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Autore: M a i    04/04/2013    4 recensioni
[ Storia arrivata 1° al Contest " Lasciati ispirare ... da ciò che scegli " indetto da Fight_4 sul forum di EFP ]
[...] Ma lui non ci aveva mai creduto, non aveva mai creduto in voi, forse neanche quando disse quel “sì” al vostro matrimonio. Era come se sapesse che sarebbe successo, che non sarebbe durato. Lui, loro, tutti sapevano e tu no. Tu non sapevi niente. [...]
"Cause they're all wrong and
That last kiss
I'll cherish
Until we meet again
And time makes
It harder
I wish I could remember
But I keep
Your memory
You visit me in my sleep
[...]
My darling
I miss you
My darling
Who knew "
Pink - Who knew
Una Ninfadora distrutta dentro alle prese con una gravidanza difficile, una madre pronta a confortare la sua bambina e un bambino che deve sorreggere, come uno stelo, i petali di un amore disperso dal vento del suo arrivo.
E' la mia prima Ninfadora/Remus e credo che ve ne accorgerete XD.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Nimphadora Tonks | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il vostro amore era un fragile e eterno soffione.


[…]Cause they're all wrong 
I know better 
Cause you said forever

And ever 
Who knew  […]

 

Inginocchiata sul pavimento freddo, lo sguardo vacuo fisso su un punto indefinito davanti a te, ansimi nel vuoto.  Le mani sudate sono poggiate su quel rigonfiamento quasi inesistente ora, ma che fra pochi mesi sarebbe stato ben visibile, mentre il petto si alza e si abbassa ritmicamente in un silenzio troppo muto, troppo zitto, troppo tutto.  L’aria attorno a te sembra talmente solida da essere palpabile: ti opprime, ti si stringe addosso in una morsa soffocante. Ma non alzi le mani per liberarti da quelle sbarre invisibili perché comprimendoti in quel modo violento, ti aiutano a buttare fuori tutto quello che ormai non riesci più a reggere. E allora aspetti, aspetti che i conati tornino, che si trascinino via i cocci del tuo cuore in frantumi, i momenti di una farsa che sembrava un sogno, talmente era bella, le promesse fatte e non mantenute, quel “per sempre” sospeso sulla sua bocca, la disperazione e la rabbia cui ti eri attaccata per non affogare nelle tue stesse lacrime, l’illusoria convinzione che forse avreste potuto avere una vita normale, come tutti gli altri.  Eri sicura che dopo averlo fatto cedere sulla realtà del vostro amore tutto sarebbe andato bene nonostante la guerra che infuriava fuori. Ne eri sicura finché quella frase “ Sono incinta, Remus” non ha fatto crollare tutto. Eri talmente orgogliosa e fiduciosa in lui che sequalcuno ti avesse detto che tra tre anni lui se ne sarebbe andato da tempo, lo avresti picchiato senza rimpianti, perché tu lo sapevi che si sbagliavano. Lo sapevi.  Non ti importava che quella voce  fosse quella preoccupata di tua madre, lei si sbagliava perché lui ti aveva promesso che ti sarebbe stato accanto, che non ti avrebbe abbandonato perché ti aveva giurato fedeltà eterna, diventando tuo marito. Non sapevi quanto ti sbagliassi: lei, loro, sapevano più di te. Avevano sempre saputo più di te. E tu, con l’orgoglio ferito, ti rammarichi della tua ingenuità, di come così cecamente tu abbia creduto a tutte le parole, a tutte le cose che ti diceva. C’è un’unica cosa di cui non riesci liberarti di cui non puoi liberarti neanche se vorresti perché potresti vomitare fino a rigurgitare l’anima ma non riusciresti mai a eliminare il suo volto dalla mente. E allora prenderai una chiave e chiuderai lo scrigno della mente, rinchiudendolo lì dentro, senza che possa più uscire e popolare i secondi del tuo tempo senza di lui. Lo terrai sigillato nella tua testa fino a che non lo rincontrerai. Non lo dimenticherai, semplicemente manterrai la memoria di lui, perché anche se ti è bastato un attimo per innamorarti di lui non ti basterebbe neanche tutta l’eternità per dimenticarlo.  I conati si susseguono,  la testa gira, la vista s’annebbia e la sua risata chiara ti risuona distante nelle orecchie, le sue carezze sono ombre sulla pelle, talmente intense che ti fanno venire, tuttora,  la pelle d’oca e le sue labbra che sfiorano le tue facendotele desiderare di più sono solo un’impronta che ricorda il suo passaggio.

[…] I was all wrong 
They knew better 
Still you said forever 
And ever  
Who knew […]


 
Il vomito ti da tregua e tremante rialzi il capo, stringi i pugni mentre il suo sguardo cereo e spaurito, appena dopo aver avuto la notizia, ti volteggia davanti agli occhi. Lui e le sue stupide paure. Le sue stupide paure e lui. Se fosse lì lo avresti già picchiato dalla disperazione: forse finalmente avrebbe capito che i suoi problemi erano del tutto ridicoli, ridicoli di fronte alla grandezza e alla potenza dell’amore. Ma lui non ci aveva mai creduto, non aveva mai creduto in voi, forse neanche quando disse quel “sì” al vostro matrimonio. Era come se sapesse che sarebbe successo, che non sarebbe durato. Lui, loro, tutti sapevano e tu no. Tu non sapevi niente.  Perché eri stupida, perché eri offuscata dalla felicità, perché credevi ancora, come una bambina, alle belle favole dove c’è sempre un “ e vissero tutti felici e contenti” o perché, probabilmente, non volevi sapere realmente. Ma forse non era colpa tua, era crollato tutto perché doveva essere così dal principio.  Perché il vostro amore era come un soffione, solido e forte finché il vento non tirava, ma pronto a disperdersi nell’aria se solo una leggera ma inevitabile brezza lo avesse colpito, lasciando un solitario stelo in memoria di quello che era stato. Ed era stato così. Era bastato un problema a mirare la vostra stabilità che tutto era andato perso. Era rimasto solo quel bambino, non ancora nato, lo stelo del vostro amore perduto, a testimoniare quegli istanti di vita condivisi insieme. E tu, Ninfadora, mentre due mani delicate ti raccolgono le ciocche di quel grigio spento e tua madre, Andromeda, preme le labbra sul tuo zigomo, le sue parole di conforto sussurrate a mezza voce che non riuscirono mai a raggiungere le tue orecchie, rimetti il gusto amaro della delusioni, senza sapere che ogni petalo di un soffione in realtà è un seme, che, posatosi sulla terra farà crescere un’altro fiore uguale a quello precedente; fragile, è vero, ma che continuerà a rigenerarsi all’infinito perché nessun vento potrà mai eliminarlo definitivamente. Il vostro amore era un fragile e eterno soffione.

[…] My darling 
I miss you 
My darling 
Who knew […]

   
 
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