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Autore: BecauseOfMusic_    04/04/2013    3 recensioni
Chi l'avrebbe mai detto? Spencer Reid innamorato. Spencer Reid innamorato perso di una nuova collega, che sembra essersi presa a cuore il suo futuro, e si preoccupa molto per lui.
Spencer Reid che perde la testa per una donna che, a quanto pare, ha già un'altro.
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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angolo autrice:
Grazie a quelli che hanno recensito il prologo, e grazie a voi che state leggendo :D
Dedico questo capitolo alla mia scrittrice preferita ScleratissimaGiu (se vi piacciono le storie horror lei è la scrittrice che fa per voi ;)
Spero di aver reso al massimo ogni personaggio.
Vi chiedo solo di seguire, recensire e...
basta ciancie: buona lettura :DD

BecauseOfMusic_





POV MORGAN

 

Stare così, con una mano tra i suoi capelli color fuoco, e l'altra posata appena sopra il suo sedere mi piace da matti.
Si, lo so che è stupido da dire, ma anche se non posso affermare di essere innamorato, la novellina mi sta facendo impazzire; è successo tutto per caso: eravamo di ritorno da un caso nel Texas, una settimana fa, e le ho chiesto se le andava di prendere un drink con me...
Da uno che doveva essere sono diventati cinque o sei, e poi si sono tramutati nella porta di casa sua.
Il mattino dopo mi sono svegliato nel suo letto, coperto solo da un lenzuolo, mentre lei faceva la doccia in bagno; io mi sono rivestito, e mi stavo dirigendo verso l'ingresso, quando lei mi ha fermato.

“Non resti a fare colazione?” Aveva chiesto sgranando gli occhi.
Io ero piuttosto imbarazzato: insomma noi non avevamo..?
Credo che lei avesse compreso i miei pensieri “Oh andiamo Morgan, ti ho solo offerto la colazione, se avessi voluto fare altro ti sarei saltata addosso no?”
“Ehm, si certo, ma...”
“Io e te siamo solo colleghi, capito?” aveva detto per rassicurarmi “ieri ci siamo solo divertiti. Prendilo un po' come un gioco dai”

I miei nervi si erano distesi, ed ero rimasto a fare colazione con lei.

Nei giorni successivi tutto si era ripetuto più volte, ma ero sempre stato io ad avanzare la proposta, mai lei; era un po' come essere drogati, non riuscivo a smettere, non ci riesco tuttora. Ogni volta le chiedo un po' di più.
Solo che oggi ci siamo fatti beccare.
Emily tossicchia, ed io mi allontano come se mi fossi scottato, mentre Jesse abbassa lo sguardo, con le guance imporporate; Reid è molto teso, ha la mascella contratta e i pugni serrati: temo che non si senta bene.

“Allora..ehm...Reid tutto bene? Mi sembri un po' pallido..”
“Ho la nausea” mi risponde acido. “Credo che andrò in bagno, tanto Hotch non è ancora arrivato” E si fionda giù per le scale alla velocità della luce.

Mi rivolgo a Emily sperando che non decida di dire tutto a Hotch non appena entrerà.

“Non era ciò che sembrava, lo giuro...” Lei mi fulmina con un'occhiataccia.
“No..davvero...noi non...”
“Così peggiori solo le cose” interviene Jesse posandomi una mano sulla spalla, si rivolge poi alla nostra collega con fare tranquillo. “Era esattamente ciò che sembrava, ma non si ripeterà mai più.”
Emily non risponde, continuando a guardarmi come se volesse incenerirmi.

Il silenzio tra noi tre è così teso che la voce di JJ risuona come uno sparo “Oh, ragazzi! Siete già arrivati, scusate il ritardo, ma la sveglia non ha suonato...” La sua frase si sospende, e il suo sorriso, si attenua leggermente “Che cosa è successo?...che..che mi sono persa?”
Emily distoglie lo sguardo da me “Niente, siamo in pensiero per Reid, dice di non sentirsi bene”
“Ah...” fa JJ, per niente convinta.
Vorrebbe chiedere di più, ma Hotch entra negli stessi istanti, seguito da Rossi e Garcia, così ci sediamo e lei accende il monitor.
“Dov'è Reid?” chiede la mia 'bambolina'.
“E' andato in bagno, credo non si sentisse bene... Vado a vedere come sta, iniziate pure, vi raggiungeremo subito” dice una voce alle mie spalle.

 

 

POV REID

 

Accidenti a me! Accidenti a Morgan! E accidenti anche a Jesse!
Perché devo stare così male per lei?
Perché non posso esserci io al posto di Derek?
Prendo a pugni la porta del bagno; ho ancora davanti agli occhi loro due, vicini...

Un dubbio orrendo mi assale, stringendo in una morsa gelata il cuore e la bocca dello stomaco: e se fossero già andati ben oltre il bacio? E se fossero...UNA COPPIA?
Tanto peggio per loro! Lo dirò ad Hotch su due piedi!
La mia testa comincia a girare vorticosamente..non posso dirlo al capo: dovrebbe mandare via uno dei due, ed io non voglio perdere Morgan, insomma per me è come un fratello maggiore, ma non posso perdere neppure Jesse!
Credo che non uscirò mai da questa situazione, e ovviamente continuerò a soffrirne, perché non sono capace di decidere.
Forse però, se lei se ne va io riuscirò a dimenticarla, e tornerà tutto com'era prima che arrivasse a scombinarmi la vita; ma come potrei guardare Derek in faccia dopo?
Scuoto la testa sconsolato, non vedo via d'uscita.
Una voce femminile sulla soglia dei gabinetti mi riscuote “Reid sei li? Esci per favore, dobbiamo raccogliere le informazioni sul caso...”
E' Emily. Se non rispondo se ne andrà.
“Spencer, per favore...”
Sospiro rumorosamente: restare seduto sul gabinetto chiuso a disperarmi non migliorerà certo le cose no?
Esco: lei mi aspetta nella piccola anticamera che divide gli ingressi della toilette femminile da quella maschile. Non sorride: nei suoi occhi leggo solo preoccupazione.

“Ti piace Jesse” afferma sicura. Il mio silenzio deve valere più di mille parole, perché riprende a parlare subito.
“Lei lo sa?” scuoto la testa, cercando di scacciare la sensazione di nausea che mi assale.
“Perché non glielo hai detto?”
“Cosa credi che mi risponderebbe?” esplodo “Che anche lei mi ama tanto, e che quel bacio con Morgan era solo un modo per farmi ingelosire?!”
“No ma...”
“Mi dirà che sono l'uomo della sua vita certo!” continuo amaro “Non aspettava che me per cominciare ad essere felice. Ma per favore!”
Continuo a borbottare per altri dieci minuti buoni, in cui lei mi guarda, in silenzio, aspettando che io mi calmi.

“Forse dovresti parlarne con Hotch”
“No” dico secco “Dovrebbe allontanare uno dei due, ed io non voglio perderli”
“Quindi vuoi una possibilità con lei” continua Emily, calma.
“Io non lo so” le rispondo sconsolato, passandomi una mano sul viso.
“Allora aspetta, non fare niente: il tempo di sicuro ti aiuterà a capire.” conclude in un'alzata di spalle “Ma c'è una cosa che devi promettermi”
“Cosa?”
“Se la questione diventa seria, tu vai difilato a parlare con il capo”

Annuisco con vigore.
“E ora andiamo” mi dice lei, sorridendo “Ci stanno aspettando tutti”

 

 

 

POV JESSE

 

Sono un'emerita stupida. Stupida, stupida stupida Jesse, a pensare che nessuno vi avrebbe scovati a sbaciucchiarvi nella sala riunioni.
Sono preoccupata per Reid però: era davvero pallido.
Mi sono affezionata a lui in maniera particolare: non che gli altri non siano simpatici e gentili, ma lui è sempre premuroso con me: mi offre il caffè quasi tutte le mattine, cerca di accompagnarmi a casa dopo il lavoro, mi chiede spesso della mia vita.
Io però sono sempre piuttosto fredda con lui: ho avuto delle delusioni cocenti in passato, da persone che gli assomigliavano in tutto e per tutto (tranne il QI e le numerose lauree) e le rivedo spesso nelle sue mosse un po' impacciate, nei suoi sguardi sfuggevoli e nelle sue attenzioni; e così mi irrigidisco, ho paura di inciampare di nuovo e di non riuscire a rialzarmi questa volta.

Ho imparato anche che è meglio non avere relazioni serie con gli uomini quando fai il mio lavoro, perché non durerebbero neppure un po': continui spostamenti, rischiare la vita quasi ogni giorno... insomma non tutti accetterebbero la tua decisione.
E allora meglio divertirsi, come stiamo facendo io e Morgan: nessun impegno, nessun limite, nessuna gelosia: cosa c' è di più facile?
Stamattina però ero di buonumore, così ho salutato Spencer allegramente, sperando in un certo senso di farmi perdonare per il mio caratteraccio; ma quando è entrato da quella porta e mi ha 'scoperto' mi sono sentita stranamente in colpa.

Con un gesto nervoso scaccio questa sensazione, che mi ha assalito di nuovo, mentre ci ripensavo.

Il mio sguardo cade sul mio collega, che scambia battute e frecciatine con Garcia.
< com'è sexy quando sorride > mi ritrovo a pensare.

Din Din! Allarme Jesse, non cascarci di nuovo. Stai lontana dai guai e dagli amori improbabili.

Finalmente i due membri mancanti della squadra prendono posto, e la riunione comincia.
“Cosa abbiamo?” dice Hotch aprendo il fascicolo.
“Quattro omicidi” risponde JJ “tutte donne tra i venticinque ed i trentadue anni, tutte uccise nella stessa area. Ellen Aram, Angel Barry, Kathleene Auden e Daphne Beates; sono state rapite e ritrovate morte tre giorni dopo davanti alle porte della palestra della Central High School di Camp Point, Illinois”
Mi rizzo a sedere, come se la sedia scottasse “Hai detto Camp Point, Illinois?” domando sorpresa.
“Si” risponde, corrugando la fronte “Conosci il posto?”
Annuisco “è la città dove sono nata e cresciuta.”
“riconosci queste donne?” mi domanda Hotch, indicando le foto dei cadaveri comparse sul monitor.
“No, il volto è troppo sfigurato... magari con altre foto...”
“Il fatto che il volto sia sfigurato indica quasi sicuramente che si tratta di qualcosa di personale” riflette Reid ad alta voce.
“Si, ma questo non ci aiuta a restringere il campo” obbietto “L'SI potrebbe essere un estraneo per loro, ed aver preso come un affronto un gesto scortese, come uno spintone o....”
“D'accordo, ma solo se si tratta di uno schizofrenico, e non possiamo accertarlo...” controbatte
“Ci sono altri segni sui cadaveri?” chiede Rossi sventolando una foto, che ritrae una delle vittime.
“Alle vittime è stato tagliato un piede, il destro, per essere precisi, ma il medico legale non riesce a stabilire se prima o post mortem.”
“Mi chiedo: perché tanta brutalità? Il volto sfigurato fa pensare ad un'esplosione di rabbia repressa, ma il piede mozzato non riesco a classificarlo..” mormora Rossi.
“Beh, è quello che dobbiamo scoprire” dice Emily “Potrebbe trattarsi di una vendetta”
“Forse” le do seguito “ma allora dobbiamo capire cosa l'ha scatenata...”
“Sappiamo se avevano altro in comune, oltre all'assassino?” chiede Morgan
“Solo che erano tutte originarie della città, e che hanno frequentato la Central High School. Ho già controllato nel loro passato e in quello delle loro famiglie: completamente puliti.” gli risponde Garcia, premendo un tasto del portatile, posato sul tavolo “Ho comunque inviato tutto ai vostri cellulari, magari troverete lo stesso degli indizi...”
“Altro?” soggiunge Hotch guardandoci
“Tutte le altre informazioni ci saranno fornite al nostro arrivo dal capo della polizia”
Conclude JJ.
“Il jet parte tra dieci minuti” dice lui, alzandosi; la riunione è conclusa, ma mentre gli altri si allontanano per prepararsi io rimango immobile davanti allo schermo.

Quelle donne avevano all'incirca la mia età, e frequentavano la mia stessa scuola: che cosa avevano fatto per meritarsi quella tortura?
Una strana sensazione mi assale: è come se avessi la soluzione davanti agli occhi, ma non riuscissi a capire qual'è: quei volti, così sfigurati hanno comunque un'aria familiare, ma il piede destro mozzato non ha alcun senso....
La mano calda di Morgan sulla mia spalla mi fa sobbalzare.

“Tutto ok? Sei pensierosa”
“Si, tutto a posto, davvero. Cercavo solo di capire se le conosco”
Annuisce, leggermente teso “Andiamo, a Hotch non piacciono i ritardatari.”

  
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