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Autore: Nashiko    24/10/2007    4 recensioni
Cosa succederebbe se due fan sfegatate di Gaara arrivassero magicamente a Suna? Due ragazze come tante alle prese col mondo di questo meraviglioso manga. Equivoci, rivalità, amori e tanto altro ancora! Tutta da ridere e da non prendere troppo sul serio! [Scritta a quattro mani da Nashiko e Silvercat] Buon Divertimento XD e... non uccideteci!
Genere: Commedia, Demenziale, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari, Altri
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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La stella cadente

La stella cadente

 

 

Capitolo I

Se solo…

 

Freddo lunedì d’inizio gennaio. Uno come tanti, del resto. Uguale a tutti gli altri. Ed in quella città, due ragazze, comuni come i giorni freddi di quel mese, avevano fissato le basi della loro esistenza.

La giovane dai lunghi capelli castani si stava amabilmente rigirando nel letto, cercando di godere ancora qualche minuto del tepore del morbido piumone. Aveva sbuffato quanto bastava per spostare quel ricciolo che le cadeva sugli occhi, quando s’accorse di quel qualcosa che ormai era diventato un’abitudine, il trovarselo onnipresente sulla faccia o, se andava bene, nei pressi del suo povero letto. Un calzino. Era scattata a sedere tanto rapidamente da farlo volare a terra. E quello era di per sé un cataclisma, per una vera e propria maniaca dell’ordine come lei. Figurarsi poi quando aveva rivolto uno sguardo alla metà della camera dell’amica, immersa nel caos più totale. Una maglia sul monitor del portatile lasciato aperto. Una valanga di vestiti gettati sul letto. Una quantità industriale di collane, polsini, orecchini, braccialetti sparsi sul comodino.

“No… adesso basta!” aveva esclamato, precipitandosi nella stanza di fianco. Se la sua pazienza aveva un limite, era proprio quello.

“Eleni… perché non…” era stata costretta ad interrompersi, mentre le sue labbra s’increspavano in una perversa espressione felina “Dimmi, sei posseduta?”

“Non più del solito, perché?” la ragazza dai capelli neri che stava beatamente sdraiata sul divano si era sollevata un po’, osservando l’espressione dell’altra “Ohi, Shianli? Mi fai paura… che è quella faccia?”

“Hai pulito il soggiorno? Non può essere!” ed era crollata sul divano insieme alla ragazza che la guardava di traverso.

“Vorresti forse insinuare che la splendida creatura, con cui hai l’onore di coabitare, è disordinata?”

“Domani tocca alla camera!”

“No, ti prego!”

“Il tuo lato è un porcile…”

“Tanto non entra mai nessuno!”

Le due si guardarono con un’espressione sconsolata in viso, constatando la loro attuale mancanza di soggetti maschili in casa loro. E più precisamente, nei loro letti. Eleni aveva afferrato qualcosa ai piedi del sofà, porgendolo alla ragazza che le sedeva accanto.

“Gelato?”

“Sì” aveva esclamato di nuovo euforica, lasciando la momentanea malinconia svanire nella ciotola. Ma ovviamente, nell’esaltazione non aveva notato un dettaglio fondamentale.

“È al cioccolato?”

“Sembra di si…”

Ma che schifo! E la vaschetta alla stracciatella che ho comprato la settimana scorsa?”

“Te la sei tracannata l’altro ieri mentre ti guardavi quel telefilm”

“Oh…”

Il silenzio era calato tra le due, cosa tra l’altro molto, ma molto rara. Non era passato neanche un minuto, che erano già scoppiate in una fragorosa risata. D’altronde in casa non c’era un attimo di pace, da quando avevano preso quell’appartamento insieme. Presto Shianli si era dovuta adattare al caotico disordine dell’altra ed Eleni alle manie igieniste dell'amica.

Erano uscite sul terrazzo dell’abitazione ed Eleni s’era seduta con grazia sull’inferriata.

La loro amicizia era nata tempo addietro, tra i pixel di un computer. Le due avevano cominciato a parlarsi due anni addietro, quando la maggiore, Shianli, frequentava solo il secondo anno di giurisprudenza. A quell’epoca avevano venti e diciassette anni.

Shianli col tempo aveva fatto apprezzare ad Eleni lo studio della legge, delle norme dell'ordinamento e perchè no, probabilmente anche l'amore per la giustizia.

Questo aveva spinto Eleni a trasferirsi, ultimati gli studi liceali, nella città d’origine di Shianli per condividere assieme a lei uno stesso sogno e cambiare e cambiare la propria, noiosa routine.

Una convivenza tranquilla, spensierata, aveva unito le due. Ma le due condividevano anche la passione che le avrebbe rese, senza rendersene minimamente conto, rivali. La mania per i fumetti, un passatempo innocuo, poco dispendioso ed un’adorazione frenetica per un personaggio degli stessi: Gaara. Quanto tempo speso a fantasticare, negli anni addietro, sulle caratteristiche di questo personaggio così malinconico, seppur estremamente sensuale. Inutile dire che quel personaggio cartaceo era diventato un modello nella vita reale, al quale avrebbero dovuto assolutamente adeguare per la ricerca di un fidanzato.

Che bel cielo, eh?”

La voce di Shianli, giocosa ed ilare, aveva spezzato l’irreale magia della quiete, mentre dava una leggera gomitata all'amica “Dillo, dillo piccola pervertita, che preferiresti osservarlo con quel fusto della mensa...” assottigliando gli occhi verdi, con il suo solito fare buffonesco e snervante. Ecco, quando assumeva quell’espressione, il suo volto pareva assumere sembianze feline. Il naso sottile seppur sembrava sottolineare questa verosimiglianza, così come i canini spessi ed appuntiti che trapelavano dal ghigno funesto.

Eleni l'aveva osservata di rimando, con sufficienza, emettendo un borbottio scocciato, senza badare alla faccia divertita dell'amica.

Ormai erano abituate alle reciproche battutacce che fluivano dalle loro bocche come fiumi in piena. Un modo come un altro per dimostrarsi affetto. Passavano lunghe giornate insieme, tra lo studio, il divertimento ed i ragazzi. Eleni era tornata, nostalgica, a qualche tempo prima, alle pazzie adolescenziali, a quei bei tempi che non sarebbero mai tornati “Ho finito il disegno di quel manga che ti piaceva tanto qualche anno fa...”.

Gli occhi gioiosi di Shianli s’erano improvvisamente adombrati. Del tutto normale, gli sbalzi d'umore della ragazza facevano parte del suo modo d'essere. Lunatico a tratti isterico. Poi aveva imitato Eleni, scavando nella borsa all'ultimo grido ed accendendosi una sigaretta presa dal pacchetto quasi vuoto.

L'emissione di fumo era sembrata quasi un sospiro “Ah... Gaara... aveva aggiunto, fantasticante. L'espressione era mutata nuovamente nel volto della ventiduenne, facendosi improvvisamente maliziosa nei confronti della oramai ventenne Eleni.

“O meglio, il mio” aveva sottolineato, odiosa “Gaara”

Se se… come no!”

“Cambiando discorso, sei la solita complessata” aveva enunciato, provocatoria ed ilare al contempo “Solo perchè sei nana non vuol dire niente…” ovviamente l'amica non era per nulla bassa, ma Shianli amava profondamente rinfacciarle i propri dieci centimetri in più e guardarla dall’alto in basso mentre lo faceva. In compenso Eleni la surclassava in quanto a seno, ma a lei non piaceva affatto criticarla “Sai, ho viso un bel reggiseno imbottito, peccato che la taglia più piccola è una prima… la retromarcia probabilmente l’hanno finita…”. Anzi, probabilmente sapeva essere ancor più pungente, ma l’ultima affermazione, a quanto pareva, non era stata raccolta. Bensì, ignorata.

“Guarda, ho visto bene oggi, che te lo sei mangiato con gli occhi. Se l'avessi potuto spogliare l'avresti fatto!” aveva concluso Shianli, beffarda e maliziosa.

“Veramente gli stavo guardando i capelli, hai visto che bel blu?” aveva mormorato l’altra, con gli occhi luccicanti.

“Facevano cagare” la castana era diventata improvvisamente seria, facendo una smorfia di disgusto “Io preferisco il rosso... Rosso Gaara per essere precise...” conoscendo alla perfezione la reazione sperata che avrebbe provocato nell'amica, difatti attese la risposta quasi col fiato sospeso, che non tardò ad arrivare.

        “Non capisci un cazzo, tu!” aveva strillato Eleni, per poi rivolgere lo sguardo altrove “E poi Gaara non è reale, non è come un ragazzo vero”.

In effetti non capiva nulla di ragazzi, perlomeno, non quanto potesse capirne di scarpe ed accessori, quindi si limitò a tacere, osservando il blu della notte. “Eh, lo so...” aveva poi mormorato “Ma se solo... se solo...” un velo di malinconia le aveva segnato la voce.

Eleni aveva guardato un po' malaccio la ragazza che le stava di fianco e ammirava assorta il cielo, accendendosi una sigaretta e contemplando a sua volta gli astri notturni. Appena un attimo dopo erano state colte entrambe dallo stupore, nell'osservare la traiettoria di una meravigliosa stella cadente. Avevano sorriso all’unisono, in quell'istante e come nei peggiori incubi o nei sogni più strambi, il terrazzo aveva cominciato a tremare. Non avevano ancora quel cha stava accadendo che tutto intorno era diventato buio. Nessun pensiero attraversava le menti delle due ragazze. Non avrebbe potuto. Non sarebbe stato possibile rendersi conto di un fenomeno di tale portata.

Percezioni ovattate. Non un suono. Non un’immagine. Il pavimento sotto i loro piedi pareva averle inghiottite nel silenzio della notte.

Un secondo, un minuto, un’ora, un eternità… Quanto tempo era passato?

Ipotesi bizzarre sconvolgevano le loro menti a circuito chiuso. Che fossero morte? Ma quel labile strascico di consapevolezza sensoriale c'era. Era reale, ma allora, che stava accadendo? Non trovarono risposte plausibili a questa domanda. Non ne avevano avuto il tempo, perché improvvisamente precipitavano nel vuoto.

E tutto era cambiato. I colori sembravano aver assunto una dimensione piatta, artificiale. Il panorama che si prospettava sotto quei corpi in caduta libera era quasi completamente beige con solo una piccola macchia scura in mezzo alla distesa chiara.

Le due si guardarono in faccia con un misto tra orrore e sgomento. La reazione fu tipicamente femminile e l'aria rarefatta che le riempiva prepotentemente i polmoni fu tutta spesa per un acuto, quanto terrorizzato urlo, non traducibile a parole.

 

L'unica cosa in cui avesse mai trovato pace e serenità interiore era il limpido cielo notturno di Suna. Stelle protettrici che vegliavano su quella città. La sua città. L'avrebbero sempre vegliata, ed anche lui. Sospirò. Dannata malinconia che, nonostante tutto non voleva saperne d'andar via. Tuttavia, quella sera, qualcosa non andava. Che l'avesse chiamato sesto senso o premonizione non aveva differenza. Aveva la sensazione che di li a breve sarebbe successo qualcosa. Brutta o bella, anche questo non faceva differenza. Si sentiva strano, insolitamente agitato nel profondo. Corse con lo sguardo lungo l'orizzonte e si dette del pazzo, dato che ogni notte, per lui, era uguale ad un'altra. Gli parve di sentire una sottospecie di sibilo provenire dall'alto. Sollevò il volto, spalancando i grandi occhi cerchiati di nero.

“Impossibile…”

 

Continua…

 

 

Questa fanfiction è nata col semplice scopo di divertirci e far divertire. Tra una fantasticheria e l’altra ci siamo chieste come potrebbe essere incontrare veramente Gaara e trovarci in quel mondo. E da lì è partito tutto nel bene o nel male. Abbiamo già in mente una serie di eventi al limite del tragicomico (e noi stesse ci siamo sganasciate dalle risate nel descriverli) e dal prossimo capitolo sarà mix pazzesco, della serie ‘COMINCIAMO BENE’.

 

Cosa succederà a Shianli, quando si troverà faccia a faccia con le –incomprensibili, a sua detta- tradizioni giapponesi?

Cosa farà Eleni, quando scoprirà d’aver dimenticato l’mp3 sul comodino?

Ma soprattutto cosa succederà al povero Gaara –o meglio, cosa non gli succederà-, quando si troverà di fronte quelle due furie scatenate?

TUTTO NEL PROSSIMO CAPITOLO!

 

GRAZIE DI AVER LETTO E/O QUESTO PRIMO CAPITOLO

 

Nashiko e Silvercat

  
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