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Autore: laisaxrem    04/04/2013    7 recensioni
Salve a tutti!
Ok, come forse avrete capito dal titolo questa è una songfic basata sulla canzone di Cesare Cremonini “una come te” (quello in corsivo è il testo).
È decisamente sul tono del comico ma direi più demenziale. Leggendo capirete perché.
Personalmente mi sono divertita un casino a scriverla e spero che vi faccia scappare almeno qualche sorriso.
il ruolo di cantante sarà preso da un diciassettenne James Potter, sostenuto e incoraggiato (ma anche no) dai tre Malandrini.
Genere: Comico, Demenziale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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UNA COME TE

 
<< James, non credo che sia una buona idea >>.
<< Hai ragione Wormtail. Non è una buona idea... È semplicemente sensazionale, superba, perfetta... >>
<< Ora non t’allargare troppo Prongs, e vedi di sbrigarti: fa un freddo di Salazar qui fuori >>.
<< Su su smettetela di lagnarvi, Marauders ingrati. Vedete? Remus sì che è un vero amico. LUI non si lamenta >>.
<< Per forza, sta dormendo >>.
<< Dorm...? MOOOONY!!! >>
<< Cos... chi... >>
<< Remus John Lupin! Stavi dormendo?!? >>
<< Noooo, certo che no. Io... stavo cercando di ricordare la cret... ehm, il piano >>.
<< Oh, lo sapevo. Vedete? Come dicevo, LUI sì che è un vero amico >>.
<< Patetico >>.
<< Che hai detto, Padfoot? >>
<< Nulla nulla. Allora, vuoi iniziare con il tuo strazio? >>
<< Ehi, non è uno strazio, è una stupenda serenata per il mio amore Lily >>.
<< Sì, sì, giusto. Comincia però altrimenti si fa giorno >>.
<< Unf! Ok, ok, volevo preparare un po’ la voce prima. Fare i gargarismi e... >>
<< Non ti preoccupare Prongs: non miglioreresti comunque >>.
<< Ah ah. Come sei spiritoso Moony. Ora silenzio un attimo: devo richiamare l’attenzione del mio amor >>.
Un minuto di silenzio in cui l’aria si tese, pronta ad accogliere i toni soavi del ragazzo, e poi...
<< Affacciati alla finestra amore mio! >> canticchiò il giovane Potter prima di mettersi nella posizione perfetta per una serenata: in ginocchio con una chitarra tra le braccia (in realtà non sapeva suonare nemmeno una nota, per questo Remus l’aveva incantata perché strimpellasse da sola la melodia seguendo la voce del mago).
Un minuto dopo parecchie finestre si aprirono rivelando le ragazze Grifondoro, subito seguite dalla razza più curiosa del mondo: il maschio dell’Homo sapiens sapiens.
<< Eccomi qui, mio amato >> rispose una ragazzina del terzo anno, gli occhi a forma di cuoricino stile manga giapponese.
<< Ehm, no non dicevo a te... e nemmeno a te... no, non sei tu... no... sbagliato... acqua... acquazzone... diluvio universale... ora affoghiamo proprio nel Tamigi, invece... su di te invece potrei fare un pensierino... >>
<< Prongs! Concentrati! >> lo sgridarono Remus e Sirius in contemporanea. << Visualizza il tuo obbiettivo! >>
<< Oh, certo, giusto. Casa base, casa bas... >>
<< No! Lily! Evans! >>
<< Ma certo. Lily! Lily, rispondimi ti prego! >>
Tutti i Grifondoro si voltarono verso una finestra che si stava aprendo.
L’aria era carica di aspettative. Stevenson del quinto anno stava già raccogliendo le scommesse riguardo a quale oggetto sarebbe volato dalla finestra con obbiettivo “testa di James Potter”. Per ora il più quotato era il letto a baldacchino seguito a breve distanza dalla porta di legno.
Comunque, tutti fissavano la finestra.
James era teso come una corda di violino: la sua bella si stava per affacciare alla finestra ed era sicuro che finalmente avrebbe accettato le sue avance. Si sarebbero sposati e avrebbero avuto dodici figli e centoquarantaquattro nipotini, che a loro volta avrebbero generato millesettecentoventotto pronipoti. E tutti avrebbero avuto i capelli di lui e gli occhi di lei. Sarebbero stati Grifondoro, avrebbero giocato a Quidditch e...
La mascella del Marauder cadde a terra. Perché non fu la sua Lily, quella stupenda creatura dalla chioma fiammeggiante (in tutti i sensi. Generalmente quando s’incontravano capitava di vederle fumare la testa) e gli occhi verde di un verde come quello della melma del Lago Nero, che comparve alla finestra ma... un Albus Silente in pigiama e berretto da notte (giallo con un motivo di fenici viola!) ed una Minerva McGranitt con tanto di retina per i capelli, l’uno sorridente e l’altra imbestialita.
<< Signor Potter! >> sbraitò la donna, che sembrava sul punto di scaraventarsi giù dal quinto piano pur di raggiungere il fondoschiena del giovane e tingerlo di un brillante rosso Grifondoro a forza di calci e colpi di mazza ferrata. << Che cosa pensi di fare in piena notte? Dieci punti in meno a Grifondoro che diventeranno dieci volte tanto se non torni immediatamente nella tua... >>
<< Su, su, Minerva, non fare così >> la rabbonì il preside che stava ridendo sotto i baffi. << Sono giovani ed innamorati. Lascia che esprimano questi loro nobili sentimenti. Forza ragazzo, vediamo quello che sai fare. Stupiscici >>.
Il Grifondoro sorrise, contento.
<< La ringrazio, signor preside. Lo farei volentieri ma... Lily... >>
<< Oh, certo. Manca il destinatario della tua serenata. Non ti preoccupare, ci pensa Alpido >>.
<< Alpido? >> chiese la McGranitt, stupita, guardando il collega.
Il vecchio mago le sorrise, contento.
<< L’ho inventato ora. È Albus-Cupido. Quindi Al-pido. Non è stupendo? Sono o non sono un genio? >>
La strega era allibita e si riprese solo quando stabilì che probabilmente, prima di andare a letto, Silente aveva tolto e messo in un bicchiere d’acqua anche il cervello, oltre alla dentiera.
Nel frattempo il preside si era messo a cinguettare il nome della Evans fino a quando la ragazza aprì la finestra e vi si affacciò, riluttante.
<< Sì, signor preside? >>
<< Senti, cara Lily, giglio dai lucenti petali che irradi di purezza tutto ciò che ti circonda, c’è il signor Potter qui che vorrebbe deliziarti con un soave canto d’amore dedicato a te sola (ma che verrà ascoltato da tutti noi ficcanaso). Vero che il tuo cuore palpita all’idea di ascoltare cotanta prodezza? >>
La giovane lo guardò per un secondo, sbigottita.
<< Eh? >>
<< Insomma, Potter vuole strombazzare una serenata. Ascoltalo così ci facciamo quattro risate >> semplificò lui.
<< Oh. Capisco. Bè, se è proprio necessario... >>
<< Ti ringrazio, mio amore... >>
<< Non c’è problema James >> rispose il mago in pigiama, ringalluzzito. << È un piacere aiutare giovani amori a sbocciare >>.
<< Ehm... professor Silente, mi scusi... io parlavo con Lily... >>
Attimo di silenzio imbarazzante in cui un grillo decise di fare il suo famoso trillo.
<< Ma certo che sì. L’avevo capito benissimo, naturalmente. Volevo solo vedere se eri attento >> si giustificò l’uomo con una risata mentre le mani correvano ad intrecciare nervosamente la lunga barba bianca, invidia di Babbo Natale e Gandalf il Grigio. << Prego, ragazzo mio, continua! >>
James lo guardò per qualche secondo, stralunato: quell’uomo era completamente e totalmente fuori di testa.
<< Ehm, sì, certo. Dicevo... Ti ringrazio, mio amore. Canto questa canzone per te e solo per te >>.
Il ragazzo, o il disgraziato, come preferite, toccò appena le corde ed una melodia iniziò a spargersi per il parco.
E poi...
<< Una come teeee... >> intonò, o meglio stonò, James, la voce potente di tenore che si levava alta raggiungendo le povere orecchie degli sventurati che avevano deciso di assistere alla scena. <<... se chiude gli occhi vede il mareeee, senza andar lontanoooo >>.
<< Vorresti dire che ho le visioni, Potter? >> chiese Lily, indispettita mentre Remus e Sirius si battevano una mano sulla fronte, sconvolti per le parole “romantiche” dell’amico.
<< Una come teeee, ha una valigia per le scarpeeee, che sembra un aeroplanoooo >>.
<< Signor Potter! >> protestò la McGranitt. << Questo è un aperto insulto a tutte le donne. Non è vera la diceria che le signore abbiano molte paia di scarpe. Personalmente ne ho solo una quarantina e... >>
<< Una come teeee... >> la ignorò completamente il ragazzo. << ... non si avvicina per ballareeee, guarda da lontanoooo >>.
<< Non temere: non ti guardo né da vicino né da lontano. E preferirei ballare con Hagrid piuttosto che con te >>.
<< Una come teeee, se corre inciampa ma non cadeeee: chiede la tua manoooo >>.
<< Razza di maleducato! Io ho un equilibrio invidiabile!!! >>
<< Una come te, per una rosa può morireeee, solo perché ancora non sa togliere le spineeee >>.
<< Oh povera Lily >> s’inserì Mary McDonald, una compagna di stanza della ragazza. << Non sapevo che tu avessi di questi problemi. Mi dispiace così tanto >>.
<< Mary! Ti prego, non assecondarlo! >>
<< Ok, scusa, scusa. È stato più forte di me... >>
<< Una come teeeeeeeeeeeeeee, mi piace da moriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiireeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! >>
<< Oh Merlino! >> strillò Sirius, tappandosi le orecchie esattamente come fecero tutti gli altri. << Cos’era questo? L’urlo di un Inferius? >>
<< Non sono sicuro, Padfoot >> rispose Remus, un ghigno in faccia. << O era James con un’ulcera perforata oppure tua madre >>.
<< Una come teeee... >> continuò imperterrito il cantante improvvisato. << ... un gatto sopra il letto e un uomo nudo ad aspettareeeee >>.
<< Signorina Evans! >> esclamò sconvolta la McGranitt. << Credevo che fosse una ragazza per bene ed invece vengo a scoprire che... >>
<< No, professoressa, non ascolti >> si giustificò Lily, le guance rosse quanto i suoi capelli. << Non è assolutamente vero. Sta vaneggiando. Deve aver preso un Bolide in testa all’ultimo allenamento >>.
<< Una come teeee, il vento che le soffia dentro non la può spostareeeee >>.
<< Se questa invece è un’allusione al fatto che dovrei perdere qualche etto, Potter, non credo che tu abbia capito il vero senso di “serenata” >>.
<< Uno come meeeee... >>
<< ... è un grande deficenteee! >> intonò Lily sperando che ciò bastasse per dissuaderlo dal continuare la sua performance.
<< ... non la può dimenticareeee... Una come teeee! >>
Alcuni applausi partirono dalle finestre del dormitorio femminile e James chinò la testa accettando i compimenti e gli urli smodati delle ragazzine.
<< Grazie, grazie, per gli autografi ci vediamo dopo. Però non è ancora finito: c’è la seconda strofa. Ascolta bene, Lily, mio amore. Una come teeee, la porti al cinema d’estateeeee, dorme sul finaleeeee. Una come teeee, sotto a un temporaaaaale… >>
<< Certo, Potter, che hai proprio un talento per assicurarti il massacro. Prima mi hai dato della pazza, poi spendacciona, stalker, imbranata, impedita, donna di strada, cicciona, dormigliona ed ora pure talmente cretina da prendermi una polmonite sotto ad un temporale >>.
<< Vai di male in peggio, amico >> lo avvertì Peter.
<< Guarda il fumo che le esce dalle orecchie: sembra una locomotiva a vapore pronta a partire... o ad esplodere >> osservò Sirius, pratico.
<< Fossi in te correggerei il tiro >> consigliò Remus, saggio. << Ovviamente se vuoi evitare di ritrovarti senza la pelle della faccia e di altre parti del corpo >>.
<< Una come te, come una rondine d’aprileeee vola solo quando ha un orizzonte da inseguireeee >>.
<< Ma certo, ora pure opportunista. Tanto cosa vuoi che sia... >>
<< Una come teeeeeeeeeeeeeeee, mi piace da moriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiireeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee! Una come teeeee, un gatto sopra il letto e un uomo nudo ad aspettareeeeee. Una come teeeee, il vento che le soffia dentro non la può spostareeeeeee >>.
<< E insiste... >>
<< Uno come meeeeeeeeeeeeee, non la può dimenticareeeeeeeeeeeeeeeeeeee... Una come te! E’ un pianoforte senza coda che suona in città >>.
<< Oh, bè, questo almeno mi sta bene. Mi piace il pianoforte >> constatò Lily, le labbra che avevano iniziato a perdere quella severa inclinazione verso il basso che ricordava molto la McGranitt.
<< Prongs! >> esclamò Sirius, incredulo, indicando la ragazza. << Non ci posso credere, ha sorriso! Ha sorriso! Forse non ti ucciderà >>.
<< Hai visto, cane malfidato? Te l’avevo detto che sarebbe caduta ai miei piedi, alla fine. Ma d'altronde come si può non cedere al mio incredibile fascino? >>
I tre Marauders lo guardarono come se avesse seri problemi mentali.
<< Vuoi l’elenco in ordine alfabetico o cronologico, James? >> chiese Remus, con un piccolo ghigno.
<< Zitto, tu, Luppolo dei miei stivali. Devo terminare la mia serenata... >>
<< Merlino sia lodato! >> esclamò Peter sollevando in aria le braccia come in preghiera e guadagnandosi un’occhiataccia dal giovane Potter che s’affrettò a continuare la canzone, sicuro ormai di aver conquistato la sua bella.
<< Non vuole essere alla moda, la moda la fa! Quattro carte in una sola, si pente, si sposa ma poi s’innamora per sua vanità... >>
<< Dopo un breve sprazzo di sole ecco che si ripiomba nelle tenebre * >> borbottò il lupo mannaro sconsolato mentre Sirius si batteva una mano sulla fronte.
<< Forse avremmo dovuto controllare le parole della sua “serenata” >>.
<< Una come te! Una come te! Una come te! Uno come meeeee, non la può dimenticaaaaareeeeee... Una come te! Una come te! Una come te! >>
Quando la chitarra ebbe suonato anche l’ultimo accordo, le ovazioni partirono dalla curva delle Grifondoro mentre un coro di “James vattene a casa, vattene a caaaasa! James vattene a casa!” si levava dai tre Marauders e da quasi tutti i rappresentanti del sesso forte che avevano assistito alla (patetica ma sicuramente esilarante) esibizione.
Solamente Lily, che normalmente avrebbe lanciato al giovane Potter una alquanto dolorosa maledizione, era rimasta zitta e immobile, gli occhi fissi sullo spicchio di luna calante che illuminava leggermente colui che, seppure in modo molto particolare, le aveva appena dichiarato per l’ennesima volta i suoi sentimenti.
Sentiva dentro di lei qualcosa che si muoveva.
<< Senti dentro di te qualcosa che si muove, vero? >> chiese il preside, il suo solito sorrisino sulle labbra, gli occhialetti a mezzaluna in bilico sul naso adunco.
La ragazza lo guardò stupita: allora era davvero un genio! Che intuito!
<< Signor preside, crede che sia amore? >>
<< Mmm. O è quello oppure il polpettone avariato che abbiamo mangiato questa sera a cena. Ma opto di più per la prima >>.
<< Davvero? Come fa a saperlo? >>
<< Oltre al fatto che sono Albus Percival Wulfric Brian Silente? Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Stregone Capo del Wizengamot, insignito dell’Ordine di Merlino, Prima Classe, membro della Confederazione Internazionale dei Maghi e presente sulle figurine delle Cioccorane da anni? Per non parlare dei miei mitici e penetranti occhi azzurri che riescono a leggere nel cuore e nella mente delle persone che osservano? >>
<< Ehm... sì? >>
<< Bè, ho preso un caffè con J. K. Rowling, l’altro giorno, ed ho scoperto un po’ di cosette sul nostro futuro. Per esempio so di per certo che ti innamorerai di James Potter, vi sposerete ed avrete un bellissimo... ehm, accontentiamoci di grazioso, va’... bambino che chiamerete Harry che crescerà e diventerà l’eroe del mondo magico. Oh, ma voi non lo vedrete crescere perché morirete per proteggerlo la notte di Halloween dopo il suo primo compleanno >>.
Per un attimo sia Lily che la McGranitt rimasero in silenzio, la bocca comicamente spalancata per lo shock. Poi la ragazza si riprese quel tanto che bastò per permetterle di urlare un: << Coooosa? >>
<< Mi spiace per te, cara, ma è già tutto deciso >> disse l’uomo, allegro, sistemandosi meglio il berretto da notte il cui pompon gli solleticava fastidiosamente il naso. << Sempre meglio della mia, di fine, comunque. Io verrò ucciso da Severus e cadrò dalla torre d’Astronomia. Deve fare parecchio male. Mmm, ora che ci penso potrei farle cambiare idea su questo punto >>.
<< Ma... ma... preside! Come può essere così tranquillo? >>
Il vecchio mago ammiccò affabile.
<< Cara Lily, in un modo o nell’altro tutti dobbiamo morire, quindi innamorati di James e fai quello che devi fare. Ci vediamo domani a colazione. Buonanotte >>.
E detto questo si voltò e se ne andò trotterellando e canticchiando, subito seguito da una McGranitt alquanto sconvolta.
<< Ehm. Lily? Amore mio, iniziano a farmi male le ginocchia... >>
La voce di James Potter la riscosse dai suoi pensieri: effettivamente il ragazzo era ancora lì, in ginocchio, sotto alla sua finestra. La strega lo fissò per qualche secondo, i capelli sconvolti, gli occhiali un po’ storti che nascondevano due occhi scintillanti color nocciola, il naso dritto, le labbra piene, la bella linea della mascella che si collegava al collo elegante per poi scendere su un petto che sapeva essere ben scolpito ed infine arrivare a... Le guance della futura signora Potter si tinsero di scarlatto.
<< Alzati, razza di sciocco >> borbottò mentre la mano correva nervosa a spostare un ciuffo di capelli dietro all’orecchia. << Ho deciso di darti una possibilità >>.
Il volto di James s’illuminò mentre Remus e Sirius (Peter s’era addormentato qualche minuto prima ed ora russava contento) spalancavano la bocca, sconcertati dal risultato della pazzia dell’amico.
<< Oh, grazie amore mio, vedrai che non te ne pentirai... >>
<< Lo sto già facendo >> ribatté Lily alzando gli occhi al cielo. << Ora vattene a letto, Potter, prima che faccia vincere a Mary la sua scommessa >>.
<< Sì, amore mio, buonanotte, amore mio >>.
La finestra si chiuse e lo stesso fecero piano piano le altre. Quando anche l’ultima imposta si fu serrata e le luci delle bacchette Grife si furono spente, James si voltò verso i due amici ancora svegli, un ghigno malvagio in volto.
<< Allora, ragazzi, direi che avete un debito, con me >>.
I due sbiancarono e si lanciarono un’occhiata che aveva un solo significato: negare, negare fino alla morte.
<< Che... che debito, Prongs del mio cuore? >> chiese Remus arretrando impercettibilmente.
<< Già, Pronghi, che debito? T’intendi forse per quel pupazzo a cui ho staccato la testa? >> rincarò Sirius.
<< No non... CHE COSA HAI DETTO? Allora sei stato tu! Cagnaccio, giuro che ti staccherò la coda prima o poi! Il mio povero Billy Jack, una vita così breve per un cervo >> piagnucolò il ragazzo prima di riprendersi. << Sto parlando di una certa scommessa che voi due, uomini di poca fede, avete fatto contro di me, sicuri che la mia Lily non avrebbe accettato le mie avance >>.
<< Mi spiace, James, ma io non ricordo nulla del genere, parola di lupo mannaro >>.
<< Già, nemmeno io. Devi essertelo sognato >>.
Potter s’avvicinò ai due Marauders, minaccioso, mentre questi arretravano ancora di un paio di passi.
<< No, non era un sogno, ed ho Peter a mia testimonianza. Quindi, domattina, voi due entrerete in Sala Grande nudi come vermi e confesserete alla cara Minnie il vostro perpetuo amore >>.
Il ghigno sul suo volto s’allargò mentre immaginava quella scena.
Sirius e Remus, ancora più pallidi, si scambiarono un’occhiata...
<< Scappiamoooooo! >>
<< Fermi razza di Marauders dei miei stivali! >>
 
 
 
* Citazione dal film Miss FBI.
  
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