ma in quel modo sarebbe stato condannato quindi si limitò a guardarlo male mentre sua madre si avvicinava a loro.
«Louis, caro, è stata una serata pesante. Perché non chiami Harry Styles e andate un po' a parlare in camera tua? Siete amici, no?» disse la donna. Probabilmente c'era solo buona volontà nel suo consiglio, ma Louis rimase stupito del fatto che non sapesse nemmeno che Harry Styles era il suo migliore da più o meno una vita.
«Sì, certo... Buona idea...» sussurrò il principe rimanendo qualche altro secondo a fissare la madre per poi andarsene lentamente.

«Allora? Com'è andata? L'hai ucciso? Dimmi tutto» chiese ansioso Harry vedendo entrare Louis nella stanza.
Il principe alzò la testa per incrociare lo sguardo del riccio e senza dire una parola quest'ultimo lo abbracciò. «Cos'è successo, Lou? Qualcosa è andato storto?»
Louis era ancora ad occhi spalancati per l'abbraccio così spontaneo che stette zitto godendosi quella dolcezza che pochi gli avevano dato nella sua vita. I riccioli di Harry gli solleticavano la guancia e il collo e riusciva a sentire il suo respiro nell’orecchio, giurò di non aver mai sentito niente di più bello. Il modo in cui Harry lo faceva sentire a suo agio, il modo in cui lo guardava, il modo in cui sorrideva, lo facevano sentire speciale e amato.
«Non è andato esattamente male. Ho capito che è lui che ha ucciso mio padre ma devo farlo confessare, in qualche modo» disse Louis all'orecchio del riccio provando a sciogliere l'abbraccio che Harry teneva saldamente stretto.
«Harry» richiamò la sua attenzione Louis. «Puoi staccarti».
Harry si allontanò e si ricompose. «Oh, scusa, mi sono fatto prendere. Non volevo, cioè volevo, ma... insomma non importa» si scusò e sorrise mostrando le sue fossette.
Louis ebbe di nuovo l'istinto di baciarlo e lo fece di nuovo. I due giovani erano felici e perfetti insieme.
«Credo di avere una mezza idea per far confessare mio zio». Harry sorrise convinto che le idee di Louis non sarebbero potute fallire.

Il principe entrò nel salone principale mentre lo zio era da solo.
«Sua Maestà» si inchinò Louis.
Il re sbuffò. «Smettila con questa farsa, William. Sappiamo benissimo che non sei pazzo».
«Be', prima cosa, non chiamarmi William. Per te sono Louis, se proprio devi chiamarmi. Secondo: non hai le prove per dimostrare che non sono pazzo, come io non le ho del fatto che hai ucciso mio padre» il re sbiancò. «Strano, vero? Siamo entrambi certi di qualcosa che non possiamo dire perché nessuno ci crederebbe». Louis alzò le spalle con fare innocente.
«Davvero credi che io abbia ucciso mio fratello?» si avvicinò al giovane il re.
Louis annuì. «L'ho appena detto».
L'uomo si guardò intorno. «Be', se proprio vuoi saperlo, hai ragione. Ho ucciso tuo padre per avere la sua corona. Contento? Nessuno lo saprà mai perché nessuno crede a ciò che dicono i pazzi come te» ghignò il re.
Sul viso di Louis apparve un sorriso soddisfatto. «Era esattamente quello che volevo sentirmi dire» si girò verso un punto indefinito della stanza. «Avete sentito? Ha confessato. Venitelo a prendere» gridò.
Tre guardie uscirono dal loro nascondiglio e corsero a prendere il re che tentava di fuggire. Dietro di loro c'era Harry con le sue immancabili fossette che camminava verso il suo principe per festeggiare l'arresto del re.
I loro corpi si unirono in un abbraccio che non aveva bisogno di parole seguito dalle loro labbra unite in un bacio che racchiudeva tutte le loro emozioni e la loro felicità..
Louis sarebbe diventato re e per la prima volta un re, invece di essere affiancato da una regina, sarebbe stato con un altro re.
Dico “sarebbe” perché qualcosa andò storto.
L'assassino venne catturato, ma finché non fosse stato giustiziato rimaneva sempre il re. Poteva dare ordini dalla sua cella nei sotterranei a qualche guardia a cui non andavano particolarmente a genio il principe Louis e la sua sessualità. Era considerato strano un ragazzo che amava un altro ragazzo, molti non riuscivano ad accettarlo, per questo quando una guardia prese una spada e con essa uccise Louis mentre dormiva, la maggior parte dei sudditi non rimase stupita.
Nel letto con Louis c'era anche Harry svegliato dalle sue urla e, anche se era troppo tardi e per il principe non c'erano più speranze, disse le sue ultime parole al ragazzo amato. «Harry, in un certo senso me la sono cercata questa morte. Io ti prego di raccontare la mia storia, in modo che la gente possa essere fiera del nostro coraggio e del nostro amore. E ti prego di amarmi per sempre» sospirò lasciando un ultimo bacio sulle labbra del riccio che piangeva.
Nonostante il suo dolore sapeva che doveva esaudire i desideri del suo amato. Era certo che non avrebbe mai smesso di amarlo e iniziò a girare per il paese raccontando la sua storia. Tutti sapevano quanto era stato coraggioso Louis William Tomlinson.
Ma Harry Styles non si fermò solo al paese, girò il mondo per raccontare la sua storia per far sapere a tutti che grande persona era Louis Tomlinson. Ed è quello che sto facendo tuttora.
Racconto la storia del ragazzo che non ho mai smesso di amare a voi. Il mio compito è finito, la sua volontà è compiuta. Adesso posso raggiungerlo lassù.

Sono pronto. Prendo il veleno e metto fine alla mia vita per inseguire la ragione di essa.

 

HOLAAA!

dove sto trovando il coraggio di pubblicare questa cosa? Cwc
ok, bo, io la amo AHAHAHAH
più che altro mi sono innamorata della storia di Amleto quindi mi sono voluta ispirare **
ammetto che inizialmente non doveva essere una Larry, ma mi stavo drogando delle dolcezze tra quei due mentre scrivevo la scena in camera e c'è scappato il bacio lol
fatemi sapere cosa ne pensate skjdhf
su twitter sono: @gomezsboobear c:

  
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