Appuntamento
per 4
ovvero
anche
Batman è un essere umano
<<
Pensavo... >> Nel dirlo Lidia incrociò le mani sulle ginocchia
accavallate lasciando una pausa.
<<
Davvero? >>
La
faccia fintamente stupita, gli occhiali appena alzati per guardarla
meglio e immerso in quell'aria da intellettuale snob. Batman aveva
una vena ironica davvero strana, le ipotesi erano due: o l'aveva
influenzato o anche gli uomini avevano le mestruazioni perchè
ultimamente l'umore dell'uomo era davvero altalenante.
<<
Se lei fosse un uomo, e non un iceberg scostante e represso come è
in realtà, un uomo simile a Mark, uscrebbe con me? >>
<<
Io non... >>
<<
Non lei! Un tipo come Mark! >>
<<
Si ho capito, mi lasci parlare. >> L'uomo assunse il solito
tono stizzito che tirava fuori quando Lidia si spingeva troppo oltre.
Di solito seguiva sempre una domanda che sviava il discorso. <<
Comunque...perché me lo chiede? >>
<<
Mi risponda e basta... >>
<<
A volte dimentica chi è lo psicologo in questa stanza... >>
<<
Non siamo sotto una dittatura, esca dalla modalità Risiko e torni
sulla terra! Lei è il mio strizza cervelli non la luce divina! O la
Provvidenza, che so io... >>
Batman
si radrizzò in tutta la sua altezza che era perecchio notevole. <<
Non usi quel termine. >>
<<
Quale? Ha problemi con la parola Provvidenza? O forse con la luce
divina? >> Lidia assunse un espressione ebete che per anni
aveva riservato solo a sua sorella. Continuò a punzecchiare il suo
interlucutore incurante delle conseguenze.
Lorence
afferò i braccioli della poltrona con irritazione. Quel giorno era
proprio di cattivo umore.
La
ragazza rimase a fissarlo a braccia incrociate mantendendo un sguardo
di sufficenza tipicamente infantile per poi spalancare gli occhi più
del normale ed esplodere. << Batman! Ma noi stiamo litigando!
>>
L'uomo
sospirò con rassegnazione. << Ma va? Con le tue urla tutto il
palazzo se ne è reso conto. >>
<<
Ma non possiamo! >>
<<
E perché di grazia? >>
<<
Se litigo con te con chi vado a parlare? Con mia madre? >>
Batman
raccolse i pezzi del suo contegno e inarcò le sopracciglia . <<
Mi sembra abbastanza logico. >>
<<
Dice così perché non hai mai conosciuto la mia famiglia. Lei è il
mio unico amico, vero vero intendo. >>
Lidia
si trattenne dal tirare fuori il labbro, non voleva rovinare quel
momento perché quello che aveva detto era vero.
Lorence
rimase vagamente perplesso, l'uomo di ghiaccio non era abituato a
manifestazione d'affetto?
La
ragazza pensò di aver esagerato, troppo calore avrebbe potuto
scioglierlo.
L'uomo
trovò giusto togliersi definitivamente gli occhiali, Lidia lo vide
sporgersi sulla scrivania.
<<
Su su, non dica così. Mi dispiace di averle urlato contro, davvero.
>> Ba, se per lui quello era urlare un vero litigio doveva
equivalere all'Apocalisse.
<<
Interessante...e così sa provare dei sensi di colpa. >>
L'uomo
alzò gli occhi al cielo, gli capitava spesso da quando la conosceva.
<< Non si torturi, se questo Mark ha avuto il coraggio di
chiederle di uscire una volta lo farà ancora. Deve essere una
persona che ama il rischio se l'ha avvicinata. >>
<<
Lo pensa davvero? >> E fu così che Lidia si trasformò in una
bambina bisognosa di attenzioni..
<<
Cosa? Che è un persona dalla sanità mentale compromessa o che il
ragazzo sia un tipo tenace? >> La sua faccia in quel momento
ricordò quella di un bambino monello e ciò impedì a Lidia di
arrabbiarsi, la ragazza si limitò a lanciargli un occhiata eloquente
a cui lui rispose. << Si, lo penso davvero.>>
L'uomo
ruppe la sua maschera in un sorriso. Era inevitabile non ricambiare.
Che
ruolo quella persona avesse nella sua favola non lo aveva ancora
capito, ma di sicuro era importante.
E
mentre quell'idea si faceva sempre più insistente dentro la sua
testa si rese finalmente conto di tenerlo per mano sul legno scuro
della scrivania.
Dopo
aver pensato che la mano di lui era morbida e affusolata la sua testa
arrestò le sue fantasie ridestandola dal coma.
La
sua stretta calda scomparve imporovvisamente.
Si
ritrovarono a guardarsi negli occhi ma ancor prima che lei potesse
ribattere così come il calore Batman si era dileguato in un
sussurrato arrivederci.
Anche
Batman dunque aveva un calore corporeo non dovuto all'alcool.
Quindi,
fino a prova contraria, era umano.
In
quel momento Lidia si setnì la regina del mondo, Mark le si stava
avvicinando con un espressione allegra in volto.
Che
non lo avesse spaventato mortalmente? Che avesse visto quealcosa, non
aveva idea di cose, in lei?
La
ragazza intrecciò inconsciamente le mani dietro la schiena, un piede
nascosto dietro all'altro che gli fece perdere l'equilibrio.
Non
era esattemente l'inizio migliore, se non altro sarebbe stata
afferrata da lui.
Ma
per la prima volta in 24 anni i suoi riflessi decisero di funzionare
e si tornò nel suo baricentro afferrando il bancone.
Dopo
un attimo di smarrimento e la ritrovata stabilità tentò di
recuperare in estremis assumendo una posizione più da calendari che
pitesse.
<<
Buon giorno madam! >> Gli occhi scuri dell'uomo si illuminarono
di una loce nuova.
Lidia
si perse nell'immaginare di essere lei il motivo di quel barlume in
quei pozzi scuri.
La
ragazza sorrise nervosamente producendo un bassa risata.
Mark
sembrò non notare il suo imbarazzo e continuò. << Volevo
scusarmi per l'altra sera. Da parte mia è stato stupido, me ne
vergogno, non avrei mai dovuto abbandonare una ragazza, anche se era
un'emergenza. Mi dispiace... >>
E
si ripresentò quell'espressione da " Ho bisogno d'amore"
Ma anche senza quella Lidia si sarebbe sciolta.
D'altra
parte il principe azzurro era lui e senza principe non c'era nemmeno
la storia.
<<
Okai! >> La ragazza non riconobbe la sua voce, un tono simile
ad un acuto.
<<
E per farmi perdonare ti porto in un posto speciale! Un mio amico ha
un locale, molto di moda e bè, lo so che è solo il terzo
appuntamento ma è un gran bel posto. L'inaugurazione sarebbe venerdì
porssimo. Ci verresti con me? >>
<<
Eccome, non entro in un locale da secoli. Wow, ho condotto davvero un
vita da vecchietta, tutta colpa di Batman... >>
"
Nota per me stessa: smetterla di pensare ad alta voce. "
Ma
Mark non sembrava spaventato dalle stranezze della ragazza e rise. <<
Porta anche questo famoso Batman, magari con la sua accompagnatrice.
E poi noi ci potremmo vedere anche prima di venerdi... >>
Aveva
detta la parola con l'A, appuntamento, l'aveva invitata in un posto
speciale, voleva consoscere la sua vita e l'ascoltava. Poteva andare
meglio?
L'unico
problema era sdradicare Batman dalla sua bat-caverna.
<<
Un uscita a quattro? >> Lorence riposizionò il taglia carte
sulla scrivania esprimendosi nel tono più scettico di sempre.
<<
Oh andiamo! Questa è una grande occasione per far colpo su Anna. >>
<<
Io ho già ammaliato la mia signora. >>
La
ragazza saltò come una molla. << Ecco! Questo è la morte del
romanticismo, dare per scontato è la tomba dell'amore. Ora che ha le
attenzioni di lei se le deve tenere. >>
<<
Disse l'esperta... >>
<<
La ignorerò ma solo perché sono molto felice. Felicità che
potrebbe incrinarsi con una sua rsiposta negativa.
<<
Io non sono adatto alle feste... >> Perché era così
titubante?
Lidia
appoggiò la testolina al tavolo sporgendo il labbro inferiore.
<<
La smetta! >> Lorence non sembrò apprezzarlo e si tirò inditro
infastidito.
<<
Per favore... >>
<<
Non mi darai tregua? >>
<<
No. >>
<<
E va bene. >>
E
fu così che Lidia pote esibirsi nella sua posa alla Freddy Mercury.