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Autore: SmurfLuvsCookies    04/04/2013    2 recensioni
Una storia alfabetica senza alcun ordine particolare, perché quando sono insieme Alec mescola le sue parole e Magnus occasionalmente parla lingue differenti. T è per Tie-Dye -un altro schema per incorporare del colore nel guardaroba di Alec.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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H is for Handcuffs:
Quelle di Isabelle sono scomparse. .



Quando Isabelle entrò in cucina quell’allegra domenica mattina con lo sguardo scontento di qualcuno che cerca disperatamente qualcosa, Jace non si sorprese. La sorella era sempre alla ricerca di qualche accessorio (anche se non riusciva a capire come facesse a perderli visto che solitamente erano scandalosamente sgargianti, lucidi e quant’altro), che di solito saltava fuori dopo qualche ora, appena lei smetteva di cercarli. Jace aveva suggerito più volte che uno spirito terribile era solito possedere i suoi gioielli, ma in realtà era quasi convinto che il vero ladro fosse Church.

Jace sorrise tra sé, ricordando il momento in cui aveva condiviso la teoria del gatto-ladruncolo con Max e di quando il fantasioso ragazzino aveva ipotizzato che Church provasse i gioielli di Isabelle davanti allo specchio. Il ricordo era dolceamaro, ora, e il posto accanto al lavandino dove il più giovane dei Lightwood era solito bere il suo latte al cioccolato era ossessivamente vuoto.

“Per cosa stai sogghignando?” chiese duramente Isabelle, ormai completamente esasperata per la mancanza di risultati che la sua ricerca le aveva procurato. Evidentemente aveva deciso che Jace sarebbe stato un bersaglio facile su cui scaricare le proprie frustrazioni.

“Devo avere una licenza per sorridere, adesso?” ribatté Jace. “Di solito non è un problema in cucina, considerando come fai da mangiare”

“Non c’è niente di sbagliato in come cucino” scattò Isabelle.

“Hai ragione,” ammise Jace. “Senza di te, Tiki sarebbe probabilmente fallito da tempo”

“Che cosa vuoi, Jace?” chiese Isabelle, come se fosse stato lui a cominciare il battibecco per primo.

“Beh…” cominciò, ma Isabelle alzò una mano.

“Non importa, non rispondere” Subito ritornò alla sua ricerca, ignorando del tutto Jace. Lui la osservò divertito mentre finiva di mangiare i suoi Cheerios e bere il suo caffè. Alla fine la curiosità ebbe la meglio, così, mentre Isabelle cercava di spostare il frigo per dare un’occhiata dietro di esso, lui le chiese: “Cosa stai cercando?”

“Ho un appuntamento questa sera,” sospirò Isabelle. “E sto cercando le manette”

“Manette?” ripeté, completamente sbalordito. Vedere Jace così stupefatto era qualcosa di impressionante. “A che genere di appuntamento stai andando?”

Isabello lo guardò. “Non c’è da preoccuparsi”

“Sono offeso,” Jace tirò su col naso. “Praticamente sono tuo fratello, Izzy, e sono anche il Parabatai di tuo fratello maggiore. Immagina cosa accadrebbe se questa informazione raggiungesse le sue delicatissime orecchie, o anche quelle di Maryse…”

“Se lo vuoi sapere, al ragazzo con cui esco piacciono i cosplay” sbuffò Isabelle. “E io avevo intenzione di vestirmi da ufficiale di polizia sexy o qualcosa del genere, ma non posso senza le manette”

“Cosplay? Non è quando ci si veste da quei piccoli personaggi giapponesi?” osservò Jace. “Per quanto ne so, solo i mondani particolarmente idioti praticano il cosplay”

“Clary fa i cosplay”

“Amo i cosplay” Jace si fermò un attimo a prendere in considerazione Clary vestita da poliziotta sexy, effettivamente questi travestimenti non dovevano essere poi così male. “Il ragazzo con cui esci non sarà mica Simon…?”

“Questi non sono affari tuoi” disse Isabelle, muovendo il capo con superbia, ma Jace riuscì a scorgere le guance di lei prendere una tonalità più scura. Alzò gli occhi al cielo e si versò un’altra tazza di caffè. Da quando Simon era diventato un vampiro e aveva attirato l’attenzione di una certa ragazza lupo mannaro, Isabelle era sempre più desiderosa di provare cose nuove che, in qualsiasi altra circostanza, avrebbe sicuramente rifiutato. Secondo Jace avrebbe dovuto fare il contrario, ma sembrava che la tattica di Isabelle stesse funzionando. Dopo tutto, Simon aveva invitato Izzy a questa cosa del cosplay e non Maia, che probabilmente avrebbe apprezzato di più.

Alec si materializzò in cucina, indossando la sua giacca di pelle sopra i vestiti che per un occhio non allenato sarebbero parsi una uniforme, ma che per Isabelle e Jace erano ovviamente gli stessi vestiti, lo sbiadito maglione nero e i soliti jeans, del giorno prima. La sola differenza era quella domenica gli abiti del ragazzo erano ricoperti di glitter e sottili peli di gatto, cosa che rendeva piuttosto evidente il fatto che avesse avuto un appuntamento con Magnus. Jace, comunque, non riuscì a trattenersi dal chiedere. “Dove sei stato tutta la notte?”

“Da Magnus” disse semplicemente Alec. Jace era un po’ deluso, solo qualche settimana prima quella domanda avrebbe mandato in crisi il povero Alec, portandolo a dire qualche stupida bugia. Probabilmente si era reso conto che se voleva andare a letto con Magnus avrebbe dovuto ammettere ai genitori l’esistenza dello stregone nella sua vita. Tuttavia, in quel modo era meno divertente.

Jace, che si sentiva particolarmente fastidioso quella mattina, ritentò: “La nostra cara Isabelle questa sera ha un appuntamento e sta cercando le manette, Alec. Per caso ti sono capitate tra le mani?”

Isabelle lanciò uno sguardo furioso a Jace, ma Alec sembrò turbato da quella domanda. Infatti, subito dopo fece schioccare le dita lanciando una piccola esclamazione, e portò la mano dentro la tasca della giacca. La sua mano ne emerse con un paio di manette argentate, che lasciò cadere senza troppe cerimonie sul bancone. “Magnus ha perso le sue” spiegò. “ed era troppo ubriaco per evocarne un paio, così mi ha chiesto di portare queste. Scusa per non avertelo chiesto prima, ho pensato che non ti sarebbe importato.”

Jace e Isabelle non poterono far altro che restare in silenzio e guardarlo storditi, mentre Alec si versava del succo d’arancia in un bicchiere e prendeva una fetta di Poptart dalla dispensa, per poi dirigersi verso la sua stanza. I due si scambiarono uno sguardo inorridito prima che Isabelle prendesse un paio di pinze che, con cautela, usò per gettare le manette nel cestino.

“…io vado a chiamare Simon” mormorò dopo una lunga pausa. “Penso che preferirei indossare quell’orribile vestito nero da Shinigami piuttosto che vedere ancora un altro paio di manette”

Jace non disse nulla. Per una volta era senza parole.

  
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