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Autore: Seele    04/04/2013    8 recensioni
|It's Larry!|
"Sono così vivaci, eh Haz?", sorrise Louis, quasi ghignando. Inutile dire che stava dalla loro parte.
"Non dire una parola, Lou", fece Harry con finto tono rassegnato, ma stava sorridendo anche lui, "se loro decidessero di dar fuoco alla casa, tu li aiuteresti a spargere l'alcool."
"Probabile", suo marito rise ancora, prima di ascoltare entrambi un convinto scambio di insulti di vario tipo.
"Lo dico a papà!" Boom.
Finita la pace.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So che nessuno se l'aspettava; ma sono qui, voi siete qui, quindi state leggendo la shot senza senso che il mio cervello malato ha elaborato in...quanto? Credo una decina di minuti, quindi mi dispiace se è una schifezzuola, mi è venuta l'illuminazione e ho scritto. Anche perché scrivere è l'unica cosa che so fare
Ok! So anche che questo titolo l'avrete letto almeno un centinaio di volte da quando Harry ha detto della sua canzone preferita e Louis ha fatto quel sorriso gigantesco, ma secondo me era il più adatto e perciò -tadaan.
Se vi va lasciate una recensione, mi farebbe piacere c:
Ah, un'altra cosa: dal 13/08/2013, questa storia è presente anche in inglese qui http://onedirectionfanfiction.com/viewstory.php?sid=87325 . L'ho tradotta io stessa, quindi se vi va di leggerla e trovate degli errori, vi prego di perdonarmi :/ ci tenevo solo a dire che è mia, sia in italiano che in inglese, e siccome non vorrei essere accusata di plagio per qualcosa di mio (XD) avverto già da ora. u.u
Seele vi augura arcobaleni, unicorni e Stylinson.♥


Wouldn't it be nice?


Harry dormiva tranquillamente, steso sul materasso morbido, coperto quasi fino al naso dalle coperte calde e pesanti; i capelli ricci e indomabili, le labbra rosse da baciare, le mani grandi e forti, ma delicate, che negli ultimi anni avevano stretto manine e accarezzato lunghi capelli castani, posato tanti cerotti su sbucciature di vario genere, asciugato tante lacrime.

"Vorrei contare i tuoi ricci", gli aveva sussurrato Louis la sera prima, una settimana dopo il suo ventiseiesimo compleanno, subito prima di fare l'amore con lui. E, effettivamente, l'aveva fatto sul serio; mentre i bambini dormivano, nel silenzio della notte interrotto solo da tante parole e altrettanti sorrisi.

Harry sollevò lentamente le palpebre quando si sentì accarezzare il fianco nudo; carezze distratte, inconsapevoli, ma dolci. Louis, ancora addormentato mentre lo abbracciava, era sempre solito regalargli certe coccole piene di sonno.

Il ragazzo si voltò piano, attento a non infastidirlo, lentamente per non spostare di troppo le coperte e svegliarlo, fino a trovarsi di fronte il suo viso addormentato e bellissimo. Così rilassato, tranquillo, era quasi più bello che da sveglio.

Gli posò un tenero bacio sulle labbra, e Louis accolse subito il buongiorno; con la mano, in punta di dita, percorse il tracciato della sua spina dorsale, accarezzandogli la schiena.

"Buongiorno a te", sorrise, senza ancora aprire gli occhi, posando la fronte contro la sua guancia. Harry, ridacchiando, sorvolò sul fatto che non avesse detto nulla e attese con pazienza, per alcuni secondi che probabilmente si trasformarono in minuti, che Louis fosse pronto per alzarsi.

Era bello stare lì, sotto alle coperte, nel tepore familiare della loro camera da letto. Harry sentiva il respiro leggero di Louis infrangersi contro la sua pelle, la sua mano ancora sulla schiena; avrebbe potuto restare lì per sempre.

Ma, i loro piccoli angeli non erano d'accordo.

"Sei uno scemo, Stan!"

"Sta' zitta, strega!"

Le voci dei loro bambini arrivarono forti e isteriche alle loro orecchie, e Louis ridacchiò al contrario di Harry che sospirava.

"Sono così vivaci, eh Haz?", sorrise Louis, quasi ghignando. Inutile dire che stava dalla loro parte.

"Non dire una parola, Lou", fece Harry con finto tono rassegnato, ma stava sorridendo anche lui, "se loro decidessero di dar fuoco alla casa, tu li aiuteresti a spargere l'alcool."

"Probabile", suo marito rise ancora, prima di ascoltare entrambi un convinto scambio di insulti di vario tipo.

"Lo dico a papà!" Boom.

Finita la pace.

Una bambina di sette anni arrivò correndo nella stanza, pestando arrabbiata e veloce i piedi scalzi sul pavimento. Subito si catapultò sul letto, scuotendo il padre.

"Papà, papà", disse a Louis, "Stan non mi lascia in pace!"

"Sai, tesoro", replicò il ragazzo ancora assonnato, tranquillamente, "è il destino degli Stan."

Harry si lasciò scappare una risatina sommessa, ma che non sfuggì alle orecchie di sua figlia.

"Papà, di' qualcosa anche tu!", commentò disperata, cercando di scuotere l'altro, che si era rifugiato sotto le coperte. "Papaaà! Vieni a sgridare Stan!", piagnucolò.

"No, ho ragione io!", anche il più piccolo fece la sua entrata nella camera, il pigiama firmato Super Man al contrario e un giocattolo ancora stretto nella mano, "Dar mi ha rubato un libro!"

"Non te l'ho rubato!", esclamò la bambina, più furiosa che mai. "Quel libro era mio, Stan! Solo perché sei piccolo non vuol dire che devi avere tutto tu!"

Stan si gettò contro la sorella, iniziando a tirarle i lunghi capelli castani mentre quella urlava e cercava di picchiarlo, dimenandosi.

Harry sospirò, pensando che la tranquillità che prima occupava la stanza era definitivamente sparita.

"Stan, lascia i capelli di tua sorella", si alzò, tentando di dividerli, "e tu Darcy, tieni le mani a posto."

I bambini non lo ascoltarono affatto, e Louis rise rumorosamente guadagnandosi un'occhiataccia da parte del marito.

"Avanti", li incitò lui, rapendo subito la loro attenzione, "se fate i bravi, usciamo per comprare qualche nuovo gioco."

Stan e Darcy ammutolirono all'istante, per poi balzare entrambi addosso al papà e elencargli quali giocattoli desideravano; quando Louis promise di regalarglieli tutti, se ne andarono soddisfatti e più amici -o alleati?- che mai.

"Lou, così li vizi", sbuffò Harry. Louis rise, lo attrasse a sé, gli prese il viso fra le mani e gli schioccò un bacio allegro sulle labbra morbide.

"Tu sei il primo ad essere viziato in tutto e per tutto, Styles", sogghignò. "Quando eri piccolo, poi..."

Harry arrossì, preparandosi a subire tutta la lunga lista di eventi memorabili presenti nella mente disordinata e allegra di suo marito. "Quando eravamo ad X-Factor, e ti infilavi sempre nel mio letto chiedendo di essere abbracciato, o mi tenevi il broncio finché non ti coccolavo? O quando volevi che ti accarezzassi i ricci finché non ti sentivi completamente rilassato? O quando mi costringevi a preparare i cupcakes con te? O quando..."

"D'accordo, forse ero un po' viziato", concesse Harry infine, ormai arrossito fino alla punta dei piedi. Louis adorava quel rossore che, nonostante tutti gli anni che avevano trascorso insieme, faceva talvolta ancora apparizione sulle sue guance; ridendo, non riuscì a trattenersi dal baciarlo ancora una volta. Ma pose fine a quel contatto piacevole quasi subito, rapito da un pensiero che gli fece sgranare gli occhi per attirare l'attenzione del marito.

"Oh, e quando insistevi perché facessimo la doccia insieme", aggiunse alla sua lista, come se si fosse dimenticato di un particolare davvero importante. Harry arrossì ancora di più, ma non riuscì a nascondere un sorriso: "è colpa tua, comunque. Sei tu che mi hai dato tutte quelle attenzioni, non prendertela con me!"

"Ti ricordo che sei diventato adulto fra le mie mani", sorrise furbo Louis, ma anche intenerito, "con le mie coccole e le mie attenzioni di cui mi stai accusando."

Gli accarezzò il petto scendendo sempre più in basso, lanciandogli un sorriso malizioso. "E guarda che bel ragazzo ti sei fatto..."

Harry non riuscì a non ridere, fermò la sua mano -dopotutto avevano dei bambini, pensò ridendo ancora- e lo baciò con trasporto.

"Lou, Stan e Darcy sono nella stanza accanto e il sole è sorto da un pezzo", gli ricordò, divertito, mordendogli leggermente il labbro inferiore.

"La doccia insieme possiamo ancora farla comunque, curly" ammiccò Louis, e Harry parve del tutto intenzionato a eseguire la sua proposta; quando...

"Papà, Stan ha appena lanciato dalla finestra la mia Barbie preferita!"

Harry e Louis alzarono gli occhi al cielo sorridendo, ma quella vita non l'avrebbero cambiata per niente al mondo.


  
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